CITTA' DEL VATICANO, 10 APR. 2009 (VIS). Alle 17:00 di oggi, Venerdì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Passione del Signore. Come di consueto, durante la Liturgia della Parola, viene riascoltato il racconto della Passione secondo Giovanni; quindi il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., tiene l'omelia. La Liturgia della Passione è proseguita con la Preghiera universale e l'adorazione della Santa Croce e si è conclusa con la Santa Comunione.
Alle ore 21:15, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto al Colosseo il pio esercizio della Via Crucis, trasmesso in mondovisione. I testi delle meditazioni e delle preghiere proposte quest'anno per le stazioni della Via Crucis sono stati composti dall'Arcivescovo Thomas Menamparampil, S.D.B., di Guwahati (India).
Benedetto XVI ha seguito la cerimonia dal colle Palatino. Il Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Roma, ha portato la Croce nella prima e nell'ultima Stazione. La Croce è stata portata da un giovane disabile, con l'aiuto di un medico del Sovrano Militare Ordine di Malta; da una famiglia romana; da un ammalato accompagnato da un camilliano e da una suora; da una giovane dell'Asia e da due suore indiane, da due giovani del Burkina Faso e da due frati francescani della Custodia di Terra Santa.
Al termine della Via Crucis, il Papa ha rivolto ai presenti e a quanti lo seguivano attraverso la radio e la televisione, alcune parole.
"Al termine del drammatico racconto della Passione, l'evangelista san Marco annota: 'Il centurione, che si trovava di fronte a lui avendolo visto spirare in quel modo disse: 'Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!' (Mc 15, 39)" - ha ricordato il Papa - "Non può non sorprenderci la professione di fede di questo soldato romano, che aveva assistito al succedersi delle varie fasi della crocifissione. (...) La professione di fede di questo soldato ci viene riproposta ogni volta che riascoltiamo il racconto della Passione secondo san Marco. Questa sera anche noi, come lui, ci soffermiamo a fissare il volto esanime del Crocifisso, al termine di questa tradizionale 'Via Crucis'".
"Quest'Uomo, apparentemente uno di noi, che mentre viene ucciso perdona i suoi carnefici, è il 'Figlio di Dio', che - come ci ricorda l'apostolo Paolo - 'non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo… umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce' (Fil 2,6-8)".
"La dolorosa passione del Signore Gesù non può non muovere a pietà anche i cuori più duri, poiché costituisce l'apice della rivelazione dell'amore di Dio per ciascuno di noi".
"Lungo il corso dei millenni" - ha detto Benedetto XVI - "schiere di uomini e donne si sono lasciati affascinare da questo mistero e hanno seguito Lui, facendo a loro volta, come Lui e grazie al suo aiuto, della propria vita un dono ai fratelli. Sono i santi ed i martiri, molti dei quali restano a noi sconosciuti. Anche in questo nostro tempo, quante persone, nel silenzio della loro quotidiana esistenza, uniscono i loro patimenti a quelli del Crocifisso e diventano apostoli di un vero rinnovamento spirituale e sociale!".
"Fermiamoci questa sera a contemplare il Suo volto sfigurato: è il volto dell'Uomo dei dolori, che si è fatto carico di tutte le nostre angosce mortali. Il suo volto si riflette in quello di ogni persona umiliata ed offesa, ammalata e sofferente, sola, abbandonata e disprezzata. Versando il suo sangue, Egli ci ha riscattati dalla schiavitù della morte, ha spezzato la solitudine delle nostre lacrime, è entrato in ogni nostra pena ed in ogni nostro affanno".
"Fratelli e sorelle!" - ha concluso il Pontefice - con la certezza della risurrezione "continuiamo il nostro cammino. Domani, Sabato Santo, veglieremo in preghiera. Ma fin d'ora preghiamo insieme con Maria, la Vergine Addolorata, preghiamo con tutti gli addolorati, preghiamo soprattutto con tutti i sofferenti della zona terremotata dell'Aquila: preghiamo perché anche a loro in questa notte oscura appaia la stella della speranza, la luce del Signore risorto".
BXVI-SETTIMANA SANTA/VENERDÌ SANTO/... VIS 20090415 (670)
Alle ore 21:15, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto al Colosseo il pio esercizio della Via Crucis, trasmesso in mondovisione. I testi delle meditazioni e delle preghiere proposte quest'anno per le stazioni della Via Crucis sono stati composti dall'Arcivescovo Thomas Menamparampil, S.D.B., di Guwahati (India).
Benedetto XVI ha seguito la cerimonia dal colle Palatino. Il Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Roma, ha portato la Croce nella prima e nell'ultima Stazione. La Croce è stata portata da un giovane disabile, con l'aiuto di un medico del Sovrano Militare Ordine di Malta; da una famiglia romana; da un ammalato accompagnato da un camilliano e da una suora; da una giovane dell'Asia e da due suore indiane, da due giovani del Burkina Faso e da due frati francescani della Custodia di Terra Santa.
Al termine della Via Crucis, il Papa ha rivolto ai presenti e a quanti lo seguivano attraverso la radio e la televisione, alcune parole.
"Al termine del drammatico racconto della Passione, l'evangelista san Marco annota: 'Il centurione, che si trovava di fronte a lui avendolo visto spirare in quel modo disse: 'Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!' (Mc 15, 39)" - ha ricordato il Papa - "Non può non sorprenderci la professione di fede di questo soldato romano, che aveva assistito al succedersi delle varie fasi della crocifissione. (...) La professione di fede di questo soldato ci viene riproposta ogni volta che riascoltiamo il racconto della Passione secondo san Marco. Questa sera anche noi, come lui, ci soffermiamo a fissare il volto esanime del Crocifisso, al termine di questa tradizionale 'Via Crucis'".
"Quest'Uomo, apparentemente uno di noi, che mentre viene ucciso perdona i suoi carnefici, è il 'Figlio di Dio', che - come ci ricorda l'apostolo Paolo - 'non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo… umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce' (Fil 2,6-8)".
"La dolorosa passione del Signore Gesù non può non muovere a pietà anche i cuori più duri, poiché costituisce l'apice della rivelazione dell'amore di Dio per ciascuno di noi".
"Lungo il corso dei millenni" - ha detto Benedetto XVI - "schiere di uomini e donne si sono lasciati affascinare da questo mistero e hanno seguito Lui, facendo a loro volta, come Lui e grazie al suo aiuto, della propria vita un dono ai fratelli. Sono i santi ed i martiri, molti dei quali restano a noi sconosciuti. Anche in questo nostro tempo, quante persone, nel silenzio della loro quotidiana esistenza, uniscono i loro patimenti a quelli del Crocifisso e diventano apostoli di un vero rinnovamento spirituale e sociale!".
"Fermiamoci questa sera a contemplare il Suo volto sfigurato: è il volto dell'Uomo dei dolori, che si è fatto carico di tutte le nostre angosce mortali. Il suo volto si riflette in quello di ogni persona umiliata ed offesa, ammalata e sofferente, sola, abbandonata e disprezzata. Versando il suo sangue, Egli ci ha riscattati dalla schiavitù della morte, ha spezzato la solitudine delle nostre lacrime, è entrato in ogni nostra pena ed in ogni nostro affanno".
"Fratelli e sorelle!" - ha concluso il Pontefice - con la certezza della risurrezione "continuiamo il nostro cammino. Domani, Sabato Santo, veglieremo in preghiera. Ma fin d'ora preghiamo insieme con Maria, la Vergine Addolorata, preghiamo con tutti gli addolorati, preghiamo soprattutto con tutti i sofferenti della zona terremotata dell'Aquila: preghiamo perché anche a loro in questa notte oscura appaia la stella della speranza, la luce del Signore risorto".
BXVI-SETTIMANA SANTA/VENERDÌ SANTO/... VIS 20090415 (670)
Nessun commento:
Posta un commento