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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 13 settembre 2013

UN POPOLO CHE NON SI PRENDE CURA DEGLI ANZIANI E DEI BAMBINI E DEI GIOVANI NON HA FUTURO, PERCHÉ MALTRATTA LA MEMORIA E LA PROMESSA

Città del Vaticano, 13 settembre 2013 (VIS). Papa Francesco ha inviato un Messaggio ai partecipanti alla XLVII Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, in corso a Torino, dal 12 al 15 settembre, nel quale esprime il suo apprezzamento per la scelta del tema: "La famiglia, speranza e futuro per la società italiana", che associa la famiglia alla speranza e al futuro. Per la comunità cristiana la famiglia "è cammino di generazioni che si trasmettono la fede - scrive il Papa - insieme con l'amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro. Tutto questo (...) non è mai tenuto per sé, ma diventa ogni giorno lievito nella pasta dell'intera società, per il suo maggior bene comune".

La tradizione delle Settimane Sociali in Italia è iniziata nel 1907 e tra i suoi principali promotori vi fu il Beato Giuseppe Toniolo. Questa XLVII Settimana è la prima che si tiene dopo la sua beatificazione, avvenuta il 28 aprile 2012. Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani si propongono come iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare, e se possibile, anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali, posti dall'attuale evoluzione della società.

"Speranza e futuro - scrive il Papa - presuppongono memoria. La memoria dei nostri anziani è il sostegno per andare avanti nel cammino. Il futuro della società (...) è radicato negli anziani e nei giovani: questi, perché hanno la forza e l’età per portare avanti la storia; quelli, perché sono la memoria viva. Un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa".

"Come Chiesa offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. (...) In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale (...). La famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo (...). Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese".

"Non possiamo ignorare la sofferenza di tante famiglie - sottolinea il Papa - dovuta alla mancanza di lavoro, al problema della casa, alla impossibilità pratica di attuare liberamente le proprie scelte educative; la sofferenza dovuta anche ai conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno delle nostre case. (...) Vogliamo però soprattutto ricordare la testimonianza semplice, ma bella e coraggiosa di tantissime famiglie, che vivono l’esperienza del matrimonio e dell’essere genitori con gioia, illuminati e sostenuti dalla grazia del Signore, senza paura di affrontare anche i momenti della croce che, vissuta in unione con quella del Signore, non impedisce il cammino dell’amore, ma anzi può renderlo più forte e più completo".


UDIENZE

Città del Vaticano, 13 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Denis Fontes De Souza Pinto, Ambasciatore del Brasile, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- La Dottoressa Maria Emmaus Voce, Presidente del Movimento dei Focolari.

- L'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

- Nel pomeriggio il Santo Padre riceve, nell'Aula Paolo VI, i partecipanti al Pellegrinaggio dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.



giovedì 12 settembre 2013

UDIENZA AL PRIMO MINISTRO DELLA THAILANDIA: DIALOGO INTERCULTURALE E INTERRELIGIOSO PER LA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI

Città del Vaticano, 12 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Primo Ministro della Thailandia, Signora Yingluck Shinawatra. Successivamente il Capo del Governo ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che era accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui sono state evocate le buone relazioni tra la Thailandia e la Santa Sede, nonché l’intesa e la cooperazione tra la Chiesa e lo Stato, particolarmente in campo educativo e sociale.

Inoltre, si sono passati in rassegna alcuni temi dell’attualità internazionale e della situazione politica nel Continente asiatico con particolare riferimento all’importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia in quella regione.

CALENDARIO CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DA PAPA FRANCESCO

Città del Vaticano, 12 settembre 2013 (VIS). Riportiamo di seguito il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre Francesco nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2013.

Settembre

Domenica 22: Visita Pastorale a Cagliari al Santuario "Nostra Signora di Bonaria".

Domenica 29: ore 10:30, in Piazza San Pietro, Santa Messa in occasione della Giornata dei Catechisti.

Lunedì 30: ore 10:00, nella Sala del Concistoro, Concistoro per alcune Cause di Canonizzazione.

Ottobre

Venerdì 4: Visita Pastorale ad Assisi.

Sabato 12: ore 17:00, in Piazza San Pietro, Preghiera mariana.

Domenica 13: ore 10:30, in Piazza San Pietro, Santa Messa in occasione della Giornata Mariana.

Domenica 27: ore 10:30, Santa Messa in occasione della Giornata della Famiglia.

Novembre

Venerdì 1: Solennità di Tutti i Santi: ore 16:00, Cimitero del Verano, Santa Messa.

Sabato 2: Commemorazione di tutti i fedeli defunti, ore 18:00, nella Grotte Vaticane, Momento di preghiera per i Sommi Pontefici defunti.

Lunedì 4: ore 11:30, nella Basilica Vaticana, Santa Messa in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell'anno.

Domenica 24: Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo: ore 10:30, in Piazza San Pietro, Chiusura dell'Anno della Fede.

UDIENZE

Città del Vaticano, 12 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Manuel Monteiro De Castro, Penitenziere Maggiore.

- Il Cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero.

- Il Signor José Miguel Insulza, Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, con la Consorte, e Seguito.

- Il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze (Italia).

- Il Signor Eduardo Delgado Bermudez, Ambasciatore di Cuba, in visita di Congedo.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 12 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Christopher Charles Prowse, Arcivescovo di Canberra e Goulburn (superficie: 88.000; popolazione: 620.000; cattolici: 176.500; sacerdoti: 121; religiosi: 203; diaconi permanenti: 7), Australia. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1953 a East Melbourne (Victoria, Australia), è stato ordinato sacerdote nel 1980 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 2003. È stato finora Vescovo di Sale (Australia).




mercoledì 11 settembre 2013

LA CHIESA, MENTRE È MADRE DEI CRISTIANI, MENTRE “FA” I CRISTIANI, È ANCHE “FATTA” DA ESSI

Città del Vaticano, 11 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, cinquantamila persone hanno partecipato all'Udienza Generale del mercoledì, nel corso della quale il Papa ha ripreso la catechesi sulla Chiesa in questo '"Anno della fede", soffermandosi sul tema: "La Chiesa Madre dei cristiani".

"Tra le immagini che il Concilio Vaticano II ha scelto per farci capire meglio la natura della Chiesa - ha spiegato Papa Francesco - c’è quella della 'madre': la Chiesa è nostra madre nella fede, nella vita soprannaturale. (...) Per me è una delle immagini più belle della Chiesa: la Chiesa madre! In che senso e in che modo la Chiesa è madre? Partiamo dalla realtà umana della maternità: che cosa fa una mamma?"

"Anzitutto una mamma genera alla vita, porta nel suo grembo per nove mesi il proprio figlio e poi lo apre alla vita, generandolo. Così è la Chiesa: ci genera nella fede, per opera dello Spirito Santo che la rende feconda, come la Vergine Maria. La Chiesa e la Vergine Maria sono mamme, ambedue; quello che si dice della Chiesa si può dire anche della Madonna e quello che si dice della Madonna si può dire anche della Chiesa! Certo la fede è un atto personale. (...) Ma la fede io la ricevo da altri, in una famiglia, in una comunità che mi insegna a dire 'io credo', 'noi crediamo'. Un cristiano non è un’isola! Noi non diventiamo cristiani in laboratorio, noi non diventiamo cristiani da soli e con le nostre forze, ma la fede è un regalo, è un dono di Dio che ci viene dato nella Chiesa e attraverso la Chiesa. E la Chiesa ci dona la vita di fede nel Battesimo: quello è il momento in cui ci fa nascere come figli di Dio, il momento in cui ci dona la vita di Dio, ci genera come madre. (...) Questo ci fa capire una cosa importante: il nostro far parte della Chiesa non è un fatto esteriore e formale, non è compilare una carta che ci danno, ma è un atto interiore e vitale; non si appartiene alla Chiesa come si appartiene ad una società, ad un partito o ad una qualsiasi altra organizzazione. Il legame è vitale, come quello che si ha con la propria mamma, perché come afferma sant'Agostino, 'la Chiesa è realmente madre dei cristiani'".
"Una mamma non si limita a dare la vita, ma con grande cura aiuta i suoi figli a crescere, dà loro il latte, li nutre, insegna il cammino della vita, li accompagna (...) E in questo sa anche correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina nella malattia, nella sofferenza. In una parola, una buona mamma aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanere comodamente sotto le ali materne (...). La Chiesa come buona madre fa la stessa cosa: accompagna la nostra crescita trasmettendo la Parola di Dio, che è una luce che ci indica il cammino della vita cristiana; amministrando i Sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci porta il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Penitenza, ci sostiene nel momento della malattia con l’Unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna in tutta la nostra vita di fede, in tutta la nostra vita cristiana.

"Nei primi secoli della Chiesa - ha ricordato infine il Papa - era ben chiara una realtà: la Chiesa, mentre è madre dei cristiani, mentre 'fa' i cristiani, è anche 'fatta' da essi. La Chiesa non è qualcosa di diverso da noi stessi, ma va vista come la totalità dei credenti, come il 'noi' dei cristiani: io, tu, tutti noi siamo parte della Chiesa. allora la maternità della Chiesa la viviamo tutti, pastori e fedeli. A volte sento: 'Io credo in Dio ma non nella Chiesa... Ho sentito che la Chiesa dice... i preti dicono..'. Ma una cosa sono i preti, ma la Chiesa non è formata solo dai preti, la Chiesa siamo tutti! E se tu dici che credi in Dio e non credi nella Chiesa, stai dicendo che non credi in te stesso; e questo è una contraddizione. La Chiesa siamo tutti: dal bambino recentemente battezzato fino ai Vescovi, al Papa; tutti siamo Chiesa e tutti siamo uguali agli occhi di Dio! Tutti siamo chiamati a collaborare alla nascita alla fede di nuovi cristiani, tutti siamo chiamati ad essere educatori nella fede, ad annunciare il Vangelo. (...) Tutti partecipiamo della maternità della Chiesa, affinché la luce di Cristo raggiunga gli estremi confini della terra. Evviva la santa madre Chiesa!".

PAPA FRANCESCO INCONTRA I RIFUGIATI: RICONOSCERE LE DOMANDE DI GIUSTIZIA, DI SPERANZA E CERCARE INSIEME PERCORSI CONCRETI DI LIBERAZIONE

Città del Vaticano, 11 settembre 2013 (VIS). Nel primo pomeriggio di ieri Papa Francesco ha compiuto una visita privata al Centro Astalli di Roma, sede italiana del Jesuit Refugee Service, per l'accoglienza e il servizio ai richiedenti asilo e ai rifugiati. Il Papa è arrivato mentre era in corso l'accesso alla mensa e ha salutato i frequentatori e i volontari che vi operano. Dopo una breve sosta di preghiera nella cappellina del Centro, Papa Francesco si è recato nella Chiesa del Gesù per incontrare gli ospiti, gli operatori, i volontari e gli amici della Fondazione Centro Astalli, in tutto 500 persone, ed ascoltare il saluto di due rifugiati, il sudanese Adam e la siriana Carol.

"Ognuno di voi, cari amici - ha detto il Papa - porta una storia di vita che ci parla di drammi di guerre, di conflitti, spesso legati alle politiche internazionali. Ma ognuno di voi porta soprattutto una ricchezza umana e religiosa, una ricchezza da accogliere, non da temere. Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti!

"Roma! Dopo Lampedusa - ha ricordato il Papa - e gli altri luoghi di arrivo, per molte persone, la nostra città è la seconda tappa. - Spesso – come abbiamo sentito - è un viaggio difficile, estenuante, anche violento quello che si è affrontato – penso soprattutto alle donne, alle mamme, che sopportano questo pur di assicurare un futuro ai loro figli e una speranza di vita diversa per se stesse e per la famiglia. Roma dovrebbe essere la città che permette di ritrovare una dimensione umana, di ricominciare a sorridere. Quante volte, invece, qui, come in altre parti, tante persone che portano scritto 'protezione internazionale' sul loro permesso di soggiorno, sono costrette a vivere in situazioni disagiate, a volte degradanti, senza la possibilità di iniziare una vita dignitosa, di pensare ad un nuovo futuro!".

Nel ringraziare i Gesuiti per la loro opera con i rifugiati il Papa ha ricordato che "Sant'Ignazio di Loyola volle che ci fosse uno spazio per accogliere i più poveri nei locali dove aveva la sua residenza a Roma, e il Padre Arrupe, nel 1981, fondò il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e volle che la sede romana fosse in quei locali, nel cuore della città. E penso - ha aggiunto - a quel congedo spirituale del padre Arrupe in Thailandia, proprio in un centro per i rifugiati".

Papa Francesco ha menzionato tre parole che definiscono il programma di lavoro dei Gesuiti e dei loro collaboratori: servire, accompagnare, difendere.

"Servire significa accogliere la persona che arriva, con attenzione; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, (...) lavorare a fianco dei più bisognosi, stabilire con loro prima di tutto relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà. (...) Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia, di speranza, e cercare insieme delle strade, dei percorsi concreti di liberazione".

Per accompagnare non basta la sola accoglienza. "Non basta dare un panino se non è accompagnato dalla possibilità di imparare a camminare con le proprie gambe. La carità che lascia il povero così com’è non è sufficiente. La misericordia vera, quella che Dio ci dona e ci insegna, chiede la giustizia, chiede che il povero trovi la strada per non essere più tale. Chiede - e lo chiede a noi Chiesa, a noi città di Roma, alle istituzioni – chiede che nessuno debba più avere bisogno di una mensa, di un alloggio di fortuna, di un servizio di assistenza legale per vedere riconosciuto il proprio diritto a vivere e a lavorare, a essere pienamente persona".

"Servire, accompagnare vuol dire anche difendere, vuol dire mettersi dalla parte di chi è più debole. (...) Quante volte non sappiamo o non vogliamo dare voce alla voce di chi – come voi – ha sofferto e soffre, di chi ha visto calpestare i propri diritti, di chi ha vissuto tanta violenza che ha soffocato anche il desiderio di avere giustizia!".

"Per tutta la Chiesa è importante che l’accoglienza del povero e la promozione della giustizia - ha sottolineato il Papa - non vengano affidate solo a degli 'specialisti', ma siano un’attenzione di tutta la pastorale (...) in particolare vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti… (...) I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. (...) Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire".

Al termine del suo discorso il Santo Padre, accompagnato dai rifugiati, ha portato un mazzo di fiori alla tomba del Padre Arrupe, sepolto nella Chiesa del Gesù, ed infine, intorno alle 17.00, ha lasciato la Chiesa per rientrare in Vaticano.



IL PECCATO, ANCHE PER CHI NON HA LA FEDE, C'È QUANDO SI VA CONTRO LA COSCIENZA

Città del Vaticano, 11 settembre 2013 (VIS). Papa Francesco ha indirizzato una lettera a Eugenio Scalfari, fondatore ed ex direttore del quotidiano "La Repubblica", in risposta ad alcune domande che l'ex direttore del quotidiano aveva rivolto al Pontefice in alcuni suoi articoli su fede e laicità. Nella lettera di quattro pagine che il quotidiano italiano pubblica oggi, Papa Francesco si rivolge a Scalfari e ai non credenti ai quali, descrivendo come ha scoperto personalmente la fede, ribadisce: "Senza la Chiesa non avrei potuto incontrare Gesù (...) Ora è appunto a partire da qui, da questa personale esperienza di fede vissuta nella Chiesa, che mi trovo a mio agio nell'ascoltare le sue domande e nel cercare, insieme con Lei, le strade lungo le quali possiamo, forse, cominciare a fare un tratto di cammino insieme".

Alle domande di quale sia l'atteggiamento della Chiesa verso chi non condivide la fede di Gesù e se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede, il Papa risponde: "Premesso che - ed è la cosa fondamentale - la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a Lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato - spiega il Pontefice - anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire".

Riguardo al pensiero secondo il quale non esiste alcun assoluto e quindi neppure una verità assoluta, il Papa scrive: "La verità, secondo la fede cristiana, è l'amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant'è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive".

All'ultima domanda, cioè se "con la scomparsa dell'uomo sulla terra, scomparirà anche il pensiero capace di pensare Dio", Papa Francesco risponde: "La grandezza dell'uomo sta nel poter pensare Dio. E cioè nel poter vivere un rapporto consapevole e responsabile con Lui. Ma il rapporto è tra due realtà. (...) Dio non dipende, dunque dal nostro pensiero. Del resto, anche quando venisse a finire la vita dell'uomo sulla terra - e per la fede cristiana, in ogni caso, questo mondo così come lo conosciamo è destinato a venire meno -, l'uomo non terminerà di esistere e, in un modo che non sappiamo, anche l'universo creato con lui".

Papa Francesco conclude la sua risposta ricordando a Scalfari che: "La Chiesa, mi creda, nonostante tutte le lentezze, le infedeltà, gli errori e i peccati che può aver commesso e può ancora commettere in coloro che la compongono, non ha altro senso e fine se non quello di vivere e testimoniare Gesù".

PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CAGLIARI

Città del Vaticano, 11 settembre 2013 (VIS). Il 22 settembre prossimo Papa Francesco si recherà a Cagliari, come annunciato nell'udienza generale del 15 maggio scorso quando affermò che fra la città di Buenos Aires e Cagliari "c'è una fratellanza per una storia antica. Proprio nel momento della fondazione della città di Buenos Aires, il suo fondatore voleva nominarla 'Città della Santissima Trinità', ma i marinai che lo avevano portato laggiù erano sardi e loro volevano che si chiamasse 'Città della Madonna di Bonaria'. Vi fu una disputa fra di essi e alla fine hanno trovato un compromesso, così che il nome della Città risultò lungo: 'Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora di Bonaria. Ma essendo tanto lungo, sono rimaste le due ultime parole: Bonaria, Buenos Aires, in ricordo della vostra icona della Madonna di Bonaria".

L'aereo papale partirà dall'aeroporto di Ciampino alle 7:30 ed atterrerà all'aeroporto Mario Mameli di Cagliari Elmas alle 8:15. Alle 8:45, nella città di Cagliari, è previsto l'incontro del Papa con i rappresentanti del mondo del lavoro. Alle 9:45 è in programma il saluto delle Autorità e nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari il saluto ai malati. Alle 10.30 il Papa celebrerà la Santa Messa nel Piazzale antistante il Santuario.

Alle 13:00 è in programma il pranzo con i Vescovi della Sardegna nel Pontificio Seminario Regionale di Cagliari. Alle 15:00 il Papa incontrerà i poveri e i detenuti nella Cattedrale di Cagliari e pronuncerà un discorso. Alle 16:00, presso l'Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari è previsto l'incontro con il mondo della cultura. Alle 17:00, al termine dell'evento "Getta le tue reti", Papa Francesco incontrerà i giovani in Largo Carlo Felice. Il Papa ripartirà dalla Sardegna alle 18:30 e rientrerà in Vaticano alle 19:30.



martedì 10 settembre 2013

RIUNIONE DEL SANTO PADRE CON I CAPI DICASTERO DELLA CURIA ROMANA

Città del Vaticano, 10 settembre 2013 (VIS). Oggi, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico, ha avuto luogo una riunione a cui il Santo Padre ha invitato tutti i Capi Dicastero della Curia Romana, il Presidente del Governatorato e il Cardinale Vicario di Roma.

Il Papa ha incontrato personalmente nei mesi scorsi tutti i Capi Dicastero e ha avuto con ognuno di loro un ampio colloquio. Ora li incontra insieme, in una riunione da lui stesso presieduta, mentre si compie il sesto mese di pontificato.

Una riunione in cui ascoltare le considerazioni e i consigli dei più alti responsabili della Curia Romana e dei principali collaboratori del Papa in Roma si inserisce naturalmente nel contesto di attuazione dei suggerimenti presentati dai cardinali nelle congregazioni in preparazione al Conclave e nella riflessione del Santo Padre sul governo della Chiesa, che avrà presto un altro momento importante con la riunione del Gruppo di 8 cardinali ai primi di ottobre.

PAPA FRANCESCO INCONTRA I RIFUGIATI

Città del Vaticano, 10 settembre 2013 (VIS). Alle 15:30 di oggi pomeriggio, il Santo Padre Francesco si recherà in visita privata al Centro Astalli di Roma, sede italiana del Jesuit Refugee Service (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati). Il Centro accoglie 700 rifugiati di diverse parti del mondo, fra i quali famiglie siriane che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa dell'attuale conflitto.

Papa Francesco incontrerà trecento rifugiati nella Chiesa del Gesù a Roma, dove è la tomba del Padre Pedro Arrupe, fondatore nel 1981 del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e a quell'epoca Preposito Generale della Compagnia di Gesù. Dalla Chiesa del Gesù Papa Francesco si trasferirà alla mensa del centro dove saranno ad attenderlo gli altri quattrocento rifugiati.

La Fondazione Centro Astalli è stata costituita nel 2000 con l'obiettivo di promuovere una cultura di accoglienza e solidarietà, a partire dal rispetto dei diritti umani.





ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 10 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Luis Alberto Fernández, Vescovo di Rafaela (superficie: 38.320; popolazione: 282.453; cattolici: 258.741; sacerdoti: 43; religiosi: 46; diaconi permanenti: 15), Argentina. È stato finora Vescovo Ausiliare di Buenos Aires (Argentina).


IN MEMORIAM

Città del Vaticano, 10 settembre 2013 (VIS). Di seguito riportiamo i dati relativi ai Presuli mancati nelle ultime settimane:

- L'Arcivescovo Florentinus Sului Hajang Hau, M.S.F. , di Samarinda, (Indonesia), l'8 luglio, all'età di 64 anni.

- Il Cardinale Simon Ignatius Pimenta, Arcivescovo emerito di Bombay (India), il 19 luglio, all'età di 93 anni.

- Il Vescovo Jude Speyrer, emerito di Lake Charles, (Louisiana, Stati Uniti d'America), il 21 luglio, all'età di 84 anni.

- Il Vescovo Bellino Giusto Ghirard, Vescovo emerito di Rodez et Vabres, (Francia), il 26 luglio, all'età di 78 anni.

- Il Vescovo George Kinzie Fitzsimons, emerito di Salina, (Kansas, Stati Uniti d'America), il 28 luglio, all'età di 84 anni.
- Il Cardinale Ersilio Tonini, Arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, (Italia), il 28 luglio, all'età di 99 anni.

- L'Arcivescovo Ludwig Averkamp, emerito di Hamburg, (Germania), il 29 luglio, all'età di 86 anni.

- L'Arcivescovo Antonio Moreno Casamitjana, emerito di Concepción (Cile), il 31 luglio, all'età di 86 anni.

- Il Vescovo Charles-Omer Valois, emerito di Saint-Jérôme, (Québec, Canada), il 4 agosto, all'età di 89 anni.

- L'Arcivescovo Jaime Luiz Coelho, emerito di Maringá, (Parana, Brasile), il 5 agosto, all'età di 97 anni.

- Il Vescovo emerito Luís Gonzaga Ferreira da Silva, S.J., emerito di Lichinga, Mozambico, il 7 agosto, all'età di 90 anni.

- Il Vescovo Johannes Willem Maria Bluijssen, emerito di 's-Hertogenbosch (Bois-le-Duc), Paesi Bassi, l'8 agosto, all'età di 87 anni.
- Il Vescovo Léon Aimé Taverdet, F.M.C. , emerito di Langres, (Francia), l'8 agosto, all'età di 90 anni.

- Il Vescovo Joaquim Rufino do Rêgo, emerito di Parnaíba, (Piaui, Brasile), il 10 agosto, all'età di 87 anni.

- Il Vescovo Francis Joseph Gossman, emerito di Raleigh, (North Carolina, Stati Uniti d'America), il 12 agosto, all'età di 83 anni.

- L'Arcivescovo René Fernández Apaza, emerito di Cochabamba, (Bolivia), il 14 agosto, all'età di 89 anni.
- Il Vescovo Carlos Prada Sanmiguel, emerito di Duitama-Sogamoso, (Colombia), il 16 agosto, all'età di 73 anni.

- Il Vescovo Joseph Hoàng Văn Tiêm, S.D.B., di Bùi Chu, (Viêt Nam), il 17 agosto, all'età di 74 anni.

- Il Vescovo Thomas Nguyên Văn Tân, di Vinh Long, (Viêt Nam), il 17 agosto, all'età di 72 anni.

- Il Vescovo William Dermott Molloy McDermott, emerito di Huancavélica, (Perù), il 19 agosto, all'età di 83 anni.

- Il Vescovo Filippo Strofaldi, emerito di Ischia, (Italia), il 24 agosto, all'età di 73 anni.

- Il Vescovo Domenico Crusco, emerito di San Marco Argentano-Scalea, (Italia), il 25 agosto, all'età di 79 anni.

- Il Cardinale Medardo Joseph Mazombwe, Arcivescovo emerito di Lusaka, (Zambia), il 29 agosto, all'età di 81 anni.

- Il Vescovo William John Brennan, emerito di Wagga Wagga, (Australia), il 31 agosto, all'età di 75 anni.

- Il Vescovo Joaquim Justino Carreira, di Guarulhos, (São Paulo, Brasile), il 1° settembre, all'età di 63 anni.

- Il Vescovo José Guadalupe Padilla Lozano, emerito di Veracruz, (México), l'8 settembre, all'età di 92 anni.

lunedì 9 settembre 2013

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA GIORNATA DI RIFLESSIONE SULL'INDUSTRIA MINERARIA MONDIALE

Città del Vaticano, 9 settembre 2013 (VIS). Oggi è stato pubblicato un Messaggio fatto pervenire dal Santo Padre, tramite il Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, ai partecipanti alla Giornata di riflessione sull'industria mineraria mondiale, promossa dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Alla Giornata, svoltasi il 7 settembre, hanno partecipato i rappresentanti dell'industria mineraria più importanti del mondo, fra i quali la Anglo American, la AngloGold Ashanti, Areva, Baker Hughes, BHP Billiton, China Minmetals Corportaion, Curis, Fortescue, MMG, Newmont, Rio Tinto, Zamin Resources e rappresentanti della Chiesa cattolica esperti del settore, quali la Caritas Internationalis e la Oxfam America.

Il Cardinale Bertone scrive che l'incontro "riveste una grande importanza, non solo in quanto raduna i leader di numerose società multinazionali di questo settore - cristiani, fedeli di altre religioni e non credenti - ma soprattutto perché è la prima volta che dirigenti dell'industria mineraria si ritrovano, vicino al Successore di Pietro, per riflettere sull'importanza delle loro responsabilità nei confronti dell'uomo e dell'ambiente. (...) Non sempre senza motivo, l'attività delle industrie estrattive è vista come uno sfruttamento ingiusto delle risorse naturali e delle popolazioni locali, ridotte, a volte, addirittura in schiavitù e costrette a spostarsi, abbandonando le loro terre d'origine (...) L'attività estrattiva, come anche altre attività industriali, ha conseguenze ecologiche e sociali che vengono trasmesse da una generazione all'altra".

"I partecipanti a questo incontro si rendono conto che, per non ripetere i gravi errori del passato, oggi le decisioni non vanno prese solo in base a prospettive geologiche o in vista dei profitti economici degli investitori e degli Stati in cui sono insediate le aziende: è indispensabile - e inevitabile - un processo decisionale nuovo e più consapevole, che prenda in considerazione la complessità dei problemi in questione in un contesto di solidarietà. Tale contesto richiede, innanzitutto, che siano garantiti ai lavoratori i diritti economici e sociali, nel pieno rispetto delle norme e delle direttive dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro. Allo stesso modo, è indispensabile che le attività estrattive rispettino gli standard internazionali sulla protezione dell'ambiente. La grande sfida per i dirigenti d'azienda è quella di creare un'armonia tra gli interessi, che tenga conto delle esigenze degli investitori, dei manager, dei lavoratori, delle loro famiglie, del futuro dei figli, della preservazione dell'ambiente a livello regionale e internazionale e che costituisca, al contempo, un contributo alla pace mondiale".

Il Porporato conclude affermando che la Chiese locali "faranno certamente propria la sollecitudine del Pontificio Consiglio collaborando con i dirigenti delle imprese minerarie così da aiutarli a sviluppare una visione sempre più completa della questione".


ANGELUS: LA GUERRA CONTRO IL MALE COMPORTA DIRE NO ALL’ODIO FRATRICIDA E ALLA VIOLENZA IN TUTTE LE SUE FORME

Città del Vaticano, 8 settembre 2013 (VIS). In continuità con la Veglia di preghiera per la Pace in occasione della Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero, Papa Francesco ha ripreso all'Angelus delle dodici di questa mattina il tema della pace, interpretandolo alla luce del Vangelo di oggi in cui Gesù insiste sulle condizioni per essere suoi discepoli: non anteporre nulla all’amore per Lui, portare la propria croce e seguirlo.

"Molta gente - ha spiegato il Papa - infatti si avvicinava a Gesù, voleva entrare tra i suoi seguaci; e questo accadeva specialmente dopo qualche segno prodigioso, che lo accreditava come il Messia, il Re d’Israele. Ma Gesù non vuole illudere nessuno. Lui sa bene che cosa lo attende a Gerusalemme, qual è la via che il Padre gli chiede di percorrere: è la via della croce, del sacrificio di se stesso per il perdono dei nostri peccati. Seguire Gesù non significa partecipare a un corteo trionfale! - ha affermato Papa Francesco - Significa condividere il suo amore misericordioso, entrare nella sua grande opera di misericordia per ogni uomo e per tutti gli uomini. (...) E questo perdono universale, questa misericordia, passa attraverso la croce. Gesù non vuole compiere questa opera da solo: vuole coinvolgere anche noi nella missione che il Padre gli ha affidato. (...) Il discepolo di Gesù rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato: i legami familiari, le altre relazioni, il lavoro, i beni culturali ed economici e così via…".

"Per spiegare questa esigenza, Gesù usa due parabole: quella della torre da costruire e quella del re che va alla guerra. Questa seconda parabola dice così: 'Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere la pace'. Qui Gesù non vuole affrontare il tema della guerra, è solo una parabola. Però, in questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace, questa Parola del Signore ci tocca sul vivo, e in sostanza ci dice: c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce! Questa guerra profonda contro il male! A che serve fare guerre, tante guerre, se tu non sei capace di fare questa guerra profonda contro il male? Non serve a niente!".

"Questa guerra contro il male comporta dire no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve; dire no alla violenza in tutte le sue forme; dire no alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale. Ce n’è tanto! Ce n’è tanto! E sempre rimane il dubbio: questa guerra di là, quest’altra di là - perché dappertutto ci sono guerre - è davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale? Questi sono i nemici da combattere, uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune".

Infine il Papa ha ricordato la festa della Natività della Vergine Maria, festa particolarmente cara alle Chiese Orientali. E tutti noi, adesso, possiamo inviare un bel saluto a tutti i fratelli, sorelle, vescovi, monaci, monache delle Chiese Orientali, Ortodosse e Cattoliche (...). Gesù è il sole, Maria è l’aurora che preannuncia il suo sorgere. Ieri sera abbiamo vegliato affidando alla sua intercessione la nostra preghiera per la pace nel mondo, specialmente in Siria e in tutto il Medio Oriente. La invochiamo ora come Regina della Pace. Regina della Pace prega per noi! Regina della Pace prega per noi!".

ANDIAMO AVANTI CON LA PREGHIERA PERCHÉ LA RICERCA DELLA PACE É LUNGA E RICHIEDE PAZIENZA E PERSEVERANZA!

Città del Vaticano, 8 settembre (VIS). "Vorrei ringraziare tutti coloro che, in diversi modi, hanno aderito alla veglia di preghiera e digiuno di ieri sera. Ringrazio tante persone che hanno unito l’offerta delle loro sofferenze. Ringrazio le autorità civili, come pure i membri di altre comunità cristiane o di altre religioni, e uomini e donne di buona volontà che hanno vissuto, in questa circostanza, momenti di preghiera, di digiuno, di riflessione", ha detto il Papa dopo l'Angelus.

"Ma l’impegno continua: andiamo avanti con la preghiera e con opere di pace! Vi invito a continuare a pregare perché cessi subito la violenza e la devastazione in Siria e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida. Preghiamo anche per gli altri Paesi del Medio Oriente, particolarmente per il Libano, perché trovi la desiderata stabilità e continui ad essere modello di convivenza; per l’Iraq, perché la violenza settaria lasci il passo alla riconciliazione; e per il processo di pace tra Israeliani e Palestinesi, perché progredisca con decisione e coraggio. E preghiamo per l’Egitto, affinché tutti gli Egiziani, musulmani e cristiani, si impegnino a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione".

"La ricerca della pace è lunga, e richiede pazienza e perseveranza! Andiamo avanti con la preghiera!".

Infine il Papa ha ricordato che ieri, a Rovigo (Italia), è stata proclamata Beata Maria Bolognesi, fedele laica di quella terra, nata nel 1924 e morta nel 1980 ed ha detto: "Spese tutta la sua vita al servizio degli altri, specialmente poveri e malati, sopportando grandi sofferenze in profonda unione con la passione di Cristo. Rendiamo grazie a Dio per questa testimone del Vangelo!".


UDIENZE

Città del Vaticano, 9 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza:

- Il Signor Piotr Nowima-Konopka, Ambasciatore di Polonia, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Padre Bruno Cadoré, Ministro Generale dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani).

- Il Professore Franco Miano, Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.

- Il Signore Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo.

- Il Signor Matteo Calisi, Presidente della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowship con la Signora Michelle Moran, Presidente dell’International Catholic Charismatic Renewal Services.

Sabato 7 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Signor Peter Sopko, Ambasciatore della Repubblica Slovacca, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Venerdì, 6 settembre, il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Lluis Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona.

- L'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.




ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 9 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia del Vescovo Werner Radspieler all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di Bamberg (Germania), presentata per raggiunti limiti d'età.

sabato 7 settembre 2013

PAPA FRANCESCO: LA GUERRA È SEMPRE UNA SCONFITTA PER L'UMANITÀ

Città del Vaticano, 7 settembre 2013 (VIS). Questa sera, centomila persone sono convenute in Piazza San Pietro rispondendo all'appello di Papa Francesco - lanciato all'Angelus di domenica scorsa - che ha indetto per oggi, 7 settembre, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e in tutto il mondo. Da domenica sono state migliaia le adesioni ad una iniziativa che è stata accolta non solo dai cattolici ma anche da altre confessioni cristiane, da persone appartenenti ad altre religioni, da buddisti, ebrei e musulmani ed anche da quanti che non professano alcuna religione. Si sono mobilitate parrocchie e associazioni, la Caritas e la Comunità di Sant'Egidio, gruppi di preghiera e ordini religiosi come i Carmelitani Scalzi di Terra Santa; sindaci e presidenti di autonomie regionali, organizzazioni per la pace, la cooperazione e lo sviluppo, unioni sindacali. All'appello ha aderito un lungo elenco di personalità come l'architetto italiano Renzo Piano, il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz e il Gran Mufti di Siria, leader spirituale dei sunniti che questa sera a Damasco ha invocato la pace nella moschea Omeya con i Capi religiosi della Nazione. Nelle chiese cattoliche di tutto il mondo, dall'Australia all'Egitto, si è elevata questa sera una preghiera per la pace.

Già da questa mattina Piazza San Pietro era gremita di persone: fra di esse numerosi coloro che desideravano confessarsi, a partire dalle 17:45, con uno dei 50 sacerdoti presenti all'interno del braccio di Costantino e sotto i colonnati. Papa Francesco ha desiderato la presenza dei confessori considerando che "la vera pace nasce dal cuore dell'uomo riconciliato con Dio e con i fratelli". Alle 18:30 è stata data lettura dell'Allocuzione che il Santo Padre ha tenuto domenica scorsa all'Angelus per introdurre al significato della Veglia che ha avuto inizio alle 19:00 con il saluto liturgico del Papa e il Canto del "Veni Creator", al quale ha fatto seguito l'Intronizzazione della "Salus Populi Romani", portata da quattro Guardie Svizzere.

Il Papa ha dato inizio alla recita del Santo Rosario. All'inizio di ogni mistero, dopo la lettura biblica a commento, è stato aggiunto il testo di una poesia di Santa Teresina di Gesù Bambino. Alla fine di ogni mistero è stata aggiunta l'invocazione: "Regina della Pace, prega per noi". Al termine della recita del Rosario il Santo Padre ha tenuto l'omelia che riportiamo di seguito:

"'Dio vide che era cosa buona'. Il racconto biblico dell’inizio della storia del mondo e dell’umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo il suo messaggio. Possiamo chiederci: che significato ha questo messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi?

1. Ci dice semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la 'casa dell’armonia e della pace' ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi 'a casa', perché è 'cosa buona'. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma soprattutto gli umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con il Dio che è amore, fedeltà, bontà si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stessi: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore?

2. Ma domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui noi viviamo? Il creato conserva la sua bellezza che ci riempie di stupore, rimane un’opera buona. Ma ci sono anche 'la violenza, la divisione, lo scontro, la guerra'. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà, si chiude nel proprio egoismo.
Quando l’uomo pensa solo a sé stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di essere nudo e si nasconde perché ha paura, ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne; rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla 'disarmonia'? Possiamo dire questo: che dall'armonia si passa alla 'disarmonia'? No, non esiste la 'disarmonia': o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura.
Proprio in questo caos è quando Dio chiede alla coscienza dell’uomo: 'Dov’è Abele tuo fratello?'. E Caino risponde: 'Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?'. Anche a noi è rivolta questa domanda e anche a noi farà bene chiederci: Sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode di tuo fratello! Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri! E invece, quando si rompe l’armonia, succede una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. Quanta violenza viene da quel momento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità: in ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti! E anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!

Dopo il caos del diluvio, ha smesso di piovere, si vede l'arcobaleno e la colomba porta un ramo di ulivo. Penso anche oggi a quell'ulivo che i rappresentanti delle diverse religioni abbiamo piantato a Buenos Aires, in Plaza de Mayo, nel 2000, chiedendo che non ci sia più il caos, chiedendo che non ci sia più guerra, chiedendo pace.
3. E a questo punto mi domando: È possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello - penso ai bambini: soltanto a quelli... - guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: 'Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!... non più la guerra, non più la guerra!'. 'La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità'. Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia".

All'omelia del Papa ha fatto seguito un tempo di silenzio mentre si preparava l'altare per l'Esposizione del Santissimo. Durante l'adorazione è stata letto un brano biblico sul tema della pace, seguito dalla preghiera di un Pontefice sul medesimo tema e da invocazioni in forma responsoriale per chiedere la pace. Al termine di ognuno dei cinque tempi dell'adorazione cinque coppie di persone (in rappresentanza di Siria, Egitto, Terra Santa, Stati Uniti e Russia) hanno fatto l'offerta dell'incenso nel braciere collocato a destra dell'altare. L'offerta è stata accompagnata da una serie di invocazioni sul tema comune della pace, fra le quali: "Signore della vita, porta la tua pace là dove si decide la sorte dei popoli, Signore, che la tua potenza creatrice elimini ogni violenza contro la vita umana"."Signore che ami la vita, porta la pace nei nostri cuori. Signore che ami la vita porta la pace nelle nostre famiglie. Signore che ami la vita porta la pace nei nostri popoli. Signore che ami la vita porta la pace dove si decidono le sorti delle nazioni. Signore che ami la vita porta la pace dove oggi è presente la guerra. Spezza con la forza della tua Croce ogni divisione e discordia. Spezza con la luce della tua Parola ogni inganno e falsità. Spezza con la mitezza del tuo Cuore ogni rancore e vendetta. Spezza con la dolcezza della tua carità ogni egoismo e durezza di cuore. Spezza con la tua potenza creatrice ogni violenza contro la vita umana".

All'adorazione è seguito l'Ufficio delle Letture "nella forma più lunga prevista per una celebrazione vigilare". Il brano evangelico scelto è stato il capitolo 20 del Vangelo di Giovanni. Successivamente, dalle 22:15 alle 22:40 si è tenuto un tempo di silenzio prolungato.

La cerimonia si è conclusa con la benedizione eucaristica che Papa Francesco ha impartito ai presenti. E oggi il Papa ha indirizzato ai 9 milioni di followers il tweet: "Pregate per la pace".

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