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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 29 ottobre 2012

SINODO: SPERIMENTARE LA BELLEZZA DI ESSERE CHIESA OGGI

Città del Vaticano, 28 ottobre 2012 (VIS). Al termine della Santa Messa di chiusura della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

Il Papa ha dedicato le sue riflessioni al Sinodo dei Vescovi ed ha detto: "Per tre settimane ci siamo confrontati sulla realtà della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana: tutta la Chiesa era rappresentata e, dunque, coinvolta in questo impegno, che non mancherà di dare i suoi frutti, con la grazia del Signore. Prima di tutto però il Sinodo è sempre un momento di forte comunione ecclesiale, e per questo desidero insieme con tutti voi ringraziare Dio, che ancora una volta ci ha fatto sperimentare la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com’è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze".

Riferendosi alla significativa coincidenza dell'Assemblea sinodale con il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e l'inizio dell'Anno della fede, Benedetto XVI ha detto:
"Ripensare al Beato Giovanni XXIII, al Servo di Dio Paolo VI, alla stagione conciliare, è stato quanto mai favorevole, perché ci ha aiutato a riconoscere che la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ‘50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, 'terra di missione'. Così è emersa l’esigenza di un annuncio rinnovato del Vangelo nelle società secolarizzate, nella duplice certezza che, da una parte, è solo Lui, Gesù Cristo, la vera novità che risponde alle attese dell’uomo di ogni epoca, e dall’altra, che il suo messaggio chiede di essere trasmesso in modo adeguato nei mutati contesti sociali e culturali".

Le intense giornate di lavoro dei Padri sinodali hanno portato ad un "impegno per il rinnovamento spirituale della Chiesa stessa, per poter rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato; e questo rinnovamento verrà dalla riscoperta di Gesù Cristo, della sua verità e della sua grazia, del suo 'volto', così umano e insieme così divino, sul quale risplende il mistero trascendente di Dio".

Dopo l'Angelus il Papa ha lanciato un appello a favore di Cuba, Haiti, Giamaica e le Bahamas colpite nei giorni scorsi da un devastante uragano che si è abbattuto con particolare violenza sui paesi caraibici, causando numerose vittime, costringendo numerose persone a lasciare le proprie case. "Desidero assicurare la mia vicinanza - ha detto il Papa - e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale, mentre invito tutti alla preghiera e alla solidarietà, per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati".

Il Santo Padre ha concluso il post Angelus ricordando le popolazioni di Basilicata e Calabria "che hanno subito un terremoto nei giorni scorsi".

LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE RIGUARDA TUTTA LA VITA DELLA CHIESA

Città del Vaticano, 28 ottobre 2012 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con i Padri Sinodali in occasione della conclusione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, apertasi in Vaticano l'8 ottobre scorso, sul tema: "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Di seguito riportiamo estratti dell'omelia pronunciata dal Santo Padre.

"Tutto il Vangelo di Marco è un itinerario di fede, che si sviluppa gradualmente alla scuola di Gesù. I discepoli sono i primi attori di questo percorso di scoperta, ma vi sono anche altri personaggi che occupano un ruolo importante, e Bartimeo è uno di questi. La sua è l’ultima guarigione prodigiosa che Gesù compie prima della sua passione, e non a caso è quella di un cieco, una persona cioè i cui occhi hanno perso la luce. Sappiamo anche da altri testi che la condizione di cecità ha un significato pregnante nei Vangeli. Rappresenta l’uomo che ha bisogno della luce di Dio, la luce della fede, per conoscere veramente la realtà e camminare nella via della vita. Essenziale è riconoscersi ciechi, bisognosi di questa luce, altrimenti si rimane ciechi per sempre".

"Bartimeo, dunque, in quel punto strategico del racconto di Marco, è presentato come modello. Egli non è cieco dalla nascita, ma ha perso la vista: è l’uomo che ha perso la luce e ne è consapevole, ma non ha perso la speranza, sa cogliere la possibilità di incontro con Gesù e si affida a Lui per essere guarito. (...) E quando Gesù lo chiama e gli chiede che cosa vuole da Lui, risponde: 'Rabbunì, che io veda di nuovo!' (v. 51). (...) Nell’incontro con Cristo, vissuto con fede, Bartimeo riacquista la luce che aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi e riprende il cammino, che da quel momento ha una guida, Gesù, e una strada, la stessa che Gesù percorre".

"Sant’Agostino, in uno dei suoi scritti, fa sulla figura di Bartimeo un’osservazione molto particolare (...). 'Bartimeo, (...), era un personaggio decaduto da prosperità molto grande, e la sua condizione di miseria doveva essere universalmente nota e di pubblico dominio in quanto non era soltanto cieco ma un mendicante che sedeva lungo la strada. (...) Questa interpretazione, (...) ci invita a riflettere sul fatto che ci sono ricchezze preziose per la nostra vita che possiamo perdere, e che non sono materiali. In questa prospettiva, Bartimeo potrebbe rappresentare quanti vivono in regioni di antica evangelizzazione, dove la luce della fede si è affievolita, e si sono allontanati da Dio, non lo ritengono più rilevante per la vita: persone che perciò hanno perso una grande ricchezza, sono 'decadute' da un’alta dignità - non quella economica o di potere terreno, ma quella cristiana -, hanno perso l’orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell’esistenza. Sono le tante persone che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione, cioè di un nuovo incontro con Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio che può aprire nuovamente i loro occhi e insegnare loro la strada".

"La nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa. (...) Vorrei qui sottolineare tre linee pastorali emerse dal Sinodo. La prima riguarda i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. E’ stata riaffermata l’esigenza di accompagnare con un’appropriata catechesi la preparazione al Battesimo, alla Cresima e all’Eucaristia. È stata pure ribadita l’importanza della Penitenza, sacramento della misericordia di Dio. (...) È stato più volte ripetuto che i veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l’esempio della vita e con le opere della carità".

"In secondo luogo, la nuova evangelizzazione è essenzialmente connessa con la missione 'ad gentes'. La Chiesa ha il compito di evangelizzare, di annunciare il Messaggio di salvezza agli uomini che tuttora non conoscono Gesù Cristo. Anche nel corso delle riflessioni sinodali è stato sottolineato che esistono tanti ambienti in Africa, in Asia e in Oceania i cui abitanti aspettano con viva attesa, talvolta senza esserne pienamente coscienti, il primo annuncio del Vangelo. Pertanto occorre pregare lo Spirito Santo affinché susciti nella Chiesa un rinnovato dinamismo missionario i cui protagonisti siano, in modo speciale, gli operatori pastorali e i fedeli laici".

"Un terzo aspetto riguarda le persone battezzate che però non vivono le esigenze del Battesimo. (...) Queste persone si trovano in tutti i continenti, specialmente nei Paesi più secolarizzati. La Chiesa ha un’attenzione particolare verso di loro, affinché incontrino nuovamente Gesù Cristo, riscoprano la gioia della fede e ritornino alla pratica religiosa nella comunità dei fedeli. Oltre ai metodi pastorali tradizionali, sempre validi, la Chiesa cerca di adoperare anche metodi nuovi, curando pure nuovi linguaggi, appropriati alle differenti culture del mondo, proponendo la verità di Cristo con un atteggiamento di dialogo e di amicizia che ha fondamento in Dio che è Amore".

"Cari fratelli e sorelle, Bartimeo, avuta di nuovo la vista da Gesù, si aggiunse alla schiera dei discepoli, tra i quali sicuramente ve n’erano altri che, come lui, erano stati guariti dal Maestro. Così sono i nuovi evangelizzatori: persone che hanno fatto l’esperienza di essere risanati da Dio, mediante Gesù Cristo. (...) Cancelliamo, dunque, l’oblio della verità, l’ignoranza: e rimuovendo le tenebre che ci impediscono la vista come nebbia per gli occhi, contempliamo il vero Dio".


LA CHIESA È UNIVERSALE E NON CHIESA DI UN CONTINENTE

Città del Vaticano, 27 ottobre 2012 (VIS). Nel corso della XXII ed ultima Congregazione Generale, durante la quale si è votata la lista finale delle Proposizioni, Benedetto XVI ha rivolto alcune parole ai Padri Sinodali:

"Nel contesto delle riflessioni del Sinodo dei Vescovi, 'La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della Fede Cristiana', ed a conclusione di un cammino di riflessione sulle tematiche dei Seminari e della Catechesi, mi è gradito annunciare che ho deciso, dopo preghiera e ulteriore riflessione, di trasferire la competenza sui Seminari dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica alla Congregazione per il Clero e la competenza sulla Catechesi dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione".

"Seguiranno i documenti relativi in forma di Lettera Apostolica Motu Proprio per definire gli ambiti e le rispettive facoltà. Preghiamo il Signore perché accompagni i tre Dicasteri della Curia Romana nella loro importante missione, con la collaborazione di tutta la Chiesa".

"Avendo già la parola, vorrei anche esprimere i miei cordialissimi auguri ai nuovi Cardinali. Io ho voluto, con questo piccolo Concistoro, completare il Concistoro di febbraio, proprio nel contesto della Nuova Evangelizzazione, con un gesto dell’universalità della Chiesa, mostrando che la Chiesa è Chiesa di tutti i popoli, parla in tutte le lingue, è sempre Chiesa di Pentecoste; non Chiesa di un Continente, ma Chiesa universale. Proprio questa era la mia intenzione, di esprimere questo contesto, questa universalità della Chiesa; è anche la bella espressione di questo Sinodo. Per me è stato veramente edificante, consolante ed incoraggiante vedere qui lo specchio della Chiesa universale con le sue sofferenze, minacce, pericoli e gioie, esperienze della presenza del Signore, anche in situazioni difficili".

"Abbiamo sentito come la Chiesa anche oggi cresce, vive. (...) Anche se la Chiesa sente venti contrari, tuttavia sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta; e così, con nuovo entusiasmo, mi sembra, siamo in cammino e ringraziamo il Signore perché ci ha dato questo incontro veramente cattolico", ha concluso il Santo Padre.

FRUTTUOSO SCAMBIO DI OPINIONI SANTA SEDE-CROAZIA

Città del Vaticano, 29 ottobre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il Presidente del Governo della Repubblica di Croazia, Signor Zoran Milanovic. Il Presidente ha successivamente incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che era accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati".

"I cordiali colloqui hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni sulle sfide che il Paese deve affrontare nell’attuale crisi economica, come pure sui temi di comune interesse nel quadro dei rapporti bilaterali. Al riguardo si è fatto cenno alla Conferenza promossa in occasione del 20° anniversario dei rapporti diplomatici, che si terrà oggi pomeriggio. Per quanto poi concerne il noto caso di Dajla, le due Parti hanno concordato di risolvere la questione il più presto possibile, nello spirito della tradizionale amicizia fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia".

"Infine, si è rinnovato l’appoggio della Santa Sede alle legittime aspirazioni della Croazia alla piena integrazione europea e ci si è soffermati sulla congiuntura regionale, con uno speciale riferimento alla situazione dei Croati nella Bosnia ed Erzegovina".

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

Città del Vaticano, 29 ottobre 2012 (VIS). "Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza"
è il tema scelto dal Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il 13 gennaio di ogni anno. Il testo che riportiamo di seguito, è datato dal Vaticano, 12 ottobre 2012.

"Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, ha ricordato che «la Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta» (n. 40), per cui «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (ibid., 1). A tale dichiarazione hanno fatto eco il Servo di Dio Paolo VI, che ha chiamato la Chiesa «esperta in umanità» (Enc. Populorum progressio, 13), e il Beato Giovanni Paolo II, che ha affermato come la persona umana sia «la prima via che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione ..., la via tracciata da Cristo stesso» (Enc. Centesimus annus, 53). Nella mia Enciclica Caritas in veritate ho voluto precisare, sulla scia dei miei Predecessori, che «tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo» (n. 11), riferendomi anche ai milioni di uomini e donne che, per diverse ragioni, vivono l’esperienza della migrazione. In effetti, i flussi migratori sono «un fenomeno che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale» (ibid., 62), poiché 'ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione' (ibidem)".

"In tale contesto, ho voluto dedicare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2013 al tema 'Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza', in concomitanza con le celebrazioni del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e del 60° della promulgazione della Costituzione Apostolica Exsul familia, mentre tutta la Chiesa è impegnata a vivere l’Anno della fede, raccogliendo con entusiasmo la sfida della nuova evangelizzazione".

"In effetti, fede e speranza formano un binomio inscindibile nel cuore di tantissimi migranti, dal momento che in essi vi è il desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la 'disperazione' di un futuro impossibile da costruire. Al tempo stesso, i viaggi di molti sono animati dalla profonda fiducia che Dio non abbandona le sue creature e tale conforto rende più tollerabili le ferite dello sradicamento e del distacco, magari con la riposta speranza di un futuro ritorno alla terra d’origine. Fede e speranza, dunque, riempiono spesso il bagaglio di coloro che emigrano, consapevoli che con esse 'noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino' (Enc. Spe salvi, 1)".

"Nel vasto campo delle migrazioni la materna sollecitudine della Chiesa si esplica su varie direttrici. Da una parte, quella che vede le migrazioni sotto il profilo dominante della povertà e della sofferenza, che non di rado produce drammi e tragedie. Qui si concretizzano interventi di soccorso per risolvere le numerose emergenze, con generosa dedizione di singoli e di gruppi, associazioni di volontariato e movimenti, organismi parrocchiali e diocesani in collaborazione con tutte le persone di buona volontà. Dall’altra parte, però, la Chiesa non trascura di evidenziare gli aspetti positivi, le buone potenzialità e le risorse di cui le migrazioni sono portatrici. In questa direttrice, allora, prendono corpo gli interventi di accoglienza che favoriscono e accompagnano un inserimento integrale di migranti, richiedenti asilo e rifugiati nel nuovo contesto socio-culturale, senza trascurare la dimensione religiosa, essenziale per la vita di ogni persona. Ed è proprio a questa dimensione che la Chiesa è chiamata, per la stessa missione affidatale da Cristo, a prestare particolare attenzione e cura: questo è il suo compito più importante e specifico. Verso i fedeli cristiani provenienti da varie zone del mondo l’attenzione alla dimensione religiosa comprende anche il dialogo ecumenico e la cura delle nuove comunità, mentre verso i fedeli cattolici si esprime, tra l’altro, nel realizzare nuove strutture pastorali e valorizzare i diversi riti, fino alla piena partecipazione alla vita della comunità ecclesiale locale. La promozione umana va di pari passo con la comunione spirituale, che apre le vie 'ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo' (Lett. ap. Porta fidei, 6). E’ sempre un dono prezioso quello che porta la Chiesa guidando all’incontro con Cristo che apre ad una speranza stabile e affidabile".

"La Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano sono chiamate, nei confronti di migranti e rifugiati, ad evitare il rischio del mero assistenzialismo, per favorire l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri. Coloro che emigrano portano con sé sentimenti di fiducia e di speranza che animano e confortano la ricerca di migliori opportunità di vita. Tuttavia, essi non cercano solamente un miglioramento della loro condizione economica, sociale o politica. È vero che il viaggio migratorio spesso inizia con la paura, soprattutto quando persecuzioni e violenze costringono alla fuga, con il trauma dell’abbandono dei familiari e dei beni che, in qualche misura, assicuravano la sopravvivenza. Tuttavia, la sofferenza, l’enorme perdita e, a volte, un senso di alienazione di fronte al futuro incerto non distruggono il sogno di ricostruire, con speranza e coraggio, l’esistenza in un Paese straniero. In verità, coloro che migrano nutrono la fiducia di trovare accoglienza, di ottenere un aiuto solidale e di trovarsi a contatto con persone che, comprendendo il disagio e la tragedia dei propri simili, e anche riconoscendo i valori e le risorse di cui sono portatori, siano disposte a condividere umanità e risorse materiali con chi è bisognoso e svantaggiato. Occorre, infatti, ribadire che «la solidarietà universale, che è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere» (Enc. Caritas in veritate, 43). Migranti e rifugiati, insieme alle difficoltà, possono sperimentare anche relazioni nuove e ospitali, che li incoraggiano a contribuire al benessere dei Paesi di arrivo con le loro competenze professionali, il loro patrimonio socio-culturale e, spesso, anche con la loro testimonianza di fede, che dona impulso alle comunità di antica tradizione cristiana, incoraggia ad incontrare Cristo e invita a conoscere la Chiesa".

"Certo, ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. Il diritto della persona ad emigrare – come ricorda la Costituzione conciliare 'Gaudium et spes' al n. 65 – è iscritto tra i diritti umani fondamentali, con facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti. Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato Giovanni Paolo II che 'diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione' (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998). Oggi, infatti, vediamo che molte migrazioni sono conseguenza di precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali. Invece di un pellegrinaggio animato dalla fiducia, dalla fede e dalla speranza, migrare diventa allora un «calvario» per la sopravvivenza, dove uomini e donne appaiono più vittime che autori e responsabili della loro vicenda migratoria. Così, mentre vi sono migranti che raggiungono una buona posizione e vivono dignitosamente, con giusta integrazione nell’ambiente d’accoglienza, ve ne sono molti che vivono in condizioni di marginalità e, talvolta, di sfruttamento e di privazione dei fondamentali diritti umani, oppure che adottano comportamenti dannosi per la società in cui vivono. Il cammino di integrazione comprende diritti e doveri, attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa, ma anche attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono".

"A tale proposito, non possiamo dimenticare la questione dell’immigrazione irregolare, tema tanto più scottante nei casi in cui essa si configura come traffico e sfruttamento di persone, con maggior rischio per donne e bambini. Tali misfatti vanno decisamente condannati e puniti, mentre una gestione regolata dei flussi migratori, che non si riduca alla chiusura ermetica delle frontiere, all’inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e all’adozione di misure che dovrebbero scoraggiare nuovi ingressi, potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime dei citati traffici. Sono, infatti, quanto mai opportuni interventi organici e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi di partenza, contromisure efficaci per debellare il traffico di persone, programmi organici dei flussi di ingresso legale, maggiore disponibilità a considerare i singoli casi che richiedono interventi di protezione umanitaria oltre che di asilo politico. Alle adeguate normative deve essere associata una paziente e costante opera di formazione della mentalità e delle coscienze. In tutto ciò è importante rafforzare e sviluppare i rapporti di intesa e di cooperazione tra realtà ecclesiali e istituzionali che sono a servizio dello sviluppo integrale della persona umana. Nella visione cristiana, l’impegno sociale e umanitario trae forza dalla fedeltà al Vangelo, con la consapevolezza che 'chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo' (Gaudium et spes, 41)".

"Cari fratelli e sorelle migranti, questa Giornata Mondiale vi aiuti a rinnovare la fiducia e la speranza nel Signore che sta sempre accanto a noi! Non perdete l’occasione di incontrarLo e di riconoscere il suo volto nei gesti di bontà che ricevete nel vostro pellegrinaggio migratorio. Rallegratevi poiché il Signore vi è vicino e, insieme con Lui, potrete superare ostacoli e difficoltà, facendo tesoro delle testimonianze di apertura e di accoglienza che molti vi offrono. Infatti, «la vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata» (Enc. Spe salvi, 49)".

"Affido ciascuno di voi alla Beata Vergine Maria, segno di sicura speranza e di consolazione, «stella del cammino», che con la sua materna presenza ci è vicina in ogni momento della vita, e a tutti imparto con affetto la Benedizione Apostolica".


IMPORTANTE RUOLO DELLA CHIESA NELL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI

Città del Vaticano, 27 ottobre 2012 (VIS). Il Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e l'Arcivescovo Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Dicastero, hanno presentato questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede il Messaggio del Papa per la XCIX Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (13 gennaio 2012), sul tema: "Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza".

"Oggi, il fenomeno migratorio impressiona per il vasto numero di persone che coinvolge.- ha detto il Cardinale Vegliò - Basta dare uno sguardo, per esempio, al Rapporto Mondiale del 2011 sulle Migrazioni dell’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) nel quale troviamo una stima di circa 214 milioni di migranti internazionali, cioè il 3% della popolazione mondiale – in aumento rispetto al 2005 (nonostante gli effetti della crisi mondiale), quando il calcolo raggiungeva i 191 milioni. Oltre ai migranti internazionali, lo stesso rapporto stima che il numero di quelli interni nel 2010 sia stato di circa 740 milioni di persone. Se sommiamo le due cifre, rileviamo che circa un miliardo di esseri umani, cioè un settimo della popolazione globale, sperimenta oggi la sorte migratoria".

"I migranti, nel loro pellegrinaggio esistenziale verso un futuro migliore, portano con sé sentimenti di fede e di speranza, anche se non si rendono ancora conto di ciò che stanno cercando esattamente. Dire che tentano di trovare solo un miglioramento alla loro situazione economica o sociale significherebbe semplificare troppo la realtà. (...) È vero che non tutti i migranti – anche se hanno profonda fiducia che, nel migrare, Dio sarà accanto a loro – considerano il loro viaggio come un andare verso Dio e, dunque, un movimento animato dalla fede. Tuttavia, in un certo modo, è proprio nelle persone che non conoscono ancora che possono scoprire Dio stesso che tende la mano verso di loro, soprattutto nei Paesi d’antica tradizione cristiana, dove possono sperimentare la genuina bontà di molte realtà ecclesiali, che li accolgono e li aiutano".

"In effetti, proprio qui, nel vasto contesto delle migrazioni di molteplici appartenenze, la Chiesa è anche chiamata a svolgere la sua materna sollecitudine senza distinzione. Nel Suo Messaggio, il Santo Padre rileva due canali di attività, che non corrono paralleli, ma in complementarietà. Da una parte, quello più tangibile – e diciamo più facilmente notato a livello mediatico – che si concretizza negli "interventi di soccorso per risolvere le numerose emergenze (...). Quest’attenzione è quella più immediata, (...) ed esige una pronta risposta. (...) La seconda direttrice (...) quella più impegnativa e meno 'mediatica', poiché spesso richiede anche un cambiamento di mentalità: favorire e accompagnare l'inserimento integrale dei migranti nel loro nuovo contesto socio-culturale".

Il Cardinale ha ricordato che il Messaggio per questa Giornata Mondiale viene presentato a breve distanza dal viaggio del Papa in Libano. "Così, in modo molto concreto, il nostro sguardo può rivolgersi particolarmente ai Paesi del Medio Oriente, dove la presenza dei migranti cristiani, tra credenti di altre religioni, ha un ruolo significativo nel creare l’identità così particolare di quella regione. (...) Ciò vale non solo per il Medio Oriente, ma anche per il mondo intero. Il fenomeno migratorio obbliga al confronto con differenti stili di vita e diverse culture, stimolando la costruzione di nuovi rapporti".

Le migrazioni, poi, sono anche un cammino che comprende diritti e doveri: un’"attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa", ma anche un’"attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono" (Messaggio 2013). "La Chiesa - ha concluso il Cardinale - ha un ruolo importante nel processo della integrazione. Essa risponde ponendo l’accento sulla centralità e sulla dignità della persona con la raccomandazione a tutelare le minoranze, valorizzando le loro culture, il contributo delle migrazioni alla pacificazione universale, la dimensione ecclesiale e missionaria del fenomeno migratorio, l’importanza del dialogo e del confronto all’interno della società civile, della comunità ecclesiale e tra le diverse confessioni e religioni. Del resto, nei suoi interventi sulla problematica umana, sociale e religiosa dell’emigrazione, la Chiesa non manca di dare a questo fenomeno, oggi sempre più in evidenza, una singolare impronta, caratterizzata da forte carattere umanista, oltre che cristiano".

L'Arcivescovo Kalathiparambil ha dedicato il suo intervento alla questione dei rifugiati sottolineando la difficoltà sempre maggiori incontrate dai richiedenti asilo, citando in particolare le "misure restrittive per ostacolare l’accesso al territorio" di alcuni paesi, i requisiti per i visti, le sanzioni applicabili ai vettori, la lista di 'safe Countries of origin'). "Queste limitazioni hanno incentivato le attività dei contrabbandieri, dei trafficanti, e pericolose traversate in mare che hanno visto sparire fra le onde già troppe vite umane".

"Tutto ciò avviene - ha precisato l'Arcivescovo - nonostante gli obblighi della comunità internazionale circa la protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, nel rispetto della dichiarazione e dello spirito dei diritti umani, dei diritti del rifugiato e del diritto internazionale umanitario. Innanzitutto vi è l’accesso alla richiesta di asilo. Esso comprende anche elementi primari come il cibo, l’alloggio, il vestiario e le cure mediche, ma anche il diritto al lavoro e alla libera circolazione. Non si sottolinea mai abbastanza che i richiedenti asilo si trovano nella situazione di dover affrontare viaggi fuori dalle loro frontiere ed è loro diritto non possedere validi documenti di viaggio o d’identità".


sabato 27 ottobre 2012

DICHIARAZIONE DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE “ECCLESIA DEI”

Città del Vaticano, 27 ottobre 2012 (VIS). Di seguito riportiamo la dichiarazione rilasciata questa mattina dall Pontificia Commissione "Ecclesia Dei":

La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” coglie l’occasione per annunciare che, nella sua più recente comunicazione (6 settembre 2012) la Fraternità sacerdotale di S. Pio X ha indicato di aver bisogno per parte sua di ulteriore tempo di riflessione e di studio, per preparare la propria risposta alle ultime iniziative della Santa Sede.
Lo stadio attuale delle attuali discussioni fra la Santa Sede e la Fraternità sacerdotale è frutto di tre anni di dialoghi dottrinali e teologici, durante i quali una commissione congiunta si è riunita otto volte per studiare e discutere, fra le altre questioni, alcuni punti controversi nell’interpretazione di certi documenti del Concilio Vaticano II. Quando tali dialoghi dottrinali si conclusero, fu possibile procedere ad una fase di discussione più direttamente focalizzata sul grande desiderio di riconciliazione della Fraternità sacerdotale di S. Pio X con la Sede di Pietro.
Altri passi fondamentali in questo processo positivo di graduale reintegrazione erano stati intrapresi dalla Santa Sede nel 2007 mediante l’estensione alla Chiesa universale della Forma Straordinaria del Rito Romano con il Motu Proprio Summorum Pontificum e, nel 2009, con l’abolizione delle scomuniche. Solo alcuni mesi orsono in questo cammino difficile fu raggiunto un punto fondamentale quando, il 13 giugno 2012, la Pontificia Commissione ha presentato alla Fraternità sacerdotale di S. Pio X una dichiarazione dottrinale unitamente ad una proposta per la normalizzazione canonica del proprio stato all’interno della Chiesa cattolica.
Attualmente la Santa Sede è in attesa della risposta ufficiale dei Superiori della Fraternità sacerdotale a questi due documenti. Dopo trent’anni di separazione, è comprensibile che vi sia bisogno di tempo per assorbire il significato di questi recenti sviluppi. Mentre il nostro Santo Padre Benedetto XVI cerca di promuovere e preservare l’unità della Chiesa mediante la realizzazione della riconciliazione a lungo attesa della Fraternità sacerdotale di S. Pio X con la Sede di Pietro – una potente manifestazione del munus Petrinum all’opera – sono necessarie pazienza, serenità, perseveranza e fiducia.

venerdì 26 ottobre 2012

IL BINOMIO ARTE E FEDE ACCOMPAGNA LA CHIESA DA DUEMILA ANNI

Città del Vaticano, 26 ottobre 2012 (VIS). "Arte e fede. Via Pulchritudinis" è il titolo di un documentario realizzato dai Musei Vaticani, in collaborazione con la televisione polacca TBA, in occasione del 500° anniversario della conclusione della volta della Cappella Sistina (1508-1512).

Nel pomeriggio di ieri Benedetto XVI ha assistito alla proiezione del film nell'Aula Paolo VI ed al termine ha pronunciato un breve discorso nel quale ha ricordato che: "I Musei Vaticani non sono nuovi ad iniziative che illustrano il legame tra arte e fede, a partire dal patrimonio conservato nelle Gallerie Pontificie. (...) Il film che abbiamo visto si presenta come un contributo degno di speciale nota, soprattutto perché compare all'inizio dell'Anno della Fede".

"Per molte persone la visita ai Musei Vaticani rappresenta, nel loro viaggio a Roma, il contatto maggiore, a volte unico, con la Santa Sede; è perciò un’occasione privilegiata per conoscere il messaggio cristiano. Si potrebbe dire che il patrimonio artistico della Città del Vaticano costituisce una sorta di grande 'parabola' mediante la quale il Papa parla a uomini e donne di ogni parte del mondo, e quindi di molteplici appartenenze culturali e religiose, persone che magari non leggeranno mai un suo discorso o una sua omelia. (...) Il linguaggio dell’arte è un linguaggio parabolico, dotato di una speciale apertura universale: la 'via Pulchritudinis' è una via capace di guidare la mente e il cuore verso l’Eterno, di elevarli fino alle altezze di Dio".

"Ho molto apprezzato - ha proseguito il Pontefice - il fatto che nel film si faccia ripetutamente riferimento all’impegno dei Pontefici Romani per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico; e anche, nell’epoca contemporanea, per un rinnovato dialogo della Chiesa con gli artisti. La Collezione di Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani è la dimostrazione vivente della fecondità di questo dialogo. Ma non solo essa. Tutto il grande organismo dei Musei Vaticani (...) possiede anche questa dimensione che potremmo chiamare 'evangelizzante'".

Il Santo Padre ha ricordato la "grande sensibilità per il dialogo tra arte e fede" del Beato Giovanni Paolo II ed ha sottolineato che arte e fede è "un binomio che accompagna la Chiesa e la Santa Sede da duemila anni, un binomio che anche oggi dobbiamo valorizzare maggiormente nell’impegno di portare agli uomini e alle donne del nostro tempo l’annuncio del Vangelo, del Dio che è Bellezza e Amore infinito".

Infine il Papa ha auspicato che il documentario "susciti in molte persone il desiderio di conoscere meglio quella fede che sa ispirare tali e tante opere d’arte".

MESSAGGIO FINALE DEL SINODO PER NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Città del Vaticano, 26 ottobre 2012 (VIS). Questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede ha avuto luogo la presentazione del Messaggio della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (7-28 ottobre 2012) sul tema: "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti: il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze (Italia), Presidente della Commissione per il Messaggio; l'Arcivescovo Pierre-Marie Carré, di Montpellier (Francia), Segretario Speciale; l'Arcivescovo Luis Antonio G. Tagle, di Manila (Filippine), Vice-Presidente della Commissione per il Messaggio.

Di seguito riportiamo una sintesi del messaggio:

"In apertura del documento, i vescovi richiamano il passo evangelico di Giovanni che narra l'incontro di Gesù con la samaritana al pozzo: è immagine dell'uomo contemporaneo con un'anfora vuota, che ha sete e nostalgia di Dio, e al quale la Chiesa deve andare incontro per rendergli presente il Signore. E come la samaritana, che incontra Gesù non può fare a meno di diventare testimone dell'annuncio di salvezza e speranza del Vangelo".

"Guardando nello specifico al contesto della nuova evangelizzazione, il Sinodo richiama quindi la necessità di ravvivare una fede che rischia di oscurarsi nei contesti culturali attuali, anche di fronte all'indebolimento della fede in molti battezzati. L'incontro con il Signore, che rivela Dio come amore, può avvenire solo nella Chiesa, come forma di comunità accogliente ed esperienza di comunione; da qui, poi, i cristiani ne diventano testimoni anche in altri luoghi. Tuttavia, la Chiesa ribadisce che per evangelizzare bisogna essere innanzitutto evangelizzati e lancia un appello - a cominciare da se stessa - alla conversione perché le debolezze dei discepoli di Gesù pesano sulla credibilità della missione. Consapevoli del fatto che il Signore è la guida della storia e quindi che il male non avrà l'ultima parola, i vescovi invitano poi i cristiani a vincere la paura con la fede ed a guardare al mondo con sereno coraggio perché, sebbene pieno di contraddizioni e di sfide, esso resta pur sempre il mondo che Dio ama. Niente pessimismo, dunque: globalizzazione, secolarizzazione e nuovi scenari della società, migrazioni, pur con la difficoltà e le sofferenze che comportano, devono essere opportunità di evangelizzazione: perché non si tratta di trovare nuove strategie come se il Vangelo fosse da diffondere come un prodotto di mercato, ma di riscoprire i modi con cui le persone si accostano a Gesù".

"Il messaggio guarda alla famiglia come luogo naturale dell'evangelizzazione e ribadisce che essa va sostenuta dalla Chiesa, dalla politica e dalla società. All'interno della famiglia, si sottolinea il ruolo speciale delle donne e si ricorda la situazione dolorosa dei divorziati e risposati: pur nella riconfermata disciplina circa l'accesso ai sacramenti, si ribadisce che essi non sono abbandonati dal Signore e che la Chiesa è casa accogliente per tutti. Il messaggio cita anche la vita consacrata, testimone del senso ultraterreno dell'esistenza umana, e le parrocchie come centri di evangelizzazione; ricorda l'importanza della formazione permanente per i sacerdoti e i religiosi ed invita i laici (movimenti e nuove realtà ecclesiali) ad evangelizzare restando in comunione con la Chiesa. La nuova evangelizzazione trova un'auspicabile cooperazione con le altre Chiese e comunità ecclesiali, anch'esse mosse dallo stesso spirito di annuncio del Vangelo. Particolare attenzione viene rivolta ai giovani in una prospettiva di ascolto e dialogo per riscattare, e non mortificare, il loro entusiasmo.

"Poi, il messaggio guarda al dialogo declinato in vari modi: con la cultura, che ha bisogno di una nuova alleanza tra fede e ragione; con l'educazione; con la scienza che, quando non chiude l'uomo nel materialismo diventa un'alleata nell'umanizzazione della vita; con l'arte, con il mondo dell'economia e del lavoro; con i malati e i sofferenti, con la politica, alla quale si chiede un impegno disinteressato e trasparente del bene comune, con le altre religioni. In particolare, il Sinodo ribadisce che il dialogo interreligioso contribuisce alla pace, rifiuta il fondamentalismo e denuncia la violenza contro i credenti. Il messaggio ricorda le possibilità offerte dall'Anno della Fede, dalla memoria del Concilio Vaticano II e dal Catechismo della Chiesa cattolica. Infine indica due espressioni della vita di fede, particolarmente significative per la nuova evangelizzazione: la contemplazione, dove il silenzio permette di accogliere al meglio la Parola di Dio, e il servizio ai poveri, nell'ottica di riconoscere Cristo nei loro volti".

"Nell'ultima parte, il messaggio guarda alle Chiese delle diverse regioni del mondo e ad ognuna di esse rivolge parole di incoraggiamento per l'annuncio del Vangelo; alle Chiese d'Oriente auspica di poter praticare la fede in condizioni di pace e di libertà religiosa; alla Chiesa d'Africa chiede di sviluppare l'evangelizzazione nell'incontro con le antiche e nuove culture, appellandosi poi ai governi perché cessino i conflitti e le violenze. I cristiani dell'America del Nord, che vivono in una cultura con molte espressioni lontane dal Vangelo, devono guardare alla conversione ed essere aperti all'accoglienza di immigrati e rifugiati. L'America Latina è invitata a vivere la missione permanente per affrontare le sfide del presente come la povertà, la violenza, anche nelle nuove condizioni di pluralismo religioso. La Chiesa in Asia, anche se è una piccola minoranza, spesso posta ai margini della società e perseguitata, viene incoraggiata ed esortata alla saldezza della fede. L'Europa, segnata da una secolarizzazione anche aggressiva e ferita dai passati regimi, ha però creato una cultura umanistica capace di dare un volto alla dignità della persona e alla costruzione del bene comune; le difficoltà del presente non devono quindi abbattere i cristiani europei, ma devono essere percepite come una sfida. All'Oceania, infine, si chiede di avvertire ancora l'impegno di predicare il Vangelo. Il messaggio si chiude con l'affidamento a Maria, Stella della nuova evangelizzazione".

giovedì 25 ottobre 2012

DICHIARAZIONE DEL P. LOMBARDI SULLA ESECUZIONE DELLA SENTENZA PER PAOLO GABRIELE

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rilasciato nella tarda mattinata la seguente dichiarazione:

"Dato che non sono stati proposti appelli contro la sentenza del 6 ottobre scorso nei confronti del Sig. Paolo Gabriele, essa è divenuta definitiva. Perciò, per mandato del Presidente del Tribunale, il Promotore di Giustizia ha disposto questa mattina la reclusione in esecuzione della sentenza. L’ordinanza viene eseguita in giornata.

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Di seguito riportiamo il Comunicato reso pubblico questa mattina dalla Segreteria di Stato:

"La sentenza del processo contro Paolo Gabriele, ora passata in giudicato, mette un punto fermo su di una vicenda triste, che ha avuto conseguenze molto dolorose".

"È stata recata un'offesa personale al Santo Padre; si è violato il diritto alla riservatezza di molte persone che a Lui si erano rivolte in ragione del proprio ufficio; si è creato pregiudizio alla Santa Sede e a diverse sue istituzioni; si è posto ostacolo alle comunicazioni tra i Vescovi del mondo e la Santa Sede e causato scandalo alla comunità dei fedeli. Infine, per un periodo di parecchi mesi è stata turbata la serenità della comunità di lavoro quotidianamente al servizio del Successore di Pietro".

"L'imputato è stato riconosciuto colpevole al termine di un procedimento giudiziario che si è svolto con trasparenza, equanimità, nel pieno rispetto del diritto alla difesa. Il dibattimento ha potuto accertare i fatti, appurando che il Sig. Gabriele ha messo in atto il suo progetto criminoso senza istigazione o incitamento da parte di altri, ma basandosi su convinzioni personali in nessun modo condivisibili. Le varie congetture circa l'esistenza di complotti o il coinvolgimento di più persone si sono rivelate, alla luce della sentenza, infondate".

"Con il passaggio della sentenza in giudicato il Sig. Gabriele dovrà scontare il periodo di detenzione inflitto. Si apre inoltre a suo carico la procedura per la destituzione di diritto, prevista dal Regolamento Generale della Curia Romana".

"In rapporto alla misura detentiva rimane l'eventualità della concessione della grazia, che, come ricordato più volte, è un atto sovrano del Santo Padre. Essa tuttavia presuppone ragionevolmente il ravvedimento del reo e la sincera richiesta di perdono al Sommo Pontefice e a quanti sono stati ingiustamente offesi".

"Se rapportata al danno causato, la pena applicata appare al tempo stesso mite ed equa, e ciò a motivo della peculiarità dell'ordinamento giuridico dal quale promana".

IL PAPA RICEVE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CIPRO

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Giovedì 25 ottobre, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Presidente della Repubblica di Cipro, S.E. il Signor Demetris Christofias, che successivamente si è incontrato con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Negli incontri, svoltisi in un’atmosfera di cordialità, sono stati rilevati i buoni rapporti esistenti fra la Santa Sede e la Repubblica di Cipro e sono stati toccati argomenti di comune interesse, in particolare l’importanza del dialogo e del rispetto dei diritti umani, tra cui quello della libertà religiosa.

Mentre la Repubblica di Cipro esercita la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, non è mancata una rassegna della situazione in Europa. Si è auspicato, infine, che le iniziative per il dialogo e la pace tra le parti in conflitto in Medio Oriente raggiungano risultati positivi con il contributo della Comunità Internazionale.






PELLEGRINAGGIO DELL'ORDINE DEL SANTO SEPOLCRO A ROMA NELL'ANNO DELLA FEDE

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Oltre tremila cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme - più di un decimo dei membri di questo Ordine equestre - verranno l'anno prossimo in pellegrinaggio a Roma per l'Anno della Fede. Il pellegrinaggio, in programma dal 13 al 15 settembre, coinciderà con la sessione generale dell'Ordine e si concluderà con una celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro.

Il Gran Magistero dell'Ordine, presieduto dal Cardinale Edwin Frederick O'Brien, ha tenuto nel pomeriggio di ieri a Roma, la sessione autunnale che è stata anche dedicata agli impegni statutari per la Terra Santa, in particolare per il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Il Patriarca Fouad Twal, Gran Priore dell'Ordine, ha illustrato i progetti in ambito educativo, ricordando che oltre 18.000 studenti (circa 2.500 in Israele, 5.700 in Palestina e 10.000 in Giordania) il 61% dei quali cristiani, frequenta le 42 scuole primarie e secondarie finanziate con il contributo del Santo Sepolcro.

Il Patriarca ha anche fatto riferimento alla situazione religiosa e politica in Medio Oriente ed ai conflitti in corso, manifestando la sua preoccupazione per la crescita del fondamentalismo in questa regione, la cui centralità è stata confermata da due avvenimenti ecclesiali di quest'anno: Il Congresso delle Famiglie a Milano (Italia) durante il quale si è parlato della Santa Famiglia di Nazareth ed il Congresso Eucaristico di Dublino (Irlanda) che ha dedicato particolare attenzione al Cenacolo di Gerusalemme.

UDIENZE

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l'Arcivescovo Paul Tschang In-Nam, Nunzio Apostolico in Thailandia e in Cambogia; Delegato Apostolico in Laos e in Myanmar.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 25 ottobre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Victor René Rodríguez Gómez, Vescovo di Valle de Chalco (superficie: 1.237; popolazione: 2.634.000; cattolici: 2.321.000; sacerdoti: 89; religiosi: 94), Messico. È stato finora Vescovo Ausiliare di Texcoco (Messico).


mercoledì 24 ottobre 2012

FEDE È CREDERE ALL'AMORE DI DIO CHE TRASFORMA OGNI FORMA DI SCHIAVITÙ

Città del Vaticano, 24 ottobre 2012 (VIS). La fede e il suo significato nel mondo contemporaneo è stato l'argomento della catechesi di Benedetto XVI per l'Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro. "Nel nostro tempo - ha detto il Papa - è necessaria una rinnovata educazione alla fede, che comprenda certo una conoscenza delle sue verità e degli eventi della salvezza, ma che soprattutto nasca da un vero incontro con Dio in Gesù Cristo".

"Oggi, insieme a tanti segni di bene, cresce intorno a noi anche un certo deserto spirituale. (...) Le stesse idee di progresso e di benessere mostrano anche le loro ombre. Nonostante la grandezza delle scoperte della scienza e dei successi della tecnica, oggi l’uomo non sembra diventato veramente più libero (...); permangono tante forme di sfruttamento, (...) di violenza (...) di ingiustizia… (...). D’altra parte, però, cresce anche il numero di quanti si sentono disorientati e, nella ricerca di andare oltre una visione solo orizzontale della realtà, sono disponibili a credere a tutto e al suo contrario. In questo contesto riemergono alcune domande fondamentali (...): che senso ha vivere? C’è un futuro per l’uomo, per noi e per le nuove generazioni? (...) Che cosa ci aspetta oltre la soglia della morte?"

"Da queste insopprimibili domande - ha affermato il Pontefice - emerge che "il sapere della scienza, pur importante per la vita dell’uomo, da solo non basta. Noi abbiamo bisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di speranza, di un fondamento sicuro, (...) che ci aiuti a vivere con un senso autentico anche nella crisi, nelle oscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani. La fede ci dona proprio questo: è un fiducioso affidarsi a un 'Tu', che è Dio, il quale mi dà una certezza diversa, ma non meno solida di quella che mi viene dal calcolo esatto o dalla scienza. La fede non è un semplice assenso intellettuale dell’uomo a delle verità particolari su Dio; è un atto con cui mi affido liberamente a un Dio che è Padre e mi ama; (...) mi dona speranza e fiducia".

"Certo questa adesione a Dio non è priva di contenuti: con essa siamo consapevoli che Dio stesso si è mostrato a noi in Cristo (...). Con il mistero della Morte e Risurrezione di Cristo, Dio scende fino in fondo nella nostra umanità per riportarla a Lui, per elevarla alla sua altezza. La fede è credere a questo amore di Dio che non viene meno di fronte alla malvagità dell’uomo, di fronte al male e alla morte, ma è capace di trasformare ogni forma di schiavitù, donando la possibilità della salvezza".

"E questa possibilità di salvezza attraverso la fede è un dono che Dio offre a tutti gli uomini. Penso che dovremmo meditare più spesso - nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi (...) sul fatto che credere cristianamente significa questo abbandonarmi con fiducia al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che è il fondamento su cui possiamo vivere senza paura. E questa certezza liberante e rassicurante della fede dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani".

"Alla base del nostro cammino di fede c’è il Battesimo, il sacramento che ci dona lo Spirito Santo, facendoci diventare figli di Dio in Cristo, e segna l’ingresso nella comunità della fede, nella Chiesa: non si crede da sé, senza il prevenire della grazia dello Spirito; e non si crede da soli, ma insieme ai fratelli. Dal Battesimo in poi ogni credente è chiamato a ri-vivere e fare propria questa confessione di fede, insieme ai fratelli".

"La fede - ha concluso il Santo Padre - è dono di Dio, ma è anche atto profondamente libero e umano. (...) Non è contrario né alla libertà né all’intelligenza dell’uomo. Anzi, le implica e le esalta (...) Credere è affidarsi in tutta libertà e con gioia al disegno provvidenziale di Dio sulla storia, come fece il patriarca Abramo, come fece Maria di Nazaret".

Nelle parole di saluto al termine dell'Udienza Generale, il Papa ha ricordato che lunedì scorso si è celebrata la memoria del Beato Giovanni Paolo II la cui figura "è sempre viva tra noi" ed ha invitato i giovani ad imparare "ad affrontare la vita con il suo ardore e il suo entusiasmo" e agli ammalati ha detto: "Portate con gioia la croce della sofferenza come ha saputo insegnarci lui stesso".



ANNUNCIO DI CONCISTORO PER LA CREAZIONE DEI SEI NUOVI CARDINALI

Città del Vaticano, 24 ottobre 2012 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato per il prossimo 24 novembre un Concistoro nel quale procederà alla nomina di sei nuovi Cardinali.

"Annuncio - ha detto il Papa - che il prossimo 24 novembre terrò un Concistoro nel quale nominerò 6 nuovi Membri del Collegio Cardinalizio. I Cardinali hanno il compito di aiutare il Successore di Pietro nello svolgimento del suo Ministero di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e fondamento dell’unità e della comunione della Chiesa".

Successivamente il Santo Padre ha comunicato i nomi dei nuovi porporati:

Il Vescovo James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia, che "ho in animo di nominare Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura";

Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano);

Sua Beatitudine Baselios Cleemis Thottunkal, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India);

L'Arcivescovo John Olorunfemi Onaiyekan, di Abuja (Nigeria);

L'Arcivescovo Rubén Salazar Gómez, di Bogotá (Colombia);

L'Arcivescovo Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine).

"I nuovi Cardinali - come avete sentito - svolgono il loro ministero a servizio della Santa Sede o quali Padri e Pastori di Chiese particolari in varie parti del mondo. Invito tutti a pregare per i nuovi eletti - ha concluso il Pontefice - chiedendo la materna intercessione della Beata Vergine Maria, perché sappiano sempre amare con coraggio e dedizione Cristo e la sua Chiesa".


ENTRA IN VIGORE ACCORDO SANTA SEDE E REPUBBLICA DI LITUANIA

Città del Vaticano, 24 ottobre 2012 (VIS). La Santa Sede e la Repubblica di Lituania hanno notificato, con rispettive Note Verbali, il compimento delle relative procedure, richieste per l'entrata in vigore dell'Accordo sul riconoscimento reciproco delle qualifiche riguardanti l'insegnamento superiore (Agreement on the Recognition of Qualifications Concerning Higher Education), che era stato firmato a Vilnius l'8 giugno 2012.

Pertanto, l'Accordo, che stabilisce le regole, le procedure e gli strumenti per garantire il riconoscimento degli studi superiori, è entrato in vigore il 23 ottobre 2012, a norma dell'Articolo 8, paragrafo 2, del medesimo "Agreement".

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 24 ottobre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Cardinale Francesco Monterisi, Membro della Congregazione per i Vescovi.

martedì 23 ottobre 2012

CARDINALE BERTONE SUL VIAGGIO DI UNA DELEGAZIONE DI PADRI SINODALI A DAMASCO

Città del Vaticano, 23 ottobre 2012 (VIS). Riportiamo di seguito l'intervento del Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, pronunciato questa mattina, durante i lavori dell'Assemblea del Sinodo dei Vescovi, in merito al viaggio di una Delegazione di Padri sinodali a Damasco:

"Martedì scorso annunciavo davanti a questa assise la decisione del Santo Padre di inviare una Delegazione a Damasco per esprimere la Sua solidarietà e quella del Sinodo e di tutta la Chiesa alla popolazione in Siria che sta vivendo purtroppo già da tempo una tragica situazione di sofferenza e manifestare la nostra vicinanza spirituale ai fratelli e alle sorelle cristiane di quel Paese, insieme ad un incoraggiamento a quanti sono impegnati nella ricerca di una soluzione rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti".

"L’iniziativa ha avuto ampia eco non soltanto qui a Roma o in Siria ma anche a livello internazionale ricevendo un’accoglienza positiva".

"Desidero anzitutto comunicarvi che in seguito si è continuato a studiare la questione e a preparare la visita, nonostante i tragici episodi verificatisi nei giorni scorsi nella Regione. Come è noto, è vivo il desiderio di esprimere la vicinanza della Santa Sede e della Chiesa universale, tramite una Delegazione che si rechi a Damasco nei tempi e nelle modalità che saranno annunciate, dopo essere state definite alla luce dei contatti e dei preparativi che si stanno compiendo. Considerata la gravità della situazione, la visita verrà posticipata, probabilmente oltre la conclusione del Sinodo, così come ci sarà qualche modifica alla composizione della Delegazione, anche per gli impegni dei suoi membri. Il contributo delle offerte personali dei Padri Sinodali insieme a quelle della Santa Sede sarà inviato in Siria, dopo il Sinodo, come gesto di fraterna solidarietà a tutta la popolazione".

"Continua soprattutto l’impegno della preghiera che sempre viene ascoltata dal Signore e alla quale vi invito ad unirvi con rinnovata fiducia".

PUBBLICATA LA SENTENZA CONTRO PAOLO GABRIELE

Città del Vaticano, 23 ottobre 2012 (VIS). È stata pubblicata oggi la sentenza del Tribunale della Stato della Città del Vaticano contro Paolo Gabriele, emessa il 6 ottobre scorso, con la quale lo si dichiarava colpevole del delitto di furto aggravato.

Come si ricorderà il Tribunale ha condannato Gabriele alla pena di tre anni di reclusione, ma "considerate l’assenza di precedenti penali, le risultanze dello stato di servizio in epoca antecedente ai fatti contestati, il convincimento soggettivo - sia pure erroneo - indicato dall’imputato quale movente della sua condotta, nonché la dichiarazione circa la sopravvenuta consapevolezza di aver tradito la fiducia del Santo Padre, diminuisce la pena ad anni uno (1) e mesi 6 (sei) di reclusione; condanna il medesimo al rifacimento delle spese processuali".

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha spiegato questa mattina nel corso di un briefing alcuni punti della sentenza, centrata sul delitto di sottrazione di documenti, sopratutto di testi originali, mentre non sono stati considerati rilevanti altri oggetti come una pepita d'oro, un assegno a nome del Santo Padre e una edizione rinascimentale dell'"Eneide", giacché esistono contraddizioni sia nella modalità della perquisizione durante la quale sono state trovate e non risulta la colpevolezza provata di Gabriele.

Relativamente all'imputabilità dell'accusato è stato escluso, mediante perizia psichiatrica, qualunque grave difetto psichico che impedisca di essere consapevole delle responsabilità dei fatti. Il Tribunale si è preoccupato di definire i termini giuridici del delitto di furto, la sottrazione di un oggetto o il suo possesso, senza il consenso del proprietario, con il fine di ottenerne beneficio. Per cui si tratta di furto e non di appropriazione indebita, però è stato specificato che il beneficio che Gabriele voleva ottenere non era di natura economica ma intellettuale e morale.

Altro tema è stato quello della "suggestione" di Gabriele da parte di terze persone. Un termine interpretato anche come complicità o influenza. L'imputato afferma che la parola non significa collaborazione di altre persone, ma influsso dell'ambiente che ha portato la convinzione soggettiva di agire per il bene del Santo Padre e della Chiesa.

Per quanto attiene alla questioni delle aggravanti e delle attenuanti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha precisato che ai primi corrisponde il furto con abuso di fiducia e la diffusione di documenti riservati; ai secondi l'assenza di precedenti penali e la convinzione morale di Gabriele.

In riferimento alla condanna, il Padre Lombardi ha ricordato che il Tribunale si è basato sulle pene previste per questo delitto dal Codice Penale; il Promotore di Giustizia aveva chiesto per Gabriele l'interdizione perpetua del disimpegno di cariche pubbliche, però, giacché la condanna finale è di un anno e sei mesi ed il Codice Penale non prevede tale misura, l'interdizione rimane limitata. Parimenti è stato deciso, sempre per la gravità del delitto, di non applicare la sospensione condizionale della pena.

Infine, il Direttore della Sala Stampa, ha informato che Paolo Gabriele continua ad essere agli arresti domiciliari, considerato che fino alla pubblicazione della sentenza, il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Avv. Giovanni Giacobbe, non può ricorrere in appello. Se non c'è ricorso entro il termine stabilito, la sentenza sarà esecutiva e l'imputato dovrà scontare la pena nella prigione del Vaticano, giacché non vi è una convenzione con lo Stato Italiano in questa materia. Tuttavia, è sempre possibile che il Santo Padre conceda la grazia a Paolo Gabriele, ma, essendo una decisione personale, non si può conoscere se e quando ciò si verificherà.

Per leggere il testo completo della sentenza (in italiano), cliccare qui oppure copia ed incolla:

5 NOVEMBRE, PROCESSO A CLAUDIO SCIARPELLETTI, IMPUTATO NEL CASO VATILEAKS

Città del Vaticano, 23 ottobre 2012 (VIS). Il Presidente del Tribunale della Città del Vaticano, Prof. Giuseppe Dalla Torre, ha emesso il decreto che stabilisce per il giorno 5 di novembre prossimo, alle ore 9, l’udienza del processo nei confronti di Claudio Sciarpelletti, imputato di favoreggiamento, rinviato a giudizio il 13 agosto scorso con sentenza del Giudice istruttore, ma il cui giudizio era stato separato da quello di Paolo Gabriele con Ordinanza pronunciata nel corso dell’udienza dibattimentale del 29 settembre 2012.

L’udienza avrà luogo nell’Aula delle udienze del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano e il Collegio giudicante sarà composto dal Prof. Giuseppe Dalla Torre, Presidente, dal prof. Avv. Paolo Papanti-Pelletier, Giudice, e dal prof. Avv. Venerando Marano, Giudice.

lunedì 22 ottobre 2012

LA SANTITÀ HA SUA SORGENTE NEL MISTERO DELLA REDENZIONE

Città del Vaticano, 21 ottobre 2012 (VIS). Questa mattina in Piazza San Pietro, ottantamila persone hanno assistito alla Santa Messa ed al rito di canonizzazione di sette nuovi santi: Jacques Berthieu (1838-1896), sacerdote professo della Compagnia di Gesù, martire; Pedro Calungsod (1654-1672), catechista laico, martire; Giovanni Battista Piamarta (1841-1913), sacerdote, fondatore della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth e delle Umili Serve del Signore; María Carmen Sallés y Barangueras (1848-1911), fondatrice della Congregazione delle Suore Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento; Marianne Cope (1838-1918), religiosa professa della Congregazione delle Suore del terzo ordine di San Francesco di Syracuse; Kateri Tekakwitha (1656-1680), laica; Anna Schäffer (1882-1925), laica.

Nell'omelia il Papa ha posto in rilievo la "felice coincidenza" della celebrazione dell'Assemblea sinodale sulla nuova evangelizzazione e della Giornata Missionaria Mondiale ed ha ricordato che i testi della liturgia odierna ci mostrano "lo stile dell’evangelizzatore, chiamato a testimoniare ed annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo, seguendo la sua stessa vita. Questo vale sia per la missione ad gentes, sia per la nuova evangelizzazione nelle regioni di antica cristianità".

"'Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti', ha detto Benedetto XVI, citando il Vangelo di Marco e sottolineando che: "Queste parole hanno costituito il programma di vita dei sette Beati che oggi la Chiesa iscrive solennemente nella gloriosa schiera dei Santi. (...) Sono figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la vita del servizio seguendo il Signore. La santità nella Chiesa ha sempre la sua sorgente nel mistero della Redenzione (...). L’odierna canonizzazione costituisce un’eloquente conferma di tale misteriosa realtà salvifica".

Il Papa ha poi illustrato la biografia e l'esempio dei nuovi santi. Jacques Berthieu, nato nel 1838, in Francia, fu "Pastore infaticabile nell’Isola Santa Maria e poi nel Madagascar, lottò contro l’ingiustizia, mentre recava sollievo ai poveri e ai malati. (...) Si fece tutto a tutti, attingendo nella preghiera e nell’amore del Cuore di Gesù la forza umana e sacerdotale di giungere fino al martirio nel 1896. (...) La vita di questo evangelizzatore sia un incoraggiamento e un modello per i sacerdoti, affinché siano uomini di Dio come lui! Il suo esempio aiuti i numerosi cristiani oggi perseguitati a causa della fede! Possa la sua intercessione, in questo Anno della fede, portare frutti per il Madagascar e il continente africano!".

"Pedro Calungsod nacque intorno al 1654, nella regione di Visayas nelle Filippine. (...) Nel 1668, assieme ad altri giovani catechisti, accompagnò il Padre Diego Luis de San Vitores alle Isole Marianas per evangelizzare il popolo Chamorro. La vita là era dura - ha detto il Papa - e i missionari soffrirono persecuzioni a causa di invidie e calunnie. Pedro, però, dimostrò fede e carità profonde e continuò a catechizzare i molti convertiti, dando testimonianza a Cristo mediante una vita di purezza e di dedizione al Vangelo. Molto intenso era il suo desiderio di guadagnare anime a Cristo, e ciò lo rese risoluto nell’accettare il martirio. (...) Possano l’esempio e la coraggiosa testimonianza di Pedro Calungsod ispirare le care popolazioni delle Filippine ad annunciare il Regno di Dio con forza e guadagnare anime a Dio!".

"Il sacerdote italiano Giovanni Battista Piamarta, (...) fu un grande apostolo della carità e della gioventù. Avvertiva l’esigenza di una presenza culturale e sociale del cattolicesimo nel mondo moderno (...). Animato da fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza e da profondo spirito di sacrificio, (...) quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore. (...) per attingere forza spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali".

L'opera educativa della religiosa spagnola María del Carmen Sallés y Barangueras "affidata alla Vergine Immacolata, continua a portare frutti abbondanti in mezzo alla gioventù mediante l’impegno generoso delle sue figlie, che come lei si pongono nelle mani del Dio che tutto può".

La tedesca Marianne Cope "accolse di sua volontà una chiamata a prendersi cura dei lebbrosi delle Hawaii, dopo che molti altri avevano rifiutato". (...) Dopo cinque anni, accettò l’invito ad aprire una casa per donne e ragazze nella stessa isola di Molokai, coraggiosamente andandovi lei stessa (...). Là si prese cura di padre Damiano, già famoso per la sua eroica attività fra i lebbrosi, curandolo sino alla morte e prendendone il posto fra i lebbrosi maschi. Quando ancora si poteva fare poco per quanti soffrivano di questa terribile malattia, Marianne Cope dimostrò l’amore, il coraggio e l’entusiasmo più alti".

"Kateri Tekakwitha nacque nell’odierno stato di New York nel 1656 da padre Mohawk e da madre cristiana algonchina (...). Fu battezzata all’età di vent’anni e, per fuggire dalle persecuzioni, si rifugiò nella missione di san Francesco Saverio vicino a Montreal. Là lavorò, fedele alle tradizioni del suo popolo - anche se rinunciò alle convinzioni religiose della sua gente - sino alla morte all’età di 24 anni. (...) Kateri ci impressiona per l’azione della grazia nella sua vita in assenza di sostegni esterni, e per il coraggio nella vocazione tanto particolare nella sua cultura. In lei, fede e cultura si arricchiscono a vicenda! Il suo esempio ci aiuti a vivere là dove siamo, senza rinnegare ciò che siamo, amando Gesù! Santa Kateri, patrona del Canada e prima santa amerinda, noi ti affidiamo il rinnovamento della fede nelle prime nazioni e in tutta l’America del Nord! Dio benedica le prime nazioni!".

La giovane tedesca Anna Schäffer di Mindelstetten, da giovane, ebbe un grave incidente che provocandole ustioni inguaribili alle gambe la costrinsero al letto per tutta la vita. "Così, il letto di dolore diventò per lei cella conventuale e la sofferenza costituì il suo servizio missionario. (...) Possa il suo apostolato di preghiera e di sofferenza, di sacrificio e di espiazione costituire un esempio luminoso per i fedeli nella sua Patria, e la sua intercessione rafforzi il movimento cristiano di hospice (centri di cure palliative per malati terminali) nel loro benefico servizio".

"Questi nuovi Santi, diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale, sono uniti con l’intero Popolo di Dio nel mistero di salvezza di Cristo, il Redentore. (...) Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero", ha concluso il Santo Padre.

All'Angelus il Papa ha invocato Maria, Regina di tutti i Santi, ed ha ricordato che Lourdes è stata colpita da una grave esondazione del fiume Gave che ha allagato anche la Grotta delle Apparizioni. "In particolare, vogliamo oggi affidare alla materna protezione della Vergine Maria i missionari e le missionarie - sacerdoti, religiosi e laici - che in ogni parte del mondo spargono il buon seme del Vangelo. Preghiamo anche per il Sinodo dei Vescovi, che in queste settimane si sta confrontando con la sfida della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".

UDIENZE

Città del Vaticano, 22 ottobre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

- Il Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano; e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 22 ottobre 2010 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Machala (Ecuador), presentata dal Vescovo Luis Antonio Sánchez Armijos, S.D.B., in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

Sabato 20 ottobre il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni (superficie: 1.253; popolazione: 283.496; cattolici: 282.396; sacerdoti: 165; religiosi: 233; diaconi permanenti: 12), Italia. Finora Vescovo di Nardò-Gallipoli (Italia), l'Arcivescovo eletto è nato nel 1947 a Ceglie Messapica (Brindisi), ed è stato ordinato sacerdote nel 1971. Dal 1971 al 1974 è stato Educatore nel Pontificio Seminario Romano Minore; dal 1975 al 1978 è stato Vice Rettore e poi Direttore spirituale nel Seminario diocesano di Oria; dal 1979 al 1980 è stato Parroco di S. Francesco D’Assisi, Oria; dal 1980 al 1985 è stato Vicario foraneo; dal 1980 al 1993 è stato Professore ordinario di Teologia Morale presso il Seminario Regionale di Molfetta e presso l’Istituto di Scienze Religiose di Oria; dal 1972 al 1983 è stato Canonico del Capitolo Cattedrale di Oria; dal 1981 al 1983 è stato membro del Consiglio Pastorale Diocesano di Oria. Dal 1989 al 1993 è stato membro del Collegio dei Consultori di Oria;nel 1993 ha ricevuto la consacrazione episcopale.

- Il Monsignore Guido Gallese, Vescovo della diocesi di Alessandria (superficie: 740; popolazione: 163.100, cattolici: 151.200; sacerdoti: 96; religiosi: 207; diaconi permanenti: 2); Italia. Il Vescovo eletto è nato a Genova (Italia) nel 1962 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Dal 1990 al 1995 è stato Vice Rettore del Seminario Arcivescovile Maggiore di Genova “Benedetto XV”; dal 1995 al 1998 è stato Vicario parrocchiale di S. Giuseppe di Priaruggia, in Genova Quarto; dal 1998 al 2003 è stato Parroco “in solidum” e Moderatore delle parrocchie S. Pietro Apostolo, S. Andrea Apostolo in Calvari, S. Colombano Abate in Moranego, S. Giovanni Battista in Marsiglia, S. Stefano in Rosso, tutte nel comune di Davagna (GE); dal 2003 al 2007 è stato Parroco delle parrocchie di S. Ambrogio, S. Giovanni Battista e S. Maria Assunta in Bargagli (Genova); dal 2007 è Docente di Antropologia filosofica ed Etica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – Sezione di Genova, e Responsabile diocesano per la Pastorale giovanile. Dal 2008 è Direttore dell’Ufficio diocesano per l’Università e Membro del Consiglio Presbiterale. Nel 2010 è stato nominato Membro della Commissione diocesana per l’applicazione degli Orientamenti Pastorali dell’Episcopato Italiano per il decennio 2010-2020. È stato finora Direttore dell’Ufficio diocesano per l’Università e Responsabile diocesano per la Pastorale giovanile.

- Il Vescovo Luigi Ernesto Palletti, Vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato (superficie: 881; popolazione: 223.535; cattolici: 220.921; sacerdoti: 141; religiosi: 152; diaconi permanenti: 22), Italia. È stato finora Vescovo Ausiliare di Genova (Italia).


sabato 20 ottobre 2012

PREMIO RATZINGER: ECUMENISMO E CONFRONTO CON ALTRE RELIGIONI

Città del Vaticano, 20 ottobre 2012 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre ha conferito a due studiosi di teologia il "Premio Ratzinger", istituito dalla "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI":

Quest'anno il premio è stato conferito al cattedratico francese Rémi Brague, laico, studioso di Filosofia delle religioni ed al sacerdote gesuita Brian E. Daley, docente di Teologia storica.

Dopo l'introduzione di Monsignor Giuseppe Antonio Scotti, Presidente della Fondazione e la presentazione dei premiati da parte del Cardinale Camillo Ruini, Presidente del Comitato scientifico, Benedetto XVI ha rivolto alcune parole ai presenti.

"I due premiati di quest’anno - ha detto il Papa - sono competenti e impegnati in due aspetti decisivi per la Chiesa nei nostri tempi: mi riferisco all’ecumenismo e al confronto con le altre religioni. Il Padre Daley, studiando a fondo i Padri della Chiesa, si è posto nella migliore scuola per conoscere e amare la Chiesa una e indivisa, pur nella ricchezza delle sue diverse tradizioni". Il Professor Brague "è un grande studioso della filosofia delle religioni, in particolare di quelle ebraica e islamica nel medioevo. Ecco, a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, mi piacerebbe rileggere insieme con loro due documenti conciliari: la Dichiarazione 'Nostra aetate' sulle religioni non cristiane e il Decreto 'Unitatis redintegratio' sull’ecumenismo, a cui aggiungerei però un altro documento che si è rivelato di straordinaria importanza: la dichiarazione 'Dignitatis humanae' sulla libertà religiosa".

Benedetto XVI ha ricordato che i due premiati sono "professori universitari, molto impegnati nell'insegnamento", ed ha sottolineato l'importanza di tale fattore che "mostra un aspetto di coerenza nell'attività della Fondazione", che oltre al Premio, promuove borse di studio per dottorandi in Teologia e anche convegni di studio a livello universitario.

"Personalità come il Padre Daley e il Professor Brague sono esemplari per la trasmissione di un sapere che unisce scienza e sapienza, rigore scientifico e passione per l’uomo, perché possa scoprire l’'arte del vivere'. Ed è proprio di persone che, attraverso una fede illuminata e vissuta rendano Dio vicino e credibile all’uomo d’oggi, ciò di cui abbiamo bisogno; (...) uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio, perché possano parlare anche alla mente e al cuore degli altri".

"Operare nella vigna del Signore, dove ci chiama - ha concluso il Papa - perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano scoprire e riscoprire la vera 'arte del vivere': questa è stata anche una grande passione del Concilio Vaticano II, più che mai attuale nell’impegno della nuova evangelizzazione".



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