Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

venerdì 9 ottobre 2009

OTTAVA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo l'Ottava Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, alla presenza del Santo Padre. I Padri Sinodali presenti erano 210. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Senegal).

  Riportiamo di seguito estratti di alcuni interventi.

VESCOVO JANOZGA, DE DOUMÉ-ABONG' MBANG (CAMERUN). "Per produrre auspicato, questa seconda Assemblea sinodale per l'Africa,  deve passare - mi sembra estremamente importante - attraverso la famiglia africana, dal momento che la formazione di una nuova cultura della riconciliazione, della giustizia e della pace è un'opera familiare prima ancora che sociale. Se questi tre valori traggono origine e fondamento dalla famiglia, la loro cultura può estendersi a livello dell'intera società africana. (...) La giustizia è il giusto apprezzamento, il riconoscimento, il rispetto dei diritti e del merito di ciascuno. La famiglia è chiamata a educare alla vera giustizia, la sola che porta al rispetto della dignità personale di ognuno".

VESCOVO ALBERT VANBUEL, S.D.B. DI KAGA-BANDORO (REPUBBLICA CENTROAFRICANA). Negli ultimi mesi abbiamo deplorato le manifestazioni di divisione fra i sacerdoti, fra sacerdoti e Vescovi, fra sacerdoti e laici; non è questo il Vangelo che dobbiamo annunciare. Siamo stati chiamati ad edificare una Chiesa unita dallo Spirito di Dio che ci guida. Possiamo, nel contempo, lacerare il Corpo di Cristo. L'Anno Sacerdotale donatoci dal Santo Padre, può ispirarci ed offrirci un orientamento: fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote e fedeltà di ogni battezzato. Esiste un'aspirazione generale ad un tempo di pace, di giustizia e di riconciliazione.  Gli avvenimenti che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere in questo tempo ci dimostrano che esiste sempre una ragione di speranza e che la notte nella quale viviamo si annunciano l'alba e il nuovo giorno. Ognuno di noi è debole, peccatore, ma uniti dobbiamo ascoltare la Parola di Dio, dobbiamo viverla e ci darà la forza della perseveranza di una testimonianza autentica"

ARCIVESCOVO JOSEPH KUMUONDALA MBIMBA, DI MBANDAKA-BIKORO (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "Dallo stabilirsi della Chiesa in Africa e in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, l'educazione ha sempre beneficiato di una singolare attenzione. Grazie alla Chiesa, le scuole di tutti i livelli e gli istituti superiori e le università costituiscono luoghi di apostolato. (...) La crisi multiforme legata a guerre a ripetizione ha comportato conseguenze deplorevoli nel settore dell'educazione. (...) Un'educazione che non è garantita, compromette l'avvenire di generazioni di giovani e sacrifica le potenzialità che sarebbero servite a tutta la nazione. Ciò è ingiusto e non garantisce la pace. Poiché i giovani frustrati sono alla mercede dei peccatori in acqua agitate. In un clima di compiacenza che scaturisce da pratiche disoneste, la qualità dell'insegnamento non è garantita. Gli organizzatori, i gestori e i genitori sono consapevoli che i diplomi consegnati non rappresentano un livelli intellettuale e morale appropriato alle esigenze del mondo scientifico e del lavoro".

VESCOVO FRANKLYN NUBUASAHM. S.V.D., VICARIO APOSTOLICO DI FRANCISTOWN (BOTSWANA). "Botswana è un piccolo paese stabile e democratico, (...) un paese mediamente ricco che attira persone provenienti da altre regione africane. (...) Noi accogliamo un buon numero di rifugiati che domandano asilo. Costituiamo un porto di pace perché all'interno del nostro meccanismo tradizionale chiamato kgotla, cioè il tribunale, il dialogo è rispettato. Per noi, la più grande guerra è fatta di parole. La Chiesa ha introdotto questa pratica culturale nelle parrocchie per aiutare a fare e a promuovere la pace e la compressione. Oggi vi è una pressione riguardo alle nostre risorse, il nostro mercato del lavoro e le nostre installazioni sanitarie dovuto all'afflusso di persone in ragione della situazione politica e sociale nella regione. Siamo preoccupati per la xenofobia che è la conseguenza delle dura crisi economica attuale. La Chiesa a promosso la pace e la fraternità verso le persone. Le minoranza non hanno bisogno di usare le violenza per far conoscere i propri problemi. L'Aids è una sfida per i paesi del sud dell'Africa. Il Botswana lavora duramente per sviluppo dell'educazione per prevenire nuove infezioni. Il trattamento è disponibile per i cittadini, ma purtroppo non lo è per i rifugiati, né per gli stranieri che vivono nel paese. L'Aids ha sconvolto le fondamenta della società del Botswana. Esso può essere potenzialmente impiegato come arma di guerra e di conflitto. Come perdonare qualcuno che vi ha contagiato volontariamente con il virus mortale?".

VESCOVO EVARISTUS THATHO BITSOANE, DI QACHAS'S NEK, PRESIDENTE DELA CONFERENZA EPISCOPALE (LESOTHO). "La Chiesa del Lesotho, come tante chiese in Africa, è impegnato nella sanità, nell'educazione e nel servizio ai poveri. Il Lesotho è per il 50% circa cattolico e la Chiesa possiede la maggioranza delle scuole del paese. In funzione di tale cifra, si potrebbe sperare che i principi cattolici possano prevalere nel funzionamento del paese. Al contrario le persone aderiscono a tutto ciò che permetterà loro di avere il pane sulla mensa, anche se ciò deve essere in opposizione con l'insegnamento della Chiesa. Un gran numero di paesi africani hanno firmato il Protocollo di Maputo, e il Lesotho non ha fatto eccezione. Benché i servizi dei nostri ospedali cattolici sono apprezzati da molti, temiamo che un gran numero di aborti venga praticato negli ospedali privati. E ciò di cui la Chiesa del Lesotho ha bisogno urgentemente, per continuare il suo servizio ai poveri, e ciò che le Chiese Sorelle del mondo sviluppato influenzano il proprio governo al fine di non imporre ideologie che siano estranee all'Africa. Durante questo periodo di transizione fino alla sua autonomia finanziaria, l'Africa ha ancora bisogno del sostegno delle Chiese Sorelle del mondo sviluppato".

ARCIVESCOVO JORGE ENRIQUE JIMENEZ CARVAJAL, C.I.M., DI CARTAGENA EN COLOMBIA (COLOMBIA). Migliaia e migliaia di essere umani di razza negra arrivarono in tutta l'America dove si faceva lavorare fino alla morte. (...) Pedro Claver attendeva "le barche di negri" con 'una differente prospettiva per quelli che facevano affari con lui. Per quei commercianti  arrivavano 'schiavi per il lavoro, per l'apostolo arrivavano figli di Dio, che volevano ascoltare tutta la verità del Vangelo. (...) Africa è la 'Patria Grande' tutti i nostri negri dal Canada alla Terra del Fuoco, includendo tutte le meraviglie della presenza di questa razza nelle Antille e nei Carabi. Quante cose che fanno grande il Continente Americano sono state possibili con il contributo dei negri eredi di tante ricchezza che sono nascoste a questa razza, di tanta ricchezza, di simboli che arricchiscono con l'andare del tempo il messaggio cristiano, di tanta allegria nel credere nella fede, così che la vita è dura con essi. La storia dell'Africa in America non è cosa di ieri, è un oggi vivente. Per questo credo che questa Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo del Sinodo deve riservare ugualmente una parola per le 'Negritudini' americane (spero che abbiamo notato che uso la parola  'americano' per designare tutta l'America, del Nord, del Centro, delle Antille, del Caribe, e l'America del Sud). Gran parte del cuore di coloro che vivono in Africa e che continuerà a vivere in Africa e quello che accada a loro qui lo apprezzeranno e vivranno come proprio.
SE/OTTAVA CONGREGAZIONE           VIS 20091009 (118)


IL PAPA AI GIOVANI: NON CEDERE MAI TENTAZIONE GUERRA


CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha assistito nel pomeriggio ieri, nell'Auditorium di Via della Conciliazione a Roma, al concerto "Giovani contro la Guerra" dell'InterRegionales JugendsinfonieOrchester (IRO), Direttore d'orchestra Jochem Hochstenbach. Musiche di Gustav Mahler e Felix Mendelssohn-Bartholdy; testi di Johann Wolfgang von Goethe, Heinrich Heine, Paul Celan, Berthold Brecht e due poesie scritte da bambini internati a Theresienstadt, lette da Michelle Breedt e Klaus Maria Brandauer

  Il concerto è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani, dalla Commissione per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo, dall'Ambasciata di Germania presso la Santa Sede e dall'Europäisches KulturForum Mainau e.V., nell'ambito del 70° anniversario dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale.

  Al termine del concerto, il Santo Padre ha espresso la sua gioia per aver potuto assistere al concerto (...). "Utilizzando l'universale linguaggio della musica, questa iniziativa vuole incoraggiare i giovani a costruire insieme il futuro del mondo, ispirandosi ai valori della pace e della fratellanza tra gli uomini".

  "Questa sera torna alla nostra memoria" - ha proseguito il Pontefice - "la tragedia della seconda guerra mondiale, dolorosa pagina di storia intrisa di violenza e di disumanità, che ha causato la morte di milioni di persone, lasciando i vincitori divisi e l'Europa da ricostruire. La guerra, voluta dal nazionalsocialismo, ha colpito tante popolazioni innocenti dell'Europa e di altri Continenti, mentre, con il dramma della 'shoah', ha ferito soprattutto il popolo ebreo, oggetto di uno sterminio programmato. Eppure non mancarono gli inviti alla ragionevolezza e alla pace elevatisi da molte parti. Qui a Roma risuonò accorata la voce del mio venerato Predecessore Pio XII. Nel radiomessaggio del 24 agosto del 1939 - proprio nella imminenza dello scoppio della guerra - proclamò con decisione: 'nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra'. Nessuno purtroppo riuscì a fermare quell'immane catastrofe: prevalse inesorabile la logica dell'egoismo e della violenza. Ricordare quei tristi eventi sia monito, soprattutto per le nuove generazioni, a non cedere mai più alla tentazione della guerra".

  "Quest'anno commemoriamo un altro significativo anniversario" - ha detto ancora il Papa - "i venti anni dalla caduta del muro di Berlino, simbolo eloquente della fine dei regimi totalitari comunisti dell'Est europeo. (...) L'Europa, il mondo intero hanno sete di libertà e di pace! Occorre costruire insieme la vera civiltà, che non sia basata sulla forza, ma sia 'frutto della vittoria su noi stessi, sulle potenze dell'ingiustizia, dell'egoismo e dell'odio, che possono giungere sino a sfigurare l'uomo'. Il movimento ecumenico, che ha trovato nella seconda guerra mondiale un catalizzatore (...), può contribuire a costruirla, operando insieme agli ebrei e a tutti i credenti. Ci benedica Iddio e conceda all'umanità il dono della sua pace.
BXVI-CONCERTO/GUERRA MONDIALE/...                VIS 20091009 (460)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Gurué (Mozambico), presentata dal Vescovo Manuel Chuanguira Machado, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
RE/.../CHUANGUIRA MACHADO                                                      VIS 20091009 (50)


giovedì 8 ottobre 2009

QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 7 OTT. 2009 (VIS). Questo pomeriggio si è tenuta la Quinta Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale i Padri Sinodali hanno proseguito gli interventi. Presidente delegato di turno è stato il Cardinale Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Senegal).

  Riportiamo di seguito estratti degli interventi nell'Aula del Sinodo:

CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO (CITTÀ DEL VATICANO).
"La religione tradizionale africana (RTA) esercita ancora una forte influenza sugli africani che sono per natura religiosi. (...) I missionari cristiani non hanno fatto scoprire Dio agli africani (ne avevano già una percezione): essi hanno portato loro Gesù Cristo, il Dio che possiede un volto umano (Spe salvi, 31)! L'attività delle sette, a causa della semplicità delle credenze, seduce molto gli africani afflitti dalla precarietà. (...) Sarebbe opportuno che l'Assemblea Sinodale incoraggiasse lo studio della religione tradizionale africana, che invitasse a una maggior cura pastorale nei confronti di coloro che vivono a contatto con la RTA e che suggerisse ciò che è possibile fare insieme per il bene comune.(...) Lo sviluppo delle sette può essere considerato anche un invito rivolto ai pastori a curare maggiormente la trasmissione del contenuto della fede nel contesto culturale africano. Se vogliamo rispondere alla domanda: cosa ha da dire di nuovo agli africani il Vangelo?, è fondamentale conoscere e apprezzare le radici religiose dei popoli di questo continente".

ARCIVESCOVO TARCISIUS GERVAZIO ZIYAYE, DI BLANTYRE, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE DEI MEMBRI DELLE CONFERENZE EPISCOPALI IN AFRICA ORIENTALE (A.M.E.C.E.A.) (MALAWI). "In quanto Chiesa in Africa (...) siamo chiamati a passare a una catechesi più matura, che promuova una vera identità cristiana e una profonda conversione dei cuori. È scoraggiante osservare che i cattolici oggi in Africa partecipino a scontri politici ed etnici, che i politici cattolici possano essere coinvolti in gravi casi di corruzione nella pubblica amministrazione e che alcuni dei nostri cattolici ricorrano a pratiche occulte nei momenti di difficoltà: tutto ciò ci dice che c'è ancora molto da fare per promuovere una fede che trasformi i cuori e una fede che renda giustizia. Occorre una formazione più seria, a tutti i livelli della Chiesa in Africa, nella dottrina sociale della Chiesa (CST) e una migliore penetrazione dell'inculturazione nella nostra teologia e non solo nei nostri rituali".

VESCOVO AMBROISE OUÉDRAOGO, VESCOVO DI MARADI (NIGER)."Nel Niger l'Islam è presente in modo massiccio e colora tutte le attività della vita sociale, culturale, economica e politica. Moschee e madrase sono presenti ovunque. Assistiamo anche alla creazione di orfanatrofi, centri sanitari ed enti di solidarietà. Alcuni nuovi movimenti islamici riformisti sostengono radio e televisioni private di indirizzo religioso allo scopo di formare i fedeli musulmani perché vivano e pratichino meglio la religione. (...) La Chiesa famiglia di Dio nel Niger, consapevole della sua situazione di minoranza, si impegna a vivere e testimoniare l'amore di Dio per essere al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. La Chiesa di Dio nel Niger fa del dialogo islamo-cristiano una priorità pastorale della sua missione evangelizzatrice. Senza pretendere di compiere atti straordinari o di prendere iniziative eccezionali, le comunità cristiane, sostenute e incoraggiate dai loro pastori, si impegnano a ricercare e vivere la fraternità universale in uno spirito di gratuità nei confronti dei loro fratelli e sorelle musulmani, attraverso il dialogo di vita, l'ascolto e il rispetto dell'altro, il servizio reciproco in occasione degli avvenimenti fondamentali della vita umana".

VESCOVO MAURICE PIAT, C.S.SP., DI PORT-LOUIS (MAURIZIO). "I genitori disarmati dinanzi alla violenza che si abbatte sulla loro famiglia o scossi dalla modernità che sconvolge i canali tradizionali di trasmissione dei valori, hanno bisogno di essere sostenuti. Quando la guerra lacera la loro famiglia, i genitori si domandano che senso possa ancora avere la loro vita e quali valori possono ancora trasmettere ai propri figli. (...) I genitori che sono vittima della violenza hanno anche bisogno di essere accompagnati nel loro cammino di guarigione (...) Quando attraverso le comunità ecclesiali viventi i genitori trovano risposta al loro desiderio di ritrovare il gusto di trasmettere e vengono messi a contatto con la Parola di Dio, scoprono, a partire dalle loro prove, un'inaspettata vicinanza con le sofferenze di Cristo che li incoraggia e ridona un senso alla loro vita. Accompagnare le famiglie su questo cammino pasquale appare essenziale, oggi, perché la Chiesa, Famiglia di Dio, sparga il sale del Vangelo in terra africana".

VESCOVO FULGENCE MUTEBA MUGALU, DI KILWA-KASENGA (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "Per essere efficace, la comunicazione ecclesiale deve diventare una priorità pastorale. Per questo, i mezzi di comunicazione sociale devono essere realmente messi al servizio dell'evangelizzazione ed essi stessi evangelizzati. È auspicabile, a questo proposito, che le nostre strutture ecclesiali e le nostre istituzioni ecclesiastiche dispongano, nella misura delle loro risorse materiali disponibili, di loro propri mezzi di comunicazione (radio, giornale, bollettini di informazione, sito internet, televisione, telefono, ecc.) e li utilizzino realmente. (...) I vescovi, i sacerdoti e i seminaristi, devono imparare ad utilizzare le nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione pastorale, in particolare nella pastorale della giustizia, della pace e della riconciliazione. Le nostre popolazioni devono, anch'esse, essere educate all'utilizzo degli strumenti mediatici con discernimento e spirito critico, alla luce dei principi etici e dei diritti umani".

VESCOVO GEORGE NKUO, DI KUMBO (CAMERUN). "A parte l'avidità, la corruzione e la mancanza di fiducia nei nostri leader politici, uno dei maggiori ostacoli alla giustizia, alla pace e alla riconciliazione in Africa è la povertà. (...) In Africa ci sono persone avide, compresi i nostri leader, che non si preoccupano dei loro fratelli e delle loro sorelle. Povertà significa impossibilità di rispondere ai bisogni fondamentali che sono il cibo, l'acqua e la casa. Povertà significa che nella comunità non c'è sicurezza. Povertà significa che non ci sono i mezzi per curare la propria famiglia. Povertà significa che i nostri figli non possono sperare in un futuro in cui avranno una famiglia e mezzi di sostentamento. Povertà significa che la tristezza e la paura hanno preso il posto della gioia e della serenità. È questa la povertà in molte parti dell'Africa. La povertà è la causa principale della fame C'è povertà in Africa, eppure l'Africa possiede quasi tutto ciò che serve per essere il continente più ricco del mondo. (...) È vero che non vi sono soluzioni pronte per risolvere la povertà su larga scala, ma da qualche parte dobbiamo cominciare".
SE/QUINTA CONGREGAZIONE/...                                            VIS 20091008 (560)


SESTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 8 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo la Sesta Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale dell'Africa del Sinodo dei Vescovi. Erano presenti 227 Padri Sinodali. Presidete Delegato di turno è stato il Cardinale Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

  Di seguito riportiamo estratti di alcuni interventi:

PADRE KIERAN O'REILLY, S.M.A., SUPERIORE GENERALE DELLA SOCIETÀ DELLE MISSIONI AFRICANE. "Ispirate dal loro impegno di fede e istruite nella dottrina sociale della Chiesa, molte congregazioni missionarie e religiose hanno costituito delle reti per affrontare la sfida. Mi riferisco in particolare al lavoro della rete Africa Faith and Justice Network. Queste reti si preoccupano in modo particolare di affrontare le questioni dell'ingiustizia strutturale radicata nelle politiche europee e statunitensi che hanno un impatto negativo sull'Africa. Come 'Famiglia di Dio', la Chiesa è sfidata a testimoniare e a promuovere l'universalità dell'amore di Dio per le persone e per l'unità futura dell'umanità. (...) La testimonianza delle comunità missionarie e religiose internazionali è tanto importante quanto urgente. (...) L'Africa è trattata in modo inadeguato dai mezzi di comunicazione di massa, che si interessano quasi esclusivamente delle cattive notizie, creando così l'immagine largamente accettata di un continente in uno stato di crisi costante. Anche l''industria degli aiuti' si alimenta vendendo stereotipi negativi e superati sugli africani come vittime indifese di guerre infinite e di carestie costanti. La gente dell'Africa deve assumere un ruolo più centrale in quello che all'estero si racconta dell'Africa. E le congregazioni e gli istituti missionari internazionali si trovano in una posizione ideale per essere di aiuto in questo processo".

ARCIVESCOVO MARCEL UTEMBI TAPA, DI KISANGANI (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "La dimensione politica della pace invita la Chiesa che è in Africa a inventare nuovi metodi di presentazione del suo insegnamento sociale, fondato su valori evangelici capaci di favorire la pace e l'intesa tra i popoli. Convenendo che la pace è anzitutto un dono di Dio, proponiamo che la Chiesa in Africa si impegni sempre di più affinché la classe politica africana sia veramente al servizio del bene comune. A tale fine la Chiesa dovrà curare e rafforzare l'accompagnamento e la formazione degli uomini politici alla luce dell'insegnamento sociale della Chiesa.  Affinché si realizzi un programma trasversale ed ecumenico per l'educazione civica delle popolazioni al fine di promuovere una coscienza civica e la partecipazione responsabile delle popolazioni locali alla gestione del patrimonio dei rispettivi paesi".

VESCOVO LOUIS NCAMISO NDLOVU, O.S.M., DI MANZINI (SWAZILAND). "La Chiesa cattolica nello Swaziland è ancora giovane, essendo giunta nel 1914. Conta circa 55.000 fedeli su una popolazione di un milione di persone, il che significa che solo il cinque per cento dei cittadini è cattolico. Sebbene rappresenti una minoranza, è comunque la Chiesa cristiana più grande del paese. (...) Negli ultimi anni, il rapporto tra la Chiesa e i leader tradizionali e politici è diventato ambivalente. La Chiesa continua a ricevere l'apprezzamento del governo per i suoi interventi nel campo dell'educazione, della salute e dei programma di sviluppo. Come Chiesa continuiamo a mettere in discussione il sistema di governo, poiché riteniamo che contribuisca al grave livello di povertà nel paese. Il governo critica la Chiesa perché si esprime su questioni politiche, affermando che il suo dovere dovrebbe limitarsi alla liturgia e al culto e che non dovrebbe essere presente nella vita sociale e politica della gente. Questo ha fatto sì che ricevessimo il sostegno di alcuni membri della società civile, tra cui i sindacati e i partiti politici e i movimenti messi al bando. Ci troviamo quindi in mezzo a due forze contrapposte. Ciò offre alla Chiesa un'opportunità unica, poiché può servire sia il governo che i membri della società civile".

VESCOVO NICOLAS DJOMOSLOLA, DI TSHUMBE, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA CONFERENZA DEMOCRATICA DEL CONGO. "Deploriamo il fatto che le sofferenze e le vite umane falciate dalle guerre nella Repubblica Democratica del Congo non abbiano suscitato la stessa indignazione e la stessa condanna che suscitano quando avvengono sotto altri cieli. Come spiegare altrimenti la ricomparsa e la virulenza delle violenze che continuano a essere condannate a parole senza prendere iniziative efficaci per mettere fine una volta per tutte alle loro cause? Non facciamo parte forse della stessa umanità? (...) A tal fine suggeriamo che questo Sinodo esorti anzitutto tutti i cristiani, nel nome della nostra fede in Gesù Cristo, che con il suo sacrificio supremo sulla croce ci ha dato la vera misura della dignità di ogni persona umana, e poi tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nel nome della nostra comune umanità, a condannare e a denunciare pubblicamente i mandanti delle guerre e delle violenze in Africa. Altrimenti saremo complici del male fatto al nostro fratello".

VESCOVO PETER MARTIN MUSIKUWA, DI CHIKWAWA (MALAWI). "Essendo 'Chiese domestiche', luoghi di perdono, di riconciliazione e di pace, la maggior parte della famigli africane non godono una completa armonia. Esse devono affrontare numerose sfide come i problemi legati all'Aids, alla globalizzazione multiculturale, il deterioramento del valore culturale del matrimonio, l'influenza politica e la mancanza di modelli di ruolo. Il vero amore e la riconciliazione difettano. Un accompagnamento pastorale qualitativo, una catechesi continua per il matrimonio e la vita famigliare è ancora necessario. Ciò si può svolgere a diversi livelli: Conferenza episcopale, Diocesi e Parrocchia. Accanto a questi Movimenti/Associazioni cristiane, quali i Movimenti familiari, gli incontri sul matrimonio cristiani possono essere utili".

ARCIVESCOVO BUTI JOSEPH TLHAGALE, O.M.I., DI JOHANNESBOURG, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (SUD AFRICA). "I valori morali fanno parte delle diverse culture africane, mentre i valori evangelici, sono minacciati dalla nuova etica globale che cerca, in modo aggressivo, di convincere i governi e le comunità africane, ad accettare nuove e diverse concezioni della famiglia, del matrimoni e della sessualità. Le culture africane sono poste sotto una forte pressione dal liberalismo, il secolarismo ed i gruppi di pressione che campeggiano davanti alla sede delle Nazioni Unite. L'Africa affronta nello stesso tempo una seconda colonizzazione più sottile e più spietata. (...) I laici, in virtù del battesimo, hanno un ruolo significativo. Essi devono testimoniare sulla pubblica piazza, nelle proprie famiglie, e sul luogo di lavoro. La loro voce cristiani di fronte alle  numerose sfide dell'Africa, è debole, resa sorda o semplicemente ridotta al silenzio. La gerarchia è privata di interlocutori credibili nell'opera di trasformazione dell'Africa. I laici cattolici devono vedersi riconoscere un ruolo in modo di poter tener testa ed essere tenuti in considerazione per la loro fede cattolica. La gerarchia non può fare tutto da sola".
SE/SESTA CONGREGAZIONE/…                        VIS 20091008 (610)


IL SANTO PADRE RICEVE PRESIDENTE AUTORITÀ PALESTINESE


CITTA' DEL VATICANO, 8 OTT. 2009 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico questo mattina il seguente Comunicato:

  "Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Signor Mahmoud Abbas, Presidente dell'Autorità Palestinese. Successivamente il Presidente Abbas si è incontrato con Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che era accompagnato dal Vescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati".

  "Nel corso dei cordiali colloqui, dopo aver ricordato il viaggio del Santo Padre in Terra Santa, si è aperto un dialogo sulla situazione in Medio Oriente e, in particolare, sulla necessità di trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto israeliano-palestinese, in cui i diritti di tutti siano riconosciuti e rispettati. Al riguardo è stata rilevata l'importanza della cooperazione e del mutuo rispetto tra le parti e del sostegno della comunità internazionale".

  "Non è mancato un riferimento alla situazione dei cattolici in Palestina, e più in generale nella regione, e al loro contributo alla vita sociale e alla convivenza pacifica tra i popoli".
OP/VISITA/ABBAS                                   VIS 20091008 (190)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 8 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, il Cardinale Antonio Cañzares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti; il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; l'Arcivescovo Jean-Louis Bruguês, Segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

- Membri della medesima Pontificia Commissione per l'America Latina; il Cardinale Nicolás de Jesús López Rodriguez, Arcivescovo di Santo Domingo (Repubblica Dominicana); il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo di Guadalajara (Messico); il Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Québec (Canada); il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di S?o Paulo (Brasile); l'Arcivescovo Mario Antonio Cargnello, di Salta (Argentina); l'Arcivescovo Héctor Rubén Aguer, di La Plata (Argentina); l'Arcivescovo Nicolás Cotugno Fanizzi, di Montevideo (Uruguay); l'Arcivescovo Geraldo Lyruo Rocha, di Mariana (Brasile); L'Arcivescovo Raymundo Damasceno Assis, di Aparecida (Brasile); l'Arcivescovo Leopoldo José Brenas Solózorno, Arcivescovo di Managua (Nicaragua); l'Arcivescovo Orlando Antonio Corrales García, di Santa Fe de Antioquia (Colombia); l'Arcivescovo Juan José Asenjo Pelegrina, Coadiutore di Sevilla (Spagna).
NA/.../...                                       VIS 20091008 (180)


mercoledì 7 ottobre 2009

QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 6 OTT. 2009 (VIS). Alle 16:30 di oggi pomeriggio, ha avuto inizio la Quarta Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale sono proseguiti gli interventi dei Padri Sinodali. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Wilfrid Fox Napier, O.F.M., Arcivescovo di Durban (Sud Africa). Erano presenti 225 Padri Sinodali.

  Di seguito riportiamo alcuni estratti degli interventi nell'Aula del Sinodo:

ARCIVESCOVO FRANÇOIS-XAVIER MAROY RUSENGO, DI BUKAVU (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "Partendo dai danni provocati dalle guerre e dalle violenze nella parte orientale del nostro paese, la Repubblica Democratica del Congo e, in particolare, nella nostra arcidiocesi di Bukavu, riteniamo che la riconciliazione non possa più limitarsi semplicemente ad armonizzare le relazioni interpersonali. Essa deve inevitabilmente prendere in considerazione le cause profonde della crisi delle relazioni che si collocano a livello degli interessi e delle risorse naturali del Paese, da sfruttare e gestire nella trasparenza e nell'equità a vantaggio di tutti. (...) Mentre prendiamo la parola in queste riunioni, gli agenti pastorali nella nostra arcidiocesi vengono attaccati dai nemici della pace. Una delle parrocchie della nostra arcidiocesi è stata incendiata venerdì 2 ottobre 2009, i sacerdoti sono stati maltrattati, altri presi in ostaggio da uomini in uniforme che hanno preteso un grosso riscatto che siamo stati costretti a pagare per risparmiare la vita dei nostri sacerdoti che essi minacciavano di massacrare. Con queste azioni, è la Chiesa, rimasta l'unico sostegno di un popolo terrorizzato, umiliato, sfruttato, dominato, che si vorrebbe ridurre al silenzio".

CARDINALE WALTER KASPER, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL'UNITÀ DEI CRISTIANI (CITTÀ DEL VATICANO). "Mentre, grazie a Dio, vi è stata una rapida crescita della Chiesa in Africa, purtroppo si è verificata anche una frammentazione sempre più grande tra i cristiani. Pur non essendo, questa situazione, peculiare dell'Africa, è troppo facile ritenere che tali divisioni derivino dall'eredità del cristianesimo diviso che l'Africa ha ricevuto, poiché in Africa vi sono anche numerose nuove divisioni - basti pensare più di recente alle comunità carismatiche e pentecostali, alle chiese cosiddette indipendenti e alle sette. La loro diffusione a livello mondiale è estesa e la loro vitalità nel continente africano è rispecchiata dall'aumento delle Chiese indipendenti africane, che ora hanno creato un'istituzione ufficiale, l'OAIC con sede a Nairobi. (...) Il dialogo con questi gruppi non è facile e spesso è del tutto impossibile a causa del loro comportamento aggressivo e - per non dire altro - per il loro basso standard teologico. Dobbiamo affrontare questa sfida urgente con un atteggiamento di autocritica. Infatti, non basta dire che cosa è sbagliato in loro, dobbiamo domandarci che cosa è sbagliato o che cosa manca nel nostro lavoro pastorale. Perché tanti cristiani abbandonano la nostra Chiesa? Che cosa manca loro da noi e che cosa cercano altrove?".

VESCOVO MARTIN MUNYANYI, DI GWERU (ZIMBABWE). "Lo Zimbabwe ha vissuto esperienze socio-politiche molto difficili ed inumane risalenti ai periodi precoloniale, coloniale e postcoloniale che devono essere trattate con urgenza. Nella ricerca di una riconciliazione durevole, sarebbe un errore chiedere alle persone di dimenticare semplicemente il passato. C'è bisogno di riconciliazione non solo nel paese in generale, ma anche nella Chiesa, dato che vediamo ribollire la tensione in alcune nostre parrocchie a causa delle differenze linguistiche ed etniche. In Africa, quando parliamo di giustizia, parliamo certamente di parti coinvolte, che comprendono anche le famiglie. Le comunità hanno bisogno di riunirsi a discutere i loro problemi in uno scenario di 'arbre à palabre'. E dovrebbe esserci una giustizia retributiva e riparatrice prima della morte di una delle parti in causa. Le questioni di giustizia nella Chiesa riguardano ovviamente il non pagare ai nostri lavoratori la somma corrispondente al giusto salario e il cattivo uso delle risorse della Chiesa da parte di sacerdoti a spese delle comunità. Alcune pratiche della Chiesa tendono ad avere pregiudizi contro le bambine. Per esempio la bambina viene punita mentre il bambino no. In quanto Chiesa locale abbiamo istituito strutture come la Commissione per la giustizia e la pace per dedicarci agli aspetti storici negativi della nostra esperienza".

VESCOVO ARMANDO UMBERTO GIANNI, O.F.M. CAP., DI BOUAR, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (REPUBBLICA CENTROAFRICANA). "Ci aspetta il delicato ma necessario compito di aiutare i sacerdoti che hanno problemi a ritrovare il cammino di verità. Aspettiamo dal sinodo una parola chiara e persuasiva su questo tema. Poi la sfida più grande: come aiutare i sacerdoti a formare delle vere famiglie sacerdotali. Si sente l'esigenza di avere un direttorio di vita sacerdotale. Se la nostra crisi ci ha apportato sofferenza ci aiuterà a crescere più armoniosamente. Abbiamo bisogno di intensificare l'unione profonda con Cristo. (...) La Chiesa è rimasta presente dappertutto nel paese. Anche nelle zone cosiddette rosse, cioè insicure; ha continuato a prestare la sua opera nelle scuole, nella sanità, vicino alle persone sfollate e handicappate. (...) Voglio far rimarcare la disponibilità data dal personale delle missioni in questo contesto di insicurezza per assicurare il servizio della mediazione tra forze governative e ribelli, a volte anche con i banditi. (...) Mi pare che la Chiesa abbia vocazione ad essere là, in questi luoghi umili e nascosti, per aiutare a spegnere sul nascere questi conflitti di casa. La sua voce è ascoltata e cercata, perché gode di credibilità".

VESCOVO GIOVANNI INNOCENZO MARTINELLI, O.F.M., Vicario Apostolico di Tripoli (LIBIA). "Sappiamo che nel continente africano vi sono più di dieci milioni di sfollati, di migranti che cercano una patria, una terra di pace. Il fenomeno di questo esodo rivela un volto d'ingiustizia e di crisi sociopolitica in Africa. In Libia viviamo tutta la tragedia di questo fenomeno... Venire in Libia per essere respinti dall'Europa... Vi sono migliaia di immigrati che entrano in Libia ogni anno, provenienti dai paesi dell'Africa sub-sahariana. La maggior parte di questi fugge dalla guerra e dalla povertà del proprio paese e arriva in Libia, dove cerca un lavoro per aiutare la famiglia oppure un modo per andare in Europa nella speranza di trovarvi una vita migliore e più sicura. (...) L'immigrazione è per molti una tragedia, soprattutto perché fatti oggetto di traffico,  sfruttamento (le donne in particolare) e del disprezzo dei diritti umani. Ma ringraziamo il Signore per la loro testimonianza cristiana. È una comunità che soffre, che cerca, precaria ma piena di gioia nell'espressione della fede! E che in un contesto sociale e religioso musulmano rende la Chiesa credibile... e vive il dialogo della vita con molti musulmani".

VESCOVO JOSÉ NAMBI, DI KWITO-BIÉ (ANGOLA). "I venti della democrazia si fanno sentire più nella capitale che in altre zone del paese e con pochi mezzi di comunicazione sociale. Si constata la mancanza di una vera educazione civica dei cittadini, cosa che favorisce la manipolazione. Tutto ciò, unito all'analfabetismo in ambiente rurale, rende molto precaria la situazione. La coscienza critica delle persone è debole. Alcuni ritengono vero tutto quanto detto dai mezzi di comunicazione sociale. Per questo è urgente promuovere l'educazione civica dei cittadini e rafforzare la loro coscienza critica. Ciò significa anche promuovere la difesa della libertà di espressione e di opinione come appannaggio della democrazia e spazi di sviluppo. I laici che militano nelle diverse istituzioni civili, nei partiti politici, in Parlamento, sono chiamati a dare una vera testimonianza della riconciliazione, della giustizia e della pace. Perciò riteniamo fondamentale continuare a puntare sulla loro formazione a tutti i livelli".
SE/QUARTA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20091007 (1230)


PADRI SINODALI NEI CIRCOLI MINORI

CITTA' DEL VATICANO, 7 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina, mentre il Papa teneva l'Udienza Generale in Piazza San Pietro, i Padri Sinodali si sono riuniti nei Circoli Minori o gruppi linguistici, per eleggere i moderatori e i relatori e iniziare il dibattito sulla relazione precedente la discussione.

  La Quinta Congregazione Generale avrà luogo oggi pomeriggio nell'Aula del Sinodo.
SE/CIRCOLI MINORI/...                                 VIS 20091007 (70)

GIOVANNI LEONARDI: RINNOVAMENTO ECCLESIA FEDELTÀ CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 7 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale del mercoledì a San Giovanni Leonardi, Patrono dei Farmacisti, del quale si compirà domani 9 ottobre, il 400 anniversario della morte.

  "Giovanni Leonardi nacque nel 1541 a Diecimo in provincia di Lucca".  Abbandonò gli studi di farmacia per lo studio della teologia e per essere ordinato sacerdote. Con Monsignor Juan Vives ed il gesuita Martin del Funes, contribuì all'istituzione di una Congregazione specifica della Santa Sede per le missioni, il Collegio Urbano di Propaganda Fide nel quale numerosi sacerdoti hanno studiato per l'evangelizzazione dei popoli. Il suo zelo apostolico lo spinse ad inviare al Papa Paolo V un memoriale nel quale suggeriva criteri per il rinnovamento autentico della Chiesa. "Tuttavia non abbandonò la passione per la farmacopea, perché sentiva che la mediazione professionale di farmacista gli avrebbe permesso di realizzare appieno la sua vocazione, quella di trasmettere agli uomini, mediante una vita santa, 'la medicina di Dio', che è Gesù Cristo crocifisso e risorto, 'misura di tutte le cose'".

  "La luminosa figura di questo Santo" - ha detto il Papa - "invita i sacerdoti in primo luogo, e tutti i cristiani, a tendere costantemente alla 'misura alta della vita cristiana' che è la santità, ciascuno naturalmente secondo il proprio stato. Soltanto infatti dalla fedeltà a Cristo può scaturire l'autentico rinnovamento ecclesiale. In quegli anni, nel passaggio culturale e sociale tra il secolo XVI e il secolo XVII, cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l'illusione di una possibile e totale autonomia dell'uomo il quale sceglie di vivere 'come se Dio non ci fosse'".

  "E' la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo. Giovanni Leonardi intuì quale fosse la vera medicina per questi mali spirituali e la sintetizzò nell'espressione: 'Cristo innanzitutto'. (...) Non c'è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza (...); non c'è problema che in Lui non si risolva. 'O Cristo o niente'! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale".

  "In più circostanze ebbe a ribadire che l'incontro vivo con Cristo si realizza nella sua Chiesa, santa ma fragile, radicata nella storia e nel suo divenire a volte oscuro, dove grano e zizzania crescono insieme (cfr Mt 13,30), ma sempre Sacramento di salvezza. Avendo lucida consapevolezza che la Chiesa è il campo di Dio (cfr Mt 13,24), non si scandalizzò delle sue umane debolezze. Per contrastare la zizzania scelse di essere buon grano: decise, cioè, di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire a renderla sempre più segno trasparente di Lui".

  "Capì" - ha concluso il Papa - "che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario e il suo esempio resta sempre attuale. Ogni riforma interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti. Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo, rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire un mondo migliore".
AG/SAN GIOVANNI LEONARDI/...                    VIS 20091007 (650)



ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 7 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Monsignor Bernard A. Hebda, Vescovo di Gaylord (superficie: 28.932; popolazione: 524.000; cattolici: 71.700; sacerdoti: 69; religiosi: 45; diaconi permanenti: 18), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto, è nato a Pittsburgh (Stati Uniti d'America), nel 1959 ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Dal 2003 è Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Succede al Vescovo Patrick R. Cooney, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia la governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Egidio Bisol, Vescovo di Afogados da Ingazuera (superficie: 11.034; popolazione: 355.000; cattolici: 330; sacerdoti: 27; religiosi: 31; diaconi permanenti: 8), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Bassano del Grappa (Italia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1972. Attualmente 'fidei donum' nella Diocesi di Roraima (Brasile).

- Ha nominato il Vescovo Óscar Vicente Ojea, Vescovo Coadiutore di San Isidro (superficie: 1.379; popolazione: 1.123.000; cattolici: 1.010.000; sacerdoti: 141; religiosi: 171; diaconi permanenti: 32), Argentina. E' stato finora Ausiliare di Buenos Aires (Argentina).

- Ha nominato il Vescovo Patrick Le Gal, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Lyon (superficie: 5.087; popolazione: 1.755.000; cattolici: 1.209.000; sacerdoti: 562; religiosi: 2.808; diaconi permanenti: 60), Francia. E' stato finora Ordinario Militare per la Francia.

- Ha nominato il Padre Luc Ravel, C.R.S.V., Vescovo Ordinario Militare per la Francia. Il Vescovo eletto, è nato nel 1957 a Parigi (Francia), ha emesso la professione religiosa solenne nell'Ordine dei Canonici Regolari di Sant'Agostino nel 1985 ed è stato ordinato sacerdote nel 1987. Dal 2007 è Responsabile della Formazione nell'Abbazia Saint-Pierre" di Champagne-sur- Rhône (Francia).
NER:RE:NEC:NEA/.../...                               VIS 20091007 (290)


martedì 6 ottobre 2009

SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 5 OTT. 2009 (VIS). La Seconda Congregazione Generale della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ha avuto inizio alle 16:30 di oggi pomeriggio, nell'Aula del Sinodo, in presenza del Santo Padre. Nel corso della sessione sono state presentate cinque relazioni su come venga percepito il tema sinodale in America Latina, America del Nord, Asia,  Oceania ed Europa ed una relazione sull'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Africa".

  Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. All'Assemblea  sono intervenuti 227 Padri Sinodali.

AMERICA LATINA, ARCVIVESCOVO  RAYMUNDO DAMASCENO ASSIS, DI APARECIDA (BRASILE), E PRESIDENTE DEL "CONSIGLIO EPISCOPALE LATINO AMERICANO" (C.E.L.AM.). "Desidero suggerire in questo intervento alcuni punti, che potrebbero essere tema di dialogo di un possibile scambio fraterno tra le Chiese dei due continenti. In ambito episcopale, possiamo condividere con l'Africa la grande ricchezza che hanno significato i 54 anni di vita dell'organismo episcopale che rappresento, il Consiglio Episcopale Latino-americano - CELAM - come strumento di comunione episcopale e di servizio reciproco in seno al nostro episcopato. Si potrebbe, con l'incentivo della Santa Sede, invitare i Vescovi della Chiesa cattolica presenti in entrambi i continenti, per uno scambio di esperienze collegiali, pastorali e organizzative, che possono arricchire la missione della Chiesa. (...) Per quanto riguarda i seminaristi e i sacerdoti, penso anche che sarebbe possibile e reciprocamente arricchente, offrire seminari per una prima formazione sacerdotale in alcune delle Chiese particolari in America Latina, che hanno più risorse".

NORDAMERICA. ARCIVESCOVO WILTON DANIEL GREGORY, DI ATLANTA (STATI UNITI D'AMERICA). "La Chiesa negli Stati Uniti d'America continua a trarre beneficio da quei popoli africani giunti di recente nel nostro paese come visitatori e nuovi residenti. Diversamente dal passato, quando gli uomini arrivavano incatenati come bestiame umano, oggi giungono a noi operai specializzati, esperti uomini d'affari e studenti che non vedono l'ora di costruirsi una vita nuova in una terra che essi considerano promessa. Molte di queste persone portano con sé una fede cattolica profonda e dinamica con la sua ricca eredità spirituale. Queste persone straordinarie ci sfidano a riscoprire le nostre tradizioni spirituali, spesso messe da parte per gli effetti della nostra ricerca orientata a ciò che è secolare".

ASIA. ARCIVESCOVO ORLANDO B. QUEVEDO, O.M.I., DI COTABATO, (FILIPPINE), SEGRETARIO GENERALE DELLA "FEDERATION OF ASIAN BISHOPS' CONFERENCES" (F.A.B.C.). "La Chiesa in Africa e la Chiesa in Asia stanno sollevando interrogativi analoghi di grande importanza (...). Secondo me la Chiesa in Africa sta esplorando le implicazioni teologiche e pastorali della Chiesa come famiglia di Dio. Noi, in Asia, guidati dalle Sacre Scritture e dal magistero vivo della Chiesa, riteniamo di essere stati condotti dallo Spirito Santo a studiare, nel contesto asiatico, la teologia della Chiesa in quanto Comunione e umile Servitore del Vangelo e delle popolazioni asiatiche. Questa ottica teologica ha aperto l'opzione pastorale del rinnovamento radicale in corso nella Chiesa in Asia, un'opzione più dell'essere che del fare. (...) La Chiesa in Africa e la Chiesa in Asia conoscono esperienze simili di dolore e di gioia. Il dolore: per le molte forze di una cultura di morte, che sia l'Ecclesia in Africa sia l'Ecclesia in Asia trattano con profonda preoccupazione, quali l'aumento della povertà e l'emarginazione dei nostri popoli, gli attacchi continui contro il matrimonio e la famiglia tradizionale, le ingiustizie nei confronti delle donne e dei bambini, la nostra propensione a favorire le armi di distruzione rispetto allo sviluppo integrale, la nostra incapacità di competere con i potenti in un ordine economico globale che non è guidato da norme giuridiche e morali, l'intolleranza religiosa invece di un dialogo della ragione e della fede. (...) D'altra parte, proviamo grande gioia e speranza nei movimenti di giustizia e di pace (...). Per la solidarietà delle persone di buona volontà provenienti da classi sociali e tradizioni religiose diverse, al fine di adoperarsi per un ordine sociale più giusto, più pacifico e più fraterno".

AUSTRALIA. VESCOVO PETER WILLIAM INGHAM, VESCOVO DI WOLLONGONG, PRESIDENTE DELLA "FEDERATION OF CATHOLIC BISHOPS' CONFERENCES OF OCEANIA" (F.C.B.C.O.). "Come in Africa, la Chiesa esiste in Oceania grazie a missionari eroici provenienti soprattutto dall'Irlanda, dalla Francia, dalla Germania e dall'Italia. La fede in Oceania vanta alcuni straordinari esempi di martiri e di santi, oltre a quelli che sono già stati canonizzati e beatificati, ma senza avvicinarsi alla gloriosa tradizione di santi e martiri che testimoniano la fede in Africa. (...) La Chiesa e i suoi organismi stanno facendo molto per aiutare le persone a ritrovare il proprio equilibrio in seno alle loro comunità e a gestire i rischi derivanti dalle calamità naturali. Possiamo e dobbiamo imparare gli uni dagli altri. Chiedo le vostre preghiere per Samoa e Tonga nel loro grande dolore dopo il recente terremoto e lo tsunami. (...) L'instabilità politica e i conflitti del Pacifico (es. Fiji, Isole Salomone, Papua Nuova Guinea) non sono paragonabili a quelli dei paesi africani, ma identificando il ruolo della Chiesa come Corpo di Cristo per costruire ponti di pace e di riconciliazione, possiamo imparare dai vostri leader della Chiesa in Africa. I vostri successi in quanto Chiesa che promuove sforzi di pace e di riconciliazione in Africa sono assai utili alla Chiesa del mondo".

EUROPA - CARDINALE PÉTER ERDO, ARCIVESCOVO DI ESZTERGOM-BUDAPEST, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE (C.C.E.E.) (UNGHERIA). "Cristo è la luce del mondo. Egli illumina anche le tenebre della storia umana e nessuna oscurità, nessun odio, nessun male può vincerlo. È in lui la nostra speranza. Anche se la voce della Chiesa e la testimonianza di ciascun cristiano sembrano deboli, anche se essa spesso non appare in prima pagina dei grandi mezzi di comunicazione, questa voce sottile è più forte di ogni rumore, bugia, propaganda o manipolazione. Siamo testimoni della forza dei martiri. (...) Cari Confratelli! Noi altri, cattolici d'Europa, abbiamo imparato dalla nostra storia a seguire con attenzione anche la sorte dei cristiani africani ed abbiamo imparato anche a stimare la Vostra fedeltà, la Vostra testimonianza, e i martiri africani che danno la loro vita   anno per anno in numero preoccupante - per Cristo e per la Sua Chiesa, così anche per noi. La Chiesa in Africa ha meritato la nostra gratitudine e la nostra profonda stima".

ARCIVESCOVO LAURENT MONSENGWO PASINYA, DI KINSHASA (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "Occorre riconoscere che lo spirito e la dinamica della Prima Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi hanno dato un nuovo impulso alla vita e alla missione della Chiesa in Africa. Non solo le Chiese locali hanno accolto con entusiasmo l'Esortazione post-sinodale 'Ecclesia in Africa', che hanno pubblicato e presentato, ma per giunta ne hanno seguito le direttive, le opzioni e gli orientamenti sia per convocare sinodi diocesani, nazionali o regionali, sia per organizzare congressi, simposi o seminari sul tema-chiave della Chiesa-Famiglia di Dio, o ancora per elaborare progetti, piani e programmi pastorali fondati su questo stesso tema. (...) La Seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi è chiamata ad avviare la Chiesa e la società in Africa sul cammino del perdono, della riconciliazione e della pace, grazie alla giustizia nella verità".
SE/SECONDA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20091006 (1190)


TERZA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 6 OTT. 2009 (VIS). La Terza Congregazione Generale dell'Assemblea  Speciale per l'Africa si è tenuta questa mattina, alla presenza del Santo Padre. Erano presenti 226 Padri Sinodali. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Wilfrid Fox Napier, O.F.M., Arcivescovo di Durban (Sudafrica).

  All'inizio della sessione è intervenuto Sua Santità Abuna Paulus, Patriarca della Chiesa Tewahedo Ortodossa di Etiopia, che ha ringraziato il Papa per l'invito a partecipare al Sinodo.

"Credo che noi, guide religiose e capi delle Chiese, abbiamo un compito e una responsabilità veramente unici: riconoscere e sostenere, quando lo riteniamo necessario, i suggerimenti che vengono dalle persone, come pure, per contro, respingerli quando contravvengono al rispetto e all'amore per l'uomo".

  "I capi religiosi africani" - ha affermato - "non devono preoccuparsi solo delle opere sociali, ma rispondere alle grandi necessità spirituali degli uomini e delle donne d'Africa, per conoscere e sostenere, quando lo consideriamo necessario, i suggerimenti del nostro popolo, e di rigettarli quando sono contrari al rispetto e all'amore dell'essere umano. E' necessario rafforzare la coscienza delle persone perché la vita, la pace e la giustizia siano rispettati. Per cui i Capi della Chiese africane, con il potere di Dio Onnipotente e dello Spirito Santo, devono dare voce al linguaggio della Chiesa".

  Il Papa ha risposto con brevi parole all'intervento del Patriarca Ortodosso. "La sua presenza" - ha detto Benedetto XVI - "è una testimonianza eloquente dell'antichità e delle ricche tradizioni della Chiesa in Africa. (...) La fedeltà al Vangelo del vostro popolo continua a manifestarsi non solo dall'obbedienza alla sua legge di amore, ma anche, come lei ci ha ricordato, dalla perseveranza fra le persecuzioni e il supermo sacrificio del martirio per il nome di Cristo".

 "Sua Santità ha ricordato che la proclamazione del Vangelo non può essere separata dall'impegno a costruire una società che sia conforme alla volontà di Dio, rispetti le benedizioni della sua creazione e protegga la dignità ed innocenza di tutti i bambini.  In Cristo sappiamo che la riconciliazione è possibile, la giustizia può prevalere, la pace si può conquistare. Questo è il messaggio di speranza che noi siamo chiamati a proclamare. Questa è la promessa che il popolo africano anela a veder realizzata ai giorni nostri".

  Successivamente hanno preso la parola i Padri Sinodali, dei quali riportiamo una sintesi dell'intervento di alcuni di essi.

CARDINALE ANGELO SODANO, DECANO DEL COLLEGIO CARDINALIZIO. "Oggi vediamo più chiaramente l'enormità dei disastri provocati dal nazionalismo e dall'esaltazione del concetto di razza. (...) Come dimenticare che anche in Africa la furia omicida fra differenti gruppi etnici ha sconvolto interi Paesi? (...) Credo che dovremo ripetere a tutti, con maggiore insistenza, che l'amore alla propria Nazione (in concreto, al proprio popolo, alla propria gente) è certo un dovere del cristiano, ma dovremo anche aggiungere che la deviazione del nazionalismo è totalmente anticristiana. (...) Il Cristianesimo ha favorito l'aggregazione delle genti di una determinata regione, dando vita al concetto di popolo o Nazione, con una propria specifica identità culturale. Il Cristianesimo ha però sempre condannato ogni deformazione di tale concetto di Nazione, una deformazione che sovente cadeva nel nazionalismo o addirittura nel razzismo, vera negazione dell'universalismo cristiano. In realtà, i due principi basilari della convivenza umana cristiana sono sempre stati i seguenti: la dignità di ogni persona umana, da una parte, e l'unità del genere umano, dall'altra. Sono i due confini invalicabili, entro i quali possono poi evolversi i vari concetti di Nazione, a seconda dei tempi e dei luoghi. (...) Vorrei dire che le attuali 53 Nazioni africane avranno un grande avvenire, nel concerto delle 192 Nazioni che compongono oggi l'intera famiglia umana, se sapranno superare le loro divisioni e cooperare congiuntamente per il progresso materiale e spirituale dei loro popoli".

CARDINALE POLYCARP PENGO, ARCIVESCOVO DI DAR-ES-SALAAM (TANZANIA), PRESIDENTE DEL SIMPOSIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D'AFRICA E MADAGACAR (SECAM). "Il tema di questo Sinodo è oggi particolarmente urgente per la Chiesa africana. Al fine di sviluppare e approfondire tale tema, come ci è stato richiesto, problemi quali l'egoismo, l'avidità e la ricchezza materiale, le questioni etniche che sfociano in conflitto e altre istanze che sono all'origine della mancanza di pace in molte società africane devono essere affrontati coraggiosamente e apertamente, e accompagnati da specifiche direttive pastorali. Le guerre e i conflitti che affliggono il nostro continente dividono i nostri popoli, seminando una cultura della violenza e distruggendo il tessuto spirituale, sociale e morale delle nostre società. È triste dover riconoscere che alcuni di noi pastori sono stati accusati di essere coinvolti in tali conflitti o per omissione o per partecipazione diretta. In questo Sinodo dobbiamo avere il coraggio di denunciare, persino contro noi stessi, l'abuso del ruolo e della pratica del potere, il tribalismo e l'etnocentrismo, lo schieramento politico dei capi religiosi eccetera... La Chiesa africana non potrà parlare a una sola voce di riconciliazione, giustizia e pace se nel continente è evidente la mancanza di unità, di comunione e il dovuto rispetto nei confronti del SECAM da parte dei singoli Vescovi, nonché delle conferenze episcopali nazionali e regionali".

ARCIVESCOVO FIDELE AGBATCHI, DI PARAKOU (BENIN). "I Padri Sinodali possano comprendere quindi, al di là degli aspetti pratici più volte sottolineati dall''Instrumentum Laboris', come fondare esegeticamente e teologicamente la riconciliazione, la giustizia e la pace sull'unico Dio Trinità e sulla sua opera nella Rivelazione, dall'Antico Testamento fino alla venuta del Figlio dell'Uomo. Una simile impresa da parte dei padri sinodali aiuterebbe l'Africa ad assumersi la propria responsabilità storica di fronte al Vangelo che ha ricevuto e che ha il dovere di donarsi inserendosi prepotentemente nella dinamica della metanoia. Questa responsabilità la costringerebbe a liberarsi dalla paura. In effetti, l'Africa ha paura e vive di paura. Conservando gelosamente per sé le sue scoperte riguardo al mondo e alla natura, si lascia istintivamente andare alla sfiducia, al sospetto, all'atteggiamento di autodifesa, all'aggressione, alla ciarlataneria, alla divinazione, all'occultismo e al sincretismo, tutte cose che hanno contribuito a offuscare la ricerca del vero Dio per millenni. Quanto è dunque attesa su questo continente - madre di tutti gli altri - la diffusione ancor più radiosa della luce del Cristo morto e risorto! Il mio augurio per questo Sinodo è quello di un futuro pasquale e, dopo le sue sofferenze, di una resurrezione dell'Africa".

VESCOVO MAROUN ELIAS LAHHAM, DI TUNISI (TUNISIA). "La specificità delle relazioni islamo-cristiane nelle Chiese del Nord Africa può arricchire le esperienze di dialogo che si trovano in altre parti (in Europa o nell'Africa sub-sahariana e riduce le reazioni di paura e di rifiuto dell'Islam, che hanno cominciato a manifstarsi in alcuni paesi. Sappiamo che la paura non è una buona consigliera. (...) Due proposte: Che il Sinodo per il Medio Oriente previsto nell'ottobre 2010 includa anche la Diocesi dell'Africa del Nord, soprattutto per il rispetto delle minoranze cristiane e i rapporti di dialogo con l'Islam. Un colloquio sull'Islam in Africa, che tenga conto della varietà delle esperienza africane, da Tunisi a Johannesburg".
SE/TERZA CONGREGAZIONE/...                        VIS 20091006 (1150)


lunedì 5 ottobre 2009

AFRICA IMMENSO "POLMONE" SPIRITUALE PER L'UMANITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 4 OTT. 2009 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Concelebrazione dell'Eucaristia con 239 Padri Sinodali e 55 Presbiteri collaboratori, in occasione dell'Apertura della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi che si aprirà nell'Aula del Sinodo in Vaticano e si concluderà il 25 ottobre del 2009.

  Nell'omelia il Santo Padre ha commentato tre aspetti della odierna liturgia della Parola che "si rivela particolarmente adatta ad accompagnare l'apertura dell'Assemblea sinodale dedicata all'Africa. Il primo, (...)  il primato di Dio, Creatore e Signore. Il secondo: il matrimonio. Il terzo: i bambini".

  "Sul primo aspetto l'Africa è depositaria di un tesoro inestimabile per il mondo intero: il suo profondo senso di Dio" - ha detto il Papa  - "Quando si parla di tesori dell'Africa, il pensiero va subito alle risorse di cui è ricco il suo territorio e che purtroppo sono diventate e talora continuano ad essere motivo di sfruttamento, di conflitti e di corruzione. Invece la Parola di Dio ci fa guardare a un altro patrimonio: quello spirituale e culturale, di cui l'umanità ha bisogno ancor più che delle materie prime".

  "L'Africa rappresenta un immenso 'polmone' spirituale" - ha sottolineato il Papa - "per un'umanità che appare in crisi di fede e di speranza. Ma anche questo 'polmone' può ammalarsi. E al momento almeno due pericolose patologie lo stanno intaccando: anzitutto, una malattia già diffusa nel mondo occidentale, cioè il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista".

  "Rimane tuttavia indiscutibile" - ha proseguito il Pontefice che il cosiddetto 'primo' mondo talora ha esportato e sta esportando tossici rifiuti spirituali, che contagiano le popolazioni di altri continenti, tra cui in particolare quelle africane. In questo senso il colonialismo, finito sul piano politico, non è mai del tutto terminato".

  "Ma, proprio in questa stessa prospettiva" - ha detto ancora il Papa - "va segnalato un secondo 'virus' che potrebbe colpire anche l'Africa, cioè il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici. Gruppi che si rifanno a diverse appartenenze religiose si stanno diffondendo nel continente africano; lo fanno nel nome di Dio, ma secondo una logica opposta a quella divina, cioè insegnando e praticando non l'amore e il rispetto della libertà, ma l'intolleranza e la violenza".

  "Riguardo al tema del matrimonio, (...) così come la Bibbia ce lo presenta, non esiste al di fuori della relazione con Dio. La vita coniugale tra l'uomo e la donna, e quindi della famiglia che ne deriva, è inscritta nella comunione con Dio e, alla luce del Nuovo Testamento, diventa icona dell'Amore trinitario e sacramento dell'unione di Cristo con la Chiesa. Nella misura in cui custodisce e sviluppa la sua fede, l'Africa potrà trovare risorse immense da donare a vantaggio della famiglia fondata sul matrimonio".

  "Nella scena di Gesù che accoglie i bambini" - ha spiegato il Santo Padre - "opponendosi con sdegno agli stessi discepoli che volevano allontanarli, vediamo l'immagine della Chiesa che in Africa, e in ogni altra parte della terra, manifesta la propria maternità soprattutto nei confronti dei più piccoli, anche quando non sono ancora nati".

 "Rimane naturalmente valido ed attuale" - ha aggiunto il Pontefice - "il compito primario dell'evangelizzazione, anzi di una nuova evangelizzazione che tenga conto dei rapidi mutamenti sociali di questa nostra epoca e del fenomeno della globalizzazione mondiale".

  La seconda Assemblea sinodale, che ha per tema: 'La Chiesa in Africa a servizio ella riconciliazione, della giustizia e della pace'. "Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13.14)" "è momento propizio per ripensare l'attività pastorale e rinnovare lo slancio di evangelizzazione. Per diventare luce del mondo e sale della terra occorre puntare sempre più alla 'misura alta' della vita cristiana, cioè alla santità".

  "Possa la Chiesa in Africa" - ha auspicato Papa - "essere sempre una famiglia di autentici discepoli di Cristo, dove la differenza fra etnie diventi motivo e stimolo per un reciproco arricchimento umano e spirituale".

  "La riconciliazione, dono di Dio che gli uomini devono implorare ed accogliere, è fondamento stabile su cui costruire la pace, condizione indispensabile per l'autentico progresso degli uomini e della società, secondo il progetto di giustizia voluto da Dio".

  "A tutti domando" - ha concluso il Santo Padre - "di pregare perché il Signore renda fruttuosa questa seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi", che ha inizio domani.
HML/APERTURA SINODO AFRICA/...                       VIS 20091005 (740)



APPELLO VITTIME CATASTROFI NATURALI E GUINEA


CITTA' DEL VATICANO, 5 OTT. 2009 (VIS). Conclusa nella Basilica Vaticana la concelebrazione dell'Eucaristia con i Padri Sinodali in occasione dell'apertura della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  "Il Sinodo costituisce sempre un'intensa esperienza ecclesiale" - ha detto il Papa - "un'esperienza di responsabilità pastorale collegiale nei confronti di un aspetto specifico della vita della Chiesa, oppure, come in questo caso, di una parte del Popolo cristiano determinata in base all'area geografica. Il Papa e i suoi più stretti collaboratori si riuniscono insieme con i Membri designati dell'Assemblea, con gli Esperti e gli Uditori, per approfondire la tematica prescelta".

  "E' importante sottolineare" - ha proseguito il Papa - "che non si tratta di un convegno di studio, né di un'assemblea programmatica. Si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa.  La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci".

  "L'Africa è un Continente che ha una straordinaria ricchezza umana. Attualmente, la sua popolazione ammonta a circa un miliardo di abitanti e il suo tasso di natalità complessivo è il più alto a livello mondiale. L'Africa è una terra feconda di vita umana, ma questa vita è segnata purtroppo da tante povertà e patisce talora pesanti ingiustizie. La Chiesa è impegnata a superarle con la forza del Vangelo e la solidarietà concreta di tante istituzioni ed iniziative di carità".

  Dopo l'Angelus il Papa ha ricordato le "popolazioni del Pacifico e del Sud Est asiatico, colpite negli ultimi giorni da violente calamità naturali: lo 'tsunami' nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia" e le "inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. (...) Faccio appello perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale".

  "Non posso dimenticare" - ha aggiunto il Papa - "i conflitti che, attualmente, mettono a rischio la pace e la sicurezza dei Popoli del Continente africano. In questi giorni ho seguito con apprensione i gravi episodi di violenza che hanno scosso la popolazione della Guinea. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, invito le parti al dialogo, alla riconciliazione e sono certo che non si risparmieranno gli sforzi per raggiungere un'equa e giusta soluzione".
ANG/SINODO:TERREMOTO:GUINEA/...                   VIS 20091005 (460)


PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 5 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina, nell'Aula del Sinodo, si è tenuta la Prima Congregazione Generale della Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Sono intervenuti 226 Padri Sinodali.

  Papa Benedetto, riferendosi ai problemi dell'Africa e a come raggiungere gli obiettivi di riconciliazione, giustizia e pace, ha osservato che "Sono giuste le analisi empiriche, tuttavia le analisi orizzontali, seppure condotte con esattezza e competenza, non indicano i veri problemi del mondo, se non vediamo tutto nella luce di Dio".

  "Perciò" - ha aggiunto - "le nostre analisi sono insufficienti se non scopriamo che dietro a tutte le ingiustizie della corruzione, e di tutte queste cose, sta un cuore non retto, una chiusura verso Dio e così una falsificazione della relazione fondamentale sulla quale sono basate tutte le altre".

  Il Presidente Delegato di turno, Cardinale Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha pronunciato un breve discorso all'inizio della sessione mattutina.

  Successivamente, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Arcivescovo Nikola Eterovic ha presentato l'attività del Consiglio della Segreteria Generale nel periodo successivo all'Assemblea precedente (Prima Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, 1994), e la preparazione del Sinodo attuale.

  Il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana), Relatore Generale del Sinodo, ha letto la "Relatio ante disceptationem". Riportiamo una sintesi del suo intervento.

I. Dalla I Assemblea Speciale per l'Africa alla II Assemblea Speciale

Papa Giovanni Paolo II descriveva il Sinodo da lui concluso con la promulgazione dell'Esortazione Post-sinodale Ecclesia in Africa come un "Sinodo di risurrezione e di speranza". Da quella Assemblea sinodale, convocata sullo sfondo di una visione del mondo prevalentemente pessimistica dell'Africa, di una situazione del continente di particolare sfida e "tragicamente sfavorevole" per la missione evangelizzatrice della Chiesa negli ultimi anni del ventesimo secolo, si attendeva tuttavia che segnasse una svolta nella storia del Continente.

La situazione del continente era fortemente ambivalente quanto paradossale e la rapida successione degli eventi come la fine dell'apartheid e il triste inizio del genocidio rwandese ben rappresentavano questo paradosso.

Tenendo conto di questa situazione paradossale in cui il male e la sofferenza sembravano prevalere sul bene e sulla virtù, il clima pasquale della I Assemblea Speciale per l'Africa ispirò un messaggio di speranza per il Continente.

Questo periodo post-sinodale ha raggiunto il suo quattordicesimo anno; e, mentre la situazione del continente, delle sue isole e della Chiesa presenta ancora alcune delle "luci e ombre" che motivarono il primo Sinodo, essa è anche  notevolmente cambiata. Tale nuova realtà richiede un appropriato esame in vista di un rinnovato sforzo di evangelizzazione che esige un approfondimento di alcuni temi specifici importanti per il presente e il futuro della Chiesa cattolica nel grande continente africano.

Nuovi dati sociali ed ecclesiali del continente

Dati ecclesiali

La crescita eccezionale della Chiesa in Africa: negli ultimi decenni (compresi gli anni successivi alla I Assemblea Speciale per l'Africa) è diventato abituale parlare di una eccezionale crescita della Chiesa in Africa

Fra questi segnali di crescita della Chiesa del continente e delle isole, le vere novità sono:

- L'ascesa di membri africani di congregazioni missionarie a posizioni e ruoli di guida: membri di consigli, vicari generali e perfino superiori generali.
- Ricerca dell'autosufficienza da parte delle Chiese locali, impegnandosi in operazioni economiche in grado di generare profitti (banche, società finanziarie, compagnie di assicurazioni, agenzie immobiliari e negozi).

- Un incremento visibile delle strutture e istituzioni ecclesiali (seminari, università ed istituti cattolici di istruzione superiore, centri di formazione permanente per i religiosi, i catechisti e i laici, scuole di evangelizzazione) come pure un aumento di esperti e manager per il lavoro di ricerca nel campo della fede, della missione, della cultura e dell'inculturazione, della storia, dell'evangelizzazione e della catechesi.

Tuttavia la Chiesa in Africa affronta anche terribili sfide:

- Quando si parla di una Chiesa prospera in Africa si dimentica il fatto che in vaste aree a nord dell'equatore, essa a malapena esiste. La crescita straordinaria della Chiesa si è verificata soprattutto a sud del Sahara.
- La fedeltà e l'impegno di alcuni sacerdoti e religiosi alla loro vocazione.
- La perdita di membri che sono passati a nuovi movimenti religiosi o alle sette.

Dati sociali

Nel 1963, nel corso di un incontro dell'Organizzazione per l'Unità Africana (OAU), i leader africani decisero di mantenere una delle vestigia dell'era coloniale, conservando i confini coloniali e la descrizione degli stati, indipendentemente dal loro carattere artificiale. Tuttavia tale decisione non è stata seguita da un corrispondente sviluppo del sentimento nazionalista, che avrebbe fatto sì che le differenze etniche si arricchissero vicendevolmente e che avrebbe privilegiato il bene comune della nazione rispetto al campanilismo degli interessi etnici. Per questo motivo la diversità etnica continua a rappresentare un focolaio di conflitti e tensioni, che minano perfino il senso di appartenenza comune alla Chiesa-Famiglia di Dio.

La schiavitù e lo schiavismo, che il mondo arabo portò per primo sulla costa dell'Africa orientale e che gli europei , in collaborazione con gli stessi africani, nel XIV secolo incrementarono ed estesero a tutto il continente, hanno portato a un flusso migratorio forzato di africani. Oggi le migrazioni volontarie, dettate da vari motivi, dei figli e delle figlie dell'Africa verso l'Europa, l'America e l'Estremo Oriente, li pongono in una condizione di occupazione servile che esige la nostra attenzione e la nostra cura pastorale.

Il periodo successivo alla I Assemblea per l'Africa, vale a dire l'alba del Terzo Millennio, sembrava aver coinciso, nel continente, con un desiderio emergente degli stessi leader africani di un "Rinascimento africano"

I leader politici africani sembrano determinati a cambiare il volto dell'amministrazione politica nel continente; e hanno condotto un'auto-valutazione critica che ha identificato nel malgoverno le cause della povertà e delle sofferenze dell'Africa. Hanno quindi tracciato un cammino del buon governo e della formazione della classe politica, in grado di cogliere la parte migliore delle tradizioni ancestrali africane e di integrarla con i principi di governo delle moderne società. Hanno adottato un quadro strategico (NEPAD) per orientare le azioni e guidare il rinnovamento dell'Africa attraverso delle leadership politiche trasparenti.

Il rapporto radicale tra governo ed economia è chiaro; dimostra che un cattivo governo produce una cattiva economia. Ciò spiega il paradosso della povertà di un continente che è senz'altro uno dei più ricchi del mondo in potenzialità. La conseguenza di questa "equazione governo-economia" è che quasi nessun paese africano può rispettare i propri obblighi di bilancio, vale a dire i programmi finanziari nazionali pianificati, senza ricorrere ad aiuti esterni in forma di obbligazioni o prestiti. Questo continuo finanziamento dei bilanci nazionali facendo ricorso a prestiti non fa altro che accrescere un già opprimente debito nazionale. La Chiesa universale con quella Africana hanno messo a punto una campagna per cancellarlo nell'anno del Grande Giubileo.

Esistono inoltre fenomeni globali e iniziative internazionali, di cui occorre valutare l'impatto sulla società africana e su alcune delle sue strutture, che pongono nuove sfide anche alla Chiesa. Mentre l'importanza che viene data sempre di più al posto e al ruolo delle donne nella società è un felice progresso, l'emergere nel mondo di stili di vita, valori, atteggiamenti, associazioni, ecc., che destabilizzano la società, sono motivo di inquietudine. Essi minano le basi stesse della società (matrimonio e famiglia), ne riducono il capitale umano (migrazioni, spaccio di droga, traffico d'armi) e minacciano la vita del pianeta.

Nonostante il continente e la Chiesa nel continente non siano ancora usciti dalle difficoltà, possono però almeno in parte rallegrarsi per i loro successi e i risultati positivi e iniziare a ricusare le generalizzazioni stereotipate sui conflitti, carestie, corruzioni e malgoverni. I quarantotto Paesi che costituiscono l'Africa sub-sahariana presentano grandi differenze nelle situazioni delle loro Chiese, dei loro governi e della loro vita socio-economica. Di queste quarantotto nazioni, solo quattro, la Somalia, il Sudan, il Niger e parti della Repubblica Democratica del Congo, sono attualmente in guerra, e almeno due di queste lo sono a causa di interferenze straniere: la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan. Va detto che vi sono meno guerre in Africa che in Asia. I mercanti di guerra e i criminali di guerra vengono sempre di più denunciati, processati e perseguiti.

La verità è che l'Africa è stata accusata per troppo tempo dai media di tutto ciò che viene aborrito dall'umanità; è tempo di "cambiare marcia"e di dire la verità sull'Africa con amore, promuovendo lo sviluppo del continente che porterà al benessere di tutto il mondo. I paesi del G-8 e i paesi del mondo devono amare l'Africa nella verità!. Generalmente considerata alla decima posizione nella graduatoria dell'economia mondiale, l'Africa rappresenta tuttavia il secondo mercato mondiale emergente dopo la Cina. Per questo motivo, come l'ha definita il summit del G-8 da poco concluso, è il continente delle opportunità. E ciò dovrebbe valere anche per le popolazioni del continente. Si spera che la ricerca della riconciliazione, la giustizia e la pace, che è eminentemente cristiana per il fatto di essere radicata nell'amore e nella misericordia, ristabilisca l'unità della Chiesa-Famiglia di Dio nel continente e che quest'ultima, in quanto sale della terra e luce del mondo, guarisca "il cuore ferito dell'uomo, in cui si annida la causa di tutto ciò che destabilizza il continente africano". In tal modo il continente e le sue isole comprenderanno le opportunità e i doni dati loro da Dio.

Più tardi Paolo prosegue l'opera dei discepoli-apostoli di Gesù come predicatore dello stesso dono di salvezza in Gesù. Tuttavia, avendo ricevuto l'incarico di annunciare Gesù nelle particolari circostanze del suo incontro con il Signore risorto sulla via di Damasco, anche Paolo comprende che l'offerta di salvezza in Gesù da parte del Padre è l'atto di riconciliazione del Padre. Infatti, come egli stesso ammette: "Io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù" (1 Tm 1, 13-14).

Per Paolo, quindi, l'esperienza della salvezza ha rappresentato anche un passaggio dall'ostilità e l'inimicizia verso Cristo e la sua Chiesa alla fede in Cristo e alla fratellanza con la sua Chiesa. Questo passaggio dall'inimicizia alla fratellanza costituisce la riconciliazione ed è un'esperienza immeritata che solo Dio può suscitare in una persona. In questo, Paolo ha considerato se stesso un esempio per coloro che avrebbero creduto in Cristo (cf. 1 Tm 1, 16).

Il significato della Pace di Cristo

La "pace" non ha solamente un significato laico, di assenza di conflitto, presenza di armonia nella casa e nella famiglia sicurezza e prosperità individuale e comunitaria (nazionale). (...) La "pace" trascende fondamentalmente il mondo e gli sforzi umani. È un dono di Dio (Is 45, 7; Nm 6, 26) donato ai "retti/giusti". La "pace" è un atto che va oltre la giustizia in senso stretto ed esige amore. Essa deriva dalla comunione con Dio ed è tesa al benessere dell'uomo (umanità).

Quando Gesù si riferisce ai suoi discepoli come "sale della terra" e quando il Sinodo esorta i membri della Chiesa in Africa a essere "servitori della riconciliazione, della giustizia e della pace" come "sale della terra", sia Gesù che il Sinodo stanno facendo uso di un simbolo polivalente per esprimere i molteplici compiti ed esigenze dell'essere discepoli e dell'essere Chiesa (Famiglia di Dio) in Africa.

In un continente, alcune parti del quale vivono in situazioni di conflitto e di morte, la Chiesa deve spargere semi di vita: iniziative che generano vita. Essa deve preservare il continente e la sua popolazione dagli effetti distruttivi dell'odio, della violenza, della giustizia e dell'etnocentrismo. La Chiesa deve purificare e sanare le menti e i cuori da modi corrotti e malvagi e diffondere il suo messaggio evangelico generatore di vita per mantenere in vita il continente e il suo popolo".

In questo Sinodo la terra e il mondo per cui i cattolici del continente e delle isole devono essere "sale" e "luce" come servitori della riconciliazione, della giustizia e della pace è l'Africa dei nostri giorni

Gesù Cristo, dopo essersi rivelato attraverso le Scritture come nostra riconciliazione, giustizia e pace, ora chiama e invia i suoi discepoli in Africa e nelle isole a spendere sé stessi, come sale e luce, per costruire la Chiesa in Africa come autentica Famiglia di Dio attraverso i ministeri della riconciliazione, della giustizia e della pace, esercitati nell'amore, come il loro maestro".
SE/PRIMA CONGREGAZIONE/...                        VIS 20091005 (2070)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Cardinale Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Suo Inviato alle celebrazioni conclusive del 150° anniversario dell'evangelizzazione di Taiwan, che avranno luogo a Taipei, il 22 novembre.

- Giudici della Corte di Appello dello Stato della Città del Vaticano il Monsignor Giovanni Battista Defilippi, il Monsignor Agostino De Angelis ed il Monsignor Giovanni Vaccarotto.
NA/.../TOMKO:DEFILIPPI:DE ANGELIS:VACCAROTTO        VIS 20091005 (80)


venerdì 2 ottobre 2009

CREDENZIALI FILIPPINE, PAESI BASSI E STATI UNITI D'AMERICA


CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto le Lettere Credenziali dei tre nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede: Filippine, Paesi Bassi e Stati Uniti d'America, rispettivamente la Signora Mercedes Arrastia Tauson, la Baronessa Henriette Johanna Cornelia Maria van Lynden-Leyten e il Signor Miguel Humberto Diaz.

  Nel discorso all'Ambasciatrice delle Filippine, il Santo Padre ha assicurato la sua "vicinanza spirituale e le sue preghiere, particolarmente per le vittime del Tifone Ketsana" e si è detto fiducioso che "la fede del popolo filippino, una fede (...) che dà 'resistenza' per affrontare privazioni e difficoltà - farà nascere in essi il desiderio di partecipare con sempre maggiore fervore al compito mondiale di costruire una civiltà dell'amore, che il cui seme Dio ha seminato in ogni popolo ed in ogni cultura".

  Nell'esprimere il suo apprezzamento per le nuove iniziative di sviluppo nelle Filippine, fra le quali la riforma dei programmi di aiuto sociale, il Santo Padre ha affermato: "Tali programmi, sono primariamente volti al miglioramento delle attuali condizioni di vita dei più poveri, rendendoli in grado di far fronte alle loro responsabilità verso le proprie famiglie e di portare a compimento i doveri che spettano loro in qualità di membri di una comunità più ampia. Soprattutto, la lotta contro la povertà esige onestà, integrità ed una fedeltà senza vacillamenti ai principi della giustizia, specialmente da parte di coloro ai quali sono stati affidati uffici di governo e di amministrazione pubblica".

  Infine Benedetto XVI ha sottolineato che "In un'epoca in cui il nome di Dio viene  abusato da certi gruppi, il 'lavoro della carità' è particolarmente urgente. Ciò è particolarmente vero in regioni tristemente provate dai conflitti". In merito il Papa ha elogiato i 'passi coraggiosi' per avvicinare le persone, per promuovere la riconciliazione e la reciproca comprensione", menzionando al riguardo la missione svolta dalla "Bishops Ulama Conference" e dalla "Mindanao People's Conference".

  "Mentre una parte della popolazione dei Paesi Bassi si dichiara agnostica o anche atea" - ha detto il Papa all'Ambasciatrice dei Paesi Bassi - "più della metà si professa cristiana, ed il crescente numero di immigranti che seguono altre tradizioni religiose, rende ancora più necessario che anche le autorità civili riconoscano il ruolo della religione nella società olandese". In merito il Papa ha ricordato che le scuole confessionali nel Paese "ricevono sostegno e giustamente, poiché le istituzioni sono chiamate a dare un significativo contributo alla comprensione reciproca e alle coesione sociale trasmettendo i valori radicati in una visione trascendente della dignità umana".

  "Ancora più importante è che le scuole sono famiglie" - ha detto ancora il Santo Padre - "edificate sulle fondamenta di un matrimonio stabile e fruttuoso fra un uomo e una donna (...). La Chiesa cattolica del Paese desidera ardentemente dare il suo contributo nel sostenere e promuovere una vita familiare stabile, come hanno dichiarato i Vescovi della Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi in un recente documento pastorale riguardante i giovani  e la famiglia".

  "Spero ardentemente" - ha concluso il Pontefice - "che il contributo dei cattolici al dibattito etico sia ascoltato e  seguito da tutti i settori della società olandese, così che la nobile cultura che ha distinto per secoli il vostro nobile Paese, continui ad essere nota per la solidarietà verso i poveri e i più deboli, la promozione di una autentica libertà e il rispetto per la dignità e l'inestimabile valore di ogni vita umana".

  Nel discorso al nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti d'America, il Papa ha ricordato la necessità di "un modello di globalizzazione ispirato ad autentico umanesimo, nel quale i popoli del mondo sono considerati non semplicemente dei vicini, ma come fratelli e sorelle".

  "L'autentico progresso, come la dottrina sociale della Chiesa non manca di ribadire, deve essere integrale ed umano; non può prescindere dalla verità sugli esseri umani e deve essere diretto al loro autentico bene".

  "La visione religiosa e l'immaginazione religiosa non limitano ma ne arricchiscono il discorso politico e le religioni (...) che devono essere una forza profetica per la liberazione umana e lo sviluppo nel mondo, particolarmente in aree devastate dalle ostilità e dai conflitti".

  "La crisi delle nostre moderne democrazie" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "esige un rinnovato impegno per un dialogo ragionato, nel discernimento di politiche sagge e giuste, rispettose della natura e della dignità umana. La Chiesa negli Stati Uniti contribuisce al discernimento particolarmente attraverso la formazione delle coscienze e l'apostolato educativo (...). In merito penso ad un chiaro discernimento relativo a questioni che riguardano la protezione della umana dignità ed il rispetto del diritto inalienabile alla vita dal momento del concepimento fino alla morte naturale, la protezione del diritto di obiezione di coscienza da parte degli operatori della sanità, e di tutti i cittadini".
CD/CREDENZIALI/FILIPPINE:PAESI BASSI:USA        VIS 20091002 (810)


TELEGRAMMA VITTIME TERREMOTO INDONESIA


CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inviato un telegramma, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, all'Arcivescovo Leopoldo Girelli, Nunzio Apostolico in Indonesia, per i terremoti che negli ultimi giorni, hanno colpito il Paese.

  "Profondamente addolorato nell'apprendere la notizia del recente terremoto che ha devastato l'Indonesia, Sua Santità Papa Benedetto XVI, prega per le vittime e per le famiglie in lutto, invocando l'eterno riposo per i defunti, la fortezza e la consolazione divina su tutti coloro che soffrono. Sua Santità incoraggia i soccorritori e tutto coloro che si adoperano per dare assistenza nelle emergenze alle vittime del disastro, a perseverare nei loro sforzi per portare soccorso, conforto e sostegno".
TGR/TERREMOTO INDONESIA/BERTONE:GIRELLI               VIS 20091002 (130)


APERTURA DEL SINODO PER L'AFRICA DOMENICA 4 OTTOBRE


CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). L'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha tenuto questa mattina un "Briefing", presso la Sala Stampa della Santa Sede, per fornire informazioni sul senso e svolgimento dell'Assemblea Speciale per l'Africa che si terrà in Vaticano, dal 4 al 25 ottobre.

  Il tema dell'Assemblea sinodale riprende il tema dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale "Ecclesia in Africa", che raccoglie i risultati della Prima Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi svoltasi dal 10 aprile all'8 maggio 1994, sul  tema: "La Chiesa in Africa e la sua missione evangelizzatrice verso l'anno 2000. "Sarete miei testimoni" (At 1,8).

  Il Segretario del Sinodo dei Vescovi ha rilevato che: "La Chiesa in Africa ha avuto un grande dinamismo. Dal 1978 al 2007, il numero dei cattolici africani è passato dal 55.000.000 a 146.000.000. Anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata hanno avuto una notevole crescita".

  L'Arcivescovo Eterovic ha ricordato che fra il 1994 e il 2008 "521 agenti di pastorale, missionari in queste terre, sono stati uccisi in Africa. Nel 2008, per esempio, di 20 operatori pastorali  cattolici uccisi nel mondo, 5 sono stati africani: 3 sacerdoti, 1 religioso ed 1 volontario laico, provenienti rispettivamente dal Kenya, dalla Guinea Conakry, dalla Nigeria e dalla Repubblica Democratica del Congo".

  Alla Seconda Assemblea Speciale per l'Africa parteciperanno 244 Padri sinodali, di cui 228 insigniti del carattere vescovile. La maggioranza dei Padri sinodali, precisamente 197, provengono dall'Africa. Altri 47 vengono da altri continenti: 34 dall'Europa, 10 dall'America, 2 dall'Asia e 1 dall'Oceania.

  All'Assise sinodale prenderanno parte anche i Delegati fraterni, rappresentanti di 6 Chiese e comunità ecclesiali presenti in modo significativo in Africa, con le quali la Chiesa Cattolica mantiene rapporti di dialogo e di collaborazione.

   Vi saranno, poi, 29 Esperti, 19 uomini e 10 donne, e 49 Uditori, 29 uomini e 20 donne. Accogliendo l'invito del Santo Padre Benedetto XVI parteciperanno all'Assise sinodale tre Invitati Speciali. In primo luogo, martedì 6 ottobre p.v., prenderà parte alla Terza Congregazione Generale il Patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiope Sua Santità Abuna Paulos. Venerdì 9 ottobre, è atteso il Signor Rudolf Adada, già Capo della "Joint United Nations/Africa Union Peacekeeping Missione" per il Darfur. Egli dovrebbe riferire sugli sforzi di pace nella regione del Darfur, che interessa non solamente i Paesi africani, ma il mondo intero. Lunedì 12 ottobre si rivolgerà ai Padri sinodali il Signor Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO per informare sugli sforzi della FAO per garantire la sicurezza alimentare in Africa.
SE/PRESENTAZIONE SINODO AFRICA/ETEROVIC               VIS 20091002 (430)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

- L'Arcivescovo Orlando Antonimi, Nunzio Apostolico in Serbia.

- Il Signor Raúl Roa Kourí, Ambasciatore di Cuba, con la Consorte, in visita di congedo.

  Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/.../...                                       VIS 20091002 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Professore Russell Hittinger, Docente di Filosofia e Religione presso l'Università di Tulsa (Stati Uniti d'America), Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

- La Professoressa Janne Haaland Matlary, Docente di Politica Internazionale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Oslo (Norvegia), Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
NA/.../HITTINGER:MATLARY                                     VIS 20091002 (70)

IN MEMORIAM

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2009 (VIS). Di seguito riportiamo i dati dei Presuli mancati nelle ultime settimane:

- Il Vescovo Pudhota Chinniah Balaswamy, emerito di Nellore (India), il 24 settembre, all'età di 80 anni.

- Il Vescovo Joseph Satoshi Fukahori, emerito di Takamatsu (Giappone), il 24 settembre, all'età di 84 anni.

- L'Arcivescovo  Stefan Miroslav Marusyn, già Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali (Ucraina), il 21 settembre, all'età di 85 anni.

- L'Arcivescovo Luis Sánchez-Moreno Lira, emerito di Arequipa (Perù), il 28 settembre, all'età di 83 anni.

- L'Arcivescovo Joseph-Marie Sardou, T.D., emerito di Monaco (Principato di Monaco), il 19 settembre, all'età di 86 anni.
.../DEFUNTI/...                                   VIS 20091002 (110)

giovedì 1 ottobre 2009

PRESA POSSESSO CHIESA FRASCATI CARDINALE TARCISIO BERTONE


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2009 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice rende noto che il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, prenderà possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Frascati, sabato 3 ottobre, alle ore 17:00.
OCL/PRESA DI POSSESSO/FRASCATI:BERTONE                 VIS 20091001 (50)


RATIFICARE TRATTATI INTERDIZIONE ARMI NUCLEARI


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2009 (VIS). L'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto dal 22 al 26 settembre, a diversi incontri tenutisi presso la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York.

   Rivolgendosi, il 24 settembre scorso, ai partecipanti al Vertice del Consiglio di Sicurezza, sul tema della non proliferazione e del disarmo nucleare, l'Arcivescovo ha affermato che "La Santa Sede sollecita gli Stati ad adottare chiare e ferme decisioni ed impegni, e ad adoperarsi per un progressivo e concertato disarmo nucleare".

   "La Santa Sede incoraggia gli Stati dotati di armi nucleari e quelli che posseggono tali armi a ratificare tutti i protocolli dei trattati sulle Zone di non proliferazione di armamenti nucleari e fortemente appoggia gli sforzi per creare una zona simile in Medio Oriente".

  Nello stesso giorno l'Arcivescovo, intervenendo alla VI Conferenza per promuovere l'entrata in vigore del Tratto di interdizione globale degli esperimenti nucleari, ha invitato tutti gli Stati che non fanno parte del CTBT ad aderire quanto prima al Trattato e soprattutto quelli "la cui ratifica è necessaria per l'entrata in vigore del Trattato".

  "Il momento attuale rappresenta per questi ultimi un'occasione speciale per dimostrare, a tutta la famiglia umana, una coraggiosa guida ed un alto senso di responsabilità politica. Dalla Conferenza di analisi del trattato di non proliferazione di armi nucleari e dal processo di universalizzazione del CTBT, scaturiranno importanti indicazioni per creare una clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale, attraverso una cooperazione coerente e responsabile fra tutti i membri della comunità internazionale".
DELSS/ARMI NUCLEARI/MAMBERTI                VIS 20091001 (270)


PAPA AL CONCERTO ANNIVERSARIO II GUERRA MONDIALE


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2009 (VIS). Giovedì 8 ottobre, alle 18:30, nell'Auditorium di Via della Conciliazione, 4, Roma, si terrà un Concerto - alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI - intitolato: Giovani contro la guerra" (1939-2009), per commemorare il 70° anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

  Il Concerto, eseguito da un'orchestra  composta da giovani musicisti provenienti da 10 nazioni, è stato promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, dalll'Ambasciata tedesca presso la Santa sede e dal KulturForum Europeo di Mainau. Il Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose ha accettato di patrocinare l'evento, finanziato da dieci enti tedeschi e italiani.

  Il programma prevede brani musicali di Gustav Mahler e di Felix Mendelssohn Bartholdy entrambi compositori ebrei di nascita, poi battezzati, uno, Mendelssohn, protestante, l'altro Mahler, cattolico. Entrambi "hanno sperimentato" - si legge in un Comunicato che annuncia il Concerto - "durante la loro vita un forte antisemitismo. Sotto il regime nazista la loro musica era proibita".
OP/CONCERTO/II GUERRA MONDIALE                          VIS 20091001 (180)


Copyright © VIS - Vatican Information Service