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domenica 25 maggio 2014

Al GIORDANO IL PAPA RINNOVA SUO APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE A FAVORE DEI PROFUGHI DI SIRIA E IRAQ E CHIEDE LA CONVERSIONE DI COLORO CHE FABBRICANO E VENDONO ARMI

Città del Vaticano, 24 maggio 2014 (VIS). Al termine della Celebrazione Eucaristica nell'International Stadium di Amman, il Santo Padre ha percorso in autovettura i cinquanta chilometri che lo separavano dalla regione di "Betania al di là del Giordano", che fu il centro dell'attività di Giovanni Battista e scenario della vita pubblica di Gesù. Betania è tuttora sepolta e la sua precisa posizione resta ignota. Forse si trova a 200 metri ad occidente del Colle del Profeta Elia dove non sono ancora stati effettuati scavi archeologici. La zona è nota con il nome di "Wadi Al-Kharrar" (valle melodiosa), con riferimento al mormorio delle acque del Giordano. La località si trova a 350 metri sotto il livello del Mediterraneo, a pochi chilometri dal punto dove il fiume si allarga e sfocia nel Mar Morto, il "mare di sale" dell'Antico Testamento, il "Mare di Lot" dei manoscritti arabi.

Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal Re Abdullah II nei pressi dell'abside della chiesa latina di Betania al di là del Giordano e quindi si è recato al Sito del Battesimo fino alla riva del fiume Giordano per raccogliersi in preghiera silenziosa e benedire l'acqua. Al termine il Papa è entrato alla chiesa latina dove è stata allestita una sagrestia privata. La chiesa è ancora in costruzione e la sua prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI nel corso della sua visita al Sito del Battesimo, il 10 maggio 2009.

All'interno della chiesa si trovavano 600 persone tra rifugiati e giovani disabili ai quali il Papa ha detto: "Nel mio pellegrinaggio ho voluto fortemente incontrare voi che, a causa di sanguinosi conflitti, avete dovuto lasciare le vostre case e la vostra Patria e avete trovato rifugio nella ospitale terra di Giordania; e al tempo stesso voi, cari giovani, che sperimentate il peso di qualche limite fisico".

"Il luogo in cui ci troviamo - ha proseguito il Pontefice - ci ricorda il battesimo di Gesù. Venendo qui al Giordano a farsi battezzare da Giovanni, Egli mostra la sua umiltà e la condivisione della condizione umana: si abbassa fino a noi e con il suo amore ci restituisce la dignità e ci dona la salvezza. Ci colpisce sempre questa umiltà di Gesù, il suo chinarsi sulle ferite umane per risanarle. Questo chinarsi di Gesù su tutte le ferite umane per risanarle! E a nostra volta siamo profondamente toccati dai drammi e dalle ferite del nostro tempo, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente. Penso in primo luogo all'amata Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi".

"Tutti vogliamo la pace! - ha esclamato il Papa - Ma guardando questo dramma della guerra, guardando queste ferite, guardando tanta gente che ha lasciato la sua patria, che è stata costretta ad andarsene via, io mi domando: chi vende le armi a questa gente per fare la guerra? Ecco la radice del male! L'odio e la cupidigia del denaro nelle fabbriche e nelle vendite delle armi. Questo ci deve far pensare a chi è dietro, che dà a tutti coloro che sono in conflitto le armi per continuare il conflitto! Pensiamo, e dal nostro cuore diciamo anche una parola per questa povera gente criminale, perché si converta".

Nel ringraziare le Autorità e il popolo giordano per "la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e dall’Iraq", il Papa ha esteso il suo "grazie a tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di solidarietà verso i rifugiati. Penso anche all’opera di carità svolta da istituzioni della Chiesa come Caritas Giordania e altre che, assistendo i bisognosi senza distinzione di fede religiosa, appartenenza etnica o ideologica, manifestano lo splendore del volto caritatevole di Gesù, che è misericordioso. Dio Onnipotente e Clemente benedica tutti voi e ogni vostro sforzo nell’alleviare le sofferenze causate dalla guerra!".

"Mi rivolgo alla comunità internazionale - ha esclamato il Papa - perché non lasci sola la Giordania, tanto accogliente e coraggiosa, nel far fronte all’emergenza umanitaria derivante dall’arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e di aiuto. Rinnovo il mio più accorato appello per la pace in Siria. Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli".

Successivamente il Papa ha chiesto ai giovani di unirai alla sua "preghiera per la pace. Potete farlo - ha detto - anche offrendo a Dio le vostre fatiche quotidiane, e così la vostra preghiera diventa particolarmente preziosa ed efficace. E vi incoraggio a collaborare, col vostro impegno e la vostra sensibilità, alla costruzione di una società rispettosa dei più deboli, dei malati, dei bambini, degli anziani. Pur nelle difficoltà della vita, siate segno di speranza. Voi siete nel cuore di Dio, voi siete nelle mie preghiere, e vi ringrazio per la vostra calorosa e gioiosa e numerosa presenza. Grazie!".

"Al termine di questo incontro - ha concluso il Pontefice - rinnovo l’auspicio che prevalgano la ragione e la moderazione e, con l’aiuto della comunità internazionale, la Siria ritrovi la via della pace. Dio converta i violenti! Dio converta coloro che hanno progetti di guerra! Dio converta coloro che fabbricano e vendono le armi e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione. Che il Signore benedica tutti voi!".

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