Città
del Vaticano, 24 maggio 2014 (VIS). Al termine dell'incontro con le
Autorità giordane, Papa Francesco ha raggiunto in autovettura
l'International Stadium di Amman che sorge nel complesso sportivo "Al
Hussein Youth City", la cui costruzione venne iniziata nel 1964
dal Re Hussein. Lo Stadio, in cui Papa Benedetto XVI celebrò la
Santa Messa nel 2009, può contenere circa 25.000 persone. Inoltre
alcune migliaia di fedeli hanno potuto seguire la celebrazione sui
maxischermi collocati all'esterno. Numerosi rifugiati cristiani
provenienti da Palestina, Siria ed Iraq, hanno partecipato
all'Eucaristia presieduta da Papa Francesco durante la quale 1.400
bambini hanno ricevuto la Prima Comunione.
"Qui
ci troviamo - ha detto Papa Francesco all'inizio dell'omelia - non
lontano dal luogo in cui lo Spirito Santo discese con potenza su Gesù
di Nazareth, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano,
e oggi mi recherò lì. Dunque il Vangelo di questa domenica, e anche
questo luogo nel quale grazie a Dio mi trovo pellegrino, ci invitano
a meditare sullo Spirito Santo, su ciò che Egli compie in Cristo e
in noi, e che possiamo riassumere in questo modo: lo Spirito compie
tre azioni: prepara, unge e invia".
"Nel
momento del battesimo - ha spiegato il Papa - lo Spirito si posa su
Gesù per prepararlo alla sua missione di salvezza (...). Ma lo
Spirito Santo, presente fin dall’inizio della storia della
salvezza, aveva già operato in Gesù nel momento del suo
concepimento nel grembo verginale di Maria di Nazareth" e "aveva
agito in Simeone e Anna nel giorno della presentazione di Gesù al
Tempio. (...). Nell’atteggiamento profetico dei due vegliardi si
esprime la gioia dell’incontro con il Redentore e si attua in certo
senso una preparazione dell’incontro tra il Messia e il popolo. I
diversi interventi dello Spirito Santo fanno parte di un’azione
armonica, di un unico progetto divino d’amore. La missione dello
Spirito Santo, infatti, è di generare armonia – Egli stesso è
armonia – e di operare la pace nei differenti contesti e tra
soggetti diversi. La diversità di persone e di pensiero non deve
provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre
arricchimento. Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo
Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e
dell’unità".
"In
secondo luogo, lo Spirito Santo unge. Ha unto interiormente Gesù, e
unge i discepoli, perché abbiano gli stessi sentimenti di Gesù e
possano così assumere nella loro vita atteggiamenti che favoriscono
la pace e la comunione. Con l’unzione dello Spirito, la nostra
umanità viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende
capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama.
Pertanto, è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di
perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione
per una pace vera, solida e duratura. Chiediamo al Padre di ungerci
affinché diventiamo pienamente suoi figli, sempre più conformi a
Cristo, per sentirci tutti fratelli e così allontanare da noi
rancori e divisioni e poter amarci fraternamente".
"E
infine lo Spirito Santo invia. Gesù è l’Inviato, pieno dello
Spirito del Padre. Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo inviati
come messaggeri e testimoni di pace. Quanto bisogno ha il mondo di
noi come messaggeri di pace, come testimoni di pace! È
una necessità che ha il mondo. Anche il mondo ci chiede di fare
questo: portare la pace, testimoniare la pace! La pace non si
può comperare, non si vende, La pace è un dono da ricercare
pazientemente e costruire 'artigianalmente' mediante piccoli e grandi
gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della
pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue
e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un
unico Padre nel cielo e di essere tutti suoi figli, fatti a sua
immagine e somiglianza".
In
questo spirito il Papa ha abbracciato simbolicamente tutti i presenti
ed ha detto: "Il mio cuore si rivolge anche ai numerosi
rifugiati cristiani; anche tutti noi, con il nostro cuore,
rivolgiamoci a loro, ai numerosi rifugiati cristiani provenienti
dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq: portate alle vostre
famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza".
"Lo
Spirito Santo - ha ripreso il Pontefice - è disceso su Gesù presso
il Giordano e ha dato avvio alla sua opera di redenzione per liberare
il mondo dal peccato e dalla morte. A Lui chiediamo di preparare i
nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze
di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere
con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli
errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di
inviarci, con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi
della ricerca della pace".
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