Città
del Vaticano, 9 ottobre 2013
(VIS). Al termine della catechesi, nei saluti nelle diverse lingue,
il Papa, rivolgendosi "con speciale affetto ai Vescovi della
Chiesa di tradizione alessandrina di Etiopia ed Eritrea ha detto:
"Sono particolarmente vicino nella preghiera e nel dolore per
tanti figli della loro terra che hanno perso la vita nella tragedia
di Lampedusa".
Fra
i pellegrini di lingua francese il Papa ha salutato in particolare i
Vescovi della Conferenza Episcopale regionale del Nord-Africa
incoraggiandoli "a consolidare i rapporti fraterni con i
fratelli di religione islamica".
In
Piazza San Pietro era presente un nutrito gruppo di fedeli croati
appartenenti alle diocesi di Mostar-Duvno e di Trebinje-Mrkan in
Bosnia ed Erzegovina ai quali il Papa ha detto: "Vorrei
incoraggiarvi ad essere autentici testimoni di nostro Signore. Essere
cattolico, essere missionario nel vostro ambiente multietnico e
multiconfessionale significa amare tutti come Gesù Cristo ci ha
amato. Portate tale amore nella vostra Patria".
Nei
saluti ai fedeli di lingua araba Papa Francesco ha ricordato che un
anno fa, il 10 ottobre 2012, dopo il suo Viaggio in Libano e la
consegna dell'Esortazione Apostolica "La Chiesa in Medio
Oriente: Comunione e testimonianza", Papa Benedetto XVI incluse
la lingua araba fra le lingue dell'Udienza Generale come era stato
chiesto dai Padri sinodali "per esprimere a tutti i cristiani
del Medio Oriente la vicinanza della Chiesa Cattolica ai suoi figli
orientali. E oggi - ha detto - parlando dell'espressione 'credo nella
Chiesa Cattolica', vi chiedo di pregare per la pace nel Medio
Oriente: in Siria, in Iraq, in Egitto, in Libano e in Terra Santa,
dove è nato il Principe della Pace, Gesù Cristo. Pregate affinché
la luce di Cristo arrivi a ogni cuore e in ogni luogo, fino ai
confini della terra".
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