Città
del Vaticano, 29 settembre (VIS). "Chi è il catechista? È
colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in
se stesso e la sa risvegliare negli altri", ha detto Papa
Francesco nell'omelia della Santa Messa per la Giornata dei
Catechisti, celebrata in Piazza San Pietro, con la partecipazione di
più di 100.000 persone.
Nella
giornata conclusiva del pellegrinaggio a Roma, nel contesto dell'Anno
della fede, dei catechisti provenienti da tutto il mondo, il Santo
Padre ha citato nell'omelia le parole del profeta Amos: "'Guai
agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri, …
distesi su letti d’avorio', mangiano, bevono, cantano, si divertono
e non si curano dei problemi degli altri'". "Parole dure
queste del profeta Amos - ha affermato il Papa - ma che ci mettono in
guardia da un pericolo che tutti corriamo. (...) Il rischio di
adagiarsi, della comodità, della mondanità nella vita e nel cuore,
di avere come centro il nostro benessere".
"È
la stessa esperienza del ricco del Vangelo, che indossava vestiti di
lusso e ogni giorno si dava ad abbondanti banchetti; questo era
importante per lui. E il povero che era alla sua porta e non aveva di
che sfamarsi? Non era affare suo, non lo riguardava. Se le cose, il
denaro, la mondanità diventano centro della vita ci afferrano, ci
possiedono e noi perdiamo la nostra stessa identità di uomini:
guardate bene, il ricco del Vangelo non ha nome, è semplicemente 'un
ricco'. Le cose, ciò che possiede sono il suo volto, non ne ha
altri".
"Come
mai succede questo? Come mai gli uomini, forse anche noi, cadiamo nel
pericolo di chiuderci, di mettere la nostra sicurezza nelle cose, che
alla fine ci rubano il volto, il nostro volto umano? Questo succede
quando perdiamo la memoria di Dio. (...). Se manca la memoria di Dio,
tutto si appiattisce, tutto va sull’io, sul mio benessere. La vita,
il mondo, gli altri (...) non contano più nulla, tutto si riduce a
una sola dimensione: l’avere. Se perdiamo la memoria di Dio, anche
noi stessi perdiamo consistenza, (...) perdiamo il nostro volto come
il ricco del Vangelo! Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso
nullità".
"Chi
è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di
Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri (...)
come la Vergine Maria che, (...) dopo aver accolto l’annuncio
dell’Angelo e aver concepito il Figlio di Dio, che cosa fa? Parte,
va dall’anziana parente Elisabetta, anch’essa incinta, per
aiutarla; e nell’incontro con lei il suo primo atto è la memoria
dell’agire di Dio, della fedeltà di Dio nella sua vita, nella
storia del suo popolo, nella nostra storia. (...). Maria ha memoria
di Dio.
Nel
Magnificat di Maria "c’è anche la memoria della sua storia
personale, la storia di Dio con lei, la sua stessa esperienza di
fede. Ed è così per ognuno di noi, per ogni cristiano: la fede
contiene proprio la memoria della storia di Dio con noi, la memoria
dell’incontro con Dio che si muove per primo, che crea e salva, che
ci trasforma. (...) Il catechista è proprio un cristiano che mette
questa memoria al servizio dell’annuncio; non per farsi vedere, non
per parlare di sé, ma per parlare di Dio, del suo amore, della sua
fedeltà. Parlare e trasmettere tutto quello che Dio ha rivelato,
cioè la dottrina nella sua totalità, senza tagliare né aggiungere.
(...) Lo stesso Catechismo che cos’è se non memoria di Dio,
memoria della sua azione nella storia, del suo essersi fatto vicino a
noi in Cristo, presente nella sua Parola, nei Sacramenti, nella sua
Chiesa, nel suo amore?".
Infine
il Papa ha citato le indicazioni che San Paolo dà a Timoteo che
possono segnare anche il cammino del catechista: "tendere alla
giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla
mitezza". "Il catechista è uomo della memoria di Dio se ha
un costante, vitale rapporto con Lui e con il prossimo; se è uomo di
fede, che si fida veramente di Dio e pone in Lui la sua sicurezza; se
è uomo di carità, di amore, che vede tutti come fratelli; se è
uomo di 'hypomoné', di pazienza, di perseveranza, che sa affrontare
le difficoltà, le prove, gli insuccessi, con serenità e speranza
nel Signore; se è uomo mite, capace di comprensione e di
misericordia".
"Preghiamo
il Signore - ha concluso il Papa - perché siamo tutti uomini e donne
che custodiscono e alimentano la memoria di Dio nella propria vita e
la sanno risvegliare nel cuore degli altri".
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