CITTA' DEL VATICANO, 8 NOV. 2009 (VIS). Nel pomeriggio, il Papa si è recato in auto a Concesio, luogo che diede i natali a Giovanni Battista Montini il 26 settembre 1897 ed ha incontrato alcuni discendenti della Famiglia Montini.
Successivamente, nell'Auditorium "Vittorio Montini", ha avuto luogo l'incontro ufficiale per l'inaugurazione della nuova sede dell'Istituto Paolo VI e l'assegnazione del VI Premio Internazionale Paolo VI (Premio per l'Educazione), che viene conferito alla collana francese "Sources Chrétiennes" nella persona del Direttore Bernard Meunier.
Nel suo discorso il Santo Padre ha spiegato che è stata: "Una scelta dedicata all'ambito educativo, che intende porre in rilievo - come è stato ben sottolineato - l'impegno profuso da questa storica collana, fondata nel 1942, tra gli altri, da Henri De Lubac e Jean Daniélou, per una rinnovata scoperta delle fonti cristiane antiche e medioevali".
Ricordando i diversi aspetti della personalità di Giovanni Battista Montini, Benedetto XVI ne ha sottolineato la sua capacità educativa ed ha affermato: "L'educatore Montini, studente e sacerdote, Vescovo e Papa, avvertì sempre la necessità di una presenza cristiana qualificata nel mondo della cultura, dell'arte e del sociale, una presenza radicata nella verità di Cristo, e, al tempo stesso, attenta all'uomo e alle sue esigenze vitali".
"Cari amici, gli anni della FUCI, difficili per il contesto politico dell'Italia, ma entusiasmanti per quei giovani che riconobbero nel Servo di Dio una guida e un educatore, rimasero impressi nella personalità di Paolo VI. In lui, Arcivescovo di Milano e poi Successore dell'apostolo Pietro, mai vennero meno l'anelito e la preoccupazione per il tema dell'educazione".
La costante preoccupazione di Papa Paolo VI per il tema dell'educazione è attestata dai "numerosi suoi interventi dedicati alle nuove generazioni, in momenti burrascosi e travagliati, come il Sessantotto. Con coraggio, indicò la strada dell'incontro con Cristo come esperienza educativa liberante e unica vera risposta ai desideri e alle aspirazioni dei giovani, divenuti vittime dell'ideologia".
"Paolo VI definì se stesso 'vecchio amico dei giovani': sapeva riconoscere e condividere il loro tormento quando si dibattono tra la voglia di vivere, il bisogno di certezza, l'anelito all'amore, e il senso di smarrimento, la tentazione dello scetticismo, l'esperienza della delusione. Aveva imparato a comprenderne l'animo e ricordava che l'indifferenza agnostica del pensiero attuale, il pessimismo critico, l'ideologia materialista del progresso sociale non bastano allo spirito, aperto a ben altri orizzonti di verità e di vita".
"Maestro di vita e coraggioso testimone di speranza" - ha sottolineato Papa Benedetto XVI - "è stato questo mio venerato Predecessore, non sempre capito, anzi più di qualche volta avversato e isolato da movimenti culturali allora dominanti. Ma, solido anche se fragile fisicamente, ha condotto senza tentennamenti la Chiesa; non ha perso mai la fiducia nei giovani, rinnovando loro, e non solo a loro, l'invito a fidarsi di Cristo e a seguirlo sulla strada del Vangelo".
"Auspico di cuore che l'amore di questo Papa per i giovani" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "l'incoraggiamento costante ad affidarsi a Gesù Cristo - invito ripreso da Giovanni Paolo II e che anch'io ho voluto rinnovare proprio all'inizio del mio Pontificato - venga percepito dalle nuove generazioni".
PV-ITALIA/PREMIO PAOLO VI/CONCESIO VIS 20091109 (530)
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