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sabato 9 maggio 2009

CONTRIBUTO POSITIVO E CREATIVO RELIGIONE SOCIETÀ CIVILE


CITTA' DEL VATICANO, 9 MAG. 2009 (VIS). Alle 11:30 di questa mattina, il Papa si è recato alla Moschea "Al-Hussein Bin Talal" di Amman, eretta per volontà di Re Abdallah II alla memoria di suo padre, ed inaugurata il 12 aprile 2006. Il Papa ha compiuto inoltre una breve visita al Museo Hashemita, annesso alla Moschea, che possiede una collezione storica sulla dinastia regnante.

Alle 11:45, all'esterno del luogo di culto, ha avuto luogo un incontro con i Capi religiosi musulmani, il Corpo Diplomatico ed i Rettori delle Università giordane.

Prima di pronunciare il suo discorso, il Papa ha ascoltato il saluto del Principe Ghazi Bin Muhammed Bin Talal, uno dei principali firmatari del Messaggio "Una parola comune tra noi e voi" (13 ottobre 2007) indirizzato da 138 ulema, dotti islamici, al Papa e ai leader cristiani per promuovere insieme la pace nel mondo. Al Messaggio ha risposto, a nome del Papa, il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. La Delegazione degli ulema guidata dal Principe Ghazi è stata ricevuta da Benedetto XVI in Vaticano il 6 novembre 2008.

Benedetto XVI ha espresso preoccupazione "per il fatto che oggi, con insistenza crescente, alcuni (...) asseriscono che la religione è necessariamente una causa di divisione nel nostro mondo (...). Certamente, il contrasto di tensioni e divisioni fra seguaci di differenti tradizioni religiose, purtroppo, non può essere negato. Tuttavia" - si è chiesto il Pontefice - "non si dà anche il caso che spesso sia la manipolazione ideologica della religione, talvolta a scopi politici, il catalizzatore reale delle tensioni e delle divisioni e non di rado anche delle violenze nella società?".

"Musulmani e Cristiani, proprio a causa del peso della nostra storia comune così spesso segnata da incomprensioni, devono" essere "coerenti nel dare testimonianza di tutto ciò che è giusto e buono, sempre memori della comune origine e dignità di ogni persona umana, che resta al vertice del disegno creatore di Dio per il mondo e per la storia".

"La decisione degli educatori giordani come pure dei leader religiosi e civili di far sì che il volto pubblico della religione rifletta la sua vera natura è degna di plauso" - ha detto ancora il Papa - "La collaborazione realizzata qui in Giordania costituisce un esempio incoraggiante e persuasivo per la regione, in realtà anzi per il mondo, del contributo positivo e creativo che la religione può e deve dare alla società civile".

"Distinti Amici, oggi desidero far menzione di un compito che ho indicato in diverse occasioni e che credo fermamente Cristiani e Musulmani possano assumersi, (...) la sfida a coltivare per il bene, nel contesto della fede e della verità, il vasto potenziale della ragione umana. (...) Quali credenti nell'unico Dio, sappiamo che la ragione umana è in se stessa dono di Dio, e si eleva al piano più alto quando viene illuminata dalla luce della verità di Dio. In realtà, quando la ragione umana umilmente consente ad essere purificata dalla fede non è per nulla indebolita; anzi, è rafforzata nel resistere alla presunzione di andare oltre ai propri limiti. In tal modo, la ragione umana viene rinvigorita nell'impegno di perseguire il suo nobile scopo di servire l'umanità".

"Pertanto l'adesione genuina alla religione - lungi dal restringere le nostre menti - amplia gli orizzonti della comprensione umana. Ciò protegge la società civile dagli eccessi di un 'ego' ingovernabile, che tende ad assolutizzare il finito e ad eclissare l'infinito; fa sì che la libertà sia esercitata in sinergia con la verità, ed arricchisce la cultura con la conoscenza di ciò che riguarda tutto ciò che è vero, buono e bello".

Benedetto XVI ha ricordato ancora che "proprio perché è la nostra dignità umana che dà origine ai diritti umani universali, essi valgono ugualmente per ogni uomo e donna, senza distinzione di gruppi religiosi, sociali o etnici ai quali appartengano. Sotto tale aspetto, dobbiamo notare che il diritto di libertà religiosa va oltre la questione del culto ed include il diritto - specie per le minoranze - di equo accesso al mercato dell'impiego e alle altre sfere della vita civile".

"Questa mattina prima di lasciarvi" - ha detto infine il Santo Padre - "vorrei in special modo sottolineare la presenza tra noi di Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, Patriarca di Baghdad, che io saluto molto calorosamente. La sua presenza richiama alla mente i cittadini del vicino Iraq, molti dei quali hanno trovato cordiale accoglienza qui in Giordania. Gli sforzi della comunità internazionale nel promuovere la pace e la riconciliazione, insieme con quelli dei leader locali, devono continuare in vista di portare frutto nella vita degli iracheni. (...) Ancora una volta, chiedo con insistenza ai diplomatici ed alla comunità internazionale da essi rappresentata, come anche ai leader politici e religiosi locali, di compiere tutto ciò che è possibile per assicurare all'antica comunità cristiana di quella nobile terra il fondamentale diritto di pacifica coesistenza con i propri concittadini".
PV-GIORDANIA/CORPO DIPLOMATICO/AMMAN VIS 20090509 (810)

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