CITTA' DEL VATICANO, 20 MAR. 2009 (VIS). Questa mattina, il Papa è atterrato all'aeroporto 4 de Fevereiro di Luanda (Angola), dopo due ore di viaggio, dando così inizio alla seconda parte del suo Viaggio Apostolico in Camerun e Angola.
Ai piedi della scaletta dell'aereo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica dell'Angola, Signor José Eduardo Dos Santos e dalla consorte e, successivamente, dall'Arcivescovo di Luanda e Presidente della Conferenza Episcopale dell'Angola e Säo Tomé, Monsignor António Franklin.
Dopo la presentazione delle Autorità del Paese e il saluto del Presidente Dos Santos, il Santo Padre ha pronunciato un discorso.
"Con vivi sentimenti di deferenza e amicizia" - ha detto il Papa - "metto piede sul suolo di questa nobile e giovane Nazione nell'ambito di una visita pastorale che, nel mio spirito, ha per orizzonte il Continente africano, anche se i miei passi ho dovuto circoscriverli a Yaoundé e Luanda. Sappiano tutti però che, nel mio cuore e nella mia preghiera, ho presenti l'Africa in generale e il popolo di Angola in particolare, al quale desidero offrire un cordiale incoraggiamento a proseguire sulla via della pacificazione e della ricostruzione del Paese e delle istituzioni".
Nel ricordare la visita di Giovanni Paolo II in Angola nel 1992, il Papa ha affermato: "Quanto a me, vi ricordo che provengo da un Paese dove la pace e la fraternità sono care ai cuori di tutti i suoi abitanti, in particolare di quanti - come me - hanno conosciuto la guerra e la divisione tra fratelli appartenenti alla stessa Nazione a causa di ideologie devastanti e disumane, le quali, sotto la falsa apparenza di sogni e illusioni, facevano pesare sopra gli uomini il giogo dell'oppressione. Potete dunque capire quanto io sia sensibile al dialogo fra gli uomini come mezzo per superare ogni forma di conflitto e di tensione e per fare di ogni Nazione - e quindi anche della vostra Patria - una casa di pace e di fraternità".
"Il vostro territorio" - ha proseguito il Pontefice - "è ricco; la vostra Nazione è forte. Utilizzate queste vostre prerogative per favorire la pace e l'intesa fra i popoli, su una base di lealtà e di uguaglianza che promuovano per l'Africa quel futuro pacifico e solidale al quale tutti anelano e hanno diritto. A tale scopo vi prego: Non arrendetevi alla legge del più forte! Perché Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle loro tendenze naturali, con le ali della ragione e della fede. Se vi fate sollevare da queste ali, non vi sarà difficile riconoscere nell'altro un fratello, che è nato con gli stessi diritti umani fondamentali".
"Purtroppo" - ha lamentato il Papa - "dentro i vostri confini angolani ci sono ancora tanti poveri che rivendicano il rispetto dei loro diritti. Non si può dimenticare la moltitudine di angolani che vivono al di sotto della linea di povertà assoluta. Non deludete le loro aspettative!".
"Si tratta di un'opera immane, che richiede una più grande partecipazione civica da parte di tutti. È necessario coinvolgere in essa l'intera società civile angolana; questa però ha bisogno di presentarsi all'appuntamento più forte e articolata, sia tra le forze che la compongono come anche nel dialogo con il Governo. Per dare vita ad una società veramente sollecita del bene comune, sono necessari valori da tutti condivisi".
"Ecco il motivo immediato che mi ha portato in Angola" - ha precisato il Santo Padre - "ritrovarmi con una delle più antiche comunità cattoliche dell'Africa sub-equatoriale, per confermarla nella sua fede in Gesù risorto ed associarmi alle suppliche dei suoi figli e figlie affinché il tempo della pace, nella giustizia e nella fraternità, non conosca tramonto in Angola, consentendole di adempiere alla missione che Dio le ha affidato in favore del suo popolo e nel concerto delle Nazioni".
Al termine della cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si è diretto alla Nunziatura Apostolica per il pranzo in privato.
PV-ANGOLA/ARRIVO/LUANDA VIS 20090320 (650)
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