CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2005 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio finale della XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi nelle diverse lingue. Pubblichiamo di seguito estratti del documento intitolato: "L'Eucaristia, Pane vivo per la pace del mondo".
"L'EUCARISTIA, PANE VIVO PER LA PACE DEL MONDO"
"Convocati a Roma da Sua Santità Giovanni Paolo II di venerata memoria e confermati dal Santo Padre Benedetto XVI, siamo venuti dai cinque continenti della terra per pregare e riflettere insieme sulla 'Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa'. Scopo del Sinodo era quello di offrire al Santo Padre delle Proposizioni che servissero a riqualificare la pastorale eucaristica della Chiesa. Abbiamo potuto sperimentare ciò che la Santa Eucaristia significa fin dalle sue origini: una sola fede e una sola Chiesa, nutrita da un unico Pane di Vita e in comunione visibile con il Successore di Pietro".
"La condivisione fraterna tra i Vescovi, gli Uditori e le Uditrici, unitamente con i Rappresentanti ecumenici, ha rinnovato la nostra convinzione che la Santa Eucaristia anima e trasforma sia la vita delle nostre Chiese particolari d'Oriente ed Occidente, sia le molteplici attività umane nei contesti più differenti in cui viviamo. Proviamo una gioia profonda nel constatare l'unità della nostra fede eucaristica pur all'interno di una grande diversità di riti, di culture e di situazioni pastorali. La presenza di tanti Fratelli Vescovi ci ha permesso di sperimentare in maniera ancora più diretta la ricchezza delle nostre diverse tradizioni liturgiche che fa risplendere la profondità dell'unico mistero eucaristico".
"Vi invitiamo a pregare con maggior intensità, Fratelli e Sorelle cristiani di ogni Confessione, perché venga il giorno della riconciliazione e della piena unità visibile della Chiesa nella celebrazione della Santa Eucaristia, conformemente alla preghiera del Signore alla vigilia della sua morte: Perché tutti siano una cosa sola".
"La nostra gratitudine è rivolta anche a tutto il popolo di Dio di cui abbiamo sentito la vicinanza e la solidarietà durante queste tre settimane di preghiera e di riflessione. Le Chiese particolari in Cina e i loro Vescovi che non hanno potuto partecipare ai nostri lavori, hanno avuto un posto speciale nei nostri pensieri e preghiere".
IN ASCOLTO DELLA SOFFERENZA DEL MONDO
"Nel corso dell'Assemblea Sinodale c'è stato un intenso scambio di testimonianze sulla vita della Chiesa nei cinque continenti. Abbiamo preso coscienza di situazioni drammatiche e di sofferenze causate dalle guerre, dalla fame, dalle diverse forme di terrorismo e di ingiustizia, che colpiscono la vita quotidiana di centinaia di milioni di persone. I diversi focolai di violenza nel Medio Oriente e in Africa ci hanno particolarmente colpito, ma resi anche più sensibili dinanzi all'oblio di questo continente nell'opinione pubblica mondiale. Le calamità naturali, che sembrano moltiplicarsi con sempre maggior frequenza, obbligano a guardare con maggior rispetto alla natura e a rinsaldare i vincoli di solidarietà con le popolazioni colpite".
"Non ci siamo nascosti le conseguenze della secolarizzazione presenti soprattutto in Occidente, che portano all'indifferenza religiosa e alle diverse espressioni del relativismo. Abbiamo ricordato e denunciato le situazioni di ingiustizia e di povertà estrema che proliferano ovunque, ma soprattutto in America Latina, in Africa e in Asia. Tutte queste sofferenze gridano al cospetto di Dio e provocano la coscienza dell'umanità. (...) Il nostro pensiero va a quanti governano le Nazioni perché guardino con la dovuta attenzione al bene di tutti e siano promotori della piena dignità di ogni persona, dal concepimento fino alla sua naturale conclusione. Chiediamo loro di promuovere leggi che rispettino il diritto naturale del matrimonio e della famiglia. Da parte nostra, continueremo a partecipare attivamente all'impegno comune nel creare le condizioni durature per un reale progresso dell'intera famiglia umana, dove a nessuno possa mancare il pane quotidiano".
FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME
"La Chiesa, fin dalle sue origini, fa memoria della Morte e Risurrezione di Gesù, con le sue stesse parole e gesti dell'Ultima Cena, domandando allo Spirito Santo di trasformare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Noi crediamo fermamente e insegniamo nella costante tradizione della Chiesa che le parole di Gesù, pronunciate dal sacerdote durante la Santa Messa, per la potenza dello Spirito Santo, operano ciò che significano. Queste parole realizzano la presenza reale di Cristo Risorto".
"A quarant'anni di distanza dal Concilio Vaticano II siamo invitati a compiere un esame di coscienza pastorale, per verificare in quale misura la fede è espressa e celebrata con coerenza nelle nostre Assemblee liturgiche. Il Sinodo riafferma che il Concilio Vaticano II ha posto le basi necessarie per un autentico rinnovamento liturgico. È necessario, quindi, coltivare i frutti positivi e correggere gli abusi presenti nella pratica. Siamo convinti che il rispetto del carattere sacrale della liturgia passa per una autentica fedeltà alle norme liturgiche della legittima autorità. Nessuno si consideri padrone della liturgia della Chiesa".
LUCI NELLA VITA EUCARISTICA DELLA CHIESA
"Molte testimonianze hanno riferito fatti positivi che consolano; ad esempio: la rinnovata presa di coscienza circa l'importanza della Santa. Messa domenicale, l'aumento delle vocazioni sacerdotali e di vita consacrata in diverse parti del mondo, la forte esperienza delle Giornate Mondiali della Gioventù, culminate in Germania a Colonia, lo sviluppo di numerose iniziative per l'adorazione del Santissimo Sacramento in tutto il mondo, il rinnovamento della catechesi del Battesimo e dell'Eucaristia alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica, la crescita di movimenti e comunità che formano i missionari per la nuova evangelizzazione".
"Ringraziamo il Signore perché in molti Paesi dove i sacerdoti erano assenti o confinati nella clandestinità, la Chiesa oggi può celebrare liberamente i Santi Misteri. La libertà di evangelizzazione e le testimonianze di ritrovato fervore risvegliano poco a poco la fede in zone profondamente scristianizzate. Salutiamo con affetto e incoraggiamo quanti soffrono ancora la persecuzione. Domandiamo, inoltre, che laddove i cristiani sono una minoranza, possano celebrare il giorno del Signore in piena libertà".
SFIDE PER UN RINNOVAMENTO EUCARISTICO
"La vita delle nostre Chiese è segnata anche da alcune ombre e problemi che non abbiamo eluso. Pensiamo, in primo luogo, alla perdita del senso del peccato ed alla crisi persistente nella pratica del Sacramento della Penitenza. È importante riscoprire il suo significato profondo: è una conversione e una medicina preziosa donata da Cristo Risorto per la remissione dei peccati (cf. Gv 20, 23) e per la crescita nell'amore verso di Lui e i fratelli".
"Ci preoccupa fortemente la mancanza di presbiteri per la celebrazione dell'Eucaristia domenicale e questo ci invita a pregare e a promuovere più attivamente la pastorale per le vocazioni sacerdotali. Diversi sacerdoti, con grande fatica, sono obbligati a moltiplicare le celebrazioni ed a trasferirsi da una parte all'altra per corrispondere nel miglior modo possibile alle necessità dei fedeli, a prezzo di grandi fatiche. Un pensiero riconoscente va anche ai numerosi missionari il cui entusiasmo per l'annuncio del Vangelo consente fino ad oggi di essere fedeli al comando del Signore di andare in tutto il mondo e battezzare nel suo Nome (cf. Mt 28, 19)".
"Diverse forme di celebrazione esistono già nei continenti dove mancano i sacerdoti. La pratica della comunione spirituale, comunque, così cara alla tradizione cattolica, potrebbe e dovrebbe essere maggiormente promossa e spiegata, così da aiutare i fedeli a meglio comunicarsi sacramentalmente e ad essere di vera consolazione a quanti non possono ricevere la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, per diverse ragioni. Crediamo che questa pratica aiuterebbe le persone sole in particolare i disabili, gli anziani, i prigionieri e i rifugiati".
"Conosciamo la tristezza di quanti non possono accedere alla comunione sacramentale per una situazione familiare non conforme al comandamento del Signore (cf. Mt 19, 3-9). Alcuni divorziati e risposati accettano con dolore di non poter ricevere la comunione sacramentale e lo offrono a Dio. Altri non comprendono questa restrizione e vivono una frustrazione interiore. Ribadiamo che, pur non potendo condividere la loro scelta (cf. CCC 2384), riaffermiamo che non sono esclusi dalla vita della Chiesa. Chiediamo loro di partecipare alla Santa Messa domenicale e di dedicarsi assiduamente all'ascolto della Parola di Dio perché possa nutrire la loro vita di fede, di carità e di conversione. Desideriamo affermare che siamo loro vicini con la preghiera e la sollecitudine pastorale; tutti insieme chiediamo al Signore di obbedire fedelmente alla sua volontà".
"Abbiamo constatato anche in alcuni ambienti uno scarso senso del sacro che tocca non solo la partecipazione attiva e generosa dei fedeli alla Santa Messa, ma anche il modo di celebrare e la qualità della testimonianza pubblica di vita che i cristiani sono chiamati a dare. (...) Il fatto della scristianizzazione richiede una formazione migliore della vita cristiana nelle famiglie, in modo che la pratica dei Sacramenti si rinnovi ed esprima realmente il contenuto di fede. Invitiamo pertanto i genitori, i pastori, i catechisti a mobilitarsi per aprire un grande cantiere di evangelizzazione e di educazione alla fede all'inizio di questo nuovo millennio".
"Dinanzi al Signore della storia e del futuro del mondo ci interpellano i poveri di sempre, i nuovi poveri e i dimenticati della terra, vittime sempre più numerose dell'ingiustizia; essi riportano alla nostra mente l'agonia di Cristo che dura fino alla fine del mondo. Tali sofferenze non possono restare estranee alla celebrazione del Mistero Eucaristico che impegna tutti noi a operare per la giustizia e la trasformazione del mondo in maniera attiva e consapevole, forti dell'insegnamento sociale della Chiesa che promuove la centralità della persona e della sua dignità".
SARETE MIEI TESTIMONI
(...) La Santa Eucaristia è il dono dell'amore, un incontro con Dio che ci ama e una sorgente zampillante di vita eterna. Noi Vescovi, Sacerdoti e Diaconi siamo i primi testimoni e i servitori di questo amore".
"Cari sacerdoti (...) vi chiediamo di essere, insieme con noi e sull'esempio del Santo Padre Benedetto XVI, gli umili operai nella vigna del Signore, con una vita sacerdotale coerente".
"Ricordiamo con gratitudine l'impegno dei diaconi permanenti, dei catechisti, degli operatori pastorali e dei numerosi fedeli laici a favore della comunità".
"Salutiamo e ringraziamo tutte le persone consacrate, questa porzione scelta della vigna del Signore, che in piena gratuità testimonia la bella notizia dello Sposo che viene (cf. Ap 22, 17-20). La vostra testimonianza eucaristica nella sequela di Cristo è un grido d'amore nella notte del mondo, una eco dello Stabat Mater e del Magnificat".
"Cari giovani (...) confidiamo nelle vostre capacità e nel vostro desiderio di sviluppare i valori positivi del mondo e di cambiare quanto vi è di ingiusto e violento. Contate sul nostro appoggio e la nostra preghiera per accogliere insieme la sfida di costruire il futuro con Cristo".
"Ai giovani seminaristi (...) desideriamo far giungere un particolare pensiero perché la loro vita di formazione sia colma di una autentica spiritualità eucaristica".
"Cari sposi cristiani con le vostre famiglie, la vostra vocazione alla santità, come chiesa domestica, si nutre alla sacra Mensa dell'Eucaristia. La vostra fede nel Sacramento del matrimonio trasforma l'unione coniugale in un tempio dello Spirito Santo, in una sorgente feconda di vita nuova nel generare i figli frutto del vostro amore. Abbiamo spesso parlato di voi al Sinodo, perché siamo coscienti delle fragilità e incertezze del mondo presente".
"Desideriamo rivolgere una parola a quanti soffrono, in particolare agli ammalati e ai disabili, che con la loro sofferenza sono uniti al sacrificio di Cristo (cf. Rm 12, 2). Per il dolore che portate nel corpo e nel vostro cuore partecipate in modo speciale al sacrificio eucaristico e siete testimoni privilegiati dell'amore che esso esprime. Siamo sicuri che nel momento in cui facciamo esperienza della debolezza e dei nostri limiti, la forza dell'Eucaristia può essere di grande aiuto. Uniti al mistero pasquale di Cristo, troviamo la risposta alle angoscianti domande della sofferenza e della morte, soprattutto quando la malattia colpisce i bambini innocenti. Siamo vicini a tutti voi, ma soprattutto ai morenti che ricevono il Corpo di Cristo come viatico per il loro ultimo passaggio verso il Regno di Dio".
CHE TUTTI SIANO UNO
"Il Santo Padre Benedetto XVI ha riaffermato il solenne impegno della Chiesa per la causa ecumenica. (...) Sentiamo tutti il dolore della separazione che impedisce la celebrazione comune dell'Eucaristia. Vogliamo intensificare nelle nostre comunità la preghiera per l'unità, lo scambio di doni tra le Chiese e le Comunità ecclesiali, i rapporti rispettosi e fraterni tra noi in modo da conoscerci meglio e amarci, rispettando e apprezzando le nostre differenze e i valori comuni. Precise norme della Chiesa stabiliscono le condizioni per accedere alla Comunione Eucaristica con fratelli e sorelle che non sono ancora in piena comunione con noi. Una sana disciplina impedisce la confusione e i gesti improvvisati che possono invece nuocere alla vera comunione".
"Come cristiani, siamo vicini agli altri discendenti di Abramo: agli ebrei, eredi della prima Alleanza ed ai musulmani. Celebrando la Santa Eucaristia pensiamo di essere, come dice Sant'Agostino, 'sacramento dell'umanità' (cf. De civ. Dei 10,6), la voce di tutte le preghiere e suppliche che dalla terra salgono verso Dio".
CONCLUSIONE: PACE PIENA DI SPERANZA
"Ringraziamo il Signore per questa XI Assemblea Sinodale che ci ha permesso di ritornare alla sorgente del mistero della Chiesa, a quarant'anni dal Concilio Vaticano II. Terminiamo in bellezza l'anno dell'Eucaristia, confermandoci nell'unità e rinnovandoci nell'entusiasmo apostolico e missionario".
"Al termine di questo Sinodo sperimentiamo questa pace piena di speranza che i discepoli di Emmaus ricevettero con il cuore ardente dal Signore risorto. Essi si alzarono e ritornarono in fretta a Gerusalemme per condividere la gioia con i fratelli e le sorelle nella fede. Noi auguriamo che possiate andare colmi di gioia all'incontro con la Santa Eucaristia e toccare con mano la verità della sua Parola: 'Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo' (Mt 28, 20)".
SE/MESSAGGIO FINALE/... VIS 20051024 (2280)
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