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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 19 aprile 2010

DOLORE E VERGOGNA DEL PAPA VITTIME ABUSI


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Al termine della Messa di questa mattina nel Piazzale dei Granai, Floriana, il Santo Padre ha incontrato, nella sede della Nunziatura Apostolica a Malta, un piccolo gruppo di persone che hanno subito abusi sessuali da parte di membri del clero.

  In un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che riferisce dell'incontro, si legge: "Benedetto XVI era profondamente commosso nell'ascoltare le storie delle vittime ed ha espresso vergogna e dolore per tutto ciò che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto.  Il Papa ha pregato con loro ed ha assicurato loro che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per compiere indagini sulle accuse, per portare davanti alla giustizia i responsabili degli abusi e per adottare misure efficaci per salvaguardare i giovani in futuro".

  "Nello spirito della recente 'Lettera ai Cattolici d'Irlanda', Benedetto XVI ha pregato affinché tutte le vittime di abusi sperimentino guarigione e riconciliazione, per poter andare avanti con rinnovata speranza".
PV-MALTA/                                   VIS 20100419 (180)

DIO SFIDA CIASCUNO DI NOI CAMBIARE E DIVENTARE PERFETTI


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Lasciata la Nunziatura Apostolica a Rabat, il Santo Padre si è diretto in autovettura panoramica al molo del porto di Kalkara, distante 15 chilometri, dove si è imbarcato per percorrere le tre miglia marine che lo separavano dal porto de La Valletta. Benedetto XVI ha percorso il tratto in un catamarano seguito da una flottiglia di barche tradizionali delle isole maltesi.

  Sbarcato, il Papa si è diretto al podio installato al porto per l'incontro con i giovani dell'isola.

  "Apprezzo il vostro desiderio di cercare e trovare la verità e di conoscere cosa dovete fare per raggiungere la pienezza della vita", ha detto il Papa ricordando l'incontro di San Paolo con Gesù, sulla via di Damasco.

  "Ogni incontro personale con Gesù è un'esperienza travolgente d'amore" - ha affermato il Santo Padre - "Per il resto della sua vita, Paolo ha avuto l'ardente desiderio di portare l'annuncio di questo amore fino ai confini della terra".

  "Forse qualcuno di voi mi dirà che San Paolo è stato spesso severo nei suoi scritti. Come posso affermare che egli ha diffuso un messaggio d'amore? La mia risposta è questa. Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore.  Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a Lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire perfetti. Questo è quanto ha chiesto a San Paolo sulla via di Damasco. Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno. Tuttavia, nel suo grande amore, Dio sfida ciascuno di noi a cambiare e diventare perfetti".

  "San Giovanni" - ha ricordato il Pontefice - "ci dice che questo amore perfetto scaccia il timore" e a tutti coloro che desideravano portare il messaggio del Vangelo nel mondo dice: 'Non abbiate paura!'. (...) Certamente incontrerete opposizione al messaggio del Vangelo. La cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo. Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana".

  "È facile, quando si è giovani e impressionabili, essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi. Ecco perché dico a voi: non abbiate paura, ma rallegratevi del suo amore per voi; fidatevi di lui, rispondete al suo invito ad essere discepoli, trovate nutrimento e aiuto spirituale nei sacramenti della Chiesa".

  "Qui a Malta vivete in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio. Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. (...)
Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo".

  "Come cristiani siamo chiamati a manifestare l'amore di Dio che comprende tutti. (...) Dobbiamo avere una cura speciale per coloro che sono in difficoltà (...); dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non. Questa è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo".
PV-MALTA                                   VIS 20100419 (660)

MALTA SEMPRE PROFONDAMENTE CONSAPEVOLE SUA IDENTIT


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Concluso l'incontro con i giovani, Benedetto XVI è giunto alle 18:40 all'aeroporto internazionale di Luqa, Malta, dove ha avuto luogo la cerimonia di congedo al termine del XIV Viaggio Apostolico del suo Pontificato.

  Dopo aver ascoltato il discorso del Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, il Santo Padre ha preso la parola.

  "Questo viaggio mi ha offerto l'occasione di un più profondo apprezzamento di come il Vangelo predicato da san Paolo ha plasmato l'identità spirituale del popolo maltese. Nel momento in cui mi congedo da voi, permettetemi di incoraggiarvi ancora una volta a coltivare una profonda coscienza della vostra identità ed accogliere le responsabilità che ne discendono, specialmente promuovendo i valori del Vangelo che vi offrono una chiara visione della dignità umana e della comune origine, nonché destino, del genere umano".

  "Tenendo presente la sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, molti migranti arrivano ai lidi di Malta, alcuni per fuggire da situazioni di violenza e di persecuzione, altri alla ricerca di migliori condizioni di vita. So delle difficoltà che possono causare l'accoglienza di un gran numero di persone, difficoltà che non possono essere risolte da alcun Paese di primo approdo, da solo. Allo stesso tempo, sono anche fiducioso che, contando sulla forza delle radici cristiane e sulla lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri, Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle Organizzazioni internazionali, di venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi il rispetto dei propri diritti".

  "Unità, solidarietà e rispetto reciproco stanno alla base della vostra vita sociale e politica. Ispirati dalla vostra fede cattolica, essi sono la bussola che vi guiderà alla ricerca di un autentico ed integrale sviluppo. Il tesoro dell'insegnamento sociale della Chiesa ispirerà e guiderà tali sforzi. Non lasciate mai" - ha concluso il Santo Padre - "che la vostra vera identità venga compromessa dall'indifferentismo o dal relativismo. Siate sempre fedeli all'insegnamento di san Paolo".

  Al termine del suo discorso Benedetto XVI è ripartito per Roma, dove è atterrato all'aeroporto di Campino alle 21:40 ed in elicottero ha raggiunto il Vaticano.. 
PV-MALTA/                                 VIS 20100419 (320)

BENEDETTO XVI CELEBRA QUINTO ANNO DI PONTIFICATO


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2010 (VIS). Benedetto XVI celebra oggi il quinto anniversario di elezione al Pontificato il 19 aprile 2005. Il Cardinale Joseph Ratzinger, succeduto a Papa Giovanni Paolo II, è il 264 Successore di Pietro.

  Il Conclave che ha portato all'elezione di Benedetto XVI iniziò lunedì 18 aprile 2005, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico Vaticano, con l"extra omnes" intimato alle 17:25 dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, Arcivescovo Piero Marini, dopo il giuramento prestato dai 115 Cardinali Elettori.   La prima fumata nera si è avuta alle ore 20:04 dello stesso giorno. Martedì 19 aprile fumata nera alle ore 11:52. Martedì 19 aprile, fumata bianca alla ore 17:50.
  Alle ore 18:48, il Santo Padre Benedetto XVI, preceduto dalla Croce, si affacciò alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana per salutare il popolo e impartire la Benedizione Apostolica "Urbi et Orbi".

  Prima della Benedizione il nuovo Pontefice rivolse ai fedeli le parole che seguono:

  "Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie".

  Benedetto XVI celebrò la sua prima Messa per l'inizio ufficiale del suo ministero petrino, sul sagrato della Basilica Vaticana, il 24 aprile 2005, con la partecipazione di mezzo milione di fedeli. La Santa Messa fu concelebrata da 150 Cardinali.

  Nella sua prima omelia il Papaaffermò: "Una delle caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al cui servizio si trova. 'Pasci le mie pecore', dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento".

  "Cari amici - in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge - voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri".

  In questi cinque anni di Pontificato Benedetto XVI ha pubblicato tre Encicliche: "Deus caritas est" (25 dicembre 2005); "Spe Salvi" (27 novembre 2007) e "Caritas in veritate" (30 giugno 2009), l'Esortazione Apostolica sull'Eucaristia; la Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus"; il volume "Gesù di Nazaret"; nove "motu proprio", fra cui "Summorum Pontificum" sulla Messa Tridentina,  e cento fra discorsi, omelie, lettere e messaggi. Ha effettuato quattordici Viaggi Apostolici internazionali e sedici visite pastorali in Italia. Fra gli avvenimenti più significativi del suo Pontificato sono da notare la visita ad Auschwitz (2006); alla Moschea Blu di Istanbul, Turchia (2006); il discorso alle Nazioni Unite (2008); la visita alla Sinagoga di Roma (2010). Benedetto XVI ha convocato tre Sinodi, il primo sulla Parola di Dio (2008); il secondo sull'Africa (2009), e il terzo sul Medio Oriente che si terrà nell'autunno 2010.

  Oggi, i Cardinali offriranno al Papa un pranzo nella Sala Ducale del Palazzo Apostolico per celebrare il quinto anniversario della sua elezione.
BXVI-ANNIVERSARIO/                                       VIS 20100418 (610)

IL PAPA INVITA TUTTI I SACERDOTI CHIUSURA ANNO SACERDOTALE


CITTA' DEL VATICANO, 19 ABR. 2010 (VIS). Il Cardinale Cláudio Hummes, O.F.M., Arcivescovo Emerito di São Paulo, Prefetto della Congregazione per il Clero, ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti del mondo in occasione della chiusura dell'Anno Sacerdotale, che si concluderà l'11 giugno 2010, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

  Di seguito riportiamo estratti della lettera, datata 12 aprile:

  "La Chiesa è senz'altro molto lieta per l'Anno Sacerdotale e ringrazia il Signore per aver ispirato il Santo Padre ad indirlo".

  "È vero che alcuni, ma proporzionalmente molto pochi, presbiteri hanno commesso orribili e gravissimi delitti di abusi sessuali contro minorenni, fatti che dobbiamo in modo assoluto e intransigente rifiutare e condannare. Loro devono rispondere davanti a Dio e davanti ai tribunali, anche civili. Nondimeno preghiamo che arrivino alla conversione spirituale e al perdono di Dio. La Chiesa intanto è decisa a non nascondere o minimizzare tali crimini. Ma soprattutto siamo da parte delle vittime e loro vogliamo sostenere nel recupero e nei loro diritti offesi".

  "D'altra parte, i delitti di alcuni non possono assolutamente essere usati per infangare l'intero corpo ecclesiale dei presbiteri. Chi lo fa, commette una clamorosa ingiustizia. La Chiesa, in quest'Anno Sacerdotale, cerca di dire ciò alla società umana. Qualsiasi persona di buon senso e di buona volontà lo capisce".

  "Cari presbiteri (...) la Chiesa vi ama, vi ammira e vi rispetta. Siete anche una gioia per la nostra gente cattolica nel mondo, che vi accoglie ed appoggia, soprattutto in questi tempi di sofferenze".

  "Il Papa, cari sacerdoti,  vi invita di cuore a venire da tutto il mondo  a Roma per questa conclusione il 9, 10 e 11 giugno prossimo. Da tutti i paesi del mondo. (...) Il Papa vorrà confermare i presbiteri della Chiesa. La loro presenza numerosa in Piazza San Pietro costituirà anche una forma propositiva e responsabile dei presbiteri a presentarsi pronti e non intimiditi per il servizio all'umanità loro affidato da Gesù Cristo".

  "Trattasi di offrire al nostro amato Papa Benedetto XVI la nostra solidarietà, il nostro appoggio, la nostra fiducia e la nostra comunione incondizionata, dinanzi agli attacchi frequenti che Gli sono rivolti, nel momento attuale, nell'ambito delle sue decisioni riguardo ai chierici incorsi nei delitti di abusi sessuali su minorenni. Le accuse contro di Lui sono evidentemente ingiuste e è stato dimostrato che nessuno ha fatto tanto quanto Benedetto XVI  per condannare e per combattere correttamente tali crimini. Allora, la presenza massiva dei presbiteri in piazza con Lui sarà un segno forte del nostro deciso rifiuto  degli attacchi  ingiusti di cui è vittima. Allora, venite anche per appoggiare pubblicamente il Santo Padre".

  "La conclusione dell'Anno Sacerdotale non costituirà propriamente una conclusione, ma un nuovo inizio. Noi, il popolo di Dio e i pastori, vogliamo ringraziare il Signore per questo periodo privilegiato di preghiera e di riflessione sul sacerdozio. Al contempo, ci proponiamo di essere sempre attenti a ciò che lo Spirito Santo vuol dirci. Intanto, torneremo all'esercizio della nostra missione nella Chiesa e nel mondo con gioia rinnovata e con la convinzione che Dio, il Signore della storia, resta con noi, sia nelle crisi sia nei nuovi tempi".
CPC/                                       VIS 20100419 (530)

domenica 18 aprile 2010

CONFIDARE IN DIO E SEGUIRE SUOI INSEGNAMENTI

CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Questa mattina alle 10:00 il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa sul Piazzale dei Granai a Floriana, la piazza più grande dell'isola, dove si svolgono le più importanti celebrazioni civili e religiosi e che può accogliere 10.000 persone.

  Nell'omelia il Papa ha esortato i fedeli ad avere fiducia in Dio e a seguire i suoi insegnamenti per raccogliere grandi frutti.

  "Non tutto quello che il mondo oggi propone è meritevole di essere accolto dai Maltesi" - ha detto il Papa - "Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere. Ci dicono che non  abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa. Se siamo tentati di credere a loro, dovremmo ricordare l'episodio del Vangelo di oggi, quando i discepoli, tutti esperti pescatori, hanno faticato tutta la notte, ma non hanno preso neppure un solo pesce. (...) Quando Gesù è rimasto accanto a loro, hanno catturato una grande quantità di pesci".

  Commentando la prima lettura della Messa di oggi, che narra del naufragio di Paolo sulla costa di Malta e "la calorosa accoglienza a lui riservata dalla popolazione di queste isole", il Papa ha ricordato che "i componenti dell'equipaggio della barca, per poter sopravvivere, furono costretti a gettare fuori il carico (...). Paolo li esortò a porre la loro fiducia solo in Dio, mentre la barca era scossa dalle onde. Anche noi dobbiamo porre la  nostra fiducia in lui solo".

  "Si è tentati di pensare che l'odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così. In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Solo lui può proteggerci dal male, solo lui può guidarci tra le tempeste della vita e solo lui può condurci ad un porto sicuro, come ha fatto per Paolo ed i suoi compagni, alla deriva sulle coste di Malta".

  "Più di ogni carico che possiamo portare con noi - nel senso delle nostre realizzazioni umane, delle nostre proprietà, della nostra tecnologia - è la nostra relazione con il Signore che fornisce la chiave della nostra felicità e della nostra realizzazione umana. (...) E' il nostro amore per il Signore che deve plasmare ogni aspetto della nostra predicazione ed insegnamento, della celebrazione dei sacramenti, e della nostra cura per il Popolo di Dio. E' il nostro amore per il Signore che ci spinge ad amare quelli che Egli ama, e ad accettare volentieri il compito di comunicare il suo amore a coloro che serviamo".

  "In ogni ambito della nostra vita" - ha proseguito il Pontefice - "abbiamo bisogno dell'aiuto della grazia di Dio. Con lui possiamo fare ogni cosa: senza di lui non possiamo fare nulla".

  Benedetto XVI ha esortato i fedeli con queste parole: "preservate la fede e i valori che vi sono stati trasmessi dal vostro padre, l'apostolo San Paolo. Continuate ad esplorare la ricchezza e la profondità del dono di Paolo e procurate di consegnarlo non solo ai vostri figli, ma a tutti coloro che incontrate oggi. Ogni visitatore di Malta dovrebbe essere impressionato dalla devozione della sua gente, dalla fede vibrante manifestata nelle celebrazioni nei giorni di festa, dalla bellezza delle  sue chiese e dei suoi santuari. Ma quel dono ha bisogno di essere condiviso con altri, ha bisogno di essere espresso".

  Nel ricordare il "primo santo canonizzato di Malta, Dun Ġorġ Preca", il Papa ha sottolineato che: "La sua instancabile opera di catechesi, ispirando giovani ed anziani con un amore per la dottrina cristiana ed una profonda devozione al Verbo incarnato, è diventata un esempio che vi esorto a mantenere".

  Al termine dell'omelia il Papa ha rivolto alcune parole ai presbiteri presenti, in questo Anno Sacerdotale. "Dun Ġorġ fu un prete di straordinaria umiltà, bontà, mitezza e generosità, profondamente dedito alla preghiera e con la passione di comunicare le verità del Vangelo. Prendetelo come modello ed ispirazione per voi, mentre adempite la missione che avete ricevuto di pascere il gregge del Signore".

 "Ricordate anche la domanda che il Signore Risorto ha rivolto tre volte a Pietro: 'Mi ami tu?'. Questa è la domanda che egli rivolge a ciascuno di voi. Lo amate? Desiderate servirlo con il dono della vostra intera vita? Desiderate condurre altri a conoscerlo ed amarlo? Con Pietro abbiate il coraggio di rispondere: "Sì, Signore, tu sai che io ti amo" e accogliete con cuore grato il magnifico compito che egli vi ha assegnato. La missione affidata ai sacerdoti è veramente un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che brama irrompere nel mondo".

  Conclusa la celebrazione della Santa Messa e prima della recita del Regina Coeli, il Santo Padre ha ricordato "la particolare devozione del popolo maltese alla Madre di Dio, espressa con grande fervore a Nostra Signora di Ta' Pinu" ed ha detto: "Sono lieto di avere l'opportunità di pregare davanti alla sua immagine, portata qui appositamente da Gozo per questa occasione. Sono inoltre felice di donarLe una Rosa d'Oro, in segno del nostro filiale affetto, che condividiamo per la Madre di Dio".

  "Vi chiedo in particolare di pregare la Vergine Maria con il titolo di Regina della Famiglia, un titolo aggiunto alle Litanie Lauretane dal mio amato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, egli stesso ospite, in varie occasioni, di queste terre. Offrendovi questo tangibile ricordo della mia visita, vi ringrazio per tutto quello che ho ricevuto da voi in contraccambio, specialmente per il calore della vostra devozione e per il sostegno delle vostre preghiere per il mio ministero di Successore di Pietro".

  Infine Benedetto XVI, dopo la Messa, ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica di Rabat, per il pranzo con i Vescovi di Malta ed il seguito papale.
PV-MALTA                                           VIS 20100418 (980)

DIO AMA LA SUA CHIESA ANCHE SE FERITA DA NOSTRI PECCATI

CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2010 (VIS). Come di consueto nel corso dei Viaggi Apostolici, il Papa ha incontrato brevemente i giornalisti che erano a bordo dell’aereo papale atterrato a Malta la sera di sabato 17 aprile.

  Benedetto XVI ha sintetizzato la ragioni del suo Viaggio a Malta. “Il primo” – ha detto – “è San Paolo. È finito l’Anno paolino della Chiesa universale, ma Malta festeggia 1950 anni dal suo naufragio e questa è per me un’occasione per mettere ancora una volta in luce la grande figura dell’Apostolo delle genti, con il suo messaggio importante anche oggi. Penso si possa sintetizzare l’essenziale del suo viaggio con le parole che lui stesso ha riassunto alla fine della lettera ai Galati: ‘fede operante nella carità’.

  “Queste sono le cose importanti anche oggi: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma poi in carità. Ma penso anche che il motivo del naufragio parla per noi. Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono realizzare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”.

  “Il secondo motivo” – ha proseguito il Pontefice – “mi fa piacere di vivere in mezzo ad una Chiesa vivace come è quella di Malta, feconda nelle vocazioni anche oggi, piena di fede, nel nostro tempo, e che risponde alle sfide del nostro tempo. So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e so che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”.

  “Terzo punto” – ha sottolineato il Pontefice – “Malta è il sito dove le correnti dei profughi arrivano dall’Africa e bussano alle porte dell’Europa. Questo è un grande problema del nostro tempo, e, naturalmente, non può essere risolto dall’isola di Malta. Noi tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano, in tutti i casi, una possibilità di vita dignitosa. Una risposta ad una grande sfida del nostro tempo: Malta ci ricorda questi problemi e ci ricorda anche che proprio la fede è la forza che dà carità, e dunque anche la fantasia per rispondere bene a queste sfide”.
PV-MALTA                                   VIS 20100418 (420)

MALTESI FIERI RUOLO FEDE CATTOLICA SVILUPPO NAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2010 (VIS). Alle 15:20 di oggi pomeriggio, il Papa è partito dall'aeroporto di Fiumicino e dopo un’ora e mezzo di volo è atterrato all’aeroporto internazionale di Malta, a Luqa, dando inizio al suo XIV Viaggio Apostolico per Malta.

  Al termine del discorso di benvenuto del Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, il Santo Padre ha pronunciato un discorso.

  “L’occasione della mia visita a queste isole” – ha precisato il Papa – “è il 1950° anniversario del naufragio di san Paolo sulle spiagge dell’isola di Malta. San Luca descrive questo evento negli Atti degli Apostoli, ed è dal suo racconto che avete scelto il tema della visita odierna: ‘Dovremo però andare a finire su qualche isola’”.

  “Malta” – ha sottolineato il Pontefice – “è stata un crocevia di molti dei grandi eventi e degli scambi culturali nella storia europea e mediterranea, fino ai nostri stessi giorni. (...) A questi lidi, pertanto, secondo gli arcani disegni di Dio, il Vangelo fu recato da san Paolo e dai primi seguaci di Cristo. La loro opera missionaria ha portato molti frutti lungo i secoli, contribuendo in innumerevoli modi a plasmare la ricca e nobile cultura di Malta”.
  Rivolgendosi ai maltesi il Papa ha detto: “Voi continuate a ricoprire un valido ruolo nei dibattiti odierni sull’identità, la cultura e le politiche europee. Allo stesso tempo, sono lieto di rilevare l’impegno del Governo nei progetti umanitari ad ampio raggio, specialmente in Africa. E’ da auspicare vivamente che ciò possa servire per promuovere il benessere dei meno fortunati di voi, quale espressione di genuina carità cristiana”.

  “Malta ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente. La vostra Nazione dovrebbe continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale, e il vero rispetto che si deve dare alla libertà religiosa secondo modalità che portino ad un autentico sviluppo integrale sia degli individui sia della società”.

  “Malta gode di stretti vincoli con il Vicino Oriente, non soltanto in termini culturali e religiosi, ma anche linguistici. (...) Molto deve essere ancora fatto per costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso, e Malta si trova in buona posizione per stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest”.

  “Il popolo maltese” – ha concluso il Pontefice – “illuminato per quasi due millenni dagli insegnamenti del Vangelo e continuamente irrobustito dalle proprie radici cristiane, è giustamente fiero del ruolo indispensabile che la fede cattolica ha avuto nello sviluppo della propria Nazione. La bellezza della nostra fede viene espressa qui in vari e complementari modi, non ultimo nelle vite di santità che hanno portato i maltesi a donare se stessi per il bene degli altri. Tra di loro dobbiamo includere Dun Ġorġ Preca, che ho avuto la gioia di canonizzare tre anni orsono (3 giugno 2007). Invito tutti voi ad invocare la sua intercessione perché questa mia prima visita pastorale fra voi porti molti frutti spirituali”.
PV-MALTA/                                   VIS 20100418 (540)

SAN PAOLO INVITA FIDUCIA INCROLLABILE IN DIO

CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2010 (VIS). Al termine della visita di cortesia al Presidente della Repubblica nel Palazzo dei Gran Maestri a La Valletta, il Santo Padre si è trasferito in automobile alla Chiesa di San Paolo a Rabat, a 13 chilometri di distanza, dove lo attendevano 250 missionari.

  Dopo una breve preghiera silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, il Papa si è diretto verso l’adiacente Cappella del Santuario ed è sceso nella Grotta di San Paolo, considerata pietra miliare della Chiesa a Malta, poiché secondo la tradizione, l’Apostolo vi passò tre mesi predicando, dopo il suo naufragio. Nel Medioevo è sorto intorno alla grotta un cimitero con diverse cappelle. Nel 1463 fu costruita la prima chiesa, sostituita da altre due, di cui l’ultima del 1653.

  Benedetto XVI si è raccolto in preghiera nella grotta di San Paolo, ha apposto la firma nel Libro d’Oro ed ha offerto al Santuario una lampada votiva in argento. Successivamente il Papa ha raggiunto il Sagrato e dopo il saluto dell’Arcivescovo di Malta Paul Cremona, O.P., ha salutato la folla presente nella piazza.
    “Il naufragio di Paolo e la sua sosta per tre mesi a Malta hanno lasciato un segno indelebile nella storia del vostro Paese” – ha detto il Papa – “Le sue parole ai compagni prima di giungere a Malta (...) ‘Dovremo però andare a finire su qualche isola’ – nel contesto originale sono un invito al coraggio di fronte all’ignoto e alla fiducia incrollabile nella misteriosa provvidenza di Dio. (...) Nel piano di Dio, san Paolo divenne perciò il vostro padre nella fede cristiana. Grazie alla sua presenza tra voi, il Vangelo di Gesù Cristo si radicò saldamente e portò molto frutto non soltanto nella vita degli individui, delle famiglie e delle comunità, ma anche nella formazione dell’identità nazionale di Malta, come pure nella sua vibrante e particolare cultura”.

  “Nel piano di Dio, san Paolo divenne perciò il vostro padre nella fede cristiana. Grazie alla sua presenza tra voi, il Vangelo di Gesù Cristo si radicò saldamente e portò molto frutto non soltanto nella vita degli individui, delle famiglie e delle comunità, ma anche nella formazione dell’identità nazionale di Malta, e nella sua vibrante e particolare cultura”. Il Papa ha ricordato in particolare i numerosi missionari dell’isola nei secoli ed ha elogiato la loro vocazione “piena di sfide e spesso eroica”.

  “L’arrivo di san Paolo a Malta non era programmato” – ha proseguito il Pontefice – “I marinai possono tracciare una rotta, ma Dio, nella sua sapienza e provvidenza, dispiega il proprio itinerario. Paolo, che aveva incontrato in maniera drammatica il Signore Risorto sulla via di Damasco, lo sapeva molto bene. Il corso della sua vita cambiò improvvisamente; (...) ogni sua azione ed ogni suo pensiero erano diretti ad annunciare il mistero della croce ed il suo messaggio dell’amore di Dio che riconcilia”.

  “Quella stessa parola, la parola del Vangelo, ha tutt’oggi il potere di irrompere nelle nostre vite e di cambiarne il corso. Oggi lo stesso Vangelo che Paolo predicò continua a esortare il popolo di queste isole alla conversione, ad una nuova vita e ad un futuro di speranza”.

  “Da questo luogo santo dove la predicazione apostolica si diffuse per prima in queste isole, invito ciascuno di voi a far propria la sfida esaltante della nuova evangelizzazione. (...) In modo particolare esorto genitori, insegnanti e catechisti a parlare agli altri del vostro stesso incontro vivo con Gesù risorto, specialmente ai giovani che sono il futuro di Malta”.

  “Il mondo ha bisogno di tale testimonianza!” – ha concluso il Pontefice – “Di fronte a così tante minacce alla sacralità della vita umana, alla dignità del matrimonio e della famiglia, non hanno forse bisogno i nostri contemporanei di essere costantemente richiamati alla grandezza della nostra dignità di figli di Dio e alla vocazione sublime che abbiamo ricevuto in Cristo? Non ha forse bisogno la società di riappropriarsi e di difendere quelle verità morali fondamentali che sono alla base dell’autentica libertà e del genuino progresso?”.
PV-MALTA                                   VIS 20100418 (670)

MORTE DEL CARDINALE TOMAS SPIDLIK

CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha inviato un telegramma di cordoglio al Padre Adolfo Nicolas Pachon, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, per la morte, ieri sera, del Cardinale ceco Tomas Spidlik, all’età di 90 anni.

 “La pia dipartita del Signor Cardinale Tomáš Spidlík insigne gesuita e zelante servitore del Vangelo ha suscitato viva commozione nel mio animo. Con profonda gratitudine ne ricordo la solida fede la paterna affabilità e l’intensa operosità culturale ed ecclesiale specialmente quale autorevole conoscitore della spiritualità cristiana orientale. Innalzo fervide preghiere al Signore affinché per intercessione della Vergine Santa e di Sant’Ignazio di Loyola voglia donare al defunto Cardinale il premio eterno promesso ai suoi fedeli discepoli e di cuore invio a Lei e alla Compagnia di Gesù, come pure a quanti lo hanno conosciuto apprezzandone le doti di mente e di cuore, la confortatrice Benedizione Apostolica”.
TGR/                                                                                             VIS 20100418 (160)

ALTRI ATTI PONTIFICI

 CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ekiti (Nigeria), presentata dal Vescovo Michael Patrick Oltaunji Fagun, per raggiunti limiti d’età. Gli succede il Vescovo Felix Femi Ajakaye, Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Awka (Nigeria), presentata dal Vescovo Simon Akwali Okafor, per raggiunti limiti d’età.
RE/                                                                                                 VIS 20100418 (80)

venerdì 16 aprile 2010

PADRE LOMBARDI SU LETTERA CARDINALE CASTRILLÓN HOYOS


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2010 (VIS). Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha rilasciato nella serata di ieri la dichiarazione che segue a proposito di una lettera dell'8 settembre 2001, inviata dall'allora Prefetto della Congregazione per il Clero, Cardinale Darío Castrillón Hoyos al Vescovo Pierre Pican, di Bayeux-Lisieux (Francia).

  "Questo documento è una riprova di quanto fosse opportuna l'unificazione della trattazione dei casi di abusi sessuali di minori da parte di membri del clero sotto la competenza della Congregazione della Dottrina della Fede, per garantirne una conduzione rigorosa e coerente, come avvenne infatti con i documenti approvati dal Papa nel 2001".
OP/                                      VIS 20100416 (120)

PRIMATO OBBEDIENZA A DIO E VERO SIGNIFICATO PENITENZA


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2010 (VIS). Ieri mattina, nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto una Concelebrazione Eucaristica con i membri della Pontificia Commissione Biblica.

  Il Papa ha riflettuto nell'omelia sul primato dell'obbedienza a Dio e sul vero significato della penitenza e del perdono nella vita del cristiano.

  Richiamando le parole di San Pietro davanti al Sinedrio, il Papa ha affermato: "'Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini'. Al contrario nei tempi moderni si è teorizzata la liberazione dell'uomo, anche dall'obbedienza a Dio".

  "Ma questa autonomia" - ha affermato il Santo Padre - "è una menzogna, una menzogna ontologica, perché l'uomo non esiste da se stesso e per se stesso; è una menzogna politica e pratica, perché la collaborazione e la condivisione delle libertà è necessaria e se Dio non esiste, se Dio non è un'istanza accessibile all'uomo, rimane come suprema istanza solo il consenso della maggioranza. Poi il consenso della maggioranza diventa l'ultima parola alla quale dobbiamo obbedire e questo consenso - lo sappiamo dalla storia del secolo scorso - può essere anche un consenso nel male. Così vediamo che la cosiddetta autonomia non libera l'uomo".

  Benedetto XVI ha sottolineato che: "Le dittature sono state sempre contro questa obbedienza a Dio. La dittatura nazista, come quella marxista, non possono accettare un Dio sopra il potere ideologico. (...) Oggi, grazie a Dio non viviamo in dittature, ma esistono forme sottili di dittature. Un conformismo, per cui diventa obbligatorio pensare come pensano tutti, agire come agiscono tutti, e la sottile aggressione contro la Chiesa, o anche meno sottile, dimostrano come questo conformismo può realmente essere una vera dittatura".

  "Noi oggi abbiamo spesso un po' paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose che sono utili per il mondo, mostriamo che il cristianesimo aiuta anche a migliorare il mondo, ma che la sua meta sia la vita eterna e che dalla meta vengano poi i criteri della vita, non osiamo dirlo".
  "Allora" - ha proseguito il Papa - "dobbiamo invece avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita eterna c'è, che è la vera vita e che da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo. In tale prospettiva 'la penitenza è una grazia', grazia che noi riconosciamo il nostro peccato, che riconosciamo di aver bisogno di rinnovamento, di cambiamento, di una trasformazione del nostro essere".

  "Devo dire che noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza che ci appariva troppo dura. Adesso sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter far penitenza è grazia e vediamo come sia necessario fare penitenza, riconoscere cioè ciò che è sbagliato nella nostra vita. Aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della purificazione e della trasformazione" - ha concluso il Pontefice - "questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della Misericordia divina".
HML/                                               VIS 20100416 (500)

GRAZIE DEL PAPA ALLA "PAPAL FOUNDATION"


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2010 (VIS). Nel giorno del suo 83mo compleanno, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza i membri della "Papal Foundation", l'agenzia cattolica statunitense istituita a Philadelphia (Stati Uniti d'America), nel 1990, dal defunto Cardinale John Krol, per finanziare le necessità della Chiesa nel mondo. Attuale Presidente è il Cardinale Anthony Bevilacqua, Arcivescovo emerito di Philadelphia.                   

  Il Papa ha riaffermato nel suo discorso che in ogni tempo e in ogni luogo la Chiesa è chiamata a proclamare il messaggio di "speranza" del Risorto e a "confermare la sua verità con una testimonianza pratica di santità e carità. La 'Papal Foundation' ha compiuto questa missione offrendo il suo sostegno in particolare ad un'ampia varietà di organizzazioni caritative care al cuore del Successore di Pietro".

  "Vi ringrazio per i vostri generosi sforzi di offrire assistenza ai nostri fratelli e sorelle nei paesi in via di sviluppo, per fornire istruzione ai futuri dirigenti della Chiesa, e per far progredire l'impegno missionario di numerose diocesi e congregazioni religiose in tutto il mondo".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso invitando i membri della "Papal Foundation" a pregare "per le necessità della Chiesa universale e per invocare una rinnovata effusione dei doni dello Spirito, di santità, unità e zelo missionario, su tutto il Popolo di Dio".
AC/                                               VIS 20100416 (230)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Cinque Presuli della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (Regione Norte II in Visita "ad Limina Apostolorum".

    - Il Vescovo Dominique Marie Jean Denis You, di Santissima Conceiçao do Araguaia.

Il Vescovo Juventino Kestering, di Rondonopólis.

    - Il Vescovo Capistrano Francisco Heim, O.F.M., Prelato di Itaituba

    - Il Vescovo José Luis Azcona Hermoso, O.A.R., Prelato di Marajo.

    - Il Vescovo Erwin Kräutler, C.PP.S., Prelato di Xingu.
AP:AL/                                  VIS 20100416 (100)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, Suo Rappresentante ai Funerali del Signor Lech Kaczynski, Presidente della Repubblica di Polonia, che avranno luogo domani a Varsavia.
NA/                                         VIS 20100416 (40)

giovedì 15 aprile 2010

DICHIARAZIONE DIRETTORE SALA STAMPA SANTA SEDE


CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2010 (VIS). Rispondendo a domande di giornalisti sul dibattito seguito a una intervista del Cardinale Segretario di Stato in Cile sui temi degli abusi sessuali da parte di membri del clero, il Direttore della Sala Stampa ha dichiarato:

  "Le autorità ecclesiastiche non ritengono di loro competenza fare affermazioni generali di carattere specificamente psicologico o medico, per le quali rimandano naturalmente agli studi degli specialisti e alle ricerche in corso sulla materia".

  "Per quanto di competenza delle autorità ecclesiastiche, nel campo delle cause di abusi su minori da parte di sacerdoti affrontate negli anni recenti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, risulta semplicemente il dato statistico riferito nella intervista di Monsignor Scicluna, in cui si parlava di un 10% di casi di pedofilia in senso stretto, e di un 90% di casi da definire piuttosto di efebofilia (cioè nei confronti di adolescenti), dei quali circa il 60% riferito a individui dello stesso sesso e il 30% di carattere eterosessuale. Ci si riferisce qui evidentemente alla problematica degli abusi da parte di sacerdoti e non nella popolazione in generale".
OP/                                       VIS 20100415 (180)

EUCARISTIA, CUORE DELLA VITA CRISTIANA

CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Presuli della Regione Nord II della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  L'Eucaristia, ha ricordato il Papa, costituisce "il centro e la fonte permanente del ministero petrino, cuore della vita cristiana, fonte e vertice della missione evangelizzatrice della Chiesa. Si può ben comprendere la preoccupazione del Successore di Pietro per tutto ciò che offuschi il vertice della fede cattolica: Gesù Cristo che continua ad essere vivo e realmente presente nell'ostia consacrata e nel calice".

  "Sottovalutare il culto del Santissimo Sacramento costituisce il segno e la causa dell'indebolimento del senso cristiano del mistero, come se Gesù non fosse più al centro durante la Messa, e la comunità fosse presa da molte cose invece che raccogliersi e lasciarsi attrarre dall'unico elemento necessario: il suo Signore".

  Benedetto XVI ha ribadito: "Se nella liturgia non emerge la figura di Cristo, (...) non abbiamo una liturgia cristiana. (...) Come sono lontani da tutto questo coloro che, in nome dell'inculturazione, nella celebrazione della Santa Messa, cadono nel sincretismo, introducendo riti presi in prestito da altre religioni, o nei particolarismi culturali".

  Come scrive il Venerabile Giovanni Paolo II "Il mistero eucaristico è 'un dono troppo grande' per sopportare ambiguità e diminuzioni ', in particolare se 'spogliato del suo significato sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e valore di un incontro conviviale fraterno'".

  "Alla base di molte delle ragioni addotte" - ha sottolineato il Papa - "esiste una mentalità incapace di accettare la possibilità reale di un intervento divino in questo mondo in aiuto dell'uomo. (...) Credere nell'intervento salvifico di Dio per cambiare questa situazione di alienazione e di peccato è considerato integralismo da coloro che condividono una visione deista, e la stessa valutazione è fatta a proposito del segno sacramentale che rende presente il sacrificio redentore. Più accettabile ai loro occhi, sarebbe la celebrazione di un segno corrispondente ad un vago senso comunitario".

  "Ma il culto divino" - ha proseguito il Pontefice - "non può nascere dalla nostra immaginazione, che sarebbe un grido nell'oscurità o una semplice affermazione di sé. La verità liturgica presuppone che Dio risponda e ci mostri come possiamo adorarlo. (...) La Chiesa vive di questa presenza e la sua ragione di essere ed esistere è di espandere la sua presenza nel mondo".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso ricordando che fra un mese si inaugura in Brasile il XVI Congresso Eucaristico Nazionale ed ha auspicato che Gesù Eucaristia sia "veramente il cuore del Brasile, da dove provenga la forza perché tutti gli uomini e le donne brasiliane si riconoscano e si aiutino come fratelli e membri di Cristo. Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. (...) Che si avvicini, creda, entri a far parte del Corpo di Cristo e sarà vivificato".
AL/                                       VIS 20100415 (500)

MESSA IN SUFFRAGIO VITTIME INCIDENTE SMOLENSK

CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2010 (VIS). Alle 17:00 di questo pomeriggio, nella Basilica Vaticana, il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, presiederà una Santa Messa in suffragio del Presidente della Polonia Lech Kaczynski e delle vittime dell'incidente aereo del 10 aprile scorso di Smolensk (Russia). Al rito funebre parteciperanno numerosi Membri del Corpo Diplomatico e di altre istituzioni accreditate presso la Santa Sede e il Governo italiano.
OP/                                         VIS 20100415 (80)

FIRMA ACCORDO SANTA SEDE E LAND NIEDERSACHSEN


CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2010 (VIS). Il 6 aprile scorso, è stato firmato ad Hannover (Repubblica Federale di Germania), un Accordo fra la Santa Sede e il Land Niedersachsen a modifica del Concordato del 26 febbraio 1965.

  Per la Santa Sede ha firmato, come Plenipotenziario, l'Arcivescovo Jean-Claude Périsset, Nunzio Apostolico in Germania e per il Land Niedersachsen, il Ministro Presidente, Signor Christian Wulff.

  "Il presente Accordo" - si legge in un Comunicato - "costituisce una modifica del paragrafo 6 dell'Allegato al Concordato fra la Santa Sede e il Land Niedersachesen del 1965 e regola la posizione giuridica di alcune scuole cattoliche gestite dalle Diocesi di Hildesheim, Osnarbrück e Münster nel medesimo Land".
OP/                                       VIS 20100415 (120)
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