CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Presuli della Regione Nord II della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".
L'Eucaristia, ha ricordato il Papa, costituisce "il centro e la fonte permanente del ministero petrino, cuore della vita cristiana, fonte e vertice della missione evangelizzatrice della Chiesa. Si può ben comprendere la preoccupazione del Successore di Pietro per tutto ciò che offuschi il vertice della fede cattolica: Gesù Cristo che continua ad essere vivo e realmente presente nell'ostia consacrata e nel calice".
"Sottovalutare il culto del Santissimo Sacramento costituisce il segno e la causa dell'indebolimento del senso cristiano del mistero, come se Gesù non fosse più al centro durante la Messa, e la comunità fosse presa da molte cose invece che raccogliersi e lasciarsi attrarre dall'unico elemento necessario: il suo Signore".
Benedetto XVI ha ribadito: "Se nella liturgia non emerge la figura di Cristo, (...) non abbiamo una liturgia cristiana. (...) Come sono lontani da tutto questo coloro che, in nome dell'inculturazione, nella celebrazione della Santa Messa, cadono nel sincretismo, introducendo riti presi in prestito da altre religioni, o nei particolarismi culturali".
Come scrive il Venerabile Giovanni Paolo II "Il mistero eucaristico è 'un dono troppo grande' per sopportare ambiguità e diminuzioni ', in particolare se 'spogliato del suo significato sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e valore di un incontro conviviale fraterno'".
"Alla base di molte delle ragioni addotte" - ha sottolineato il Papa - "esiste una mentalità incapace di accettare la possibilità reale di un intervento divino in questo mondo in aiuto dell'uomo. (...) Credere nell'intervento salvifico di Dio per cambiare questa situazione di alienazione e di peccato è considerato integralismo da coloro che condividono una visione deista, e la stessa valutazione è fatta a proposito del segno sacramentale che rende presente il sacrificio redentore. Più accettabile ai loro occhi, sarebbe la celebrazione di un segno corrispondente ad un vago senso comunitario".
"Ma il culto divino" - ha proseguito il Pontefice - "non può nascere dalla nostra immaginazione, che sarebbe un grido nell'oscurità o una semplice affermazione di sé. La verità liturgica presuppone che Dio risponda e ci mostri come possiamo adorarlo. (...) La Chiesa vive di questa presenza e la sua ragione di essere ed esistere è di espandere la sua presenza nel mondo".
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso ricordando che fra un mese si inaugura in Brasile il XVI Congresso Eucaristico Nazionale ed ha auspicato che Gesù Eucaristia sia "veramente il cuore del Brasile, da dove provenga la forza perché tutti gli uomini e le donne brasiliane si riconoscano e si aiutino come fratelli e membri di Cristo. Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. (...) Che si avvicini, creda, entri a far parte del Corpo di Cristo e sarà vivificato".
AL/ VIS 20100415 (500)
L'Eucaristia, ha ricordato il Papa, costituisce "il centro e la fonte permanente del ministero petrino, cuore della vita cristiana, fonte e vertice della missione evangelizzatrice della Chiesa. Si può ben comprendere la preoccupazione del Successore di Pietro per tutto ciò che offuschi il vertice della fede cattolica: Gesù Cristo che continua ad essere vivo e realmente presente nell'ostia consacrata e nel calice".
"Sottovalutare il culto del Santissimo Sacramento costituisce il segno e la causa dell'indebolimento del senso cristiano del mistero, come se Gesù non fosse più al centro durante la Messa, e la comunità fosse presa da molte cose invece che raccogliersi e lasciarsi attrarre dall'unico elemento necessario: il suo Signore".
Benedetto XVI ha ribadito: "Se nella liturgia non emerge la figura di Cristo, (...) non abbiamo una liturgia cristiana. (...) Come sono lontani da tutto questo coloro che, in nome dell'inculturazione, nella celebrazione della Santa Messa, cadono nel sincretismo, introducendo riti presi in prestito da altre religioni, o nei particolarismi culturali".
Come scrive il Venerabile Giovanni Paolo II "Il mistero eucaristico è 'un dono troppo grande' per sopportare ambiguità e diminuzioni ', in particolare se 'spogliato del suo significato sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e valore di un incontro conviviale fraterno'".
"Alla base di molte delle ragioni addotte" - ha sottolineato il Papa - "esiste una mentalità incapace di accettare la possibilità reale di un intervento divino in questo mondo in aiuto dell'uomo. (...) Credere nell'intervento salvifico di Dio per cambiare questa situazione di alienazione e di peccato è considerato integralismo da coloro che condividono una visione deista, e la stessa valutazione è fatta a proposito del segno sacramentale che rende presente il sacrificio redentore. Più accettabile ai loro occhi, sarebbe la celebrazione di un segno corrispondente ad un vago senso comunitario".
"Ma il culto divino" - ha proseguito il Pontefice - "non può nascere dalla nostra immaginazione, che sarebbe un grido nell'oscurità o una semplice affermazione di sé. La verità liturgica presuppone che Dio risponda e ci mostri come possiamo adorarlo. (...) La Chiesa vive di questa presenza e la sua ragione di essere ed esistere è di espandere la sua presenza nel mondo".
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso ricordando che fra un mese si inaugura in Brasile il XVI Congresso Eucaristico Nazionale ed ha auspicato che Gesù Eucaristia sia "veramente il cuore del Brasile, da dove provenga la forza perché tutti gli uomini e le donne brasiliane si riconoscano e si aiutino come fratelli e membri di Cristo. Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. (...) Che si avvicini, creda, entri a far parte del Corpo di Cristo e sarà vivificato".
AL/ VIS 20100415 (500)
Nessun commento:
Posta un commento