Città
del Vaticano, 20 giugno 2014
(VIS). Al termine della Visita alla Casa Circondariale di
Castrovillari, il Papa ha raggiunto in elicottero Cassano allo Jonio
dove è atterrato alle 11:00 circa, accolto dalla autorità locali
nel campo sportivo "Pietro Toscano". Quindi si è
trasferito al vicino Hospice "San Giuseppe Moscati" per una
visita agli ammalati ricoverati ed al termine ha raggiunto in auto la
Cattedrale per l'Incontro con i Sacerdoti diocesani, ai quali ha
consegnato un discorso dedicato al tema della gioia di essere
sacerdoti e alla bellezza della fraternità.
"Vorrei
prima di tutto condividere con voi - si legge nel testo - la gioia di
essere preti. La sorpresa sempre nuova di essere stato chiamato (...)
dal Signore Gesù. Chiamato a seguirlo, a stare con Lui, per andare
agli altri portando Lui (...) Quando noi preti stiamo davanti al
Tabernacolo (...) allora sentiamo lo sguardo di Gesù (...) e questo
sguardo ci rinnova, ci rianima… Certo, a volte non è facile
rimanere davanti al Signore; non è facile perché siamo presi da
tante cose, da tante persone…; ma a volte non è facile perché
(...) lo sguardo di Gesù ci inquieta un po’, ci mette anche in
crisi… Ma questo ci fa bene! Nel silenzio della preghiera Gesù ci
fa vedere se stiamo lavorando come buoni operai, oppure forse siamo
diventati un po’ degli 'impiegati'; se siamo dei 'canali' aperti
(...) attraverso cui scorre abbondante il suo amore, la sua grazia, o
se invece mettiamo al centro noi stessi, e così al posto di essere
'canali' diventiamo 'schermi' che non aiutano l’incontro con il
Signore, con la luce e la forza del Vangelo".
"E
la seconda cosa che desidero condividere con voi è la bellezza della
fraternità: (...) del seguire il Signore non da soli, non uno a uno,
ma insieme, pur nella grande varietà dei doni e delle personalità;
anzi, proprio questo arricchisce il presbiterio (...) E tutto vissuto
nella comunione, nella fraternità. Anche questo non è facile, non è
immediato e scontato. Prima di tutto perché anche noi preti siamo
immersi nella cultura soggettivistica di oggi, questa cultura che
esalta l’io fino a idolatrarlo. E poi a causa di un certo
individualismo pastorale che purtroppo è diffuso nelle nostre
diocesi. Perciò dobbiamo reagire a questo con la scelta della
fraternità. Intenzionalmente parlo di 'scelta'. Non può essere solo
una cosa lasciata al caso, alle circostanze favorevoli… No, è una
scelta, che corrisponde (...) al dono che abbiamo ricevuto ma che va
sempre accolto e coltivato: la comunione in Cristo nel presbiterio,
intorno al Vescovo. Questa comunione chiede di essere vissuta
cercando forme concrete adeguate ai tempi e alla realtà del
territorio, ma sempre in prospettiva apostolica, con stile
missionario, con fraternità e semplicità di vita".
Ai
due temi della gioia di essere prete e della bellezza della
fraternità, il Papa aggiunge il lavoro con le famiglie e per la
famiglia. "È un lavoro che il Signore ci chiede di fare in modo
particolare in questo tempo, che è un tempo difficile sia per la
famiglia come istituzione, sia per le famiglie, a causa della crisi.
Ma proprio quando il tempo è difficile, Dio fa sentire la sua
vicinanza, la sua grazia, la forza profetica della sua Parola. E noi
siamo chiamati ad essere testimoni, mediatori di questa vicinanza
alle famiglie e di questa forza profetica per la famiglia",
conclude il Pontefice.
Al
termine dell’Incontro, dopo una breve sosta in Episcopio, il Santo
Padre ha pranzato in Seminario insieme ai poveri ospitati dalla
Caritas diocesana, e ai giovani ospiti della Comunità residenziale
terapeutico-riabilitativa Saman “Mauro Rostagno”. Quindi si è
trasferito in auto alla “Casa Serena”, dove ha incontrato gli
anziani ivi ospitati ed alle 15:15 è partito in auto per la Piana di
Sibari.
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