Città
del Vaticano, 17 maggio 2014
(VIS). Questa mattina, nel ricevere in Udienza i partecipanti al
Pellegrinaggio dell'Associazione Silenziosi Operai della Croce -
Centri Volontari della Sofferenza, a Roma in occasione del centenario
della nascita del Fondatore il Beato Luigi Novarese, il Santo Padre
ha ricordato una delle Beatitudini: "Beati quelli che sono nel
pianto, perché saranno consolati", sottolineando che con queste
parole profetiche Gesù si riferisce a una condizione della vita
terrena che non manca a nessuno
"C’è
chi piange perché non ha salute, chi piange perché è solo o
incompreso… - ha detto il Papa - I motivi della sofferenza sono
tanti. Gesù ha sperimentato in questo mondo l’afflizione e
l’umiliazione. Ha raccolto le sofferenze umane, le ha assunte nella
sua carne, le ha vissute fino in fondo una per una. Ha conosciuto
ogni tipo di afflizione, quelle morali e quelle fisiche: ha provato
la fame e la fatica, l’amarezza dell’incomprensione, è stato
tradito e abbandonato, flagellato e crocifisso. Ma dicendo 'beati
quelli che sono nel pianto', Gesù non intende dichiarare felice una
condizione sfavorevole e gravosa della vita. La sofferenza non è un
valore in sé stessa, ma una realtà che Gesù ci insegna a vivere
con l’atteggiamento giusto".
"Ci
sono, infatti modi giusti e modi sbagliati di vivere il dolore e la
sofferenza. Un atteggiamento sbagliato è quello di vivere il dolore
in maniera passiva, lasciandosi andare con inerzia e rassegnandosi.
Anche la reazione della ribellione e del rifiuto non è un
atteggiamento giusto. Gesù ci insegna a vivere il dolore accettando
la realtà della vita con fiducia e speranza, mettendo l’amore di
Dio e del prossimo anche nella sofferenza: è l’amore che trasforma
ogni cosa. Proprio questo vi ha insegnato il beato Luigi Novarese -
ha sottolineato il Papa - educando i malati e i disabili a
valorizzare le loro sofferenze all’interno di un’azione
apostolica portata avanti con fede e amore per gli altri. (...) Con
questo carisma voi siete un dono per la Chiesa. (...) Uniti a Cristo
risorto voi siete 'soggetti attivi dell’opera di salvezza ed
evangelizzazione'".
"Vi
incoraggio - ha detto infine il Papa - ad essere vicini ai sofferenti
delle vostre parrocchie, come testimoni della Risurrezione. Così voi
arricchite la Chiesa e collaborate con la missione dei pastori,
pregando e offrendo le vostre sofferenze anche per loro".
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