Città
del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Il contributo della Chiesa
Cattolica alla riconciliazione nazionale e la ricostruzione della
società civile, l'importanza del dialogo interreligioso di fronte ad
estremismi che promettono un falso senso di unità nazionale fondata
su di un'unica identità religiosa e la protezione della famiglia,
sono stati i temi centrali del discorso che il Papa ha consegnato ai
Vescovi della Conferenza Episcopale di Sri Lanka, al termine della
quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".
Dopo
lunghi anni di combattimenti e spargimento di sangue, la guerra nello
Sri Lanka ha avuto finalmente fine ed i suoi abitanti ora sperano di
ricostruire la loro vita e le loro comunità. I Presuli intendono
contribuire a questa missione come sottolineano nella Lettera
Pastorale "Verso le riconciliazione e la ricostruzione della
nostra Nazione", nella quale, oltre a condividere le
tribolazioni del loro popolo, affermano che c'è ancora molto lavoro
da fare per promuovere il rispetto dei diritti umani e superare le
tensioni etniche. Il Papa si unisce ai Presuli con parole di conforto
"per tutti coloro che hanno perso i loro cari durante la guerra
ed il cui futuro rimane incerto". Ricordando l'appello di San
Paolo a portare gli uni il peso degli altri, il Papa invita le
comunità "ad essere ferme nella fede, a rimanere accanto a
quanti sono in lutto ed ancora soffrono i persistenti effetti della
guerra".
La
Chiesa Cattolica nello Sri Lanka, che conta fra i suoi membri
Cingalesi e Tamil, può promuovere, perciò, l'unità fra i due
gruppi giacché conosce "le preoccupazioni e i timori della
gente, specialmente l'emarginazione e la diffidenza l'uno nei
confronti dell'altro. I fedeli, consapevoli dei problemi che causano
tensioni fra Cingalesi e Tamil, possono offrire un clima di dialogo
che si impegna a costruire una società più giusta ed equa".
Lo
Sri Lanka non soltanto ha una ricca diversità etnica ma anche
diverse tradizioni religiose, per cui di fondamentale importanza è
il dialogo interreligioso ed ecumenico per promuovere la conoscenza e
l'arricchimento reciproco. Il Papa ha parole di apprezzamento per
l'impegno dei Presuli in tale ambito che "permette alla Chiesa
di collaborare più facilmente con gli altri nel garantire una pace
duratura, ed assicurare la libertà della Chiesa nel perseguire i
suoi obiettivi, specialmente l'educazione alla fede dei giovani e la
libera testimonianza della fede cristiana. "Tuttavia - nota il
Santo Padre - lo Sri Lanka vede l'insorgenza di estremismi religiosi
che, promuovendo una falso senso dell'unità nazionale fondata su di
una singola identità religiosa, creano tensioni che si esprimono in
atti di intimidazione e violenza. Sebbene tali tensioni possono
minacciare i rapporti ecumenici, la Chiesa nello Sri Lanka deve
rimanere salda nel cercare alleati per la pace ed interlocutori per
il dialogo".
Papa
Francesco ricorda l'importante lavoro dei sacerdoti e dei religiosi
nella missione della trasmissione della fede e nel promuovere la
riconciliazione ed il dialogo e dedica l'ultima parte del suo
discorso alla famiglia, ricordando che molte famiglie ancora soffrono
le conseguenze della guerra che ne ha causato l'allontanamento dalle
loro case e la morte di alcuni dei suoi membri. "Molti hanno
perso il lavoro - scrive il Papa - e le famiglie sono rimaste divise
poiché uno dei due coniugi ha dovuto lasciare la propria casa per
cercare lavoro. Un'altra grande sfida è rappresentata dalla realtà
crescente dei matrimoni misti, che richiedono maggiore attenzione
nella preparazione e nell'assistenza alle coppie nel momento in cui
si devono formare nella fede i loro figli. Quando siamo attenti alle
famiglie e alle loro necessità, quando comprendiamo le loro
difficoltà e speranze, rafforziamo la testimonianza della Chiesa e
la proclamazione del Vangelo. (...) Il vostro impegno nel sostenere
la famiglia sia a beneficio non soltanto della Chiesa, ma anche della
società della Nazione, soprattutto nella sua missione a favore della
riconciliazione e dell'unità".
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