dell'Anno della Fede si è concluso questa mattina con
la Santa Messa celebrata da Papa Francesco in una Piazza San Pietro
gremita di fedeli, come Via della Conciliazione e le vie adiacenti.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale dell'omelia pronunciata
dal Santo Padre dopo la lettura del Vangelo.
"Le
Letture di questa domenica ci invitano a meditare su alcune
caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana.
1.
La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in
evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e
l’altro autentico – quello del pubblicano. Il fariseo incarna un
atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i
suoi benefici e la sua misericordia, ma piuttosto soddisfazione di
sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di
questo e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il
pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera
è umile, sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria
indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo davvero si riconosce
bisognoso del perdono di Dio, della misericordia di Dio.
Quella
del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a
Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir
35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della
vanità.
Alla
luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate
qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono:
ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente,
davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e
chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa?
Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è
mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è
anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di
Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio:
tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua
benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole
semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare
insieme il "Padre nostro", intorno alla tavola, non è una
cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in
famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno
per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito,
ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare
l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa
forte la famiglia: la preghiera.
2.
La seconda Lettura ci suggerisce un altro spunto: la famiglia
custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita,
fa un bilancio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm
4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha
nascosta sottoterra, come quel servo un po’ pigro. San Paolo
paragona la sua vita a una battaglia e a una corsa. Ha conservato la
fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annunciata,
irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti
volevano conservare, "imbalsamare" il messaggio di Cristo
nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è
andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da
culture diverse, ha parlato francamente senza paura. San Paolo ha
conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata,
spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive.
Anche
qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, custodiamo la
nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene
privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la
testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri?
Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono
spesso "di corsa", molto affaccendate; ma qualche volta ci
pensate che questa "corsa" può essere anche la corsa della
fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri
abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie
missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno,
facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il
lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale
e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni.
3.
E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Parola di Dio: la famiglia che
vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione:
«i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo
è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il
motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino,
ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora
san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil
4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la
porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si
risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia
nella tua famiglia? Eh, date voi la risposta.
Care
famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella
famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle
circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia
profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa
sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel
cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia
profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella
famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso
verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una
virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore
paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore
paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca
l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli
individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la
gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e
luce del mondo, è lievito per tutta la società.
Care
famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa
Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con
voi!".
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