Città
del Vaticano, 28 ottobre 2013
(VIS). "Cristiani e Indù: favorire le relazioni umane con
l’amicizia e la solidarietà" è il tema del messaggio che il
Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per
il Dialogo Interreligioso, ha indirizzato agli Indù in occasione
della festa di Deepavali, la festa della luce, che quest'anno ricorre
il 3 novembre. Il Messaggio porta anche la firma del Padre Miguel
Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., Segretario del medesimo Pontificio
Consiglio.
"In
questo mondo così competitivo, in cui crescenti tendenze
individualistiche e materialistiche hanno effetti negativi sulle
relazioni umane e creano spesso divisioni nelle famiglie e
nell’intera società, vorremmo condividere con voi le nostre
riflessioni su come cristiani ed indù, con l’amicizia e la
solidarietà, possono favorire le relazioni umane a beneficio di
tutta l’umanità".
"Le
relazioni sono fondamentali per l’umana esistenza. La sicurezza e
la pace nelle comunità locali, nazionali o internazionali sono in
gran parte determinate dalla qualità del nostro interagire umano.
L’esperienza insegna che, più approfondiamo le nostre relazioni,
più siamo capaci di progredire nella collaborazione, nella
costruzione della pace e nell’autentica solidarietà ed
armonia. In breve, la capacità di favorire relazioni rispettose è
la misura di un autentico progresso umano, ed è essenziale per
promuovere la pace ed lo sviluppo integrale".
"Queste
relazioni dovrebbero scaturire naturalmente dalla nostra comune
umanità, perché le relazioni umane sono al centro dell’esistenza
umana e del suo progredire, dando origine spontaneamente a un senso
di solidarietà nei confronti degli altri. Prescindendo dalle nostre
differenze etniche, culturali, religiose ed ideologiche, noi tutti
apparteniamo, infatti, all’unica famiglia umana".
"Purtroppo,
la crescita nella società del materialismo e del disprezzo verso i
valori spirituali e religiosi più profondi è accompagnata da una
pericolosa tendenza a dare identico valore alle cose materiali ed
alle relazioni umane, riducendo, così, la persona umana da un
'qualcuno' a un 'qualcosa' che si può mettere da parte a propria
discrezione. Inoltre, le tendenze individualistiche generano un falso
senso di sicurezza favorendo ciò che Sua Santità Papa Francesco ha
descritto come 'cultura dell’esclusione', 'cultura dello scarto' e
'globalizzazione dell’indifferenza'”.
"La
promozione di 'una cultura della relazione' e di 'una cultura della
solidarietà' è perciò un imperativo per tutti i popoli, ed invita
ad incoraggiare relazioni basate sull’amicizia e sul reciproco
rispetto, a beneficio dell’intera famiglia umana. Questo esige che
la dignità intrinseca della persona umana sia comunemente
riconosciuta e promossa. È
evidente che l’amicizia e la solidarietà sono strettamente legate.
Infine, 'la cultura della solidarietà è vedere nell’altro non un
concorrente o un numero, ma un fratello. E tutti noi siamo fratelli!'
(Papa Francesco, Visita alla Comunità di Varginha (Manguinhos), Rio
de Janeiro, 25 luglio 2013)".
"In
conclusione, desideriamo affermare il nostro convincimento che la
cultura della solidarietà si può ottenere solo come 'risultato di
uno sforzo concertato di tutti verso il bene comune' (Papa Francesco,
Incontro con la classe dirigente del Brasile, Rio de Janeiro, 27
luglio 2013). Sostenuti dagli insegnamenti delle nostre rispettive
religioni e coscienti dell’importanza di costruire relazioni
autentiche, possiamo noi, indù e cristiani, agire individualmente e
collettivamente, insieme con tutte le tradizioni religiose e le
persone di buona volontà, per favorire e rafforzare la famiglia
umana attraverso l’amicizia e la solidarietà".
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