Città
del Vaticano, 24 luglio 2013 (VIS). Il Santuario di Nostra Signora di
Aparecida, Patrona del Brasile, è stato lo scenario della prima
Messa pubblica celebrata da Papa Francesco nel continente
sudamericano. Il Pontefice ha voluto includere nel programma del suo
Viaggio in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, questo
luogo molto significativo per i brasiliani e i cattolici del
continente.
La
storia della Madonna di Aparecida ("apparsa") risale al
1717 a seguito di un episodio di pesca miracolosa nel fiume Paraiba.
Dopo alcuni tentativi infruttuosi, Domingos Garcia, Felipe Pedroso e
João
Alves ritrovano nelle loro reti una statua della Madonna senza la
testa. I tre pescatori gettano nuovamente le reti, vi ritrovano la
testa della statua e, al terzo tentativo, le ritirano colme di pesci.
La statua rimane per 15 anni nella casa di Felipe Pedroso, dove i
vicini si riuniscono per la recita del Rosario. Con le grazie
ricevute, la devozione si diffonde progressivamente alle varie
regioni del Brasile. Nel 1734 sorge una Cappella, e comincia nel 1834
la costruzione dell'attuale "Basilica Vecchia". Dal 1894,
la pastorale del Santuario è affidata ai missionari Redentoristi.
L'Immagine della Madonna Aparecida è incoronata nel 1904, e la
chiesa riceve, quattro anni dopo, il titolo di "Basilica
Minore". Nel 1929 la Madonna di Aparecida è proclamata, da Papa
Pio XI, "Regina e Patrona del Brasile". I Vescovi e i
missionari Redentoristi avviano, nel 1955, la costruzione
dell'attuale "Basilica Nuova", il più grande Santuario
mariano del mondo. Il luogo di culto, ancora in costruzione, fu
benedetto dal Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, durante il suo
primo Viaggio apostolico in Brasile, nel 1980. I pellegrini che
visitano ogni anno il Santuario sono più di 7 milioni. Il 13 maggio
2007 Papa Benedetto XVI ha inaugurato ad Aparecida i lavori della V
Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe che
definì le linee pastorali per il Continente negli anni successivi.
Giunto
al Santuario alle 10:00 ora locale (15:00 ora di Roma), Papa
Francesco è stato accolto dal Rettore del Santuario, quindi si è
recato direttamente alla "Sala dei 12 Apostoli" per sostare
in preghiera davanti all'immagine della Vergine. La Celebrazione
Eucaristica, alla quale hanno partecipato soltanto i Vescovi della
provincia, essendo i Vescovi della Giornata Mondiale della Gioventù
impegnati nella catechesi a Rio de Janeiro, ha avuto inizio alle
10:30.
Il
Santo Padre ha iniziato l'omelia ricordando che il giorno successivo
alla sua elezione a Vescovo di Roma, si era recato alla Basilica di
Santa Maria Maggiore a Roma, per affidare alla Santa Vergine il suo
ministero. "Oggi - ha detto - ho voluto venire qui per chiedere
a Maria, nostra Madre il buon esito della Giornata Mondiale della
Gioventù e mettere ai suoi piedi la vita del popolo
latinoamericano". Successivamente il Papa ha ricordato la V
Conferenza Generale dell'Episcopato dell'America Latina e dei
Caraibi, alla quale ha partecipato, affermando che: "è
avvenuto un fatto bellissimo di cui ho potuto rendermi conto di
persona: vedere come i Vescovi – che hanno lavorato sul tema
dell’incontro con Cristo, il discepolato e la missione – si
sentivano incoraggiati, accompagnati e, in un certo senso, ispirati
dalle migliaia di pellegrini che venivano ogni giorno ad affidare la
loro vita alla Madonna: quella Conferenza è stata un grande momento
di Chiesa. E, in effetti, si può dire che il Documento di Aparecida
sia nato proprio da questo intreccio fra i lavori dei Pastori e la
fede semplice dei pellegrini, sotto la protezione materna di Maria.
La Chiesa, quando cerca Cristo bussa sempre alla casa della Madre e
chiede: 'Mostraci Gesù'. È da
Lei che si impara il vero discepolato. Ed ecco perché la Chiesa va
in missione sempre sulla scia di Maria".
"Oggi,
guardando alla Giornata Mondiale della Gioventù che mi ha portato in
Brasile, - ha proseguito il Pontefice - anche io vengo a bussare alla
porta della casa di Maria – che ha amato ed educato Gesù –
affinché aiuti tutti noi, i Pastori del Popolo di Dio, i genitori e
gli educatori, a trasmettere ai nostri giovani i valori che li
rendano artefici di una Nazione e di un mondo più giusti, solidali e
fraterni. Per questo, vorrei richiamare tre semplici atteggiamenti,
tre semplici atteggiamenti: mantenere la speranza, lasciarsi
sorprendere da Dio, e vivere nella gioia".
"Mantenere
la speranza. La seconda lettura della Messa presenta una scena
drammatica: una donna – figura di Maria e della Chiesa – viene
perseguitata da un Drago - il diavolo - che vuole divorarne il
figlio. Ma la scena non è di morte, ma di vita - ha sottolineato il
Pontefice - perché Dio interviene e mette in salvo il bambino.
Quante difficoltà ci sono nella vita di ognuno, nella nostra gente,
nelle nostre comunità, ma per quanto grandi possano apparire, Dio
non lascia mai che ne siamo sommersi. Davanti allo scoraggiamento che
potrebbe esserci nella vita, in chi lavora all’evangelizzazione
oppure in chi si sforza di vivere la fede come padre e madre di
famiglia, vorrei dire con forza: abbiate sempre nel cuore questa
certezza: Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona!
Non perdiamo mai la speranza! Non spegniamola mai nel nostro cuore!
Il 'drago', il male, c’è nella nostra storia, ma non è lui il più
forte. Il più forte è Dio, e Dio è la nostra speranza!".
"È
vero che oggi un po’ tutti, e anche i nostri giovani sentono il
fascino di tanti idoli che si mettono al posto di Dio e sembrano dare
speranza: il denaro, il successo, il potere, il piacere. Spesso un
senso di solitudine e di vuoto si fa strada nel cuore di molti e
conduce alla ricerca di compensazioni, di questi idoli passeggeri.
Cari fratelli e sorelle, siamo luci di speranza! Abbiamo uno sguardo
positivo sulla realtà. Incoraggiamo la generosità che caratterizza
i giovani, accompagniamoli nel diventare protagonisti della
costruzione di un mondo migliore: sono un motore potente per la
Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, hanno
bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immateriali
che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo.
In questo Santuario, che fa parte della memoria del Brasile, li
possiamo quasi leggere: spiritualità, generosità, solidarietà,
perseveranza, fraternità, gioia; sono valori che trovano la loro
radice più profonda nella fede cristiana".
"Il
secondo atteggiamento: lasciarsi sorprendere da Dio. Chi è uomo,
donna di speranza - la grande speranza che ci dà la fede - sa che,
anche in mezzo alle difficoltà, Dio agisce e ci sorprende. La storia
di questo Santuario ne è un esempio: tre pescatori, dopo una
giornata a vuoto, senza riuscire a prendere pesci, nelle acque del
Rio Parnaíba, trovano qualcosa di inaspettato: un'immagine di Nossa
Senhora da Conceição.
Chi avrebbe mai immaginato che il luogo di una pesca infruttuosa
sarebbe diventato il luogo in cui tutti i brasiliani possono sentirsi
figli di una stessa Madre? Dio sempre stupisce, come il vino nuovo
nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Dio riserva sempre il meglio per
noi. Ma chiede che noi ci lasciamo sorprendere dal suo amore, che
accogliamo le sue sorprese. Fidiamoci di Dio! Lontano da Lui il vino
della gioia, il vino della speranza, si esaurisce. Se ci avviciniamo
a Lui, se rimaniamo con Lui, ciò che sembra acqua fredda, ciò che è
difficoltà, ciò che è peccato, si trasforma in vino nuovo di
amicizia con Lui".
"Il
terzo atteggiamento: vivere nella gioia. Cari amici, se camminiamo
nella speranza, lasciandoci sorprendere dal vino nuovo che Gesù ci
offre, nel nostro cuore c’è gioia e non possiamo che essere
testimoni di questa gioia. Il cristiano è gioioso, non è mai
triste. Dio ci accompagna. Abbiamo una Madre che sempre intercede per
la vita dei suoi figli (...). Gesù ci ha mostrato che il volto di
Dio è quello di un Padre che ci ama. Il peccato e la morte sono
stati sconfitti. Il cristiano non può essere pessimista! Non ha la
faccia di chi sembra trovarsi in un lutto perpetuo. Se siamo davvero
innamorati di Cristo e sentiamo quanto ci ama, il nostro cuore si
'infiammerà' di una gioia tale che contagerà quanti vivono vicini a
noi".
"Cari
amici siamo venuti a bussare alla porta della casa di Maria - ha
concluso Papa Francesco - Lei ci ha aperto, ci ha fatto entrare e ci
mostra suo Figlio. Ora Lei ci chiede: 'Qualsiasi cosa vi dica,
fatela'. Sì, Madre, noi ci impegniamo a fare quello che Gesù ci
dirà! E lo faremo con speranza, fiduciosi nelle sorprese di Dio e
pieni di gioia".
Al
termine della Celebrazione Eucaristica il Papa si è affacciato al
balcone del Santuario per benedire i presenti e salutare le migliaia
di fedeli e pellegrini che non erano potuti entrare e che sotto la
pioggia hanno seguito la celebrazione sui maxischermi. Improvvisando
in lingua spagnola il Papa ha annunciato la sua intenzione di
ritornare ad Aparecida per il terzo centenario del ritrovamento
dell'immagine di Maria.
"Irmãos
e Irmãs
... Irmãos
e Irmãs,
eu não
falo brasileiro (Fratelli e sorelle non parlo brasiliano n.d.r.).
Scusatemi parlerò in lingua spagnola. Obrigado (Molte grazie n.d.r.)
per essere qui. Grazie di cuore, con tutto il mio cuore e chiedo alla
Vergine Nostra Signora di Aparecida che vi benedica, che benedica le
vostre famiglie, che benedica i vostri figli, che benedica i vostri
genitori, che benedica tutta la Patria. Ora vediamo, mi renderò
conto se mi capite. Vi faccio una domanda: Una madre si dimentica dei
suoi figli? Ella non si dimentica di noi, Ella ci ama e ci guida. Ora
le chiediamo una benedizione. La benedizione di Dio Onnipotente. Il
Padre e il Figlio e lo Spirito Santo discenda su di voi.
Permanentemente. Vi chiedo un favore, pregate per me, pregate per me
che ne ho bisogno. Che Dio vi benedica. Che Nostra Signora di
Aparecida vi protegga. E in attesa di rivederci nel 2017".
Quindi
in auto panoramica il Papa ha percorso i tre chilometri che lo
separavano dal Seminario Missionario Bom Jesús
dove era atteso per il pranzo con i Vescovi della Provincia e i
seminaristi. Al suo arrivo Papa Francesco ha benedetto un'immagine di
"Frei Galvão
(São
Antonio de Santana Galvão,
canonizzato da Benedetto XVI a São
Paulo durante il Viaggio Apostolico del 2007), da collocare nel
Santuario dedicato al santo nella città di Guaratinguetá.
Terminato il pranzo, il Pontefice è rientrato a Rio de Janeiro per
la visita all'Ospedale São Francisco de Assis.
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