Città
del Vaticano, 29 giugno 2013 (VIS). Questa mattina, Solennità dei
Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella Basilica Vaticana, Papa
Francesco ha imposto il sacro Pallio, simbolo di comunione con il
Successore di Pietro, a 34 nuovi Arcivescovi Metropoliti.
All’Arcivescovo di Huê (Viêt Nam) il sacro Pallio verrà
consegnato nella sua Sede Metropolitana.
Il
Papa ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica con i nuovi
Arcivescovi Metropoliti. Come di consueto in occasione della Festa
dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della città di Roma, era
presente alla Santa Messa una Delegazione del Patriarcato Ecumenico
di Costantinopoli, guidata dal Metropolita di Pergamo Ioannis
(Zizioulas), copresidente della Commissione mista internazionale per
il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Nell'omelia
Papa Francesco si è soffermato sul significato del verbo
"confermare" nel ministero petrino, rispondendo
all'interrogativo: "In che cosa è chiamato a confermare il
Vescovo di Roma?".
"Anzitutto,
- ha detto il Papa - confermare nella fede. Il Vangelo parla della
confessione di Pietro: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente',
una confessione che non nasce da lui, ma dal Padre celeste. Ed è per
questa confessione che Gesù dice: 'Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa'. Il ruolo, il servizio ecclesiale di
Pietro ha il suo fondamento nella confessione di fede in Gesù, il
Figlio del Dio vivente, resa possibile da una grazia donata
dall’alto. Nella seconda parte del Vangelo di oggi vediamo il
pericolo di pensare in modo mondano. Quando Gesù parla della sua
morte e risurrezione, della strada di Dio che non corrisponde alla
strada umana del potere, in Pietro riemergono la carne e il sangue:
'si mise a rimproverare il Signore: …questo non ti accadrà mai'. E
Gesù ha una parola dura: 'Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di
scandalo'. Quando lasciamo prevalere i nostri pensieri, i nostri
sentimenti, la logica del potere umano e non ci lasciamo istruire e
guidare dalla fede, da Dio, diventiamo pietra d’inciampo. La fede
in Cristo è la luce della nostra vita di cristiani e di ministri
nella Chiesa!".
"Confermare
nell’amore - è stata la seconda risposta - "Nella seconda
Lettura - ha proseguito il Pontefice - abbiamo ascoltato le
commoventi parole di san Paolo: 'Ho combattuto la buona battaglia, ho
terminato la corsa, ho conservato la fede'. Di quale battaglia si
tratta? Non quella delle armi umane, che purtroppo insanguina ancora
il mondo; ma è la battaglia del martirio. San Paolo ha un’unica
arma: il messaggio di Cristo e il dono di tutta la sua vita per
Cristo e per gli altri. Ed è proprio l’esporsi in prima persona,
il lasciarsi consumare per il Vangelo, il farsi tutto a tutti, senza
risparmiarsi, che lo ha reso credibile e ha edificato la Chiesa. Il
Vescovo di Roma è chiamato a vivere e confermare in questo amore
verso Cristo e verso tutti senza distinzioni, limiti e barriere. E
non solo il Vescovo di Roma. Tutti voi, nuovi Arcivescovi e Vescovi,
avete lo stesso compito: lasciarsi consumare per il Vangelo, farsi
tutto a tutti. Il compito di non risparmiarsi, uscire da sé al
servizio del santo Popolo fedele di Dio".
Infine
"Confermare nell’unità. Qui mi soffermo - ha spiegato il Papa
- sul gesto che abbiamo compiuto. Il Pallio è simbolo di comunione
con il Successore di Pietro, 'principio e fondamento perpetuo e
visibile dell’unità della fede e della comunione'. E la vostra
presenza oggi, cari Confratelli, è il segno che la comunione della
Chiesa non significa uniformità. Il Vaticano II, riferendosi alla
struttura gerarchica della Chiesa afferma che il Signore 'costituì
gli Apostoli a modo di collegio o gruppo stabile, a capo del quale
mise Pietro, scelto di mezzo a loro'. Confermare nell’unità: il
Sinodo dei Vescovi, in armonia con il primato. Dobbiamo andare per
questa strada della sinodalità, crescere in armonia con il servizio
del primato. E il Concilio continua: 'questo Collegio, in quanto
composto da molti, esprime la varietà e universalità del Popolo di
Dio'. Nella Chiesa la varietà, che è una grande ricchezza, si fonde
sempre nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui
tutte le tessere concorrono a formare l’unico grande disegno di
Dio. E questo deve spingere a superare sempre ogni conflitto che
ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: non c’è
un’altra strada cattolica per unirci. Questo è lo spirito
cattolico, lo spirito cristiano: unirsi nelle differenze. Questa è
la strada di Gesù! Il Pallio, se è segno della comunione con il
Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, con il Sinodo dei Vescovi,
è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di
comunione".
"Confessare
il Signore lasciandosi istruire da Dio; consumarsi per amore di
Cristo e del suo Vangelo; essere servitori dell’unità. Queste,
cari Confratelli nell’episcopato, le consegne che i Santi Apostoli
Pietro e Paolo affidano a ciascuno di noi, perché siano vissute da
ogni cristiano".
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