"Vogliamo
- ha detto il Cardinale Bertone - invocare la sapienza divina sul
delicato e grave compito dell’amministrazione della giustizia".
Successivamente il Cardinale ha rivolto un saluto al Presidente del
Tribunale, Professor Giuseppe Dalla Torre, ai Giudici, al promotore
di giustizia e ai collaboratori della Cancelleria, recando a ciascuno
"il benedicente saluto del Santo Padre Benedetto XVI, il Quale
segue con attenta sollecitudine il vostro apprezzato lavoro".
Nel
commentare il Vangelo, centrato sulla figura di San Giovanni
Battista, il Segretario di Stato ha sottolineato che l'esempio e la
testimonianza di questo profeta "sono un richiamo ai credenti a
mettere da parte il protagonismo, il voler apparire, diminuendo così
il proprio 'io' perché cresca in ognuno di noi e negli altri l’amore
per Gesù: Egli è la Via, la verità e la vita. Questo atteggiamento
richiede l’umiltà del cuore, che è dono di Dio da implorare
incessantemente nella preghiera. Per questo l’apostolo Giovanni,
come abbiamo ascoltato nella prima Lettura, verso la conclusione
della sua Lettera, raccomanda una preghiera fiduciosa al Padre, che
non mancherà di esaudirla, se chi chiede è disposto a fare la sua
volontà. Esorta inoltre a pregare anche per i fratelli, a meno che
non siano ostinati nel male e quindi rifiutino di convertirsi. La
preghiera vicendevole acquista il valore di uno squisito atto di
carità. Anche san Paolo raccomanda più volte di pregare gli uni per
gli altri, e Gesù stesso prega perché Pietro, una volta ravveduto,
confermi nella fede gli altri apostoli".
"In
questa Santa Messa rivolgiamo la nostra comune preghiera al Signore,
perché ciascuno possa adempiere con umiltà e nella verità il
proprio servizio nell’amministrazione della giustizia a favore
della nostra peculiare comunità dello Stato della Città del
Vaticano. Auguro a tutti voi, che a vario titolo partecipate
all’inaugurazione dell’Anno giudiziario, di poter crescere nella
consapevolezza che l’armonia, la giustizia e la pace non sono
pienamente raggiungibili senza l’adesione a Dio e l’accoglienza
della sua grazia. Vale anche per ciascuno di noi l’invito ad una
consapevole apertura al trascendente, che il Santo Padre Benedetto
XVI ha rivolto pochi giorni fa ai Membri del Corpo Diplomatico presso
la Santa Sede, senza la quale, affermava: 'l’uomo cade facile preda
del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e
impegnarsi per la pace'”.
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