"L’evangelizzazione,
in ogni tempo e luogo, ha sempre come punto centrale e terminale
Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio; e il Crocifisso è per eccellenza
il segno distintivo di chi annuncia il Vangelo: segno di amore e di
pace, appello alla conversione e alla riconciliazione".
"La
Chiesa - ha sottolineato il Pontefice - esiste per evangelizzare.
Fedeli al comando del Signore Gesù Cristo, i suoi discepoli sono
andati nel mondo intero per annunciare la Buona Notizia, fondando
dappertutto le comunità cristiane. Col tempo, esse sono diventate
Chiese ben organizzate con numerosi fedeli. (...) Anche nei nostri
tempi lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa un nuovo slancio per
annunciare la Buona Notizia, un dinamismo spirituale e pastorale che
ha trovato la sua espressione più universale e il suo impulso più
autorevole nel Concilio Ecumenico Vaticano II. Tale rinnovato
dinamismo dell’evangelizzazione produce un benefico influsso sui
due 'rami' specifici che da essa si sviluppano, vale a dire, da una
parte, la missio ad gentes, cioè l’annuncio del Vangelo a coloro
che ancora non conoscono Gesù Cristo e il suo messaggio di salvezza;
e, dall’altra parte, la nuova evangelizzazione, orientata
principalmente alle persone che, pur essendo battezzate, si sono
allontanate dalla Chiesa, e vivono senza fare riferimento alla prassi
cristiana".
"L’Assemblea
sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova
evangelizzazione, per favorire in queste persone un nuovo incontro
con il Signore, che solo riempie di significato profondo e di pace la
nostra esistenza; per favorire la riscoperta della fede, sorgente di
Grazia che porta gioia e speranza nella vita personale, familiare e
sociale".
Successivamente
il Papa ha affermato che il matrimonio, proposto dal Vangelo odierno
e dalla prima lettura, merita "un'attenzione speciale"
perché "ci invita a renderci più consapevoli di una realtà
già nota ma forse non pienamente valorizzata: che cioè il
matrimonio, costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia
per il mondo di oggi, in particolare per il mondo scristianizzato.
L’unione dell’uomo e della donna, il loro diventare 'un’unica
carne' nella carità, nell’amore fecondo e indissolubile, è segno
che parla di Dio con forza, con una eloquenza che ai nostri giorni è
diventata maggiore, perché purtroppo, per diverse cause, il
matrimonio, proprio nelle regioni di antica evangelizzazione, sta
attraversando una crisi profonda. E non è un caso. Il matrimonio è
legato alla fede, non in senso generico. Il matrimonio, come unione
d’amore fedele e indissolubile, si fonda sulla grazia che viene dal
Dio Uno e Trino, che in Cristo ci ha amati d’amore fedele fino alla
Croce. (...) C’è un’evidente corrispondenza tra la crisi della
fede e la crisi del matrimonio. E, come la Chiesa afferma e
testimonia da tempo, il matrimonio è chiamato ad essere non solo
oggetto, ma soggetto della nuova evangelizzazione".
Infine,
prima di soffermarsi sui due nuovi Dottori della Chiesa, il Papa ha
ricordato che "Una delle idee portanti del rinnovato impulso che
il Concilio Vaticano II ha dato all’evangelizzazione è quella
della chiamata universale alla santità, che in quanto tale riguarda
tutti i cristiani. I santi sono i veri protagonisti
dell’evangelizzazione in tutte le sue espressioni. (...) La santità
non conosce barriere culturali, sociali, politiche, religiose. Il suo
linguaggio – quello dell’amore e della verità – è
comprensibile per tutti gli uomini di buona volontà e li avvicina a
Gesù Cristo, fonte inesauribile di vita nuova".
"A
questo punto, soffermiamoci un momento ad ammirare i due Santi che
oggi sono stati aggregati alla eletta schiera dei Dottori della
Chiesa. San Giovanni di Avila visse nel secolo XVI. Profondo
conoscitore delle Sacre Scritture, era dotato di ardente spirito
missionario. Seppe penetrare con singolare profondità i misteri
della Redenzione operata da Cristo per l’umanità. Uomo di Dio,
univa la preghiera costante all’azione apostolica. Si dedicò alla
predicazione e all’incremento della pratica dei Sacramenti,
concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei
candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista di una
feconda riforma della Chiesa".
"Santa
Ildegarda di Bingen, importante figura femminile del secolo XII, ha
offerto il suo prezioso contributo per la crescita della Chiesa del
suo tempo, valorizzando i doni ricevuti da Dio e mostrandosi donna di
vivace intelligenza, profonda sensibilità e riconosciuta autorità
spirituale. Il Signore la dotò di spirito profetico e di fervida
capacità di discernere i segni dei tempi. Ildegarda nutrì uno
spiccato amore per il creato, coltivò la medicina, la poesia e la
musica. Soprattutto conservò sempre un grande e fedele amore per
Cristo e per la sua Chiesa".
"Lo
sguardo sull’ideale della vita cristiana, espresso nella chiamata
alla santità, ci spinge a guardare con umiltà la fragilità di
tanti cristiani, anzi il loro peccato, personale e comunitario, che
rappresenta un grande ostacolo all’evangelizzazione, e a
riconoscere la forza di Dio che, nella fede, incontra la debolezza
umana. Pertanto, non si può parlare della nuova evangelizzazione
senza una disposizione sincera di conversione".
Benedetto
XVI ha concluso l'omelia affidando a Dio "i lavori dell’Assise
sinodale nel sentimento vivo della comunione dei Santi, invocando in
particolare l’intercessione dei grandi evangelizzatori, tra i quali
vogliamo con grande affetto annoverare il Beato Papa Giovanni Paolo
II, il cui lungo pontificato è stato anche esempio di nuova
evangelizzazione".
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