Città
del Vaticano, 30 settembre (VIS). Il Santo Padre si è affacciato
questa mattina al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico
di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai
pellegrini presenti.
Il
Papa ha commentato il Vangelo di San Marco che narra di un tale che
non era dei seguaci di Gesù e che aveva scacciato dei demoni nel suo
nome. L'Apostolo Giovanni vorrebbe impedirglielo, ma Gesù non lo
permette, anzi "prende spunto da quella occasione per insegnare
ai suoi discepoli che Dio può operare cose buone e persino
prodigiose anche al di fuori della loro cerchia, e che si può
collaborare alla causa del Regno di Dio in diversi modi"
"Perciò,
i membri della Chiesa - ha proseguito il Pontefice - "non devono
provare gelosia, ma rallegrarsi se qualcuno esterno alla comunità
opera il bene nel nome di Cristo, purché lo faccia con intenzione
retta e con rispetto. Anche all’interno della Chiesa stessa, può
capitare, a volte, che si faccia fatica a valorizzare e ad
apprezzare, in uno spirito di profonda comunione, le cose buone
compiute dalle varie realtà ecclesiali. Invece dobbiamo essere tutti
e sempre capaci di apprezzarci e stimarci a vicenda, lodando il
Signore per l’infinita ‘fantasia’ con cui opera nella Chiesa e
nel mondo".
Successivamente
Benedetto XVI ha commentato la lettera di Giacomo nella quale
"risuona anche l’invettiva dell’apostolo (...) contro i
ricchi disonesti, che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze
accumulate a forza di soprusi (...) Le sue parole, mentre mettono in
guardia dalla vana bramosia dei beni materiali, costituiscono un
forte richiamo ad usarli nella prospettiva della solidarietà e del
bene comune, operando sempre con equità e moralità, a tutti i
livelli".
Nessun commento:
Posta un commento