CITTA' DEL VATICANO, 11 MAR. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la presentazione del secondo volume del Gesù di Nazaret “Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, di Papa Joseph Ratzinger. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi ed il Professor Claudio Magris, scrittore e germanista.
“Oltre l’interesse di un libro su Gesù” – ha spiegato il Cardinale Ouellet – “è il libro del Papa che si presenta in umiltà al foro degli esegeti, per confrontarsi con loro sui metodi e sui risultati delle loro ricerche. (...) Io non posso fare a meno di scorgere in questo libro l’aurora di una nuova era dell’esegesi, una promettente era di esegesi teologica”.
“Il Papa dialoga in primo luogo con l’esegesi tedesca ma non ignora importanti autori che appartengono alle aree linguistiche francofona, anglofona e latina”. Il proposito del Santo Padre, ha affermato il Cardinale Ouellet è “quello di ‘trovare il Gesù reale’, non il ‘Gesù storico’ proprio del filone dominante dell’esegesi critica, ma il ‘Gesù dei Vangeli’ ascoltato in comunione con i discepoli di Gesù d’ogni tempo”.
“Anche se l’Autore si preclude d’offrire un Insegnamento ufficiale della Chiesa” – ha affermato il Cardinale Ouellet – “è facile immaginare che la sua autorità scientifica e la ripresa in profondità di certe questioni disputate saranno di grande aiuto per confermare la fede di molti. Serviranno inoltre a far progredire dei dibattiti rimasti insabbiati a motivo dei pregiudizi razionalisti e positivisti che hanno intaccato il prestigio dell’esegesi moderna e contemporanea”.
Nel commentare il contenuto del libro il Cardinale ha sottolineato in primo luogo “la questione del fondamento storico del cristianesimo che impegna Joseph Ratzinger fin dagli anni della sua formazione e del suo primo insegnamento, come appare dal suo volume su Introduzione al cristianesimo (Einführung in das Christentum), pubblicato oltre quarant’anni or sono, e che ebbe all’epoca un notevole impatto sugli uditori e i lettori”.
“Un secondo nodo riguarda il messianismo di Gesù” – ha proseguito il Porporato – “Certi esegeti moderni hanno fatto di Gesù un rivoluzionario, un maestro di morale, un profeta escatologico, un rabbi idealista, un folle di Dio, un messia in qualche modo a immagine del suo interprete influenzato dalle ideologie dominanti”.
“Il Papa espone con forza e chiarezza le dimensioni regale e sacerdotale di questo messianismo” – ha ribadito il Prefetto della Congregazione per i Vescovi – “il cui senso è quello d’instaurare il culto nuovo, l’adorazione in Spirito e in Verità, che coinvolge l’intera esistenza, personale e comunitaria, come un’offerta d’amore per la glorificazione di Dio nella carne”.
“Un terzo nodo da sciogliere riguarda il senso della redenzione e il posto che vi deve o meno occupare l’espiazione dei peccati. Il Papa affronta le obiezioni moderne a questa dottrina tradizionale. (...) L’autore riprende queste domande più volte, a diversi livelli, e mostra come la misericordia e la giustizia vadano di pari passo nel quadro dell’Alleanza voluta da Dio”.
“Un quarto nodo concerne il Sacerdozio di Cristo. Secondo le categorie ecclesiali del giorno d’oggi, Gesù era un laico investito d’una vocazione profetica. Non apparteneva all’aristocrazia sacerdotale del Tempio e viveva al margine di questa fondamentale istituzione del popolo d’Israele. Questo fatto ha indotto molti interpreti a considerare la figura di Gesù come del tutto estranea e senza alcun rapporto con il sacerdozio. (...) Il Papa risponde ampiamente alle obiezioni storiche e critiche mostrando la coerenza del sacerdozio nuovo di Gesù con il culto nuovo ch’egli è venuto a stabilire sulla terra in obbedienza alla volontà del Padre”.
“Un ultimo nodo da me considerato riguarda infine la risurrezione, la sua dimensione storica ed escatologica, il suo rapporto alla corporeità e alla Chiesa. (...) Il Papa insorge contro le elucubrazioni esegetiche che dichiarano compatibili l’annuncio della risurrezione di Cristo e la permanenza del suo cadavere nel sepolcro. Egli esclude queste assurde teorie osservando che il sepolcro vuoto, anche se non è una prova della risurrezione, di cui nessuno è stato diretto testimone, resta un segno, un presupposto, una traccia lasciata nella storia da un evento trascendente. (...) La paradossale esperienza delle apparizioni rivela che in questa nuova dimensione dell’essere (...), Gesù vive in pienezza, in un nuovo rapporto con la corporeità reale, ma è libero nei confronti dei vincoli corporei quali noi li conosciamo. (...) L’importanza storica della risurrezione si manifesta nella testimonianza delle prime comunità che hanno dato vita alla tradizione della domenica come segno identificativo d’appartenenza al Signore”.
“È evidente come mediante quest’opera” – ha concluso il Cardinale Ouellet – “il Successore di Pietro si dedichi al suo ministero specifico che è di confermare i suoi fratelli nella fede. (...) Grazie all’esempio che dà ed ai risultati che ottiene, questo libro eserciterà una mediazione tra l’esegesi contemporanea e l’esegesi patristica, da un lato, come anche nel necessario dialogo tra esegeti, teologi e pastori, da un altro”.
“In quest’opera” – ha detto infine il Cardinale Ouellet – “vedo un grande invito al dialogo su ciò che è essenziale del cristianesimo, in un mondo in cerca di punti di riferimento, in cui le differenti tradizioni religiose faticano a trasmettere alle nuove generazioni l’eredità della saggezza religiosa dell’umanità”.
OP/ VIS 20110311 (860)
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