Il Papa si è raccolto qualche minuto in Adorazione del Santissimo Sacramento, e quindi ha rivolto ai presenti un discorso.
“Cari sacerdoti (...) siate sempre uomini di preghiera” – ha esortato il Pontefice – “per essere anche maestri di preghiera. (...) Non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è fondamentale: in essa, agisce con più efficacia la grazia divina, dando fecondità al ministero. Tante cose ci premono, ma se non siamo interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri”
“L’Eucaristia è la sorgente e il culmine di tutta la vita cristiana” – ha sottolineato il Pontefice – “Quale cura poniamo nel prepararci alla santa Messa, nel celebrarla, nel rimanere in adorazione? Le nostre chiese sono veramente ‘casa di Dio’, dove la sua presenza attira la gente, che purtroppo oggi sente spesso l’assenza di Dio?”.
“Il Sacerdote trova sempre, ed in maniera immutabile” – ha proseguito il Papa – “la sorgente della propria identità in Cristo Sacerdote. Non è il mondo a fissare il nostro statuto, secondo i bisogni e le concezioni dei ruoli sociali. (...) Il sacerdote è per i fedeli: li anima e li sostiene nell’esercizio del sacerdozio comune dei battezzati, nel loro cammino di fede, nel coltivare la speranza, nel vivere la carità, l’amore di Cristo. Cari sacerdoti, abbiate sempre una particolare attenzione anche per il mondo giovanile. Come disse in questa terra il Venerabile Giovanni Paolo II, spalancate le porte delle vostre parrocchie ai giovani, perché possano aprire le porte del loro cuore a Cristo! Mai le trovino chiuse!”.
“Il Sacerdote” – ha proseguito il Pontefice – “non può restare lontano dalle preoccupazioni quotidiane del Popolo di Dio; anzi, deve essere vicinissimo, ma da sacerdote”. Nel ricordare l’anniversario dell’assassinio di Don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano ucciso dalla mafia, il Papa ha detto: “Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso la causa di Beatificazione. Vi esorto a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio”.
Nel rivolgersi ai membri degli Istituti di Vita Consacrata e ai monaci e monache di clausura, il Santo Padre ha avuto parole di esortazione dicendo: “continuate a seguire Gesù senza compromessi (...) dando così testimonianza della bellezza di essere cristiani in maniera radicale. (...) La vostra stessa presenza e il vostro stile infondono alla Comunità ecclesiale un prezioso impulso verso la ‘misura alta’ della vocazione cristiana; anzi potremmo dire che la vostra esistenza costituisce come una predicazione, assai eloquente, anche se spesso silenziosa”.
A conclusione del suo discorso il Papa ha salutato i seminaristi esortandoli: “a rispondere con generosità alla chiamata del Signore (...), crescendo nell’identificazione con Cristo, il Sommo Sacerdote, preparandovi alla missione con una solida formazione umana, spirituale, teologica e culturale. (...) Vivete con impegno questo tempo di grazia e conservate nel cuore la gioia e lo slancio del primo momento della chiamata e del vostro ‘sì’, quando, rispondendo alla voce misteriosa di Cristo, avete dato una svolta decisiva alla vostra vita”.
PV-PALERMO/ VIS 20101004 (610)
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