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mercoledì 7 aprile 2010

GIOVEDÌ SANTO: MESSA DEL CRISMA E IN COENA DOMINI


CITTA' DEL VATICANO, 1 APR. 2010 (VIS). Alle ore 9:30 di oggi, Giovedì Santo, Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali. La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi ed i Presbiteri - diocesani e religiosi - presenti a Roma. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la rinnovazione delle promesse sacerdotali, sono stati benedetti l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e il crisma.

“Nella Messa crismale del Giovedì Santo” – ha detto il Papa nell’omelia – “gli oli santi stanno al centro dell’azione liturgica. Vengono consacrati nella cattedrale dal Vescovo per tutto l’anno. Esprimono così anche l’unità della Chiesa, garantita dall’Episcopato, e rimandano a Cristo (...). E, al contempo, tengono insieme tutto l’anno liturgico, ancorato al mistero del Giovedì Santo. Infine, rimandano all’Orto degli Ulivi, in cui Gesù ha accettato interiormente la sua Passione”.

“La Messa crismale, in cui il segno sacramentale dell’olio ci viene presentato come linguaggio della creazione di Dio, si rivolge, in modo particolare, a noi sacerdoti: essa ci parla di Cristo, che Dio ha unto Re e Sacerdote – di Lui che ci rende partecipi del suo sacerdozio, della sua ‘unzione’, nella nostra Ordinazione sacerdotale”.

“Appartiene al simbolismo dell’olio anche il fatto che esso rende forti per la lotta. Ciò non contrasta col tema della pace, ma ne è una parte. La lotta dei cristiani (...) consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia. (...) Anche oggi è importante per i cristiani seguire il diritto, che è il fondamento della pace. Anche oggi è importante per i cristiani non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto – per esempio, quando si tratta dell’uccisione di bambini innocenti non ancora nati. Proprio così serviamo la pace e proprio così ci troviamo a seguire le orme di Gesù Cristo”.

“Nella Chiesa antica l’olio consacrato è stato considerato, in modo particolare, come segno della presenza dello Spirito Santo, che a partire da Cristo si comunica a noi. Egli è l’olio di letizia. Questa letizia è una cosa diversa dal divertimento o dall’allegria esteriore che la società moderna si auspica. Il divertimento, nel suo posto giusto, è certamente cosa buona e piacevole. È bene poter ridere. Ma il divertimento non è tutto. (...) La gioia, che da Cristo ci viene incontro, è diversa. Essa ci dà allegria, sì, ma certamente può andar insieme anche con la sofferenza. Ci dà la capacità di soffrire e, nella sofferenza, di restare tuttavia intimamente lieti. (...)
Chi ama è pronto a soffrire per l’amato e a motivo del suo amore, e proprio così sperimenta una gioia più profonda”.

Alle ore 17:30 di questo pomeriggio, il Santo Padre ha presieduto, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, la concelebrazione della Santa Messa "nella Cena del Signore". Nel corso della Liturgia, il Papa ha compiuto il rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti. Al momento della presentazione dei doni è stata affidata al Santo Padre un’offerta per la ricostruzione del Seminario di Port-au-Prince in Haiti.

Commentando nell’omelia la Preghiera sacerdotale di Cristo, il Papa ha detto: “Quando Gesù parla della vita eterna, Egli intende la vita autentica, vera, che merita di essere vissuta. Non intende semplicemente la vita che viene dopo la morte. Egli intende il modo autentico della vita – una vita che è pienamente vita e per questo è sottratta alla morte, ma che può di fatto iniziare già in questo mondo, anzi, deve iniziare in esso, solo se impariamo già ora a vivere in modo autentico, se impariamo quella vita che la morte non può togliere, la promessa dell’eternità ha senso”.

“Ritorniamo alla parola di Gesù: Questa è la vita eterna: che conoscano te e il tuo Inviato. La conoscenza di Dio diventa vita eterna” – ha sottolineato il Papa – “Conoscere nel senso della Sacra Scrittura è un diventare interiormente una cosa sola con l’altro. Conoscere Dio, conoscere Cristo significa sempre anche amarLo, diventare in qualche modo una cosa sola con Lui in virtù del conoscere e dell’amare. La nostra vita diventa quindi una vita autentica, vera e così anche eterna, se conosciamo Colui che è la fonte di ogni essere e di ogni vita”.

“Due volte nel corso della Preghiera sacerdotale Gesù parla della rivelazione del nome di Dio. ‘Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo’. (...) La rivelazione del nome divino significa dunque che Dio, che è infinito e sussiste in se stesso, entra nell’intreccio di relazioni degli uomini; che Egli, per così dire, esce da se stesso e diventa uno di noi, uno che è presente in mezzo a noi e per noi”.

“Il mistero eucaristico, la presenza del Signore sotto le specie del pane e del vino” – ha proseguito il Pontefice – “è la massima e più alta condensazione di questo nuovo essere-con-noi di Dio”.

“La richiesta più nota della Preghiera sacerdotale è la richiesta dell’unità per i discepoli, per quelli di allora e quelli futuri. (...) Innanzitutto, Egli prega per i discepoli di quel tempo e di tutti i tempi futuri. (...) Gesù chiede dunque che l’annuncio dei discepoli prosegua lungo i tempi; che tale annuncio raccolga uomini i quali, in base ad esso, riconoscono Dio e il suo Inviato, il Figlio Gesù Cristo. Egli prega affinché gli uomini siano condotti alla fede e, mediante la fede, all’amore”.

“In quest’ora il Signore ci chiede: vivi tu, mediante la fede, nella comunione con me e così nella comunione con Dio? O non vivi forse piuttosto per te stesso, allontanandoti così dalla fede? E non sei forse con ciò colpevole della divisione che oscura la mia missione nel mondo; che preclude agli uomini l’accesso all’amore di Dio? È stata una componente della Passione storica di Gesù e rimane una parte di quella sua Passione che si prolunga nella storia, l’aver Egli visto e il vedere tutto ciò che minaccia, distrugge l’unità”.
BXVI-SETTIMANA SANTA/GIOVEDÌ SANTO/... VIS 20100407 (1010)

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