CITTA' DEL VATICANO, 20 GIU. 2009 (VIS). Alle ore 18:00 di ieri, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Celebrazione dei secondi Vespri della Solennità in occasione dell’apertura dell’Anno Sacerdotale, nel 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney. Fra i partecipanti alla celebrazione dei secondi Vespri nella Basilica Vaticana c’erano numerosi sacerdoti e seminaristi di Roma.
Prima di dare inizio alla celebrazione il Papa si è recato nella Cappella del Coro per venerare la Reliquia del Santo Curato d’Ars, portata dal Vescovo Guy Bagnard, della Diocesi di Belley-Ars.
“Nel Cuore di Gesù” – ha detto il Papa nell’omelia – “è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo; in Cristo ci è stata rivelata e donata tutta la novità rivoluzionaria del Vangelo: l’Amore che ci salva e ci fa vivere già nell’eternità di Dio.”
“Il suo Cuore divino” – ha proseguito il Pontefice – “chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi stessi un dono di amore senza riserve”.
“Se è vero che l’invito di Gesù a ‘rimanere nel suo amore’ (cfr Gv 15,9)” – ha ribadito il Pontefice – “è per ogni battezzato, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, Giornata di santificazione sacerdotale, tale invito risuona con maggiore forza per noi sacerdoti, in particolare questa sera, solenne inizio dell’Anno Sacerdotale, da me voluto in occasione del 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars”.
“La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo” – ha ribadito il Papa – “che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; esige cioè che tendiamo costantemente alla santità come ha fatto San Giovanni Maria Vianney”.
“Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo!” – ha esclamato il Pontefice – “Questo è stato lo scopo di tutta la vita di San Paolo, al quale abbiamo rivolto la nostra attenzione durante l’Anno Paolino che si avvia ormai verso la sua conclusione; questa è stata la meta di tutto il ministero del Santo Curato d’Ars, che invocheremo particolarmente durante l’Anno Sacerdotale; questo sia anche l’obiettivo principale di ognuno di noi”.
“Per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile lo studio con una accurata e permanente formazione pastorale, ma è ancor più necessaria quella ‘scienza dell’amore’ che si apprende solo nel ‘cuore a cuore’ con Cristo. E’ Lui infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge in nome suo. (...) Solo così saremo in grado di cooperare efficacemente al misterioso ‘disegno del Padre’ che consiste nel ‘fare di Cristo il cuore del mondo’! Disegno che si realizza nella storia, man mano che Gesù diviene il Cuore dei cuori umani, iniziando da coloro che sono chiamati a stargli più vicini, i sacerdoti appunto”.
“Perfino le nostre carenze, i nostri limiti e debolezze devono ricondurci al Cuore di Gesù” – ha sottolineato il Papa – “Se infatti è vero che i peccatori, contemplandoLo, devono apprendere da Lui il necessario ‘dolore dei peccati’ che li riconduca al Padre, questo vale ancor più per i sacri ministri. Come dimenticare, in proposito, che nulla fa soffrire tanto la Chiesa, Corpo di Cristo, quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in ‘ladri delle pecore’ (Gv 10,1ss), o perché le deviano con le loro private dottrine, o perché le stringono con lacci di peccato e di morte? Anche per noi, cari sacerdoti, vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umiltà l’accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perché ci preservi dal terribile rischio di danneggiare coloro che siamo tenuti a salvare”.
Il Santo Padre ha invitato i sacerdoti a coltivare la stessa emozione del curato d’Ars per la “dignità del prete” “sia per adempiere il nostro ministero con generosità e dedizione, sia per custodire nell’anima un vero ‘timore di Dio’: il timore di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa, le anime che ci sono affidate, o di poterle – Dio non voglia! – danneggiare”.
“La Chiesa” – ha concluso il Papa – “ha bisogno di sacerdoti santi; di ministri che aiutino i fedeli a sperimentare l’amore misericordioso del Signore e ne siano convinti testimoni.”
La celebrazione dei secondi Vespri si è conclusa con l’adorazione e la benedizione eucaristica.
HML/VESPRI:ANNO SACERDOTALE/... VIS 20090622 (740)
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