CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2009 (VIS). Alle 17:30 (ora locale), il Santo Padre ha presieduto nella Grotta dell'Annunciazione nel Santuario di Nazareth, la Celebrazione dei Vespri con i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali della Galilea. Papa Benedetto ha ricevuto il saluto di S.E. Monsignor Paul Nabil El Sayyah, Arcivescovo di Haifa e di Terra Santa per i Maroniti, incaricato della Pastorale della famiglia.
Il Santo Padre ha ringraziato per la loro presenza i fedeli maroniti, del Patriarcato Latino ed i membri della comunità Greco-Melkita ed ha reso lode ai Frati della Custodia di Terra Santa per la cura dimostrata nel provvedere ai Luoghi Santi.
"Ciò che accadde qui a Nazareth, lontano dagli sguardi del mondo" - ha detto il Papa nel suo discorso - "è stato un atto singolare di Dio, un potente intervento nella storia attraverso il quale un bambino fu concepito per portare la salvezza al mondo intero. Il prodigio dell'Incarnazione continua a sfidarci ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in comunione con noi".
"Lo Spirito che 'discese su Maria'" - ha spiegato il Santo Padre è lo stesso Spirito che si librò sulle acque all'alba della Creazione. Questo ci ricorda che l'Incarnazione è stata un nuovo atto creativo. (...) Il racconto dell'Annunciazione illustra la straordinaria gentilezza di Dio. Egli non impone se stesso, non predetermina semplicemente la parte che Maria avrà nel suo piano per la nostra salvezza, egli cerca innanzitutto il suo assenso. Nella Creazione iniziale ovviamente non era questione che Dio chiedesse il consenso delle sue creature, ma in questa nuova Creazione egli lo chiede. Maria sta al posto di tutta l'umanità. Lei parla per tutti noi quando risponde all'invito dell'angelo".
"Il riflettere su questo gioioso mistero ci dà speranza" - ha affermato il Papa - "la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al calcolo umano sembrano impossibili. (...) Ci invita (...) ad accogliere la Parola di Dio nei nostri cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore l'uno verso l'altro".
"Nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi i Cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori prospettive. La vostra situazione richiama alla mente quella della giovane vergine Maria, che condusse una vita nascosta a Nazareth, con ben poco per il suo quotidiano quanto a ricchezza e ad influenza mondana".
"Per citare le parole di Maria nel suo grande inno di lode, il 'Magnificat'" - ha ricordato il Papa - "Dio ha guardato alla sua serva nella sua umiltà, ha ricolmato di beni l'affamato" ed ha esclamato: "Abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza! Come Maria, voi avete un ruolo da svolgere nel piano divino della salvezza, portando Cristo nel mondo, rendendo a Lui testimonianza e diffondendo il suo messaggio di pace e di unità. Per questo, è essenziale che siate uniti fra voi, così che la Chiesa nella Terra Santa possa essere chiaramente riconosciuta come 'un segno ed uno strumento di comunione con Dio e di unità di tutto il genere umano'".
"La vostra unità nella fede, nella speranza e nell'amore è un frutto dello Spirito Santo che dimora in voi e vi rende capaci di essere strumenti efficaci della pace di Dio, aiutandovi a costruire una genuina riconciliazione tra i diversi popoli che riconoscono Abramo come loro padre nella fede".
Al termine della Celebrazione, il Papa è ritornato in elicottero alla Delegazione Apostolica di Gerusalemme per la cena in privato e il pernottamento.
PV-ISRAELE/VESPRI/NAZARETH VIS 20090515 (660)
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