CITTA' DEL VATICANO, 8 APR. 2009 (VIS). Questa mattina, nel corso della catechesi dell'Udienza Generale di questo Mercoledì, il Santo Padre si è soffermato sulla Settimana Santa "che per noi cristiani è la settimana più importante dell'anno, ci offre l'opportunità di immergerci negli eventi centrali della Redenzione, di rivivere il Mistero pasquale, il grande Mistero della fede".
"Gesù, pur essendo Dio" - ha spiegato il Papa - "non volle fare delle sue prerogative divine un possesso esclusivo; non volle usare il suo essere Dio, la sua dignità gloriosa e la sua potenza, come strumento di trionfo e segno di distanza da noi".
"Per amore ha voluto 'svuotare se stesso' e farsi nostro fratello; per amore ha condiviso la nostra condizione, quella di ogni uomo e di ogni donna".
"Preludio al Triduo pasquale" - ha proseguito il Pontefice - "che incomincerà domani (...), è la solenne Messa Crismale, (...) nel corso della quale insieme vengono rinnovate le promesse sacerdotali pronunciate il giorno dell' Ordinazione. (...) Quest'incontro sacerdotale assume inoltre un significato particolare, perché è quasi una preparazione all'Anno Sacerdotale, che ho indetto in occasione del 150 anniversario della morte del Santo Curato d'Ars e che avrà inizio il prossimo 19 giugno. Sempre nella Messa Crismale verranno poi benedetti l'olio degli infermi e quello dei catecumeni, e sarà consacrato il Crisma".
"Nella Messa del pomeriggio in 'Coena Domini'" - ha ricordato il Pontefice - "la Chiesa commemora l'istituzione dell'Eucaristia, il Sacerdozio ministeriale ed il Comandamento nuovo - 'mandatum novum' - della carità, lasciato da Gesù ai suoi discepoli. (...) Il Giovedì Santo costituisce pertanto un rinnovato invito a rendere grazie a Dio per il sommo dono dell'Eucaristia, da accogliere con devozione e da adorare con viva fede".
"E siamo così al Venerdì Santo, giorno della passione e della crocifissione del Signore. (...) La morte di Cristo richiama il cumulo di dolore e di mali che grava sull'umanità di ogni tempo: il peso schiacciante del nostro morire, l'odio e la violenza che ancora oggi insanguinano la terra. La passione del Signore continua nella sofferenze degli uomini".
"Se il Venerdì Santo è giorno pieno di tristezza" - ha detto ancora il Papa - "è dunque al tempo stesso, giorno quanto mai propizio per ridestare la nostra fede, per rinsaldare la nostra speranza e il coraggio di portare ciascuno la nostra croce con umiltà, fiducia ed abbandono in Dio, certi del suo sostegno e della sua vittoria".
"Questa speranza si alimenta nel grande silenzio del Sabato Santo, in attesa della risurrezione di Gesù. In questo giorno (...) la Chiesa veglia in preghiera come Maria e insieme a Maria, condividendone gli stessi sentimenti di dolore e di fiducia in Dio. Giustamente si raccomanda di conservare durante tutta la giornata un clima orante, favorevole alla meditazione e alla riconciliazione; si incoraggiano i fedeli ad accostarsi al sacramento della Penitenza, per poter partecipare rinnovati alle Feste Pasquali".
"Il raccoglimento e il silenzio del Sabato Santo ci condurranno nella notte alla solenne Veglia Pasquale, 'madre di tutte le veglie', quando proromperà in tutte le chiese e comunità il canto della gioia per la risurrezione di Cristo. Ancora una volta, verrà proclamata la vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, e la Chiesa gioirà nell'incontro con il suo Signore. Entreremo così nel clima della Pasqua di Risurrezione".
"Cari fratelli e sorelle" - ha esortato infine il Papa - "disponiamoci a vivere intensamente il Triduo Santo, per essere sempre più profondamente partecipi del Mistero di Cristo. Ci accompagna in questo itinerario la Vergine Santa (...). Insieme a Lei entreremo nel Cenacolo, resteremo ai piedi della Croce, veglieremo idealmente accanto al Cristo morto attendendo con speranza l'alba del giorno radioso della risurrezione".
AG/TRIDUO PASQUALE/... VIS 20090408 (610)
"Gesù, pur essendo Dio" - ha spiegato il Papa - "non volle fare delle sue prerogative divine un possesso esclusivo; non volle usare il suo essere Dio, la sua dignità gloriosa e la sua potenza, come strumento di trionfo e segno di distanza da noi".
"Per amore ha voluto 'svuotare se stesso' e farsi nostro fratello; per amore ha condiviso la nostra condizione, quella di ogni uomo e di ogni donna".
"Preludio al Triduo pasquale" - ha proseguito il Pontefice - "che incomincerà domani (...), è la solenne Messa Crismale, (...) nel corso della quale insieme vengono rinnovate le promesse sacerdotali pronunciate il giorno dell' Ordinazione. (...) Quest'incontro sacerdotale assume inoltre un significato particolare, perché è quasi una preparazione all'Anno Sacerdotale, che ho indetto in occasione del 150 anniversario della morte del Santo Curato d'Ars e che avrà inizio il prossimo 19 giugno. Sempre nella Messa Crismale verranno poi benedetti l'olio degli infermi e quello dei catecumeni, e sarà consacrato il Crisma".
"Nella Messa del pomeriggio in 'Coena Domini'" - ha ricordato il Pontefice - "la Chiesa commemora l'istituzione dell'Eucaristia, il Sacerdozio ministeriale ed il Comandamento nuovo - 'mandatum novum' - della carità, lasciato da Gesù ai suoi discepoli. (...) Il Giovedì Santo costituisce pertanto un rinnovato invito a rendere grazie a Dio per il sommo dono dell'Eucaristia, da accogliere con devozione e da adorare con viva fede".
"E siamo così al Venerdì Santo, giorno della passione e della crocifissione del Signore. (...) La morte di Cristo richiama il cumulo di dolore e di mali che grava sull'umanità di ogni tempo: il peso schiacciante del nostro morire, l'odio e la violenza che ancora oggi insanguinano la terra. La passione del Signore continua nella sofferenze degli uomini".
"Se il Venerdì Santo è giorno pieno di tristezza" - ha detto ancora il Papa - "è dunque al tempo stesso, giorno quanto mai propizio per ridestare la nostra fede, per rinsaldare la nostra speranza e il coraggio di portare ciascuno la nostra croce con umiltà, fiducia ed abbandono in Dio, certi del suo sostegno e della sua vittoria".
"Questa speranza si alimenta nel grande silenzio del Sabato Santo, in attesa della risurrezione di Gesù. In questo giorno (...) la Chiesa veglia in preghiera come Maria e insieme a Maria, condividendone gli stessi sentimenti di dolore e di fiducia in Dio. Giustamente si raccomanda di conservare durante tutta la giornata un clima orante, favorevole alla meditazione e alla riconciliazione; si incoraggiano i fedeli ad accostarsi al sacramento della Penitenza, per poter partecipare rinnovati alle Feste Pasquali".
"Il raccoglimento e il silenzio del Sabato Santo ci condurranno nella notte alla solenne Veglia Pasquale, 'madre di tutte le veglie', quando proromperà in tutte le chiese e comunità il canto della gioia per la risurrezione di Cristo. Ancora una volta, verrà proclamata la vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, e la Chiesa gioirà nell'incontro con il suo Signore. Entreremo così nel clima della Pasqua di Risurrezione".
"Cari fratelli e sorelle" - ha esortato infine il Papa - "disponiamoci a vivere intensamente il Triduo Santo, per essere sempre più profondamente partecipi del Mistero di Cristo. Ci accompagna in questo itinerario la Vergine Santa (...). Insieme a Lei entreremo nel Cenacolo, resteremo ai piedi della Croce, veglieremo idealmente accanto al Cristo morto attendendo con speranza l'alba del giorno radioso della risurrezione".
AG/TRIDUO PASQUALE/... VIS 20090408 (610)
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