CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2009 (VIS). Alle 9.30 di questa mattina, il Santo Padre ha raggiunto la spianata di Cimangola a 14 chilometri da Luanda. Dopo un giro in autovettura panoramica per salutare le migliaia di persone che erano ad attenderlo, alle 10:00, il Papa ha presieduto la Santa Messa con i Vescovi dell'IMBISA (Inter-regional Meeting of Bishops of Southern Africa; Associazione Interregionale dei Vescovi dell'Africa Australe), cui appartengono le Conferenza Episcopali di Angola e São Tomé, Botswana, Sud Africa e Swaziland, Lesotho, Mozambico, Namibia e Zimbabwe.
All'inizio della Celebrazione Eucaristica il Papa ha espresso il suo profondo dolore per la morte di due giovani, travolte ieri nella calca all'ingresso dello stadio do Coqueiros della capitale per l'incontro dei giovani.
"Affidiamo le due giovani a Gesù" - ha detto il Papa - "perché le accolga nel suo Regno. Esprimo la mia solidarietà e il mio vivo cordoglio alle famiglie e agli amici venuti per incontrarmi". Il Santo Padre ha assicurato le sue preghiere alle 89 persone rimaste ferite nella calca e ha formulato "l'augurio che si ristabiliscano presto".
"La prima lettura di oggi ha una particolare risonanza per il Popolo di Dio in Angola" - ha commentato il Santo Padre - "E' un messaggio di speranza rivolto al Popolo eletto nella lontana regione del loro esilio, un invito a ritornare in Gerusalemme per ricostruire il Tempio del Signore. La vivace descrizione della distruzione e della rovina causata dalla guerra rispecchia l'esperienza personale di tante persone in questo Paese durante le terribili devastazioni della guerra civile. Com'è vero che la guerra può 'distruggere tutto ciò che ha valore'".
"La chiamata a ritornare e a ricostruire il tempio di Dio ha un significato particolare per ciascuno di noi. (...) Dio ci chiama a riconoscere il potere della sua presenza in noi, a riappropriarci del dono del suo amore e del suo perdono e a diventare messaggeri di questo amore misericordioso entro le nostre famiglie e comunità, a scuola e al posto di lavoro, in ogni settore della vita sociale e politica".
"Qui in Angola, questa Domenica è stata riservata come giorno di preghiera e di sacrificio per la riconciliazione nazionale" - ha ricordato il Pontefice - "Il Vangelo ci insegna che la riconciliazione - una vera riconciliazione - può essere soltanto frutto di una conversione, di un cambiamento del cuore, di un nuovo modo di pensare. Ci insegna che solo il potere dell'amore di Dio può cambiare i nostri cuori e farci trionfare sul potere del peccato e della divisione".
"Sono venuto in Africa proprio per predicare questo messaggio di perdono, di speranza e di una nuova vita in Cristo" - ha affermato il Papa e, riferendosi alla Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, dedicata al tema: 'La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace'", ha detto: "Vi chiedo oggi di pregare, in unione con tutti i nostri fratelli e sorelle in tutta l'Africa, per questa intenzione: che ogni cristiano in questo grande Continente sperimenti il tocco risanante dell'amore misericordioso di Dio e che la Chiesa in Africa diventi 'per tutti, grazie alla testimonianza resa dai suoi figli e dalle sue figlie, luogo di autentica riconciliazione'".
"Cari amici, è questo il messaggio che il Papa porta a voi e ai vostri figli. Dallo Spirito Santo avete ricevuto la forza di essere i costruttori di un domani migliore per il vostro amato Paese. Nel Battesimo vi è stato dato lo Spirito per essere araldi del Regno di Dio, Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. (...) Siate fedeli a questo dono, certi che il Vangelo può confermare, purificare e nobilitare i profondi valori umani presenti nella vostra cultura nativa e nelle vostre tradizioni: famiglie unite, profondo senso religioso, gioiosa celebrazione del dono della vita, apprezzamento della saggezza degli anziani e delle aspirazioni dei giovani. E poi siate riconoscenti per la luce di Cristo! Mostratevi riconoscenti verso coloro che ve l'hanno portata: generazioni e generazioni di missionari che tanto hanno contribuito e continuano a contribuire allo sviluppo umano e spirituale di questo Paese".
"Quanto grandi sono le tenebre in tante parti del mondo! Tragicamente, le nuvole del male hanno ottenebrato anche l'Africa, compresa questa amata Nazione di Angola. Pensiamo al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell'uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta - una società veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori".
"E che dire di quell'insidioso spirito di egoismo che chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosità e di abnegazione, conduce inevitabilmente all'edonismo, all'evasione in false utopie attraverso l'uso della droga, all'irresponsabilità sessuale, all'indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all'eliminazione di vite umane innocenti mediante l'aborto?".
"La parola di Dio, però, è una parola di speranza senza limiti. 'Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito … perché il mondo si salvi per mezzo di lui'. Dio non ci dà mai per spacciati! Egli continua ad invitarci ad alzare gli occhi verso un futuro di speranza e ci promette la forza per realizzarlo. (...) Ci ha donati i suoi comandamenti, non come un fardello, ma come una fonte di libertà: della libertà di diventare uomini e donne pieni di saggezza, maestri di giustizia e di pace, gente che ha fiducia negli altri e cerca il loro vero bene. Dio ci ha creati per vivere nella luce e per essere luce per il mondo intorno a noi!".
"Irraggiate la luce della fede, della speranza e dell'amore nelle vostre famiglie e comunità!" - ha esclamato il Papa - "Siate testimoni della santa verità che rende liberi uomini e donne! Voi sapete in base ad un'amara esperienza che, rispetto alla repentina furia distruttrice del male, il lavoro di ricostruzione è penosamente lento e duro. Richiede tempo, fatica e perseveranza: deve iniziare nei nostri cuori, nei piccoli sacrifici quotidiani necessari per essere fedeli alla legge di Dio, nei piccoli gesti mediante i quali dimostriamo di amare i nostri vicini - tutti i nostri vicini senza riguardo alla razza, all'etnia o alla lingua - nella disponibilità a collaborare con loro per costruire insieme su basi durevoli".
"Permettetemi di concludere con una parola rivolta in particolare ai giovani dell'Angola e a tutti i giovani dell'Africa. Cari giovani amici, voi siete la speranza del futuro del vostro Paese, la promessa di un domani migliore! (...) La Chiesa ha bisogno della vostra testimonianza! Non abbiate paura di rispondere generosamente alla chiamata di Dio a servirlo sia come sacerdoti, religiose o religiosi, sia come genitori cristiani o in tante altre forme di servizio che la Chiesa vi propone".
"Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità" - ha detto infine il Papa - "In questo modo costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un'eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace".
PV-ANGOLA/SANTA MESSA/LUANDA VIS 20090323 (1200)
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