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sabato 21 marzo 2009

BATTESIMO FA SÌ CHE TUTTI I CREDENTI SIANO UNO IN CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAR. 2009 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, Papa Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Chiesa di São Paulo, costruita dai Padri Cappuccini nel 1935 e successivamente rilevata dai Salesiani nel 1982. Alla Celebrazione Eucaristica hanno partecipato i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i Movimenti ecclesiali ed i catechisti dell'Angola e São Tomé.
"Di questo Dio, ricco di Misericordia, ci parla per esperienza personale San Paolo, patrono della città di Luanda e di questa stupenda chiesa" - ha detto il Papa nell'omelia.

"Cari fratelli e sorelle, provo una grande gioia nel trovarmi oggi in mezzo a voi, miei compagni di giornata nella vigna del Signore; di questa vi occupate con cura quotidiana preparando il vino della Misericordia divina e versandolo poi sulle ferite del vostro popolo così tribolato".

"Fondamentale nella vita di Paolo è stato il suo incontro con Gesù, quando camminava sulla strada per Damasco (...). L'apostolo ha visto Gesù risorto, ossia l'uomo nella sua statura perfetta. Quindi si verifica in lui un'inversione di prospettiva, ed egli giunge a vedere ogni cosa a partire da questa statura finale dell'uomo in Gesù".

"Miei fratelli e amici, 'affrettiamoci a conoscere il Signore' risorto!" - ha esclamato il Santo Padre - "Come sapete, Gesù, uomo perfetto, è anche il nostro vero Dio. In Lui, Dio è diventato visibile ai nostri occhi, per farci partecipi della sua vita divina. In questo modo, viene inaugurata con Lui una nuova dimensione dell'essere, della vita, nella quale viene integrata anche la materia e mediante la quale sorge un mondo nuovo".

Questa nuova dimensione "raggiunge ciascuno di noi attraverso la fede e il Battesimo. Infatti, questo sacramento è morte e risurrezione, trasformazione in una vita nuova (...). Vivo io, ma già non più io. In certo modo, mi viene tolto il mio io, e viene integrato in un Io più grande; ho ancora il mio io, ma trasformato e aperto agli altri mediante il mio inserimento nell'Altro: in Cristo, acquisto il mio nuovo spazio di vita".

"Mediante questo nostro essere cristificato per opera e grazia dello Spirito di Dio, pian piano si va completando la gestazione del Corpo di Cristo lungo la storia" - ha spiegato il Pontefice - "In questo momento, mi piace andare col pensiero indietro di cinquecento anni, ossia agli anni 1506 e seguenti, quando in queste terre, allora visitate dai portoghesi, venne costituito il primo regno cristiano sub-sahariano, grazie alla fede e alla determinazione del re Dom Afonso I Mbemba-a-Nzinga, che regnò dal menzionato anno 1506 fino al 1543, anno in cui morì; il regno rimase ufficialmente cattolico dal secolo XVI fino al XVIII, con un proprio ambasciatore in Roma. Vedete come due etnie tanto diverse - quella banta e quella lusiade" - ha commentato il Pontefice - "hanno potuto trovare nella religione cristiana una piattaforma d'intesa, e si sono impegnate poi perché quest'intesa durasse a lungo e le divergenze - ce ne sono state, e di gravi - non separassero i due regni! Di fatto, il Battesimo fa sì che tutti i credenti siano uno in Cristo".

"Oggi spetta a voi, fratelli e sorelle (...) offrire Cristo risorto ai vostri concittadini. Tanti di loro vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché - dicono - sono stregoni. Chi può recarsi da loro ad annunziare che Cristo ha vinto la morte e tutti quegli oscuri poteri? Qualcuno obietta: 'Perché non li lasciamo in pace? Essi hanno la loro verità; e noi, la nostra. Cerchiamo di convivere pacificamente, lasciando ognuno com'è, perché realizzi nel modo migliore la propria autenticità'".

"Ma, se noi siamo convinti e abbiamo fatto l'esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta, le manca una realtà - anzi la realtà fondamentale -, dobbiamo essere convinti anche del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilità di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticità, la gioia di avere trovato la vita. Anzi, dobbiamo farlo, è un obbligo nostro offrire a tutti questa possibilità di raggiungere la vita eterna".

"Aiutiamo la miseria umana ad incontrarsi con la Misericordia divina" - ha concluso il Pontefice - "Il Signore fa di noi i suoi amici, Egli si affida a noi, ci consegna il suo Corpo nell'Eucaristia, ci affida la sua Chiesa. (...) Abbracciamo la sua volontà, come ha fatto San Paolo: 'Predicare il Vangelo (…) è un dovere per me: guai a me se non annuncio il Vangelo!'".

Al termine della Santa Messa il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica per il pranzo in privato.
PV-ANGOLA/MESSA CLERO/LUANDA VIS 20090321 (780)

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