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venerdì 7 novembre 2008

AMBASCIATORE LITUANIA: COLTIVARE LA MEMORIA STORICA


CITTA' DEL VATICANO, 7 NOV. 2008 (VIS).- Vytautas Alisauskas, nuovo ambasciatore della Lituania presso la Santa Sede, ha presentato questa mattina le sue lettere credenziali a Benedetto XVI.

 Nel suo discorso, il Papa si è congratulato con il nuovo ambasciatore per le sue parole sulla "necessità che l'Europa continui ad ispirarsi alla tradizione derivata dall'insegnamento del Vangelo" e ha ricordato che "nelle epoche recenti la fede dei lituani li ha sostenuti durante i tempi del dominio e dell'oppressione aiutandoli a difendere e consolidare la loro identità".

 "Ora che la Lituania ha riconquistato la sua indipendenza - ha continuato - rappresenta una testimonianza importante dei valori che hanno reso le persone capaci di sopravvivere in quegli anni così difficili (...). Le comunità che hanno vissuto in circostanze come quelle sono profondamente convinte che la vera felicità si trovi solamente in Dio. Sanno che qualsiasi società che nega il Creatore, inevitabilmente comincia a perdere il senso della bellezza, la verità e la bontà della vita umana".

 Il Santo Padre ha osservato che nei Paesi dell'Est europeo è cresciuta una generazione che "non ha conosciuto l'esperienza del governo totalitario e per questo tende a dar per scontata la propria libertà politica. Di conseguenza, c'è il pericolo che si perdano alcuni frutti maturati ai tempi della prova (...). La società contemporanea, malgrado la sua libertà, soffre sempre più della frammentazione e della confusione morale". Per questo, "è di vitale importanza che la Lituania e l'Europa tutta coltivino la memoria della storia che l'ha modellata per conservare la propria identità e sopravvivere e riemergere così nel XXI secolo".

 "È paradossale e tragico che nell'era della globalizzazione, quando le possibilità di comunicazione ed interazione con gli altri hanno raggiunto una dimensione che le generazioni precedenti a malapena potevano concepire, tante persone si sentano isolate. Questo fatto determina numerosi problemi sociali che non si posso risolvere soltanto in ambito politico. (...) La Chiesa ha un ruolo importante da svolgere perché vuole costruire una civiltà dell'amore. (...) Dato che l'amore di Dio porta a partecipare alla giustizia e alla generosità di Dio con gli altri, la prassi del cristianesimo porta naturalmente alla solidarietà (...), alla decisione di servire al bene comune e di responsabilizzarsi dei membri più deboli della società, contrasta il desiderio di accumulare ricchezze soltanto per uno solo. La nostra società ha bisogno di sfuggire dalla brama di beni materiali e focalizzarsi, invece, sui valori che promuovono realmente il bene della persona umana".

 Benedetto XVI ha affermato che la Lituania e la Santa Sede possono cooperare "per forgiare un'Europa in cui sia dala la priorità alla difesa del matrimonio e della vita familiare, alla protezione della vita umana dal momento del suo concepimento fino alla morte naturale e alla promozione di solide pratiche etiche nella ricerca medica e scientifica: pratiche veramente rispettose della dignità dell'essere umano. Possiamo promuovere una solidarietà effettiva con i poveri, i malati, gli emarginati".

 "Questi valori saranno un punto di riferimento per tutti quelli, soprattutto i giovani, che cercano delle risposte alla loro inquietudine sul significato della vita. Chiameranno coloro i quali bramano di scoprire la verità, spesso offuscata dai messaggi superficiali della società post-moderna. Attireranno tutti coloro che rifiutano una visione del mondo basata sul relativismo e il secolarismo e che aspirano invece a vivere compatibilmente con la vera nobiltà dello spirito umano".
CD/CREDENZIALI/LITUANIA:ALISAUSKAS                   VIS 20081107 (550)


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