CITTA' DEL VATICANO, 9 NOV. 2007 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina in Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto una Delegazione della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (F.U.C.I.), nel 110° anniversario della nascita di questa Associazione.
"La F.U.C.I. ha contribuito alla formazione di intere generazioni di cristiani esemplari" - ha affermato il Pontefice - "che hanno saputo tradurre nella vita e con la vita il Vangelo, impegnandosi sul piano culturale, civile, sociale ed ecclesiale. Penso, in primo luogo, ai Beati Piergiorgio Frassati e Alberto Marvelli, vostri coetanei; ricordo personalità illustri come Aldo Moro e Vittorio Bachelet, entrambi barbaramente uccisi; né posso dimenticare il mio venerato predecessore Paolo VI che fu attento e coraggioso Assistente ecclesiastico centrale della F.U.C.I. nei difficili anni del fascismo".
"A metà degli anni Novanta, in Italia" - ha proseguito il Santo Padre - "si è posto mano ad una radicale riforma del sistema accademico, che ora presenta una nuova fisionomia, carica di promettenti prospettive insieme però ad elementi che suscitano una legittima preoccupazione".
"È proprio in questo ambito che la F.U.C.I. può esprimere appieno anche oggi il suo antico e sempre attuale carisma: e cioè la convinta testimonianza della 'possibile amicizia' tra l'intelligenza e la fede, che comporta lo sforzo incessante di coniugare la maturazione nella fede con la crescita nello studio e l'acquisizione del sapere scientifico".
"Lo studio costituisce, al tempo stesso" - ha rilevato il Papa - "una provvidenziale opportunità per avanzare nel cammino della fede, perché l'intelligenza ben coltivata apre il cuore dell'uomo all'ascolto della voce di Dio, evidenziando l'importanza del discernimento e dell'umiltà".
"Oggi, come in passato, chi vuole essere discepolo di Cristo è chiamato ad andare controcorrente, a non lasciarsi attrarre da richiami interessati e suadenti che provengono da diversi pulpiti dove sono propagandati comportamenti improntati all'arroganza e alla violenza, alla prepotenza e alla conquista del successo con ogni mezzo".
Il Santo Padre ha posto l'accento sul fatto che nell'attuale società "Si registra (...) una corsa talora sfrenata all'apparire e all'avere a scapito purtroppo dell'essere, e la Chiesa, maestra di umanità, non si stanca di esortare specialmente le nuove generazioni, alle quali voi appartenete, a restare vigilanti e a non temere di scegliere vie 'alternative' che solo Cristo sa indicare".
"Gesù chiama tutti i suoi amici a improntare la loro esistenza ad un modo di vivere sobrio e solidale, a tessere relazioni affettive sincere e gratuite con gli altri. A voi, cari giovani studenti," - ha concluso il Pontefice - "chiede di impegnarvi onestamente nello studio, coltivando un maturo senso di responsabilità ed un interesse condiviso per il bene comune. Gli anni dell'Università siano pertanto palestra di convinta e coraggiosa testimonianza evangelica. E per realizzare questa vostra missione, cercate di coltivare un'intima amicizia con il divino Maestro, ponendovi alla scuola di Maria, Sede della Sapienza".
AC/STUDIO/F.U.C.I. VIS 20071109 (470)
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