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mercoledì 14 marzo 2007

IGNAZIO DI ANTIOCHIA: UNITÀ CRISTIANI RIFLESSO UNITÀ DIO


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAR. 2007 (VIS). Nel corso dell'Udienza Generale di oggi, proseguendo il nuovo ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, il Santo Padre Benedetto XVI si è soffermato sulla figura di Sant'Ignazio di Antiochia. L'Udienza, alla quale hanno partecipato circa 25.000 persone, si è tenuta in Piazza San Pietro.

  Sant'Ignazio, fu terzo Vescovo di Antiochia, dal 70 al 107 della nostra era, e lì "per la prima volta" - ha ricordato il Papa - "i discepoli furono chiamati cristiani". Condannato ad essere gettato in pasto alle belve, a causa della testimonianza da lui resa a Cristo, Sant'Ignazio fu mandato a Roma per subire il supplizio e, compiendo il suo viaggio, nelle singole città dove sostava, riaffermò la fede delle comunità cristiane che ivi abitavano.

  "Nessun Padre della Chiesa ha espresso con l'intensità di Ignazio l'anelito all'unione con Cristo e alla vita in Lui" - ha affermato il Santo Padre spiegando che in Sant'Ignazio confluirono "due 'correnti' spirituali: quella di Paolo, tutta tesa all'unione con Cristo, e quella di Giovanni, concentrata sulla 'vita' in Lui. A loro volta, queste due correnti si uniscono nella 'imitazione' di Cristo".

  "L'irresistibile tensione di Ignazio verso l'unione con Cristo fonda una vera e propria 'mistica dell'unità'" - ha proseguito Benedetto XVI - "Per Ignazio l'unità è anzitutto una prerogativa di Dio, esistendo in tre Persone è Uno in assoluta unità. (...) L'unità da realizzare su questa terra da parte dei cristiani non è altro che un'imitazione, il più possibile conforme all'archetipo divino".

  "Complessivamente si può cogliere nelle 'Lettere' di Ignazio una sorta di dialettica costante e feconda tra due aspetti caratteristici della vita cristiana: da una parte la struttura gerarchica della comunità ecclesiale, e dall'altra l'unità fondamentale che lega fra loro tutti i fedeli in Cristo. Al contrario, l'insistenza sulla comunione dei credenti tra loro e con i propri pastori è continuamente riformulata attraverso eloquenti immagini e analogie: la cetra, le corde, l'intonazione, il concerto, la sinfonia".

  "È evidente la responsabilità peculiare dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi nell'edificazione della comunità. Vale anzitutto per loro l'invito all'amore e all'unità".

  "Come si vede, Ignazio è veramente il 'dottore dell'unità' - ha concluso il Papa  - "unità di Dio e unità di Cristo (a dispetto delle varie eresie che iniziavano a circolare e dividevano l'uomo e Dio in Cristo), unità delle Chiesa, unità dei fedeli 'nella fede e nella carità, delle quali non vi è nulla di più eccellente'. In definitiva, il 'realismo' di Ignazio invita i fedeli di ieri e di oggi, invita noi tutti a una sintesi progressiva tra 'configurazione a Cristo' (unione con Lui, vita in Lui) e 'dedizione alla sua Chiesa' (unità con il Vescovo, servizio generoso alla comunità e al mondo). Insomma, occorre pervenire a una sintesi tra 'comunione' della Chiesa all'intero di sé e 'missione' proclamazione del Vangelo per gli altri, fino a che attraverso una dimensione parli l'altra, e i credenti siano sempre 'nel possesso di quello spirito indiviso, che è Gesù Cristo stesso'".
AG/IGNAZIO DI ANTIOCHIA/...                           VIS 20070314 (510)


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