CITTA' DEL VATICANO, 13 MAR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto il Signor Armando Luna Silva, nuovo Ambasciatore della Repubblica del Nicaragua presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Ricordando le sue visite del 1983 e 1996 in Nicaragua, il Santo Padre ha affermato: "Ho potuto constatare che il popolo nicaraguegno è gioioso, dinamico, con profonde radici cristiane ed aspira ad un futuro sereno, nel quale tutti possano beneficiare di un costante sviluppo".
Il Papa ha notato che nonostante le "numerose difficoltà" - catastrofi naturali e problemi interni - "esistono ragioni per aprirsi alla speranza in un futuro migliore. Si osserva una maggiore solidarietà, non solo da parte di nazioni amiche, ma anche da parte degli stessi cittadini, consapevoli della necessità della solidarietà".
"È certo" - ha proseguito il Pontefice - "che gli aiuti sono talvolta necessari, ma è importante tenere presente che il popolo nicaraguegno, con le ricche qualità che lo distinguono, deve essere il protagonista e il principale artefice della costruzione quotidiana del Paese, impegnandosi a superare con volontà e tenacia le situazioni difficili, tante volte rese più gravi dall'estrema povertà di molti, dal disimpegno o dalla mancanza di un degno focolare".
Riferendosi al problema dell'estrema povertà, il Santo Padre ha incoraggiato gli sforzi del governo "per far fronte a questo male che non si può considerare endemico, ma risultante da una serie di fattori da affrontare con decisione ed energia, in modo da migliorare realmente la qualità della vita del popolo nicaraguegno. Tali sforzi devono unirsi a quelli della comunità internazionale, i cui aiuti devono essere ben amministrati mediante una gestione trasparente, onesta ed efficace, che risponda realmente alle aspirazioni del popolo nicaraguegno ed in consonanza con le loro tradizioni". Giovanni Paolo II ha aggiunto che: "In questa lotta contro la povertà, è fattore di grande importanza, l'eliminazione della corruzione, che mina il giusto sviluppo sociale e politico di tanti popoli".
"Per costruire una società più giusta e fraterna sono di grande aiuto gli orientamenti della dottrina sociale cattolica e gli insegnamenti morali della Chiesa. (…) Non si può progredire verso una autentica pace" - ha concluso il Pontefice - "senza un ordine dove le libertà individuali siano sempre più solide e al contempo sia stimolata la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche, per una più attiva collaborazione ed una responsabile partecipazione di tutti al bene comune".
CD/CREDENZIALI/NICARAGUA:LUNA VIS 20040315 (410)
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