CITTA' DEL VATICANO, 14 FEB. 2004 (VIS). L'Arcivescovo Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e le Istituzioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto, il 10 febbraio scorso, alla Prima Riunione del Comitato Permanente di Esperti della Convenzione sull'interdizione dell'uso, stoccaggio, produzione, disseminazione delle mine antiuomo e sulla loro distruzione.
L'Arcivescovo Tomasi ha affermato che: "Dove esista mancata conoscenza, incapacità o mancata volontà di prendere decisioni politiche o provvedimenti di ordine pratico per impedire la produzione e disseminazione delle mine antiuomo, le autorità nazionali e la comunità internazionale non devono sottrarsi alle rispettive responsabilità di fronte alle tragiche conseguenze delle mine antiuomo".
Sottolineando che le vittime delle mine antiuomo "sono testimoni innocenti di un approccio errato alla sicurezza", l'Osservatore Permanente ha affermato che: "Nella maggior parte dei casi, sono gli abitanti dei paesi utilizzatori di queste armi ad esserne le principali vittime ed a subirne le più disastrose conseguenze". Per questa ragione, l'Arcivescovo ha proposto che la Prima Conferenza di Revisione della Convenzione, in programma a Nairobi (Kenya), "riservi un posto di primo piano in agenda all'impegno per contrastare tale flagello e all'elaborazione di un programma di assistenza alle vittime delle mine antiuomo".
"Liberare intere popolazioni dalle conseguenze della guerra e dei conflitti armati, specialmente le persone più direttamente colpite e che hanno sofferto di più, è il miglior investimento per edificare una sicurezza autentica ed una pace duratura".
DELSS/MINE ANTIUOMO/GINEVRA:TOMASI VIS 20040216 (240)
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