CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2002 (VIS). Tema della catechesi del Santo Padre Giovanni Paolo II per l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro,
è stato il Cantico del terzo ed ultimo capitolo del libro di Abacuc.
Giovanni Paolo II ha affermato che l'inno di Abacuc "presenta una grandiosa immagine del Signore. La sua figura incombe solenne su tutta la scena del mondo e l'universo è percorso da un fremito di fronte al suo incedere. (…) È un'irradiazione del suo mistero trascendente ma che si comunica all'umanità. (…) È Dio, lontano e vicino, inafferrabile eppure accanto a noi, anzi pronto ad essere con noi e in noi".
Il Signore, ha proseguito il Pontefice, "vuole entrare nella storia dell'umanità" per "giudicare e rendere migliore" la nostra "vicenda", senza essere "indifferente di fronte al male, all'oppressione, all'ingiustizia".
Il Santo Padre ha sottolineato che nel Cantico, il Signore "non dimentica la clemenza compassionevole. Egli esce dall'orizzonte della sua gloria non solo per distruggere l'arroganza dell'empio, ma anche per salvare il suo popolo e il suo consacrato, cioè Israele e il suo re. Egli vuole essere anche liberatore degli oppressi, far sbocciare la speranza nel cuore delle vittime, aprire una nuova era di giustizia".
"Quando si ha il Signore accanto" - ha concluso il Santo Padre - "non si temono più gli incubi e gli ostacoli, ma si prosegue con passo leggero e con gioia nella via pur aspra della vita".
AG/CANTICO ABACUC/… VIS 20020515 (250)
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