CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2002 (VIS). In data odierna, una nota annuncia che: "La Santa Sede e la Repubblica Democratica di Timor Est, desiderose di stabilire rapporti di mutua amicizia, hanno deciso di comune accordo di allacciare tra di loro relazioni diplomatiche, a livello di Nunziatura Apostolica da parte della Santa Sede e di Ambasciata da parte della Repubblica Democratica di Timor Est.
In una nota informativa pubblicata con la notizia, si legge che, dal punto di vista ecclesiastico, sul territorio della nuova Nazione si trovano due Amministrazioni Apostoliche: Dili e Baucau; i cattolici sono un totale di 750.000 e si contano 31 parrocchie, nelle quali prestano il loro ministero 43 sacerdoti. I religiosi sono 130, dei quali i più numerosi sono i Salesiani. La presenza di più antica data è quella dei Gesuiti, sbarcati sull'isola nel 1899, espulsi nel 1910 e ritornati nel 1958. Le religiose sono 220. I 350 membri delle congregazioni religiose sono impegnati in 247 istituti di educazione e di assistenza.
In concomitanza con la dichiarazione dell'indipendenza nazionale, il Santo Padre ha rivolto al popolo di Timor Est un Messaggio, del quale è Latore l'Arcivescovo Renato Raffaele Martino, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, nominato Inviato Straordinario di Sua Santità alle cerimonie ufficiali. Le celebrazioni, che hanno avuto luogo il 19 e 20 maggio, si sono aperte con una solenne "Misa Campal" presieduta dall'Arcivescovo Martino a Tacitolo nei dintorni di Díli.
Nel messaggio, datato 6 maggio, e indirizzato agli Amministratori Apostolici di Díli e Baucau, ai Vescovi, alle autorità ed al popolo timorese, il Papa scrive: "In questo momento così significativo della vostra storia (…) mi unisco spiritualmente a tutti voi per condividere il vostro sentimento di esultanza e per spronarvi ad edificare una società giusta, libera, solidale e pacifica".
"È giunta l'ora della libertà! È giunto il tempo della ricostruzione!" - esclama il Santo Padre. "La libertà, infatti, va sempre difesa e preservata, sia da ciò che la potrebbe imprigionare, sia da contraffazioni che ne possono snaturare la genuinità, a danno della persona umana e della sua dignità".
Il Papa auspica che la nuova Patria di Timor Orientale: "che Dio affida alle vostre mani operose, dovrà poggiare sui valori senza i quali non esiste una vera democrazia: rispetto della vita e di ogni persona; solidarietà effettiva tra i membri della stessa comunità; apertura al positivo contributo di ogni sua categoria e di tutti i suoi membri, nel rispetto delle differenti competenze; attenzione ai reali bisogni delle famiglie e, in modo speciale, dei giovani, che sono la promessa dell'avvenire del neonato Paese".
MESS/TIMOR ORIENTALE/MARTINO VIS 20020520 (450)
In una nota informativa pubblicata con la notizia, si legge che, dal punto di vista ecclesiastico, sul territorio della nuova Nazione si trovano due Amministrazioni Apostoliche: Dili e Baucau; i cattolici sono un totale di 750.000 e si contano 31 parrocchie, nelle quali prestano il loro ministero 43 sacerdoti. I religiosi sono 130, dei quali i più numerosi sono i Salesiani. La presenza di più antica data è quella dei Gesuiti, sbarcati sull'isola nel 1899, espulsi nel 1910 e ritornati nel 1958. Le religiose sono 220. I 350 membri delle congregazioni religiose sono impegnati in 247 istituti di educazione e di assistenza.
In concomitanza con la dichiarazione dell'indipendenza nazionale, il Santo Padre ha rivolto al popolo di Timor Est un Messaggio, del quale è Latore l'Arcivescovo Renato Raffaele Martino, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, nominato Inviato Straordinario di Sua Santità alle cerimonie ufficiali. Le celebrazioni, che hanno avuto luogo il 19 e 20 maggio, si sono aperte con una solenne "Misa Campal" presieduta dall'Arcivescovo Martino a Tacitolo nei dintorni di Díli.
Nel messaggio, datato 6 maggio, e indirizzato agli Amministratori Apostolici di Díli e Baucau, ai Vescovi, alle autorità ed al popolo timorese, il Papa scrive: "In questo momento così significativo della vostra storia (…) mi unisco spiritualmente a tutti voi per condividere il vostro sentimento di esultanza e per spronarvi ad edificare una società giusta, libera, solidale e pacifica".
"È giunta l'ora della libertà! È giunto il tempo della ricostruzione!" - esclama il Santo Padre. "La libertà, infatti, va sempre difesa e preservata, sia da ciò che la potrebbe imprigionare, sia da contraffazioni che ne possono snaturare la genuinità, a danno della persona umana e della sua dignità".
Il Papa auspica che la nuova Patria di Timor Orientale: "che Dio affida alle vostre mani operose, dovrà poggiare sui valori senza i quali non esiste una vera democrazia: rispetto della vita e di ogni persona; solidarietà effettiva tra i membri della stessa comunità; apertura al positivo contributo di ogni sua categoria e di tutti i suoi membri, nel rispetto delle differenti competenze; attenzione ai reali bisogni delle famiglie e, in modo speciale, dei giovani, che sono la promessa dell'avvenire del neonato Paese".
MESS/TIMOR ORIENTALE/MARTINO VIS 20020520 (450)
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