CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale dell'Ecuador, al termine della loro Visita "ad Limina".
Nel suo discorso ai Vescovi, il Santo Padre ha fatto riferimento al "'Progetto pastorale della Chiesa in Ecuador 2001-2010', che" - ha precisato - "deve realizzare iniziative pastorali efficaci, permanenti e coordinate che rivitalizzino la pastorale ordinaria nel primo decennio del nuovo millennio. Vi ricordo in merito che ogni progetto pastorale deve avere come obiettivo finale ed irrinunciabile la santità di ogni cristiano".
"Per cui" - ha proseguito il Pontefice - "non si devono risparmiare gli sforzi per promuovere le risorse fondamentali dell'azione evangelizzatrice, senza le quali si comprometterebbe seriamente l'esito di ogni programmazione. Fra queste occorre indubbiamente includere una pastorale vocazionale ben organizzata e capillare che tenga conto degli ambienti del mondo indigeno con le sue peculiarità, senza creare separazioni e discriminazioni".
Giovanni Paolo II ha esortato i Vescovi "a porre grande cura anche nella formazione permanente dei sacerdoti, che contempli, oltre l'opportuna attualizzazione teologica, una costante promozione della vita spirituale, che contribuisca a rafforzare la fedeltà agli impegni assunti con l'ordinazione e renda dinamica l'opera pastorale della propria vita di fede in Cristo".
"Particolare attenzione" - ha continuato il Papa - "deve prestarsi alla formazione dei laici ed al loro ruolo nella missione della Chiesa", ed ha ribadito che bisogna chiedere a tutti i battezzati "di manifestare la loro identità cristiana affinché siano efficaci artefici, ognuno nell'ambito delle proprie competenze, di un ordine sociale ispirato sempre più alla giustizia e meno condizionato dalla corruzione, dall'antagonismo sleale o dalla mancanza di solidarietà. Sarebbe un controsenso invocare principi etici, denunciando situazioni moralmente condannabili, senza esigere da coloro che operano nel campo dell'economia, della politica e dell'amministrazione pubblica, il mettere in pratica i valori ripetutamente proclamati dalla Chiesa e dai suoi Pastori".
Successivamente, parlando del diritto fondamentale delle famiglie ad educare i figli secondo la propria fede, il Papa ha auspicato che siano trovate "formule efficaci perché il diritto alla libertà di educazione sia presto una realtà più piena e soddisfacente per tutti".
Ricordando che la Chiesa "considera una gran ricchezza la molteplicità delle forme (…) nelle quali può essere espresso il messaggio evangelico ed ecclesiale", il Santo Padre ha affermato che: "Un'azione che si occupi esclusivamente di mantenere intatte tutte le componenti tradizionali di un gruppo, non solo comprometterebbe l'autentico annuncio della Buona Novella del Vangelo, che è fermento nelle diverse culture e promotore di nuove civiltà, ma anche, paradossalmente, favorirebbe il suo isolamento rispetto ad altre comunità e, soprattutto, rispetto alla grande famiglia del Popolo di Dio, diffusa su tutta la terra".
Giovanni Paolo II ha concluso il suo discorso invitando i Pastori ecuadoriani a sviluppare: "una pastorale dell'emigrazione che aiuti le famiglie disgregate a non perdere i contatti con i membri espatriati e a stabilire i necessari legami con la diocesi di destinazione per assicurare loro l'assistenza religiosa necessaria in modo da non perdere le loro radici e tradizioni cristiane".
AL/…/ECUADOR VIS 20020520 (530)
Nessun commento:
Posta un commento