CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2002 (VIS). Ieri sera, a Roma, ha avuto inizio la XLIX Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana - di cui quest'anno ricorre il 50° anniversario di costituzione - durante la quale è stata data lettura di un Messaggio di Giovanni Paolo II indirizzato ai Vescovi italiani.
Il Papa ricorda la bimillenaria "tradizione di fede, di santità e di cultura cristiana" dell'Italia e scrive che la C.E.I. "ha molto contribuito a conservare e rinnovare nelle attuali circostanze storiche, questa eredità e questa tradizione". Il Santo Padre ricorda anche "i molteplici insegnamenti ed iniziative della C.E.I." nel corso degli anni, quali "la pubblicazione dei nuovi catechismi per la vita cristiana" e "l'istituzione della Caritas italiana".
Sottolineando "la speciale unione e piena sintonia" dei Vescovi "con il Successore di Pietro, Vescovo di Roma e Primate d'Italia", il Santo Padre scrive: "Desidero (…) confermarvi il mio affetto, il mio sostegno e la mia vicinanza spirituale".
Il Santo Padre esorta quindi i Vescovi con queste parole: "Perseverate con grande carità (…) nell'esercizio delle vostre responsabilità pastorali. Continuate, in particolare, a dedicare speciale attenzione alla famiglia e all'accoglienza e difesa della vita, promuovendo la pastorale familiare e sostenendo i diritti della famiglia fondata sul matrimonio. Abbiate sempre grande fiducia nei ragazzi e nei giovani e non risparmiate gli sforzi per favorire la loro genuina educazione, anzitutto nella famiglia, nella scuola e nelle stesse comunità ecclesiali".
Il Papa esorta nuovamente i Vescovi a dedicarsi "con passione a promuovere autentiche vocazioni cristiane e in particolare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata".
"Continuate ad essere testimoni credibili di solidarietà" - prosegue Giovanni Paolo II - "e generosi operatori di pace. Di autentica pace ha, infatti, grande bisogno il nostro mondo, sempre più interdipendente e tuttavia attraversato da profonde e tenaci divisioni". Anche la Nazione italiana ha bisogno di "concordia sociale (…) per dare tutto il proprio contributo alla costruzione di rapporti internazionali più giusti e solidali".
Al termine del Messaggio il Santo Padre afferma che: "L'Italia, in virtù della sua storia, della sua cultura, della sua attuale vitalità cristiana, può davvero svolgere un grande ruolo perché l'Europa che si va edificando non perda le proprie radici spirituali, ma al contrario trovi nella fede vissuta dei cristiani ispirazione e stimolo nel suo cammino verso l'unità".
MESS/CEI/ITALIA VIS 20020521 (390)
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