CITTA' DEL VATICANO, 10 MAR. 2002 (VIS). Questa mattina, prima della recita dell'Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II ha ricordato che la vicenda del cieco dalla nascita, di cui parla San Giovanni nel Vangelo della Liturgia odierna, "rappresenta l'uomo segnato dal peccato, che desidera conoscere la verità su se stesso e sul proprio destino, ma ne è impedito da un male congenito".
"Solo Gesù può sanarlo" - ha proseguito il Pontefice - "Egli è 'la luce del mondo'. Affidandosi a Lui, ogni essere umano spiritualmente cieco dalla nascita ha la possibilità di 'venire alla luce' nuovamente, cioè di nascere alla vita soprannaturale".
Successivamente, citando sempre il Vangelo che dà "grande risalto all'incredulità dei farisei, che rifiutano di riconoscere il miracolo, dal momento che Gesù lo ha compiuto di sabato, violando, a loro giudizio, la legge mosaica", il Santo Padre ha affermato: "Per chi incontra Gesù, non ci sono vie di mezzo: o si riconosce bisognoso di Lui e della sua luce, oppure sceglie di farne a meno. In quest'ultimo caso, una stessa presunzione impedisce, sia a chi si reputa giusto davanti a Dio, sia a chi si considera ateo, di aprirsi alla conversione autentica".
"Nessuno, carissimi Fratelli e Sorelle, chiuda il proprio animo a Cristo! Egli dona a chi lo accoglie la luce della fede, luce in grado di trasformare i cuori e, di conseguenza, le mentalità, le situazioni sociali, politiche, economiche dominate dal peccato".
ANG/…/… VIS 20020311 (250)
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