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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 24 gennaio 2012

PRESENTATO IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Questa mattina, nell'Ufficio Stampa della Santa Sede, si è tenuta una conferenza per presentare il Messaggio scritto da Papa Benedetto XVI in occasione della XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, intitolato: "Silenzio e Parola: cammino di Evangelizzazione". Alla conferenza stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali; i Monsignori Paul Tighe e Giuseppe Antonio Scotti, rispettivamente Segretario e Segretario Aggiunto del Pontificio Consiglio; e Angelo Scelzo, Sottosegretario dello stesso Dicastero.

  L'Arcivescovo Celli ha ricordato che "ogni anno nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali il Papa cerca di analizzare la cultura della comunicazione per offrire suggestioni all’uomo di oggi e per orientare l’azione pastorale della Chiesa. Negli ultimi anni il Papa è stato molto attento ai processi e alle dinamiche della comunicazione, specialmente nel contesto della trasformazione culturale originata dagli sviluppi tecnologici".

  Quest'anno, invece, "il Santo Padre rivolge l’attenzione verso un elemento 'classico' della comunicazione: 'il silenzio', o forse è meglio dire il binomio silenzio-parola. Questo aspetto, anche se classico, diventa sempre più importante nel contesto della cultura digitale". Mons. Celli ha spiegato che Benedetto XVI nel suo messaggio riflette sull'importanza del silenzio per una comunicazione autentica. Il silenzio è un modo di esprimersi, di dare spazio all'altro per parlare e a se stessi l'occasione di ascoltare, pensare e riflettere. "In fondo -ha detto-, è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione".

  Dunque, "il silenzio diventa sempre più importante nel contesto di quel flusso di domande che in un certo senso è il motore della moderna cultura della comunicazione". Il Papa suggerisce che "al cuore di questo flusso di domande c’è una domanda fondamentale che è la ricerca della Verità e da qui nasce di nuovo l’importanza del silenzio come il luogo privilegiato dove il soggetto umano si trova davanti a se stesso e davanti a Dio". L'uomo scopre nel silenzio "la possibilità di parlare con Dio e di Dio". Per questo motivo, il Pontefice ricorda agli evangelizzatori che “silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”.
CON-CS/          VIS 20120124 (370)

SILENZIO E PAROLA, CAMMINO DI EVANGELIZZAZIONE


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Oggi, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori, si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. In occasione di tale ricorrenza, il Santo Padre ha scritto un messaggio intitolato "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione", che è stato pubblicato questa mattina. Riportiamo di seguito ampi estratti di tale messaggio:

  "In questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012, desidero condividere con voi alcune riflessioni su un aspetto del processo umano della comunicazione che a volte è dimenticato, pur essendo molto importante, e che oggi appare particolarmente necessario richiamare. Si tratta del rapporto tra silenzio e parola: due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone". (...)

  "Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero (...). Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. (...) Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta (...) a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possano condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad un’autentica conoscenza condivisa. Per questo è necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di 'ecosistema' che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e  suoni".

 "Gran parte della dinamica attuale della comunicazione è orientata da domande alla ricerca di risposte. I motori di ricerca e le reti sociali sono il punto di partenza della comunicazione per molte persone che cercano consigli, suggerimenti, informazioni, risposte. (...) Anzi, spesso l’uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte. Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti". (...)

  "Questo incessante flusso di domande manifesta, in fondo, l’inquietudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole o grandi, che diano senso e speranza all’esistenza. L’uomo non può accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità". (...)

  "Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità. Non c’è da stupirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenzio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazione biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio”. (...)

  "Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio. (...) Nel parlare della grandezza di Dio, il nostro linguaggio risulta sempre inadeguato e si apre così lo spazio della contemplazione silenziosa. Da questa contemplazione nasce in tutta la sua forza interiore l’urgenza della missione, la necessità imperiosa di “comunicare ciò che abbiamo visto e udito”, affinché tutti siano in comunione con Dio". (...)

  "Nella contemplazione silenziosa emerge poi, ancora più forte, quella Parola eterna per mezzo della quale fu fatto il mondo, e si coglie quel disegno di salvezza che Dio realizza attraverso parole e gesti in tutta la storia dell’umanità. (...) E questo disegno di salvezza culmina nella persona di Gesù di Nazaret, mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione. Egli ci ha fatto conoscere il vero Volto di Dio Padre e con la sua Croce e Risurrezione ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla libertà dei figli di Dio. La domanda fondamentale sul senso dell’uomo trova nel Mistero di Cristo la risposta capace di dare pace all’inquietudine del cuore umano. E’ da questo Mistero che nasce la missione della Chiesa, ed è questo Mistero che spinge i cristiani a farsi annunciatori di speranza e di salvezza, testimoni di quell’amore che promuove la dignità dell’uomo e che costruisce giustizia e pace".

  "Parola e silenzio. Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è particolarmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo".
MESS/           VIS 20120124 (830)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTÀ DEL VATICANO, 24 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Hervé Gaschignard  nuovo Vescovo di Aire et Dax (superficie: 9.346; popolazione: 362.827; cattolici: 261.000; sacerdoti: 153; religiosi: 211; diaconi permanenti: 14), in Francia. Finora è stato Vescovo Ausiliare di Tolosa (Francia). Succede al Vescovo Philippe Breton, la cui rinuncia al governo pastorale della Diocesi, per raggiunti limiti d'età, è stata accettata dal Santo Padre.
RE:NER/           VIS 20120124 (70)

lunedì 23 gennaio 2012

UNITÀ DEI CRISTIANI, DONO DI DIO E IMPEGNO QUOTIDIANO DI CARITÀ


CITTÀ DEL VATICANO, 22 GEN 2012 (VIS). La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani -dal 18 al 25 gennaio- oggi è stata nuovamente al centro delle riflessioni del Papa Benedetto XVI. Prima della recita dell'Angelus domenicale, il Santo Padre ha invitato i fedeli a "unirsi alla preghiera che Gesù ha rivolto al Padre alla vigilia della sua passione: 'Che siano una sola cosa, perché il mondo creda'".

  Il tema dei testi della Settimana della preghiera di quest'anno è stato preso dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro Signore". Il Papa ha spiegato che "siamo chiamati a contemplare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, cioè la sua risurrezione, come un evento che trasforma radicalmente quanti credono in Lui e apre loro l’accesso ad una vita incorruttibile e immortale. Riconoscere e accogliere la forza trasformante della fede in Gesù Cristo sostiene i cristiani anche nella ricerca della piena unità tra di loro".

  Benedetto XVI ha affermato che è possibile ricercare l'unità in maniera realistica "se il cambiamento avviene innanzitutto in noi stessi se lasciamo agire Dio, se ci lasciamo trasformare ad immagine di Cristo, se entriamo nella vita nuova in Cristo, che è la vera vittoria. L’unità visibile di tutti i cristiani è sempre opera che viene dall’alto, da Dio, opera che chiede l’umiltà di riconoscere la nostra debolezza e di accogliere il dono. Però, per usare un’espressione che ripeteva spesso il Beato Papa Giovanni Paolo II, ogni dono diventa anche impegno. L’unità che viene da Dio esige dunque il nostro quotidiano impegno di aprirci gli uni agli altri nella carità. (...) Il tempo che dedicheremo alla preghiera per la piena comunione dei discepoli di Cristo ci permetterà di comprendere più profondamente come saremo trasformati dalla sua vittoria, dalla potenza della sua risurrezione".

  Il Pontefice, infine, ha ricordato che la Settimana di preghiera si concluderà mercoledì prossimo, con la solenne celebrazione dei Vespri della Festa della Conversione di San Paolo nell'omonima basilica romana. Parteciperanno alla celebrazione rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane "per rinnovare insieme -ha detto il Papa-  la nostra preghiera al Signore, fonte dell’unità".

  Terminata la recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha fatto gli auguri ai Paesi dell'Estremo Oriente che in questi giorni celebrano il nuovo anno lunare: "Nella presente situazione mondiale di crisi economico-sociale auguro a tutti quei popoli che il nuovo anno sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace, porti sollievo a chi soffre, e che specialmente i giovani, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo".
ANG/           VIS 20120123 (430)

IL VERO DIRITTO È INSEPARABILE DALLA GIUSTIZIA



CITTÀ DEL VATICANO, 21 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questo sabato, nella Sala Clementina, i membri del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell'apertura dell'Anno Giudiziario.

  Il discorso di Benedetto XVI è stato incentrato su un aspetto primario del ministero giudiziale: l'interpretazione della legge canonica in vista della sua applicazione. Il Papa ha ricordato che l'ermeneutica del diritto canonico "è strettamente legata alla concezione stessa della legge della Chiesa", e ha rifiutato due modi di interpretare la legge che ne determinano l'impoverimento. Il primo tende a "identificare il diritto canonico con il sistema delle leggi canoniche", con il conseguente "oblio pratico del diritto naturale e del diritto divino positivo, come pure del rapporto vitale di ogni diritto con la comunione e la missione della Chiesa". Nel secondo, "la singola situazione diventerebbe fattore decisivo per accertare l'autentico significato del precetto legale nel caso concreto".  Ma in questo modo "l'opera interpretativa umana assurge a protagonista nello stabilire ciò che è giuridico. Manca il senso di un diritto oggettivo".

  In alternativa a queste vie inadeguate, il Papa ha fatto notare che, nella via ermeneutica corretta, "la comprensione adeguata della legge canonica apre la strada a un lavoro interpretativo che s'inserisce nella ricerca della verità sul diritto e sulla giustizia nella Chiesa. (...) Il vero diritto è inseparabile dalla giustizia. Il principio vale ovviamente anche per la legge canonica, nel senso che essa non può essere rinchiusa in un sistema normativo meramente umano, ma deve essere collegata a un ordine giusto della Chiesa, in cui vige una legge superiore. In quest'ottica la legge positiva umana perde il primato (...) giacché il diritto non si identifica più semplicemente con essa; tuttavia, la legge umana viene valorizzata in quanto espressione di giustizia, anzitutto per quanto essa dichiara come diritto divino, ma anche per quello che essa introduce come legittima determinazione di diritto umano".
  "In tal modo, si rende possibile un'ermeneutica legale che sia autenticamente giuridica, nel senso che, mettendosi in sintonia con il significato proprio della legge, si può porre la domanda cruciale su quel che è giusto in ciascun caso. (...) Le regole umane vanno interpretate anche alla luce della realtà regolata, la quale contiene sempre un nucleo di diritto naturale e divino positivo, con il quale deve essere in armonia ogni norma per essere razionale e veramente giuridica".

  In questa prospettiva, che il Papa ha definito "realista", il lavoro interpretativo acquista un senso e un obbiettivo, dal momento che "è vivificato da un autentico contatto con la realtà complessiva della Chiesa, che consente di penetrare nel vero senso della lettera della legge. (...) Ne segue che l'interpretazione della legge canonica deve avvenire nella Chiesa. (...) Il 'sentire cum Ecclesia' ha senso anche nella disciplina, a motivo dei fondamenti dottrinali che sono sempre presenti e operanti nelle norme legali della Chiesa. In questo modo, va applicata anche alla legge canonica quell'ermeneutica del rinnovamento nella continuità di cui ho parlato in riferimento al Concilio Vaticano II, così strettamente legato all'attuale legislazione canonica".

  "Questi atteggiamenti di fondo", ha sottolineato il Pontefice, "si applicano a tutte le categorie di interpretazione: dalla ricerca scientifica sul diritto canonico, (...) fino alla ricerca quotidiana delle soluzioni giuste nella vita dei fedeli e delle comunità. Occorre spirito di docilità per accogliere le leggi, cercando di studiare (...) la tradizione giuridica della Chiesa per potersi identificare con essa e anche con le disposizioni legali emanate dai Pastori, specialmente le leggi pontificie nonché il magistero su questioni canoniche, il quale è di per sé vincolante in ciò che insegna sul diritto".

  "Queste riflessioni acquistano una peculiare rilevanza nell'ambito delle leggi riguardanti l’atto costitutivo del matrimonio e la sua consumazione e la ricezione dell’Ordine sacro, e di quelle attinenti ai rispettivi processi. (...) In particolare, vanno anche applicati tutti i mezzi giuridicamente vincolanti che tendono ad assicurare quell'unità nell'interpretazione e nell'applicazione delle leggi che è richiesta dalla giustizia: il magistero pontificio specificamente concernente questo campo, contenuto soprattutto nelle Allocuzioni alla Rota Romana; (...) le norme e le dichiarazioni emanate da altri Dicasteri della Curia Romana".

  "Tale unità ermeneutica in ciò che è essenziale, ha evidenziato il Santo Padre, non mortifica in alcun modo le funzioni dei tribunali locali, chiamati a confrontarsi per primi con le complesse situazioni reali che si danno in ogni contesto culturale. Ciascuno di essi, infatti, è tenuto a procedere con un senso di vera riverenza nei riguardi della verità sul diritto, cercando di praticare esemplarmente, nell’applicazione degli istituti giudiziali e amministrativi, la comunione nella disciplina, quale aspetto essenziale dell'unità della Chiesa".
  Benedetto XVI, infine, ha parlato dell'innovazione relativa al trasferimento a un Ufficio della Rota le competenze circa i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinanza: "Sono certo che vi sarà una generosa risposta a questo nuovo impegno ecclesiale".
AC/         VIS 20120123 (800)

PRESENTAZIONE DEGLI AGNELLI NELLA FESTA DI SANT'AGNESE


CITTÀ DEL VATICANO, 21 GEN 2012 (VIS). Oggi, nella Cappella Urbano VIII del palazzo Apostolico, sono stati presentati al Papa due agnelli benedetti questa mattina, in occasione della memoria liturgica di Sant'Agnese, nell'omonima Basilica sulla via Nomentana. La lana di questi agnelli sarà utilizzata per confezionare i Pallii che saranno imposti ai nuovi Arcivescovi Metropoliti il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo.

  Il pallio è un'insegna liturgica d'onore e di giurisdizione che viene indossata dal Papa e dagli Arcivescovi Metropoliti nelle loro Chiese e in quelle delle loro Province. È costituito da una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera. I Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane allevano gli agnelli -animali simbolo di Santa Agnese, martirizzata a Roma intorno all'anno 305-, mentre i pallii vengono tessuti dalle religiose di Santa Cecilia.
... /        VIS 20120123 (140)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 23 GEN 2012 (VIS). Il Papa Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza:

- Sei Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in visita "ad limina apostolorum":

- Arcivescovo Joseph Edward Kurtz, di Louisville;
- Vescovo Roger Joseph Foys, di Covington;
- Vescovo Richard Frank Stika, di Knoxville;
- Vescovo Ronald William Gainer, di Lexington;
- Vescovo James Terry Steib, di Memphis;
- Vescovo William Francis Medley, di Owensboro.

- Ambasciatore di Francia, Stanislas de Laboulaye, in visita di congedo.

  Sabato 21, il Pontefice ha ricevuto in udienze separate:

- Vescovo Antoni Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana.

- Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/           VIS 20120123 (120)

venerdì 20 gennaio 2012

LA VITA SACERDOTALE RICHIEDE UN CRESCENTE DESIDERIO DI SANTITÀ


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza, nella Sala Clementina, 70 rappresentanti dell'Almo Collegio Capranica -uno dei seminari della Diocesi di Roma-, che vanta 555 anni di storia. L’Almo Collegio celebra domani, 21 gennaio, la festa della sua patrona sant’Agnese, e per questa ricorrenza il Santo Padre ha voluto offrire ai futuri sacerdoti alcune riflessioni ispirate a questa vergine e martire del secolo III:

  "Il martirio, per sant’Agnese, ha voluto dire la generosa e libera accettazione di spendere la propria giovane vita, nella sua totalità e senza riserve, affinché il Vangelo fosse annunziato come verità e bellezza che illuminano l’esistenza. (...) Nel martirio, Agnese sigilla anche l’altro elemento decisivo della sua vita, la verginità per Cristo e per la Chiesa. Il dono totale del martirio è preparato, infatti, dalla scelta consapevole, libera e matura, della verginità, testimonianza della volontà di essere totalmente di Cristo. (...) Agnese, ancora giovane, aveva imparato che essere discepoli del Signore vuol dire amarlo mettendo in gioco tutta l’esistenza".

  "Anche la formazione del presbitero esige integralità, compiutezza, esercizio ascetico, costanza e fedeltà eroica, in tutti gli aspetti che la costituisce; al fondo vi deve essere una solida vita spirituale animata da una relazione intensa con Dio a livello personale e comunitario, con particolare cura nelle celebrazioni liturgiche e nella frequenza ai Sacramenti. La vita sacerdotale richiede un anelito crescente alla santità, un chiaro 'sensus Ecclesiae' e un’apertura alla fraternità senza esclusioni e parzialità".

  "Del cammino di santità del presbitero fa parte anche la sua scelta di elaborare, con l’aiuto di Dio, la propria intelligenza e il proprio impegno, una vera e solida cultura personale, frutto di uno studio appassionato e costante. La fede ha una sua dimensione razionale e intellettuale che le è essenziale. (...) Chi è maturo anche in questa sua formazione culturale globale può essere più efficacemente educatore e animatore di quell’adorazione «in Spirito e verità» di cui Gesù parla alla Samaritana. Tale adorazione (...) è chiamata a diventare (...) un culto nel quale l’uomo stesso nella sua totalità di un essere dotato di ragione, diventa adorazione, glorificazione del Dio vivente".

  "Abbiate sempre un profondo senso della storia e della tradizione della Chiesa! (...) Avete la possibilità di aprire gli orizzonti con esperienze dell’internazionalità. (...) Imparate a conoscere le situazioni diverse delle nazioni e delle Chiese nel mondo e a formarvi alla visione cattolica. Preparatevi ad essere vicini ad ogni uomo che incontrerete, non lasciando che nessuna cultura possa essere una barriera alla Parola di vita di cui siete annunciatori anche con la vostra vita".

  "La Chiesa si aspetta molto dai giovani sacerdoti nell’opera di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perché nella fatica quotidiana, radicati nella bellezza della tradizione autentica, uniti profondamente a Cristo, siate capaci di portarlo nelle vostre comunità con verità e gioia".
AC/                            VIS 20120120 (470)

RICCHEZZA DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE IN COMUNIONE CON TUTTO IL CORPO DELLA CHIESA


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza più di 7.000 membri del Cammino Neocatecumenale. In questa occasione, il Santo Padre ha inviato in tutto il mondo diciassette nuove missioni "ad gentes": dodici in Europa, quattro in America e una in Africa. Ciascuna di queste missioni è formata da tre o quattro famiglie numerose, che appartengono al Cammino Neocatecumenale e che si trasferiscono con un sacerdote in una zona scristianizzata o in cui il Vangelo non è stato ancora annunciato.

Riportiamo di seguito alcuni frammenti del discorso del Pontefice:

  "In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, (...) abbandonando spesso sicurezze personali e materiali (...). Portare Cristo agli uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di fede, la gioia di essere cristiani. (...) E’ un impegno, lo sappiamo, non sempre facile. A volte siete presenti in luoghi in cui vi è bisogno di un primo annuncio del Vangelo, la missio ad gentes; spesso, invece, in aree, che, pur avendo conosciuto Cristo, sono diventate indifferenti alla fede: il secolarismo vi ha eclissato il senso di Dio e oscurato i valori cristiani. Qui il vostro impegno e la vostra testimonianza siano come il lievito che, con pazienza, rispettando i tempi, con "sensus Ecclesiae", fa crescere tutta la massa".

  "La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo".

  "Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel 'Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale', che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae. (...) Nell’azione liturgica della Chiesa c’è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale, per la nostra salvezza (...). Questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia, l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo".

  "Ciò vale in modo specialissimo per la celebrazione dell’Eucaristia, che, essendo il culmine della vita cristiana, è anche il cardine della sua riscoperta, alla quale il neocatecumenato tende. (...) Proprio al fine di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità". (...)

  "La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo. (...) Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato".

  "Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo".

  Il Santo Padre ha, infine, ringraziato i neocatecumenali per le loro manifestazioni di vicinanza e affetto, e ha chiesto loro di ricordarlo nella preghiera.
AC/                                                                 VIS 20120120 (700)

APPROVATE LE CELEBRAZIONI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Pontificio Consiglio per i Laici ha pubblicato oggi un decreto con il quale concede l'approvazione alle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechistico del Cammino Neocatecumenale. Il decreto è datato 8 gennaio 2012, festa del Battesimo del Signore; e porta le firme del Presidente di questo Dicastero, il Cardinale Stanislaw Rylko, e del Segretario, il Vescovo Josef Clemens.

  Presentiamo di seguito il testo pubblicato oggi: "Con decreto dell’11 maggio 2008, il Pontificio Consiglio per i Laici ebbe ad approvare in modo definitivo lo Statuto del Cammino Neocatecumenale e, successivamente, dopo aver debitamente consultato la Congregazione per la Dottrina della Fede, con decreto del 26 dicembre 2010, diede la sua approvazione alla pubblicazione del Direttorio catechetico come sussidio valido e vincolante per le catechesi del Cammino Neocatecumenale.

  Ora, visti gli articoli 131, e 133, §1e §2, della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana, il Pontificio Consiglio per i Laici, avuto il parere favorevole della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, concede l’approvazione a quelle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano per la loro natura già normate dai Libri liturgici della Chiesa".
COL-L/                  VIS 20120120 ( 200)

UDIENZA


CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre riceverà in udienza questo pomeriggio l'Arcivescovo Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AP/              VIS 20120120 (30)

mercoledì 18 gennaio 2012

IL PAPA: INVOCATE SEMPRE IL DONO DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI


CITTÀ DEL VATICANO, 18 GEN 2012 (VIS).- La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che comincia oggi, è stato il tema trattato da Benedetto XVI nell’udienza generale di questa mattina, celebrata nell’Aula Paolo VI. Il Santo Padre ha spiegato che si tratta di un’iniziativa che ha luogo ogni anno da ormai più di un secolo, e alla quale partecipano cristiani di tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, al fine di invocare “quel dono straordinario per cui lo stesso Signore Gesù ha pregato durante l’Ultima Cena, prima della sua passione: ‘Perché tutti siano una sola cosa’”.

  La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani fu introdotta nel 1908 da Padre Paul Wattson, fondatore di una comunità religiosa anglicana che entrò in seguito nella Chiesa cattolica. Il Papa ha affermato che, in questa Settimana, “l’impulso impresso dal Concilio Vaticano II alla ricerca della piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo trova ogni anno una delle sue più efficaci espressioni. Questo appuntamento spirituale, che unisce cristiani di tutte le tradizioni, accresce la nostra consapevolezza del fatto che l’unità verso cui tendiamo non potrà essere solo il risultato dei nostri sforzi, ma sarà piuttosto un dono ricevuto dall’alto, da invocare sempre”.

  Quest’anno, i testi per la Settimana di Preghiera sono stati proposti da un gruppo composto da rappresentanti della Chiesa cattolica e del Consiglio Ecumenico Polacco. Quest’ultimo ha suggerito il tema: “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore”. La storia della Polonia è stata segnata da invasioni e disfatte, ma anche dalla costante lotta contro l’oppressione e dalla sete di libertà; questo ha indotto il gruppo ecumenico polacco a riflettere sul vero significato delle parole “vittoria” e “sconfitta”.

  In questo senso, il Papa ha sottolineato che “rispetto alla ‘vittoria’ intesa in termini trionfalistici, Cristo ci suggerisce una strada ben diversa; la sua vittoria non passa attraverso il potere e la potenza. (…) Cristo parla di una vittoria attraverso l’amore, il servizio reciproco, l’aiuto, la nuova speranza e il concreto conforto donati agli ultimi, ai dimenticati, ai rifiutati. Per tutti i cristiani, la più alta espressione di tale umile servizio è Gesù Cristo stesso, il dono totale che fa di Se stesso, la vittoria del suo amore sulla morte (…). Noi possiamo prendere parte a questa ‘vittoria’ solo se ci lasciamo trasformare da Dio”.

  Allo stesso modo, “l’unità per la quale preghiamo richiede una conversione interiore, sia comune che personale. Non si tratta semplicemente di cordialità e di cooperazione, occorre rafforzare la nostra fede in Dio (…); occorre entrare nella nuova vita in Cristo, che è la nostra vera e definitiva vittoria; occorre aprirsi gli uni agli altri, cogliendo tutti gli elementi di unità che Dio ha conservato per noi (…); occorre sentire l’urgenza di testimoniare all’uomo del nostro tempo il Dio vivente, che si è fatto conoscere in Cristo”.

  Il compito ecumenico, come sottolineano il Concilio Vaticano II e il beato Giovanni, “è una responsabilità dell’intera Chiesa e di tutti i battezzati, che devono far crescere la comunione parziale già esistente tra i cristiani fino alla piena comunione nella verità e nella carità. Pertanto, la preghiera per l’unità (…) deve diventare parte integrante della vita orante di tutti i cristiani, in ogni luogo e in ogni tempo, soprattutto quando persone di tradizioni diverse s’incontrano e lavorano insieme per la vittoria, in Cristo, su tutto ciò che è peccato, male, ingiustizia, violazione della dignità dell’uomo”.

  Benedetto XVI ha posto in risalto anche che “la mancanza di unità tra i cristiani impedisce un annuncio più efficace del Vangelo, mette in pericolo la nostra credibilità. (…) Certamente, per quanto riguarda le verità fondamentali della fede, ci unisce molto più di quanto ci divide. (…) E’ una grande sfida questa per la nuova evangelizzazione, che può essere più fruttuosa se tutti i cristiani annunciano insieme la verità del Vangelo di Gesù Cristo e danno una risposta comune alla sete spirituale dei nostri tempi”.

  Per concludere, il Pontefice ha esortato i fedeli ad unirsi in preghiera in modo più intenso in questa settimana, “perché cresca la testimonianza comune, la solidarietà e la collaborazione tra i cristiani, aspettando il giorno glorioso in cui potremo professare insieme la fede trasmessa dagli Apostoli e celebrare insieme i Sacramenti”.

   Alla fine dell’udienza generale, il Santo Padre ha salutato un gruppo di avvocati italiani e li ha incoraggiati a svolgere la loro professione “mantenendosi sempre fedeli alla verità, presupposto fondamentale per l’attuazione della giustizia”.
AG/                                                                                    VIS 20120118 (750)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTÀ DEL VATICANO, 18 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Guwahati (India) presentata dall’Arcivescovo Thomas Menamparampil, per raggiunti limiti d’età. Gli succede l’Arcivescovo John Moolachira,Coadiutore della medesima Arcidiocesi.
RE/                                     VIS 20120118 (40)

martedì 17 gennaio 2012

DOMANI INIZIA LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI


CITTÀ DEL VATICANO, 17 GEN 2012 (VIS). Domani, 18 gennaio, avrà inizio la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, con tema "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore". La Settimana è promossa dal Consiglio Mondiale delle Chiese (CMC), una comunità mondiale di 349 chiese che operano per il raggiungimento dell'unità, per la comune testimonianza e per il servizio. Sebbene la Chiesa Cattolica non sia membro di tale Consiglio, partecipa a questa iniziativa ecumenica.

  Tradizionalmente celebrata dal 18 al 25 gennaio (nell'emisfero settentrionale) o vicino Pentecoste (nell'emisfero meridionale), la Settimana di preghiera coinvolge numerose congregazioni e parrocchie di tutto il mondo. I cristiani di diverse famiglie confessionali si riuniscono e pregano insieme durante speciali celebrazioni ecumeniche.

  Ogni anno, viene chiesto ai fedeli di una particolare regione di preparare un testo su un tema biblico. In seguito, un gruppo internazionale di partecipanti -protestanti, ortodossi e cattolici romani-, patrocinato dal Consiglio Mondiale delle Chiese, lo revisiona e si assicura che sia relazionato alla ricerca di unità della Chiesa. Il testo viene pubblicato sia dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani sia dal Consiglio Mondiale delle Chiese, per mezzo della sua Commissione di Fede e Costituzione, anch'essa presente durante tutto il processo di produzione del testo. Il prodotto finale viene inviato alle Chiese partecipanti e alle Diocesi cattoliche romane, che vengono invitate a tradurre il testo e a contestualizzarlo secondo le proprie esigenze.

  Il tema di quest'anno, "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore", si basa sulla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi, nella quale si promette la trasformazione della vita umana, in tutta la sua dimensione apparente di "trionfo" e di "disfatta", per mezzo della vittoria della resurrezione di Cristo.

  Va inoltre ricordato che, dopo l'Angelus di questa domenica, il Papa Benedetto XVI ha invitato tutti i fedeli a partecipare alla Settimana di preghiera, "a livello personale e comunitario", e ad unirsi "spiritualmente e, dove possibile, anche praticamente, per invocare da Dio il dono della piena unità tra i discepoli di Cristo".
RV/           VIS 20120117 (340)

GIORNATA PER L'APPROFONDIMENTO DEL DIALOGO TRA CATTOLICI ED EBREI


CITTÀ DEL VATICANO, 17 GEN 2012 (VIS). Si celebra oggi in Italia la Giornata per l'approfondimento e il dialogo tra cattolici ed ebrei; iniziativa nata nel 1990 per volere della Conferenza Episcopale Italiana, che si propone di incoraggiare la conoscenza reciproca tra i membri di entrambe le religioni.

  Il Rabbino Giuseppe Laras, Presidente Emerito dell'Assemblea Rabbinica Italiana, intervistato da Radio Vaticana, spiega che l'obiettivo della Giornata è "cercare di rendere più semplice e più importante il dialogo ebraico-cristiano. Quindi, in occasione di questa data, ci sono degli incontri tra ebrei e cattolici e si riflette soprattutto su questioni che possiamo affrontare insieme, come il perseguimento della pace, della comprensione reciproca, dopo duemila anni di incomprensioni e di fatti molto negativi. Per cui è una data che il mondo cattolico in particolare attende con molta attenzione ed ansia, come anche il mondo ebraico, perché nella misura in cui questo dialogo si rafforza, si allontana e si indebolisce il rischio di antisemitismo".

  Da alcuni anni i responsabili della CEI e dell'Associazione Rabbinica concordano nel dedicare la Giornata ai Dieci Comandamenti. Il tema del 2012 è "Non uccidere". "L'imperativo a non uccidere è un imperativo che, al di là dell'appartenenza all'una o all'altra religione, è molto importante per l'uomo: rispettare la vita umana, onorare la vita umana nella sua sacralità, nella sua unicità. Quindi, questo è un tema che bene si presta ad essere trattato nel nostro tempo, in cui in tutto il mondo il rispetto per la vita umana è piuttosto trascurato e violato".

  Al riguardo, il sacerdote Gino Battaglia, direttore dell'Ufficio Nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI, osserva che "la ricchissima tradizione religiosa ebraica, sviluppandosi in millenni di meditazione sulla Legge, offre un contributo prezioso. Ma l'attualità di questo comandamento è evidente e non sfugge la sua importanza non solo in senso stretto, riferendosi all'omicidio come reato. Penso, per esempio, a tutta la battaglia per l'abolizione della pena di morte, penso al problema della violenza diffusa, al disprezzo della vita e al problema del rispetto della vita. In questo senso, il dialogo ebraico-cristiano trova appunto una sua concretizzazione che è quella dell'impegno nella società e nel mondo".
.../            VIS 20120117 (360)

NUOVO DIRETTORE DELLA TIPOGRAFIA VATICANA


CITTÀ DEL VATICANO, 17 GEN 2012 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha nominato Direttore Generale della Tipografia Vaticana - Editrice "L'Osservatore Romano" il Reverendo Sergio Pellini, S.D.B.
SS/         VIS 20120117 (30)

lunedì 16 gennaio 2012

IL PRIMO MINISTRO ITALIANO VISITA IL PAPA


CITTÀ DEL VATICANO, 14 GEN 2012 (VIS). Sabato 14, il Santo Padre ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Senatore Professore Mario Monti. Al seguito dell'udienza pontificia, il Presidente Monti -accompagnato da Giuliomaria Terzi di Sant'Agata, Ministro degli Affari Esteri; Enzo Moavero Milanesi, Ministro degli Affari Europei; e da Antonio Catricalà, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri- ha avuto un incontro con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, accompagnato dal Sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede, Ettore Balestrero.

  In un comunicato dell'Ufficio Stampa della Santa Sede si legge che “nel corso dei cordiali colloqui sono stati affrontati temi che riguardano la situazione sociale italiana e il relativo impegno del Governo, nonché il contributo della Chiesa cattolica alla vita del Paese. Vi è stato, pure, un esame di aspetti dell'attuale quadro internazionale, dall'Europa alla situazione nell'area mediterranea meridionale. Ci si è, infine, soffermati sulla tutela delle minoranze religiose, soprattutto cristiane, in alcune aree del mondo”.

  “Le due Parti hanno confermato la volontà di continuare la costruttiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale”.
OP/                 VIS 20120116 (190)

INAUGURATO NUOVO ANNO GIUDIZIARIO DEL TRIBUNALE DEL VATICANO


CITTÀ DEL VATICANO, 14 GEN 2012 (VIS). Sabato 14, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del LXXXIII Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, con la partecipazione di numerose autorità religiose e di rappresentanti del governo e della giustizia italiani, tra i quali il Ministro della Giustizia, Paola Severino Di Benedetto.

  La giornata è stata aperta con la Santa Messa, celebrata dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nella cappella del Palazzo del Governo. Nell'omelia, il cardinale ha sottolineato che "in occasione dell'inizio del nuovo Anno Giudiziario, seguendo la Parola di Dio, (...) siamo nuovamente invitati a riflettere sulla relazione tra la giustizia divina e quella umana; a lasciare illuminare le nostre coscienze affinché il nostro agire corrisponda, per quanto possibile, alla divina volontà, al suo disegno di amore per ciascuna persona e per la comunità degli uomini". Inoltre, ha ricordato la particolare vocazione della Chiesa, chiamata ad essere nel mondo segno e strumento dell'amore di Dio e della sua giustizia, che è sempre l'espressione del suo amore misericordioso.

  Successivamente, il Promotore della Giustizia del Tribunale, Nicola Picardi, ha presentato la Relazione inaugurale. Ha iniziato ripercorrendo la storia giudiziaria vaticana, per passare poi agli aspetti più innovativi delle recenti normative. Queste nuove regole sono state ispirate dall'evoluzione delle relazioni internazionali, che ha suscitato la necessità di adottare un modello istituzionale capace di tenere il confronto con quelli delle altre nazioni e, e di far fronte alla diffusione della criminalità.

  Un'ampia riforma del codice penale vaticano, insieme ad alcune innovazioni in materia amministrativo-finanziaria, è diventata necessaria a partire dalla firma della Convenzione monetaria tra l'Unione Europea e lo Stato della Città del Vaticano, nel 2009. Così, nel 2010 si sono adottate misure appropriate ad uniformare la legislazione agli standard europei per quanto riguarda la prevenzione del riciclaggio di denaro, la frode e la falsificazione dei mezzi di pagamento.

  Dal 1° marzo 2011, nel codice penale vaticano sono state introdotte fattispecie criminose in riferimento alla frode e alla contraffazione di banconote e monete in euro; e, dal 1° aprile successivo, quelle relative alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio di proventi da attività criminose e del finanziamento del terrorismo. Quest’ultima normativa estende anche ai soggetti vaticani “che svolgono professionalmente attività economico-finanziarie e monetarie” alcuni nuovi obblighi, innanzitutto quello di “un’adeguata verifica della clientela”, e il dovere di segnalare operazioni sospette all’autorità di informazione finanziaria (Aif), istituita nel 2010, che ha sede in Vaticano e gode di piena autonomia; e che collabora con le corrispondenti autorità di altri Stati.

  Un altro punto importante si riferisce al Motu Proprio per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario, del 30 dicembre 2010, con il quale Benedetto XVI ha inteso dare seguito al suo insegnamento circa l'etica dell'economia contenuto nella "Caritas in veritate". In tale Motu proprio viene stabilito il rinvio alle normative sul riciclaggio e sul finanziamento del terrorismo anche per i dicasteri della Curia romana e per tutti gli organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede che svolgono professionalmente attività economico-finanziarie o monetarie, ivi compreso l’Istituto per le Opere di Religione.

  Infine, l'altra novità da sottolineare è che, in alcune materie, il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha esteso la propria giurisdizione oltre le frontiere vaticane, nei confronti di soggetti ed enti ecclesiastici che, di regola, sarebbero sottratti al diritto vaticano.
LOR:RV/         VIS 20120116 (550)

MIGRANTI, PROTAGONISTI DELL'ANNUNCIO DEL VANGELO


CITTÀ DEL VATICANO, 15 GEN 2012 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la riflessione che abitualmente precede la recita dell'Angelus al tema della vocazione, presente nelle letture della liturgia di questa domenica.

  La prima lettura descrive la risposta del Profeta Samuele alla chiamata di Dio, grazie al consiglio del sacerdote del tempio, Eli; il Vangelo sottolinea l'importanza di San Giovanni Battista che presenta ai primi discepoli Gesù come il Messia.

  Benedetto XVI ha sottolineato in questo contesto "il ruolo decisivo della guida spirituale nel cammino della fede e, in particolare, nella risposta alla vocazione di speciale consacrazione per il servizio di Dio e del suo popolo. Già la stessa fede cristiana, di per sé, presuppone l'annuncio e la testimonianza (...). E così anche la chiamata a seguire Gesù più da vicino, rinunciando a formare una propria famiglia per dedicarsi alla grande famiglia della Chiesa, passa normalmente attraverso la testimonianza e la proposta di un 'fratello maggiore', di solito un sacerdote. Questo senza dimenticare il ruolo fondamentale dei genitori, che (...) mostrano ai figli che è bello ed è possibile costruire tutta la vita sull'amore di Dio".

  Il Papa ha concluso raccomandando alla Vergine Maria "tutti gli educatori, specialmente i sacerdoti e i genitori, perché abbiamo piena consapevolezza dell'importanza del loro ruolo spirituale, per favorire nei giovani, oltre alla crescita umana, la risposta alla chiamata di Dio".

  Dopo l'Angelus il Santo Padre ha parlato della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra oggi. "Milioni di persone sono coinvolte nel fenomeno delle migrazioni, ma esse non sono numeri! Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace. Nel mio Messaggio per questa Giornata del Migrante e del Rifugiato ho richiamato l'attenzione sul tema 'Migrazioni e nuova evangelizzazione', sottolineando che i migranti sono non soltanto destinatari, ma anche protagonisti dell'annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo".

  Benedetto XVI ha fatto, infine, riferimento alla Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, che si celebra dal 18 al 25 gennaio, e ha invitato tutti "a livello persona e comunitario, ad unirsi spiritualmente e, dove possibile, anche praticamente, per invocare da Dio il dono della piena unità tra i discepoli di Cristo".
ANG/         VIS 20120116 (360)

UDIENZE


CITTÀ DEL VATICANO, 16 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza:

-Nove vescovi della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in Visita "ad Limina Apostolorum":

  -Cardinale Donald William Wuerl, Arcivescovo di Washington, accompagnato dai Vescovi Ausiliari Martin David Holley e Barry C. Knestout; e dall'Arcivescovo Emerito Theodore Edgar McCarrick;

  -Vescovo Herbert A. Bevard, di Saint Thomas (Isole Vergini Americane);

  -Arcivescovo Timothy Broglio, Ordinario Militare, appompagnato dai Vescovi Ausiliari Richard Brendan Higgins, F. Richard Spencer e Neal J. Buckon.

-Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia) e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

  Sabato 14, il Pontefice ha ricevuto in udienze separate:

-Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

-Arcivescovo Rainer Maria Woelki, di Berlino (Repubblica Federale di Germania).
AP/         VIS 20120116 (160)
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