CITTÀ DEL VATICANO, 20 GEN 2012 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza, nella Sala Clementina, 70 rappresentanti dell'Almo Collegio Capranica -uno dei seminari della Diocesi di Roma-, che vanta 555 anni di storia. L’Almo Collegio celebra domani, 21 gennaio, la festa della sua patrona sant’Agnese, e per questa ricorrenza il Santo Padre ha voluto offrire ai futuri sacerdoti alcune riflessioni ispirate a questa vergine e martire del secolo III:
"Il martirio, per sant’Agnese, ha voluto dire la generosa e libera accettazione di spendere la propria giovane vita, nella sua totalità e senza riserve, affinché il Vangelo fosse annunziato come verità e bellezza che illuminano l’esistenza. (...) Nel martirio, Agnese sigilla anche l’altro elemento decisivo della sua vita, la verginità per Cristo e per la Chiesa. Il dono totale del martirio è preparato, infatti, dalla scelta consapevole, libera e matura, della verginità, testimonianza della volontà di essere totalmente di Cristo. (...) Agnese, ancora giovane, aveva imparato che essere discepoli del Signore vuol dire amarlo mettendo in gioco tutta l’esistenza".
"Anche la formazione del presbitero esige integralità, compiutezza, esercizio ascetico, costanza e fedeltà eroica, in tutti gli aspetti che la costituisce; al fondo vi deve essere una solida vita spirituale animata da una relazione intensa con Dio a livello personale e comunitario, con particolare cura nelle celebrazioni liturgiche e nella frequenza ai Sacramenti. La vita sacerdotale richiede un anelito crescente alla santità, un chiaro 'sensus Ecclesiae' e un’apertura alla fraternità senza esclusioni e parzialità".
"Del cammino di santità del presbitero fa parte anche la sua scelta di elaborare, con l’aiuto di Dio, la propria intelligenza e il proprio impegno, una vera e solida cultura personale, frutto di uno studio appassionato e costante. La fede ha una sua dimensione razionale e intellettuale che le è essenziale. (...) Chi è maturo anche in questa sua formazione culturale globale può essere più efficacemente educatore e animatore di quell’adorazione «in Spirito e verità» di cui Gesù parla alla Samaritana. Tale adorazione (...) è chiamata a diventare (...) un culto nel quale l’uomo stesso nella sua totalità di un essere dotato di ragione, diventa adorazione, glorificazione del Dio vivente".
"Abbiate sempre un profondo senso della storia e della tradizione della Chiesa! (...) Avete la possibilità di aprire gli orizzonti con esperienze dell’internazionalità. (...) Imparate a conoscere le situazioni diverse delle nazioni e delle Chiese nel mondo e a formarvi alla visione cattolica. Preparatevi ad essere vicini ad ogni uomo che incontrerete, non lasciando che nessuna cultura possa essere una barriera alla Parola di vita di cui siete annunciatori anche con la vostra vita".
"La Chiesa si aspetta molto dai giovani sacerdoti nell’opera di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perché nella fatica quotidiana, radicati nella bellezza della tradizione autentica, uniti profondamente a Cristo, siate capaci di portarlo nelle vostre comunità con verità e gioia".
AC/ VIS 20120120 (470)
"Il martirio, per sant’Agnese, ha voluto dire la generosa e libera accettazione di spendere la propria giovane vita, nella sua totalità e senza riserve, affinché il Vangelo fosse annunziato come verità e bellezza che illuminano l’esistenza. (...) Nel martirio, Agnese sigilla anche l’altro elemento decisivo della sua vita, la verginità per Cristo e per la Chiesa. Il dono totale del martirio è preparato, infatti, dalla scelta consapevole, libera e matura, della verginità, testimonianza della volontà di essere totalmente di Cristo. (...) Agnese, ancora giovane, aveva imparato che essere discepoli del Signore vuol dire amarlo mettendo in gioco tutta l’esistenza".
"Anche la formazione del presbitero esige integralità, compiutezza, esercizio ascetico, costanza e fedeltà eroica, in tutti gli aspetti che la costituisce; al fondo vi deve essere una solida vita spirituale animata da una relazione intensa con Dio a livello personale e comunitario, con particolare cura nelle celebrazioni liturgiche e nella frequenza ai Sacramenti. La vita sacerdotale richiede un anelito crescente alla santità, un chiaro 'sensus Ecclesiae' e un’apertura alla fraternità senza esclusioni e parzialità".
"Del cammino di santità del presbitero fa parte anche la sua scelta di elaborare, con l’aiuto di Dio, la propria intelligenza e il proprio impegno, una vera e solida cultura personale, frutto di uno studio appassionato e costante. La fede ha una sua dimensione razionale e intellettuale che le è essenziale. (...) Chi è maturo anche in questa sua formazione culturale globale può essere più efficacemente educatore e animatore di quell’adorazione «in Spirito e verità» di cui Gesù parla alla Samaritana. Tale adorazione (...) è chiamata a diventare (...) un culto nel quale l’uomo stesso nella sua totalità di un essere dotato di ragione, diventa adorazione, glorificazione del Dio vivente".
"Abbiate sempre un profondo senso della storia e della tradizione della Chiesa! (...) Avete la possibilità di aprire gli orizzonti con esperienze dell’internazionalità. (...) Imparate a conoscere le situazioni diverse delle nazioni e delle Chiese nel mondo e a formarvi alla visione cattolica. Preparatevi ad essere vicini ad ogni uomo che incontrerete, non lasciando che nessuna cultura possa essere una barriera alla Parola di vita di cui siete annunciatori anche con la vostra vita".
"La Chiesa si aspetta molto dai giovani sacerdoti nell’opera di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perché nella fatica quotidiana, radicati nella bellezza della tradizione autentica, uniti profondamente a Cristo, siate capaci di portarlo nelle vostre comunità con verità e gioia".
AC/ VIS 20120120 (470)
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