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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 8 luglio 2009

"CARITAS IN VERITATE": REALIZZARE MONDO GIUSTIZIA E DI PACE


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2009 (VIS). Nella catechesi per l'Udienza Generale di questa mattina, tenutasi nell'Aula Paolo VI, Papa Benedetto XVI si è soffermato sulla sua terza Enciclica "Caritas in veritate", presentata ufficialmente nella giornata di ieri.

  Il Santo Padre ha spiegato che il documento pone in rilievo che: "La carità nella verità è quindi la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera. (...) Solo con la carità, illuminata dalla ragione e dalla fede, è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di valenza umana e umanizzante".

  "Questa Enciclica" - ha proseguito il Pontefice - "riprende, continua ed approfondisce l'analisi e la riflessione della Chiesa su tematiche sociali di vitale interesse per l'umanità del nostro secolo. In modo speciale, si riallaccia a quanto scrisse Paolo VI, oltre 40 anni or sono, nella 'Populorum progressio'".

  "Caritas in veritate" - ha sottolineato il Pontefice - "certo non mira ad offrire soluzioni tecniche alle vaste problematiche sociali del mondo odierno (...) Essa ricorda però i grandi principi che si rivelano indispensabili per costruire lo sviluppo umano dei prossimi anni. Tra questi, in primo luogo, l'attenzione alla vita dell'uomo, considerata come centro di ogni vero progresso; il rispetto del diritto alla libertà religiosa, sempre collegato strettamente con lo sviluppo dell'uomo; il rigetto di una visione prometeica dell'essere umano, che lo ritenga assoluto artefice del proprio destino".

  "Occorrono uomini retti" - ha proseguito il Papa - "tanto nella politica quanto nell'economia, che siano sinceramente attenti al bene comune. In particolare, guardando alle emergenze mondiali, è urgente richiamare l'attenzione della pubblica opinione sul dramma della fame e della sicurezza alimentare, che investe una parte considerevole dell'umanità. Un dramma di tali dimensioni interpella la nostra coscienza: è necessario affrontarlo con decisione, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri".

  "L'economia ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; ha bisogno di recuperare l'importante contributo del principio di gratuità e della 'logica del dono' nell'economia di mercato, dove la regola non può essere il solo profitto. Ma questo è possibile unicamente grazie all'impegno di tutti, economisti e politici, produttori e consumatori e presuppone una formazione delle coscienze che dia forza ai criteri morali nell'elaborazione dei progetti politici ed economici".

  "Occorre, si va sempre più ripetendo, un diverso stile di vita da parte dell'umanità intera, in cui i doveri di ciascuno verso l'ambiente si colleghino a quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altri".

  "Ho infine segnalato, dinanzi alle problematiche tanto vaste e profonde del mondo di oggi" - ha detto ancora Benedetto XVI - "la necessità di un'Autorità politica mondiale regolata dal diritto, che si attenga ai menzionati principi di sussidiarietà e solidarietà e sia fermamente orientata alla realizzazione del bene comune, nel rispetto delle grandi tradizioni morali e religiose dell'umanità".

  "Cari fratelli e sorelle" - ha concluso il Papa - "preghiamo perché anche questa Enciclica possa aiutare l'umanità a sentirsi un'unica famiglia impegnata nel realizzare un mondo di giustizia e di pace. (...) In particolare, vi invito a pregare per i Capi di Stato e di Governo del G8 che si incontrano in questi giorni a L'Aquila. Da questo importante summit mondiale possano scaturire decisioni ed orientamenti utili al vero progresso di tutti i Popoli, specialmente di quelli più poveri".
AG/.../CARITAS IN VERITATE                           VIS 20090708 (560)

MOTU PROPRIO ECCLESIAE UNITATEM


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2009 (VIS). Di seguito riportiamo la traduzione dal latino, della Lettera Apostolica "Motu Proprio data", "Ecclesiae Unitatem" di Benedetto XVI sulla struttura della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" collegata da ora in poi con la Congregazione per la Dottrina della Fede, con l'obiettivo di esaminare le questioni relative alla Fraternità San Pio X.

 "1.    Il compito di custodire l'unità della Chiesa, con la sollecitudine di offrire a tutti gli aiuti per rispondere nei modi opportuni a questa vocazione e grazia divina, spetta in modo particolare al Successore dell'Apostolo Pietro, il quale è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi che dei fedeli. La priorità suprema e fondamentale della Chiesa, in ogni tempo, di condurre gli uomini verso l'incontro con Dio deve essere favorita mediante l'impegno di giungere alla comune testimonianza di fede di tutti i cristiani".

  "2.    Nella fedeltà a tale mandato, all'indomani dell'atto con cui l'Arcivescovo Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988, conferì illecitamente l'ordinazione episcopale a quattro sacerdoti, il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, istituì, il 2 luglio 1988, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei "con il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Monsignor Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche, alla luce del Protocollo firmato lo scorso 5 maggio dal Cardinale Ratzinger e da Mons. Lefebvre".

  "3.    In questa linea, aderendo fedelmente al medesimo compito di servire la comunione universale della Chiesa nella sua manifestazione anche visibile e compiendo ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla, ho voluto ampliare e aggiornare, con il Motu Proprio 'Summorum Pontificum', l'indicazione generale già contenuta nel Motu Proprio 'Ecclesia Dei' circa la possibilità di usare il 'Missale Romanum' del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate".

  "4.    Nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale, ho voluto rimettere la scomunica ai quattro Vescovi ordinati illecitamente da Monsignor Lefebvre. Con tale decisione, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l'apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la 'Fraternità San Pio X' a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa. Come ho spiegato nella Lettera ai Vescovi cattolici del 10 marzo scorso, la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell'ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero".

   "5.    Proprio perché i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale, ho deciso  - a ventuno anni dal Motu Proprio 'Ecclesia Dei', e conformemente a quanto mi ero riservato di fare - di ripensare la struttura della Commissione 'Ecclesia Dei', collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede".

   "6.    La Pontificia Commissione 'Ecclesia Dei' avrà, pertanto, la seguente configurazione:
Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
La Commissione ha una propria tabella organica composta dal Segretario e da Officiali.
Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice".

  "7.    Con questa decisione ho voluto, in particolare, mostrare paterna sollecitudine verso la 'Fraternità San Pio X' al fine di ritrovare la piena comunione con la Chiesa".

  "Rivolgo a tutti un pressante invito a pregare senza sosta il Signore, per l'intercessione della Beata Vergine Maria, 'ut unum sint'".

  "Dato a Roma, presso San Pietro, il 2 luglio 2009, anno quinto del Nostro Pontificato".
BXVI-MP/.../ECCLESIAE UNITATEM                   VIS 20090708 (710)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Sacerdote Celso Antônio Marchiori, Vescovo di Apucarana (superficie: 8.655; popolazione: 489.000; cattolici: 370.231; sacerdoti: 77; religiosi: 61; diaconi permanenti: 70), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1958 a Campo Largo (Brasile), ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1988. Finora Parroco della Parrocchia Santissimo Sacramento nell'Arcidiocesi di Curitiba (Brasile), succede al Vescovo Luiz Vicente Bernetti, O.A.D., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Jean-Paul James, Vescovo di Nantes (superficie: 6.979; popolazione: 1.245.000; cattolici: 1.141.000; sacerdoti: 491; religiosi: 1.241; diaconi permanenti: 41), Francia. Finora Vescovo di Beauvais (Francia), il Vescovo James succede al Vescovo Georges Soubrier, P.S.S., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che succede al Cardinale Dario Castrillón Hoyos, ringraziato dal Papa giunto al termine del suo servizio come Presidente della medesima Pontificia Commissione.

- Ha nominato il Monsignor Guido Pozzo Segretario della Pontificio Commissione "Ecclesia Dei", finora Segretario Aggiunto della Commissione Teologica Internazionale e Aiutante di Studio della Congregazione per la Dottrina della Fede.
NER:RE:NA/.../...                                   VIS 20090708 (230)

martedì 7 luglio 2009

BENEDETTO XVI RICEVE PRIMO MINISTRO DEL GIAPPONE


CITTA' DEL VATICANO, 7 LUG. 2009 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico nella tarda mattinata di oggi il seguente Comunicato:

  "Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Primo Ministro del Giappone, Sua Eccellenza il Signor Taro Aso. Successivamente, il Primo Ministro si è incontrato con il Segretario di Stato, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, accompagnato da Sua Eccellenza Monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati".

  "I cordiali colloqui hanno permesso di toccare alcuni temi dell'attualità internazionale, con particolare riferimento alla crisi economica e all'impegno del Giappone e della Santa Sede per l'Africa".

  "Sul piano bilaterale si sono evocate le buone relazioni esistenti tra il Giappone e la Santa Sede, nonché l'intesa e la cooperazione tra la Chiesa e lo Stato".
OP/UDIENZA PRIMO MINISTRO/GIAPPONE                   VIS 20090707 (140)

UNA NUOVA ENCICLICA SOCIALE


CITTA' DEL VATICANO, 7 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la presentazione della Enciclica di Papa Benedetto XVI, "Caritas in veritate". Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consilio "Cor Unum"; l'Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, Vescovo eletto di Trieste (Italia) e finora Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ed il Professor Stefano Zamagni, Professore di Economia Politica presso l'Università di Bologna (Italia) e Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

   Il Cardinale Martino ha evidenziato la necessità di una nuova Enciclica sociale a venti anni dalla "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II ed ha passato in rassegna i mutamenti che ci sono verificati negli ultimi decenni.

  "Le ideologie politiche" - ha detto il Cardinale Martino - "che avevano caratterizzato l'epoca precedente al 1989, sembrano aver perso di virulenza, sostituite però dalla nuova ideologia della tecnica. (...) Un secondo elemento distingue l'epoca attuale da quella di venti anni fa: l'accentuazione dei fenomeni di globalizzazione determinati, da un lato, dalla fine dei blocchi contrapposti e, dall'altro, dalla rete informatica e telematica mondiale. (...) Un terzo elemento di cambiamento riguarda le religioni" che "sono tornate alla ribalta della scena pubblica mondiale". Un quarto cambiamento riguarda "L'emergenza di alcuni grandi Paesi da una situazione di arretratezza che sta mutando notevolmente gli equilibri geopolitici mondiali. (...) Torna qui, impellente, il problema della 'governance' internazionale".

  "Queste quattro grandi novità (...) basterebbero da sole a motivare la scrittura di una nuova enciclica sociale" - ha affermato il Porporato - "All'origine della 'Caritas in veritate' c'è, però, un altro motivo che non vorrei venisse dimenticato. Inizialmente la 'Caritas in veritate' era stata pensata dal Santo Padre come una commemorazione dei 40 anni della 'Populorum progressio' di Paolo VI. (...) Il tema della 'Caritas in veritate' non è lo 'sviluppo dei popoli', ma lo 'sviluppo integrale' (...). Si può dire, quindi, che la prospettiva della 'Populorum progressio' venga allargata".

  "La 'Caritas in veritate' dimostra con chiarezza non solo che il pontificato di Paolo VI non ha rappresentato nessun 'arretramento' nei confronti della Dottrina sociale della Chiesa, (...) ma che questo Papa ha contribuito in modo significativo ad impostare la visione della Dottrina sociale della Chiesa sulla scia della 'Gaudium et spes' e della tradizione precedente ed ha costituito le basi, sui cui si è poi potuto inserire Giovanni Paolo II".

  L'Arcivescovo Crepaldi ha indicato le nuove questioni trattate dall'Enciclica. "I due fondamentali diritti alla vita e alla libertà religiosa trovano per la prima volta una esplicita e corposa collocazione in una enciclica sociale" e "sono organicamente collegati con il tema dello sviluppo. (...) Nella 'Caritas in veritate' la cosiddetta 'questione antropologica' diventa a pieno titolo 'questione sociale'".

  "Ci sono nella'Caritas in veritate' due altre tematiche nuove. La prima è quella dell'ambiente" in cui "la 'Caritas in veritate' propone una impostazione in termini di precedenza del ricevere sul fare: da una natura come deposito di risorse materiali alla natura vista come parola creata. Non semplici cose, ma l'affidamento all'uomo di un compito per il bene di tutti. (...) L'altro tema nuovo dell'enciclica è l'ampia trattazione del problema della tecnica (...). E' la prima volta che un'enciclica affronta in modo così organico questo tema. (...) Il riferimento continuo alla Verità e all'Amore infonde alla 'Caritas in veritate' una grande libertà di pensiero con cui l'enciclica toglie di mezzo tutte le ideologie che purtroppo gravano ancora sullo sviluppo".

  "La prima enciclica 'Deus caritas est'" - ha detto il Cardinale Cordes - "sulla teologia della carità, conteneva indicazioni sulla dottrina sociale. Ora siamo di fronte ad un testo dedicato interamente a questa materia".

  "La dottrina sociale della Chiesa è un elemento dell'evangelizzazione" - ha sottolineato il Cardinale affermando che: "Non possiamo leggere la dottrina sociale fuori dal contesto del Vangelo e del suo annuncio" perché essa "nasce e si interpreta alla luce della rivelazione".

  Il Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum" ha affermato inoltre che: "Il cuore della dottrina sociale resta l'uomo" e si è posto i seguente interrogativi: "La questione antropologica implica che si deve rispondere ad una domanda centrale: quale uomo vogliamo promuovere? (...) Può una civiltà sopravvivere senza riferimenti fondanti, senza sguardo all'eternità, negando all'uomo una risposta ai suoi interrogativi più profondi? Può esserci vero sviluppo senza Dio?".

  Infine riferendosi al concetto di progresso, il Cardinale Cordes ha sottolineato che l'Enciclica, oltre ad unificare le due dimensioni della promozione umana e dell'annuncio della fede, introduce un ulteriore elemento nel concetto di progresso: la speranza", alla quale Papa Benedetto XVI ha dedicato la seconda Enciclica "Spe salvi".

  Il Professor Zamagni ha commentato che l'Enciclica prende posizione "a favore di quella concezione del mercato, tipica dell'economia civile, secondo cui si può vivere l'esperienza della socialità umana all'interno di una normale vita economica e non già al di fuori di essa o a lato di essa".

  "Tre i principali fattori strutturali della crisi" - ha spiegato il Professor Zamagni - "Il primo concerne il mutamento radicale nel rapporto tra finanza e produzione di beni e servizi che si è venuto a consolidare nel corso dell'ultimo trentennio. (...) Il secondo fattore è la diffusione a livello di cultura popolare dell'ethos dell'efficienza come criterio ultimo di giudizio e di giustificazione della realtà economica. (...) La terza causa remota ha a che vedere con le specificità della matrice culturale che si è andata consolidando negli ultimi decenni sull'onda, da un lato, del processo di globalizzazione e, dall'altro, dall'avvento della terza rivoluzione industriale, quella delle tecnologia infotelematiche".
OP/PRESENTAZIONE CARITAS IN VERITATE/...               VIS 20090707 (930)

SINTESI LETTERA ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE"


CITTA' DEL VATICANO, 7 LUG. 2009 (VIS). Di seguito riportiamo una Sintesi, a cura della Sala Stampa della Santa Sede, della nuova Lettera Enciclica di Papa Benedetto XVI "Caritas in veritate", sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità.

  L'Enciclica, resa pubblica questa mattina, porta la data del 29 giugno 2009, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli, e si compone di una Introduzione, sei capitoli ed una Conclusione.

  "Nell'Introduzione" - si legge nella Sintesi - il Papa ricorda che "la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa". Dato "il rischio di fraintenderla, e di estrometterla dal vissuto etico", il Papa avverte che: "Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali".

  "Lo sviluppo ha bisogno della verità " - scrive Benedetto XVI e si sofferma su due "criteri orientativi dell'azione morale": la giustizia e il bene comune. Ogni cristiano è chiamato alla carità anche attraverso una 'via istituzionale' che incida nella vita della 'polis', del vivere sociale".

  Il Primo Capitolo del documento tratta de "Il Messaggio della "Populorum Progressio" di Papa Paolo VI che ribadì "l'imprescindibile importanza del Vangelo per la costruzione della società secondo libertà e giustizia". "La fede cristiana - scrive Papa Benedetto XVI - "si occupa dello sviluppo non contando su privilegi o su posizioni di potere (...) ma solo su Cristo". Il Pontefice evidenzia che "le cause del sottosviluppo non sono primariamente di ordine materiale". Sono innanzitutto nella volontà, nel pensiero e ancor più "nella mancanza di fraternità tra gli uomini e i popoli".

  "Lo sviluppo umano nel nostro tempo" è il tema del Secondo Capitolo. L'esclusivo obiettivo del profitto "senza il bene comune come fine ultimo" - osserva Benedetto XVI  - "rischia di distruggere ricchezza e creare povertà". Ed enumera alcune distorsioni dello sviluppo: un'attività finanziaria "per lo più speculativa", i flussi migratori "spesso solo provocati" e poi mal gestiti e, ancora, "lo sfruttamento sregolato delle risorse della terra". Dinnanzi a tali problemi interconnessi, il Papa invoca "una nuova sintesi umanistica", constatando che: "Lo sviluppo è oggi 'policentrico'. (...) Cresce la ricchezza mondiale in termini assoluti, ma aumentano le disparità e nascono nuove povertà".

  "Sul piano culturale" - prosegue il Pontefice - "le possibilità di interazioni aprono nuove prospettive di dialogo, ma vi è un duplice pericolo". In primo luogo, un "eclettismo culturale" in cui le culture vengono "considerate sostanzialmente equivalenti". Il pericolo opposto è "l'appiattimento culturale", "l'omologazione degli stili di vita". Benedetto XVI rivolge così il pensiero allo "scandalo della fame" ed auspica "un'equa riforma agraria nei Paesi in via di Sviluppo".

  Benedetto XVI tiene a sottolineare che il rispetto per la vita "non può in alcun modo essere disgiunto" dallo sviluppo dei popoli ed avverte che "Quando una società s'avvia verso la negazione e la soppressione della vita finisce per non trovare più" motivazioni ed energie "per adoperarsi a servizio del vero bene dell'uomo".

  Un altro aspetto legato allo sviluppo è il "diritto alla libertà religiosa. Le violenze, scrive il Papa, "frenano lo sviluppo autentico", ciò "si applica specialmente al terrorismo a sfondo fondamentalista".

  "Fraternità, sviluppo economico e società civile" è il tema del Terzo Capitolo dell'Enciclica, che si apre con un elogio dell'esperienza del dono, spesso non riconosciuta "a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell'esistenza. (...) Lo sviluppo (...) se vuole essere autenticamente umano", deve invece "fare spazio al principio di gratuità". Ciò vale in particolare per il mercato. La logica mercantile va "finalizzata al perseguimento del bene comune di cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica".

  Riprendendo l'Enciclica "Centesimus Annus", Benedetto XVI indica la "necessità di un sistema a tre soggetti": mercato, Stato e società civile e incoraggia una "civilizzazione dell'economia". Servono "forme economiche solidali". Mercato e politica necessitano "di persone aperte al dono reciproco".
 
  Il capitolo si chiude con una nuova valutazione del fenomeno globalizzazione, da non intendere solo come "processo socio-economico". (...) Alla globalizzazione serve "un orientamento culturale personalista e comunitario, aperto alla trascendenza" capace di "correggerne le disfunzioni".

  Nel Quarto Capitolo, l'Enciclica sviluppa il tema dello "Sviluppo dei popoli, diritti e doveri, ambiente". Governi e organismi internazionali non possono dimenticare "l'oggettività e l'indisponibilità" dei diritti. Al riguardo, si sofferma sulle "problematiche connesse con la crescita demografica".

  Benedetto XVI riafferma che la sessualità non si può "ridurre a mero fatto edonistico e ludico". Gli Stati, scrive, "sono chiamati a varare politiche che promuovano la centralità della famiglia".
 
  "L'economia - ribadisce ancora il Pontefice - ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi bensì di un'etica amica della persona". La stessa centralità della persona, afferma, deve essere il principio guida "negli interventi per lo sviluppo" della cooperazione internazionale.  "Gli organismi internazionali - esorta il Papa - dovrebbero interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici", "spesso troppo costosi".

  Infine negli ultimi capitoli il Papa si sofferma sulle problematiche energetiche. "L'accaparramento delle risorse" da parte di Stati e gruppi di potere, denuncia il Pontefice, costituisce "un grave impedimento per lo sviluppo dei Paesi poveri". (...) "Le società tecnologicamente avanzate - aggiunge - possono e devono diminuire il proprio fabbisogno energetico", mentre deve "avanzare la ricerca di energie alternative".

  "La collaborazione della famiglia umana" è il cuore del quinto capitolo, in cui Benedetto XVI evidenzia che "lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal riconoscimento di essere una sola famiglia". D'altronde, si legge, la religione cristiana può contribuire allo sviluppo "solo se Dio trova un posto anche nella sfera pubblica".

  Il Papa fa quindi riferimento al "principio di sussidiarietà", che offre un aiuto alla persona "attraverso l'autonomia dei corpi intermedi". La sussidiarietà, spiega, "è l'antidoto più efficace contro ogni forma di assistenzialismo paternalista" ed è adatta ad umanizzare la globalizzazione.

  Benedetto XVI esorta poi gli Stati ricchi a "destinare maggiori quote" del Prodotto Interno Lordo per lo sviluppo, rispettando gli impegni presi. Ed auspica un maggiore accesso all'educazione e ancor più alla "formazione completa della persona" rilevando che, cedendo al relativismo, si diventa più poveri. Un esempio, scrive, ci è offerto dal fenomeno perverso del turismo sessuale. "E' doloroso constatare - osserva - che ciò si svolge spesso con l'avallo dei governi locali, con il silenzio di quelli da cui provengono i turisti e con la complicità di tanti operatori del settore".

  Il Papa affronta poi il fenomeno "epocale" delle migrazioni. (...). Ogni migrante, soggiunge, "è una persona umana" che "possiede diritti che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione".

  L'ultimo paragrafo del Capitolo il Pontefice lo dedica "all'urgenza della riforma" dell'O.N.U. e "dell'architettura economica e finanziaria internazionale". Urge "la presenza di una vera 'Autorità politica mondiale'" che si attenga "in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà". Un'Autorità, afferma, che goda di "potere effettivo".

  Il sesto ed ultimo capitolo è incentrato sul tema: "Lo sviluppo dei popoli e la tecnica". Il Papa mette in guardia dalla "pretesa prometeica" secondo cui "l'umanità ritiene di potersi ricreare avvalendosi dei 'prodigi' della tecnologia". La tecnica, è il suo monito, non può avere una "libertà assoluta".

  Campo primario "della lotta culturale tra l'assolutismo della tecnicità e la responsabilità morale dell'uomo è oggi quello della bioetica", spiega il Papa che aggiunge: "La ragione senza la fede è destinata a perdersi nell'illusione della propria onnipotenza". La questione sociale diventa "questione antropologica". La ricerca sugli embrioni, la clonazione, è il rammarico del Pontefice, "sono promosse dall'attuale cultura" che "crede di aver svelato ogni mistero". Il Papa paventa "una sistematica pianificazione eugenetica delle nascite".

  Nella Conclusione dell'Enciclica, il Papa sottolinea che lo sviluppo "ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera", di "amore e di perdono, di rinuncia a se stessi, di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace".
ENC/CARITAS IN VERITATE                         VIS 20090707 (1280)

lunedì 6 luglio 2009

PASTORALE VOCAZIONALE SIATE SEMINATORI FIDUCIA SPERANZA


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i 120 partecipanti al Congresso Vocazionale Europeo sulla pastorale vocazionale, che ha per tema: "Il Vangelo della vocazione per il giovane nella cultura europea", in corso in questi giorni a Roma. "La cura delle vocazioni" - ha ricordato il Papa - "costituisce per ogni diocesi una delle priorità pastorali, che assume ancor più valore nel contesto dell'Anno Sacerdotale appena iniziato".

  La parabola evangelica del seminatore è stata al centro dei lavori del Congresso. "Con abbondanza e gratuità, il Signore getta il seme della Parola di Dio" - ha commentato il Pontefice - "pur sapendo che esso potrà incontrare un terreno inadeguato, che non gli permetterà di maturare (...). Tuttavia, il seminatore non si scoraggia, perché sa che una parte di questo seme è destinata a trovare il 'terreno buono', cioè cuori ardenti e capaci di accogliere la Parola con disponibilità per farla maturare nella perseveranza e ridonarne con generosità il frutto a beneficio di molti".

  "L'immagine del terreno" - ha proseguito il Pontefice - "può evocare la realtà più o meno buona della famiglia; l'ambiente talvolta arido e duro del lavoro; i giorni della sofferenza e delle lacrime. La terra è soprattutto il cuore di ogni uomo, in particolare dei giovani (...): un cuore spesso confuso e disorientato, eppure capace di contenere in sé impensate energie di donazione; pronto ad aprirsi nelle gemme di una vita spesa per amore di Gesù, capace di seguirlo con la totalità e la certezza che viene dall'avere trovato il più grande tesoro dell'esistenza".

  "A seminare nel cuore dell'uomo è sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell'accompagnare e dell'educare, del formare e del discernere" - ha affermato il Papa, sottolineando che: "Come Cristo, il sacerdote e l'animatore devono essere un 'chicco di grano', che rinuncia a se stesso per fare la volontà del Padre; che sa vivere nascosto dal clamore e dal rumore; che rinuncia alla ricerca di quella visibilità e grandezza d'immagine che oggi spesso diventano criteri e addirittura scopi di vita in tante parte della nostra cultura, ed affascinano molti giovani".

  "Siate seminatori di fiducia e di speranza" - ha esortato il Santo Padre - "E' infatti profondo il senso di smarrimento che spesso vive la gioventù di oggi. Non di rado le parole umane sono prive di futuro e di prospettiva, prive anche di senso e di sapienza. Si diffonde un atteggiamento di impazienza frenetica e una incapacità a vivere il tempo dell'attesa. Eppure, questa può essere l'ora di Dio: la sua chiamata, mediata dalla forza e dall'efficacia della Parola, genera un cammino di speranza verso la pienezza della vita".

  Infine, ricordando il Santo Curato d'Ars, Giovanni Maria Vianney, "che ha dedicato la sua vita alla guida spirituale delle persone, con umiltà e semplicità, 'gustando e vedendo' la bontà di Dio nelle situazioni ordinarie", il Santo Padre ha affermato: "L'Anno Sacerdotale offre pertanto una bella opportunità per ritrovare il senso profondo della pastorale vocazionale, come pure le sue scelte fondamentali di metodo: la testimonianza, semplice e credibile; la comunione, con itinerari concertati e condivisi nella Chiesa particolare; la quotidianità, che educa a seguire il Signore nella vita di tutti i giorni; l'ascolto, guidato dallo Spirito Santo, per orientare i giovani nella ricerca di Dio e della vera felicità, e infine la verità, che sola può generare libertà interiore".
AC/PASTORALE VOCAZIONALE/...                       VIS 20090706 (580)

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO MORTE PADRE BORGOMEO, S.I.


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS). A nome del Santo Padre Benedetto XVI, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre Adolfo Nicolás Pachón, per la morte, il 2 luglio scorso, del Padre Pasquale Borgomeo, S.I.

  Questa mattina, Padre Federico Lombardi, S.I., attuale Direttore Generale della Radio Vaticana ha letto nel corso delle Esequie, il telegramma nel quale Benedetto XVI ricorda il: "Padre Pasquale Borgomeo per tanti anni fedele collaboratore della Santa Sede specialmente come apprezzato Direttore Generale della Radio Vaticana".

  "Il Sommo Pontefice" - si legge ancora nel telegramma - "desidera esprimere sentite condoglianze ai familiari e alla Compagnia di Gesù colpiti dalla sua scomparsa, e, mentre ne ricorda con animo grato la generosa e competente opera al servizio delle comunicazioni sociali, affida la sua anima alla materna intercessione della Vergine Santa e, di cuore invia ai congiunti e ai confratelli e fedeli riuniti in celebrazione del suo suffragio, la confortatrice Benedizione Apostolica".
TGR/MORTE PADRE BORGOMEO/LOMBARDI               VIS 20090706 (170)

AFFRONTARE UNITI SFIDE DECISIVE DESTINO UMANITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato una Lettera all'Onorevole Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano, in occasione della riunione dei Capi di Stato e di Governo del Gruppo dei Paesi più Industrializzati (G8), che si svolgerà a L'Aquila nei giorni 8-9 e 10 luglio.

  "In preparazione al Grande Giubileo del 2000, su impulso di Giovanni Paolo II, la Santa Sede ebbe a prestare grande attenzione ai lavori del G8" - scrive Benedetto XVI - "Il mio venerato Predecessore era infatti persuaso che la liberazione dei Paesi più poveri dal fardello del debito e, più in generale, lo sradicamento delle cause della povertà estrema nel mondo dipendevano dalla piena assunzione delle responsabilità solidali nei confronti di tutta l'umanità, che hanno i Governi e gli Stati economicamente più avanzati".

  Tuttavia, nonostante l'obiettivo fissato dalla Comunità internazionale alla soglia del terzo millennio fosse di sconfiggere la povertà estrema entro il 2015, il Papa spiega che: "Purtroppo, la crisi finanziaria ed economica, che investe l'intero Pianeta dall'inizio del 2008, ha mutato il panorama, cosicché è reale il rischio non solo che si spengano le speranze di uscire dalla povertà estrema, ma che anzi cadano nella miseria pure popolazioni finora beneficiarie di un minimo benessere materiale".

  "E pertanto, con la stessa forza con cui Giovanni Paolo II chiese il condono del debito estero, vorrei anch'io fare appello ai Paesi membri del G8, agli altri Stati rappresentati e ai Governi del mondo intero, affinché l'aiuto allo sviluppo, soprattutto quello rivolto a 'valorizzare' la 'risorsa umana', sia mantenuto e potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perché di essa è una delle principali vie di soluzione".

  "Il tema dell'accesso all'educazione è intimamente connesso all'efficacia della cooperazione internazionale" - ribadisce il Pontefice - "L'educazione è condizione indispensabile per il funzionamento della democrazia, per la lotta contro la corruzione, per l'esercizio dei diritti politici, economici e sociali e per la ripresa effettiva di tutti gli Stati, poveri e ricchi. Ed applicando rettamente il principio della sussidiarietà, il sostegno allo sviluppo non può non tener conto della capillare azione educatrice che svolgono la Chiesa cattolica e altre Confessioni religiose nelle regioni più povere e abbandonate del Globo".

  "Agli illustri partecipanti all'incontro del G8, mi preme altresì" - scrive il Pontefice - "ricordare che la misura dell'efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica. Occorre cioè tener presenti le concrete esigenze umane e familiari: mi riferisco, ad esempio, all'effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia, e di assolvere alla primaria responsabilità che hanno nell'educare i figli e nell'essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte".

 "E' doveroso riformare l'architettura finanziaria internazionale per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali, evitando la speculazione creditizia e garantendo un'ampia disponibilità internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni più disagiati".

  "La legittimazione etica degli impegni politici del G8 esigerà naturalmente che essi siano confrontati con il pensiero e le necessità di tutta la Comunità Internazionale" - sottolinea il Papa - "A tal fine, appare importante rafforzare il multilateralismo, non solo per le questioni economiche, ma per l'intero spettro delle tematiche riguardanti la pace, la sicurezza mondiale, il disarmo, la salute, la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali per le generazioni presenti e future".

  "Si ascolti pertanto la voce dell'Africa" - esorta il Pontefice - "e dei Paesi meno sviluppati economicamente! Si ricerchino modi efficaci per collegare le decisioni dei vari raggruppamenti dei Paesi, compreso il G8, all'Assemblea delle Nazioni Unite, dove ogni Nazione, quale che sia il suo peso politico ed economico, può legittimamente esprimersi in una situazione di uguaglianza con le altre".

  "Vorrei infine aggiungere" - conclude il Pontefice - "che è quanto mai significativa la scelta del Governo italiano di ospitare il G8 nella città del L'Aquila (...) Siamo stati tutti testimoni della generosa solidarietà del Popolo italiano e di altre Nazioni. Questa mobilitazione solidale potrebbe costituire un invito per i membri del G8 e per i Governi e i Popoli del mondo ad affrontare uniti le attuali sfide che pongono improrogabilmente l'umanità di fronte a scelte decisive per il destino stesso dell'uomo, intimamente connesso con quello del creato".
BXVI-LETTERA/VERTICE G-8/BERLUSCONI                   VIS 20090706 (720)

BILANCIO SANTA SEDE 2008: DEFICIT DI UN MILIONE DI EURO


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS). Dal 1° al 3 luglio si è svolta in Vaticano la 43ª Riunione del Consiglio di Cardinali per lo Studio dei Problemi Organizzativi ed Economici della Santa Sede, presieduta dal Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.

  In un Comunicato, reso pubblico nel pomeriggio di oggi, si rende noto che il Bilancio Consuntivo Consolidato della Santa Sede per l'esercizio 2008, presentato ai Cardinali dall'Arcivescovo Velasio De Paolis, C.S., Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, registra entrate per  € 253.953.869 e uscite per  € 254.865.383, con un disavanzo di esercizio di € 911.514.

  Le uscite sono da attribuirsi per la maggior parte alle spese ordinarie e straordinarie dei Dicasteri e Organismi della Santa Sede, nei quali prestano il loro servizio complessivamente 2.732 persone, di cui 761 ecclesiastici, 334 religiosi e 1.637 laici.

   Il Bilancio Consuntivo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano per il 2008 ha chiuso con un disavanzo contenuto in € 15.313.124. Nello Stato della Città del Vaticano prestano servizio 1.894 persone.

  "Nel periodo in esame, il Governatorato" - si legge nel Comunicato - "di concerto con la Santa Sede, ha avviato lo studio di una infrastruttura di comunicazione integrata che comprende i servizi di telefonia ed internet. È stato inoltre realizzato il primo impianto fotovoltaico sulla struttura dell'Aula Paolo VI. In continuità con l'impegno degli scorsi anni, ha provveduto alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico, con particolare riguardo ai Musei Vaticani, ampliando anche le aree espositive e gli orari di visita. Notevole è stato l'impegno economico e finanziario sostenuto per la tutela, valorizzazione e restauro del patrimonio artistico della Santa Sede: il restauro della Cappella Paolina, interventi alle Basiliche Papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore".

  Infine è stato presentato il bilancio dell'Obolo di San Pietro, costituito dall'insieme delle offerte che pervengono al Santo Padre dalle Chiese particolari, soprattutto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, dagli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, da Fondazioni e da singoli fedeli. Nel 2008 1'Obolo è ammontato complessivamente a 54.387.714 Euro. Rispetto all'anno precedente, pur a fronte di un incremento dei donativi si è avuta una lieve flessione, dovuta anche alla generale situazione economica.
OP/BILANCIO SANTA SEDE 2008/DE PAOLIS                   VIS 20090706 (390)

BENEDETTO XVI RIAPRE AL CULTO LA CAPPELLA PAOLINA


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS).  Questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei Vespri in occasione della riapertura della Cappella Paolina del Palazzo Apostolico Vaticano,  al termine dei lavori di restauro. Voluta dal Papa Paolo III, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, Principi degli Apostoli e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane, la Cappella Paolina è ornata da due grandi affreschi di  Michelangelo "La conversione di Paolo" e "La crocifissione di Pietro".

  "Lo sguardo è attratto innanzitutto dal volto dei due Apostoli" - ha detto il Papa nell'omelia. - "E' evidente, già dalla loro posizione, che questi due volti giocano un ruolo centrale nel messaggio iconografico della Cappella. (...) Anzitutto, soffermiamoci su Paolo: perché è rappresentato con un volto così anziano? (...) La scelta dell'artista ci porta già fuori dal puro realismo, ci fa andare oltre la semplice narrazione degli eventi per introdurci ad un livello più profondo. (...) Esprime la maturità dell'uomo interiormente illuminato da Cristo Signore (...). La grazia e la pace di Dio hanno avvolto Saulo, lo hanno conquistato e trasformato interiormente".

  "La figura di Pietro comunica un sorprendente vigore fisico. Il viso, specialmente la fronte e gli occhi, sembrano esprimere lo stato d'animo dell'uomo di fronte alla morte e al male: c'è come uno smarrimento, uno sguardo acuto, proteso, quasi a cercare qualcosa o qualcuno, nell'ora finale. (...) I due volti, su cui si è soffermato il nostro sguardo, stanno l'uno di fronte all'altro. (...) E' come se Pietro, nell'ora della prova suprema, cercasse quella luce che ha donato la vera fede a Paolo. Ecco allora che in questo senso le due icone possono diventare i due atti di un unico dramma: il dramma del Mistero pasquale: Croce e Risurrezione, morte e vita, peccato e grazia".

  "Per chi viene a pregare in questa Cappella, e prima di tutto per il Papa, Pietro e Paolo diventano maestri di fede. Con la loro testimonianza invitano ad andare in profondità, a meditare in silenzio il mistero della Croce, che accompagna la Chiesa fino alla fine dei tempi, e ad accogliere la luce della fede, grazie alla quale la Comunità apostolica può estendere fino ai confini della terra l'azione missionaria ed evangelizzatrice che le ha affidato Cristo risorto".

  "Qui" - ha detto il Papa - "non si fanno solenni celebrazioni con il popolo. Qui il Successore di Pietro e i suoi collaboratori meditano in silenzio e adorano il Cristo vivente, presente specialmente nel santissimo Sacramento dell'Eucaristia, (...) il sacramento in cui si concentra tutta l'opera della Redenzione: in Gesù Eucaristia possiamo contemplare la trasformazione della morte in vita, della violenza in amore".

  "Cari amici, al termine di questa breve meditazione" - ha detto Papa Benedetto XVI - "vorrei ringraziare quanti hanno cooperato affinché noi potessimo nuovamente godere di questo luogo sacro completamente restaurato": i Musei Vaticani, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e i mecenati cattolici dell'Associazione americana "Patrons of the Arts".
HML/PIETRO:PAOLO/CAPPELLA PAOLINA                   VIS 20090706 (500)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 4 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste, (superficie: 134; popolazione: 243.900; cattolici: 220.000; sacerdoti: 144; religiosi: 189; diaconi permanenti: 19) Italia, con il titolo di Arcivescovo "ad personam". L'Arcivescovo eletto è nato a Pettorazza Grimani (Italia) nel 1947, è stato ordinato sacerdote nel 1971 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 2001. Finora Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, succede al Vescovo Eugenio Ravignani, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato Consultori della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli: l'Arcivescovo-Vescovo Henryk Hoser, S.A.C., di Warszawa-Praga (Polonia); il Vescovo Paul Hinder, O.F.M.Cap., Vicario Apostolico d'Arabia (Emirati Arabi Uniti); il Sacerdote Cataldo Zuccaro, Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana, Roma; il Padre Heinz Wilhelm Steckling, O.M.I., Superiore Generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.

- Ha nominato il Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Köln, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del XII centenario della morte di San Ludgerus, primo Vescovo di Münster e "Apostolo dei Sassoni e dei Frisoni", che avranno luogo a Werden an der Ruhr (Diocesi di Essen, Germania), il 6 settembre 2009.

- Ha nominato il Monsignore Juan Miguel Ferrer Grenesche, Secondo Sotto-Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, finora Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Toledo (Spagna).
NER:RE:NA/.../...                                   VIS 20090706 (240)

DEVOZIONE SANGUE DI CRISTO, CONDANNA ATTENTATO FILIPPINE


CITTA' DEL VATICANO, 5 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina, prima della recita dell'Angelus, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato che: "In passato la prima domenica di luglio si caratterizzava per la devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo. Alcuni miei venerati Predecessori nel secolo scorso la confermarono, e il beato Giovanni XXIII, con la Lettera Apostolica 'Inde a primis' (30 giugno 1960), ne spiegò il significato e ne approvò le Litanie".

  "Il tema del sangue, legato a quello dell'Agnello pasquale" - ha spiegato il Papa ai fedeli convenuti in Piazza San Pietro, - "è di primaria importanza nella Sacra Scrittura. (...) A questa formula si rifà esplicitamente Gesù nell'Ultima Cena, quando, offrendo il calice ai discepoli, dice: 'Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati'".

  "Cari fratelli, sta scritto nella 'Genesi' che il sangue di Abele, ucciso dal fratello Caino, grida a Dio dalla terra. E purtroppo, oggi come ieri, questo grido non cessa, perché continua a scorrere sangue umano a causa della violenza, dell'ingiustizia e dell'odio. Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Al grido per il sangue versato, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo Figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito".

  "Il sangue di Cristo è il pegno dell'amore fedele di Dio per l'umanità. Fissando le piaghe del Crocifisso, ogni uomo, anche in condizioni di estrema miseria morale, può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me; e così ritrovare speranza".

  Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato la tragedia di Viareggio, nella quale hanno perso la vita 22 persone e numerosi sono stati i feriti. "Mi unisco al dolore di quanti hanno perduto persone care, sono rimasti feriti o hanno subito danni materiali anche gravi. Mentre elevo la mia accorata preghiera a Dio per tutte le persone coinvolte nella tragedia, auspico che simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana".

  "Esprimo inoltre la mia profonda deplorazione per l'attentato compiuto stamani a Cotabato nelle Filippine, dove l'esplosione di una bomba davanti alla Cattedrale, durante la celebrazione della Messa domenicale, ha causato alcuni morti e numerosi feriti, tra cui vi sono donne e bambini. Mentre prego Dio per le vittime dell' ignobile gesto, elevo la mia voce per condannare ancora una volta il ricorso alla violenza, che non costituisce mai una via degna alla soluzione dei problemi esistenti".
ANG/SANGUE CRISTO:VIAREGGIO:COTABATO/...               VIS 20090706 (460)

HAÏTI: PROTEZIONE AMBIENTE ED EDUCAZIONE GIOVANI


CITTA' DEL VATICANO, 6 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina il Signor Carl-Henri Guiteau, Inviato Straordinario e Plenipotenziario di Haïti presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Il Papa ha ricordato nel suo discorso le catastrofe naturali degli ultimi mesi che hanno provocato ingenti danni in tutto il Paese ed ha sottolineato che: "La vulnerabilità del Paese alle intemperie che lo colpiscono regolarmente ha condotto ad una maggiore consapevolezza della necessità di prendersi cura della Creazione".

  "La protezione dell'ambiente è una sfida per tutti, poiché si tratta di difendere e di valorizzare un bene collettivo, destinato a tutti, responsabilità che deve dunque motivare le presenti generazioni a preoccuparsi delle generazioni future. Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse della creazione e le sue conseguenze, che molto spesso colpiscono gravemente la vita dei più poveri, non si potranno  affrontate efficacemente se non con scelte politiche ed economiche conformi alla dignità umana e ad una effettiva cooperazione internazionale".

  "Nel suo Paese non mancano i segnali di speranza" - ha detto il Papa al diplomatico - "Incoraggio vivamente gli sforzi di tutti coloro che nel Paese contribuiscono a sviluppare la protezione della vita e a ridare all'istituzione familiare tutta la sua importanza, ritrovando in particolare il valore del matrimonio nella vita sociale".

  "E' indispensabile fornire una vero sostegno alle famiglie che sono nel bisogno e assicurare una protezione efficace alle donne e ai bambini che sono vittime della violenza, dell'abbandono e dell'ingiustizia".

  "L'educazione dei giovani è anche una priorità per il futuro della Nazione. Questo compito è importante e urgente per sviluppare la qualità della vita umana, a livello individuale e sociale. In effetti, alla radice della povertà si trovano spesso diverse forme di privazione culturale. In tale ambito la Chiesa cattolica apporta un notevole contributo, con le sue numerose istituzioni educative e la sua presenza nelle regioni rurali e in quelle più sperdute. (...) Mi rallegro nell'apprendere" - ha detto il Papa - "che queste istituzioni sono apprezzate dalle Autorità e dalle popolazioni".

  Infine, rivolgendosi alla comunità cattolica di Haïti, il Santo Padre ha avuto parole di esortazione dicendo: "La incoraggio a continuare il suo servizio alla società di Haïti riservando sempre attenzione alle necessità dei più poveri e ricercando con tutti l'unità della Nazione, nella fraternità e nella solidarietà. Così essa è un autentico segno di speranza per tutto il popolo di Haïti".
CD/CREDENZIALI/HAÏTI:GUITEAU                       VIS 20090706 (410)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 6 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

- Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli (Italia).

- Il Signor Luis Miguel Leitao Ritto, Capo Delegazione della Commissione delle Comunità Europee presso la Santa Sede, in visita di congedo.

- Il Signor Acisclo Valladares Molina, Ambasciatore del Guatemala, in visita di congedo.

  Sabato 4 luglio il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:  

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Franc Rodé, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

- La Signora Monique Patricia Antoinette Frank, Ambasciatore dei Paesi Bassi, in visita di congedo.

- Il Signor Lawrence Edward Chewning Fábrega, Ambasciatore di Panamá, in visita di congedo.
AP/.../...                                               VIS 20090706 (160)

venerdì 3 luglio 2009

PROGRAMMA VIAGGIO APOSTOLICO REPUBBLICA CECA


CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il programma del Viaggio Apostolico del Santo Padre Benedetto XVI nella Repubblica Ceca (26-28 settembre 2009).

La partenza in aereo dall'aeroporto di Campino è prevista sabato 26 settembre, alle 9:20 e l'arrivo a Praga due ore dopo. Alle 12:30 il Papa si recherà alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria per venerare il "Bambino Gesù di Praga" e nel pomeriggio si recherà in visita di cortesia al Presidente della Repubblica nel Palazzo Presidenziale di Praga. Alle 17:00 Benedetto XVI incontrerà le Autorità politiche e civili ed il Corpo diplomatico. La giornata si concluderà alle 18:00 con la celebrazione dei Primi Vespri nella Cattedrale dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto di Praga dove il Santo Padre parlerà ai sacerdoti, ai religiosi, ai seminaristi e agli esponenti dei movimenti laicali.

Domenica 27 il Papa si trasferirà a Brno per celebrare la Santa Messa e recitare l'Angelus Domini all'aeroporto Tufany. Al rientro, nella Sala del Trono all'Arcivescovado di Praga, alle 17:15 è previsto un Incontro Ecumenico e, alle 18:00, nel Salone di Vladislav del Castello di Praga, un incontro con il mondo accademico.

Lunedì 29 Benedetto XVI si recherà in visita alla Chiesa di San Venceslao a Stara Boleslav ed alle 9:45 celebrerà la Santa Messa nelle Ricorrenza Liturgica di San Venceslao, Patrono della Nazione, alla Spianata sulla Via di Melnik a Stara Boleslav e rivolgerà un Messaggio ai giovani. Al suo rientro a Praga Benedetto XVI consumerà il pranzo con i Vescovi della Repubblica Ceca e con il Seguito Papale presso l'Arcivescovado. Infine si dirigerà all'aeroporto Stara Ruznye di Praga dove alla 17:45 salirà a bordo dell'aereo per Roma, dove l'arrivo è previsto alla 19:50.
OP/PROGRAMMA VIAGGIO PAPA/REPUBBLICA CECA VIS 20090703 (300)

PROMULGAZIONE DECRETI CONGREGAZIONE CAUSE DEI SANTI


CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto l'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e nel corso dell'Udienza ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

MIRACOLI

- Beata Candida Maria di Gesù Cipitria y Barriola (al secolo: Giovanna Giuseppa), Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù; spagnola, (1845-1912);

- Venerabile Servo di Dio Giovanni Enrico Newman, Cardinale e Fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra; inglese, (1801-1890);

- Venerabile Servo di Dio Angelo Paoli (al secolo: Francesco), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani dell'Antica Osservanza; italiano, (1642-1720);

- Venerabile Serva di Dio Maria Alfonsina Danil Ghattas (al secolo: Soultaneh Maria), Confondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Rosario di Gerusalemme; nata a Gerusalemme (1843-1927);

MARTIRIO

- del Servo di Dio Giuseppe Samsó i Elías, Sacerdote diocesano, Parroco ed Arciprete di Santa Maria de Mataró; spagnolo, nato nel 1887 e ucciso, in odio alla Fede, il 1° settembre 1936 durante la persecuzione religiosa in Spagna;

- dei Servi di Dio Teofilo Fernández de Legaria Goñi (al secolo: Beniamino), e IV Compagni, Sacerdoti professi della Congregazione dei Sacri Cuori (PICPUS), uccisi, in odio alla Fede, durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936;

- del Servo di Dio Giorgio Häfner, Sacerdote diocesano; tedesco, nato nel 1900 e ucciso, in odio alla Fede, nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 20 agosto 1942;
- del Servo di Dio Zoltán Ludovico Meszlényi, Vescovo titolare di Sinope e Vescovo Ausiliare di Esztergom in Ungheria; ungherese, nato nel 1892 e ucciso, in odio alla Fede, a Kistárcsa (Ungheria) il 4 marzo 1951.

VIRTÙ EROICHE

- del Servo di Dio Engelmar Unzeitig (al secolo: Uberto), Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari di Mariannhill; nato nella Moravia dell'Est nel 1911 e morto a Dachau (Germania) il 2 marzo 1945;

- della Serva di Dio Anna Maria Janer Anglarill, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell; spagnola, (1800-1885);

- della Serva di Dio Maria Serafina del Sacro Cuore di Gesù Micheli (al secolo: Clotilde), Fondatrice dell'Istituto delle Suore degli Angeli; nata a Imèr (Trento, allora Impero Austro-Ungarico) nel 1849 e morta a Faicchio (Italia) nel 1911;

- della Serva di Dio Teresa Manganiello, giovane laica, del Terz'Ordine di San Francesco; italiana, (1849-1876).
CCS/DECRETI CAUSE SANTI/AMATO                       VIS 20090703 (400)

RILIEVI MONITORAGGIO SARCOFAGO SAN PAOLO


CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura ed il Professor Ulderico Santamaria, Direttore del Laboratorio Scientifico dei Musei Vaticani, hanno illustrato questa mattina il monitoraggio effettuato sul sarcofago di San Paolo nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura.

  Il Cardinale Cordero ha affermato di aver proposto al Santo Padre, un paio di anni fa, di effettuare un'analisi sul sarcofago di San Paolo e Papa Benedetto XVI ha accettato la proposta, ma ha voluto attendere la fine dell'Anno Paolino per annunciare i risultati, così per un certo tempo è stato mantenuto il segreto.

  Relativamente agli aspetti tecnici, il Professor Santamaria, ha segnalato che è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. Inoltre, piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all'esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo. "Ciò sembra confermare" - ha detto il Papa il 28 giugno scorso, durante la cerimonia di chiusura dell'Anno Paolino - "l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione".

  Il Cardinale Corsero Lanza di Montezemolo ha annunciato che il Papa non esclude che si possa effettuare un'ulteriore e più dettagliata analisi del sarcofago di San Paolo, ma il Santo Padre non ha voluto che si effettuasse durante l'Anno Paolino perché per aprire il sarcofago occorre smontare l'Altare papale e il baldacchino di Arnolfo di Cambio, un'operazione piuttosto difficoltosa e molto delicata.
.../SARCOFAGO SAN PAOLO/CORDERO                   VIS 20090703 (300)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Québec (Canada).

- L'Arcivescovo Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

- Quindici Presuli della Conferenza Episcopale del Viêt Nam, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mân, Arcivescovo di Thành-Phô Hô Chí Minh, con gli Ausiliari Vescovo Joseph Vu Duy Thông ed il Vescovo Pierre Nguyên Van Kham.

    - Il Vescovo Michel Hoáng Dúc Oanh, di Kontum.

    - Il Vescovo Paul Nguyên Van Hòa, di Nha Trang, con il Coadiutore Vescovo Joseph Vô Dúc Minh.

-    Il Vescovo Thomas Nguyên Van Trâm, di Ba Ria.

    - Il Vescovo Pierre Nguyên Van Nhon, di Dà Lat,

    - Il Vescovo Joseph Trân Xuân Tiéu, di Long Xuyên.

    - Il Vescovo Paul Bùi Van Doc, di My Tho.

    - Il Vescovo Paul Nguyên Thanh Hoan, di Phan Thiêt.

-    Il Vescovo Pierre Trân Dinh Tu, di Phú Cuong.

-    Il Vescovo Thomas Nguyên van Tân, di Vinh Long.

-    Il Vescovo Dominique Nguyên Chu Trinh, di Xuân Lôc.

    - Il Vescovo Stephanus Tri Buu Thiên, Coadiutore di Cân Tho.
 AP:AL/.../...                                    VIS 20090703 (200)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 3 LUG. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Albert LeGatt, Arcivescovo Metropolita di Saint-Boniface (superficie: 38.000; popolazione: 436.000; cattolici: 119.000; sacerdoti: 115; religiosi: 356; diaconi permanenti: 18), Canada. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1953 a Melfort (Canada), è stato ordinato sacerdote nel 1983 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 2001. Finora Vescovo di Saskatoon (Canada), succede all'Arcivescovo Emilius Goulet, P.S.S., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha accolto la rinuncia del Cardinale Andrea Corsero Lanza di Montezemolo, presentata per raggiunti limiti d'età, all'incarico di Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura.

- Ha nominato l'Arcivescovo Francesco Monterisi, finora Segretario della Congregazione per i Vescovi, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura.

- Ha nominato l'Arcivescovo Manuel Monteiro de Castro, finora Nunzio Apostolico in Spagna e nel Principato di Andorra, Segretario della Congregazione per i Vescovi.

- Ha accolto la rinuncia del Cardinale Francesco Marchiano, presentata per raggiunti limiti d'età, all'incarico di Presidente della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti storici ed artistici della Santa Sede e di Presidente dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (U.L.S.A.).

- Ha nominato il Monsignore Giorgio Corbellini, Presidente della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti storici ed artistici della Santa Sede e  Presidente dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (U.L.S.A.), elevandolo in pari tempo alla dignità episcopale. Il Vescovo eletto è stato finora Vice Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
NER:RE:NA/.../...                                   VIS 20090703 (270)
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