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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 8 aprile 2013

NELLA CELEBRAZIONE DI INSEDIAMENTO SULLA CATTEDRA DI VESCOVO DI ROMA PAPA FRANCESCO PARLA DELLA PAZIENZA DI DIO

Città del Vaticano, 8 aprile 2013 (VIS). Alle 17:30 di ieri, domenica della Divina Misericordia, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in occasione dell'insediamento sulla Cattedra di Vescovo di Roma. Dopo l'insediamento sulla Cathedra romana, ha avuto luogo l'atto di obbedienza da parte di una rappresentanza della comunità ecclesiale di Roma. Mentre nel corso della Santa Messa di inizio del Ministero Petrino hanno prestato obbedienza sei cardinali - due per ciascun Ordine, episcopale, presbiterale e diaconale, in rappresentanza dell'intero Collegio Cardinalizio - in questa occasione, nella Cattedrale della Diocesi di Roma, hanno prestato obbedienza, in qualità di rappresentanti, il Cardinale Vicario Agostino Vallini, il Vicegerente con un altro Vescovo ausiliare, un Parroco, un Viceparroco, un Diacono, un Religioso, una Religiosa, una famiglia e due giovani (un ragazzo e una ragazza).

Il Papa ha dedicato l'omelia alla "pazienza" di Dio, partendo dal Vangelo di oggi nel quale l'Apostolo Tommaso fa esperienza della misericordia di Dio "che ha un volto concreto, quello (...) di Gesù Risorto. Tommaso non si fida di ciò che gli dicono gli altri Apostoli: 'Abbiamo visto il Signore'; (...) Vuole vedere, vuole mettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato. E qual è la reazione di Gesù? La pazienza: Gesù non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulità; gli dona una settimana di tempo, non chiude la porta, attende e Tommaso riconosce la propria povertà, la poca fede: 'Mio Signore e mio Dio', con questa invocazione semplice ma piena di fede risponde alla pazienza di Gesù. Si lascia avvolgere dalla misericordia divina, la vede davanti a sé, nelle ferite delle mani e dei piedi (...), e ritrova la fiducia: è un uomo nuovo, non più incredulo, ma credente".

"E ricordiamo anche Pietro: per tre volte rinnega Gesù proprio quando doveva essergli più vicino; e quando tocca il fondo incontra lo sguardo di Gesù che, con pazienza, senza parole gli dice: 'Pietro, non avere paura della tua debolezza, confida in me'; e Pietro comprende, sente lo sguardo d’amore di Gesù e piange. Che bello è questo sguardo di Gesù – quanta tenerezza! Fratelli e sorelle, non perdiamo mai la fiducia nella misericordia paziente di Dio!"

"Pensiamo ai due discepoli di Emmaus: il volto triste, un camminare vuoto, senza speranza. Ma Gesù non li abbandona: percorre insieme la strada, e non solo! Con pazienza spiega le Scritture che si riferivano a Lui e si ferma a condividere con loro il pasto. Questo è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare. Ricordiamolo nella nostra vita di cristiani: Dio ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai lontano, e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci".

"A me fa sempre una grande impressione - ha proseguito il Pontefice - rileggere la parabola del Padre misericordioso, mi fa impressione perché mi dà sempre una grande speranza. Pensate a quel figlio minore che era nella casa del Padre, era amato; eppure vuole la sua parte di eredità; se ne va via, spende tutto, arriva al livello più basso (...); e quando ha toccato il fondo, sente la nostalgia del calore della casa paterna e ritorna. E il Padre? Aveva dimenticato il figlio? No, mai. (...) Il Padre con pazienza e amore, con speranza e misericordia non aveva smesso un attimo di pensare a lui, e appena lo vede ancora lontano gli corre incontro e lo abbraccia con tenerezza, la tenerezza di Dio, senza una parola di rimprovero: è tornato! E quella è la gioia del padre. In quell’abbraccio al figlio c’è tutta questa gioia: è tornato! Dio sempre ci aspetta, non si stanca. Gesù ci mostra questa pazienza misericordiosa di Dio perché ritroviamo fiducia, speranza, sempre! Un grande teologo tedesco, Romano Guardini, diceva che Dio risponde alla nostra debolezza con la sua pazienza e questo è il motivo della nostra fiducia, della nostra speranza".

"Vorrei sottolineare un altro elemento: la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore, qualunque peccato ci sia nella nostra vita. Gesù invita Tommaso a mettere la mano nelle sue piaghe delle mani e dei piedi e nella ferita del costato. (...) É proprio nelle ferite di Gesù che noi siamo sicuri, lì si manifesta l’amore immenso del suo cuore. (...) San Bernardo si domanda: ma su che cosa posso contare? Sui miei meriti? Ma 'mio merito è la misericordia di Dio'. (...) Questo è importante: il coraggio di affidarmi alla misericordia di Gesù, di confidare nella sua pazienza, di rifugiarmi sempre nelle ferite del suo amore".

"Forse qualcuno di noi può pensare: il mio peccato è così grande, la mia lontananza da Dio è come quella del figlio minore della parabola, la mia incredulità è come quella di Tommaso; non ho il coraggio di tornare, di pensare che Dio possa accogliermi e che stia aspettando proprio me. Ma Dio aspetta proprio te, ti chiede solo il coraggio di andare a Lui. Quante volte nel mio ministero pastorale mi sono sentito ripetere: 'Padre, ho molti peccati'; e l’invito che ho sempre fatto è: 'Non temere, va’ da Lui, ti sta aspettando, Lui farà tutto'. (...) Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore".

"Adamo - ha spiegato il Papa - dopo il peccato prova vergogna, si sente nudo, sente il peso di quello che ha fatto; eppure Dio non abbandona: se in quel momento inizia l’esilio da Dio, con il peccato, c’è già la promessa del ritorno, la possibilità di ritornare a Lui. (...) Proprio nel sentire il mio peccato, nel guardare il mio peccato io posso vedere e incontrare la misericordia di Dio, il suo amore e andare da Lui per ricevere il perdono".

"Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; - ha detto Papa Francesco al termine dell'omelia - confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore".

Dopo la Santa Messa, Papa Francesco si è affacciato alla loggia esterna di San Giovanni in Laterano per salutare le migliaia di fedeli che lo aspettavano sul sagrato, molti dei quali avevano assistito alla cerimonia.

"Fratelli e sorelle, buonasera! - ha detto Papa Francesco - Vi ringrazio tanto per la vostra compagnia nella Messa di oggi. Grazie tante! Vi chiedo di pregare per me, ne ho bisogno. Non vi dimenticate di questo. Grazie a tutti voi!

E andiamo avanti tutti insieme, il popolo e il Vescovo, tutti insieme; avanti sempre con la gioia della Risurrezione di Gesù; Lui sempre è al nostro fianco. Che il Signore vi benedica!

Dopo la Benedizione, il Papa ha preso congedo dicendo: "Grazie tante! A presto!".




REGINA CAELI: LA BEATITUDINE DELLA FEDE

Città del Vaticano, 7 aprile 2013 (VIS). Nella domenica che conclude l'Ottava di Pasqua, che Giovanni Paolo II dedicò alla "Divina Misericordia", il Papa ha salutato i fedeli convenuti in Piazza San Pietro per pregare il Regina Caeli con le parole di Gesù Risorto: "Pace a voi!" ed ha spiegato che la pace "non è un saluto, e nemmeno un semplice augurio: è un dono, anzi il dono prezioso che Cristo offre ai suoi discepoli dopo essere passato attraverso la morte e gli inferi. (...) Questa pace è il frutto della vittoria dell'amore di Dio sul male, è il frutto del perdono. Ed è proprio così: la vera pace, quella profonda, viene dal fare esperienza della misericordia di Dio".

Il Santo Padre ha rievocato le apparizioni di Gesù ai suoi discepoli chiusi nel Cenacolo. Nella prima mancava Tommaso che non crede al racconto degli Apostoli. Nella seconda c'era anche Tommaso che Gesù invita a toccare le sue ferite con queste parole: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".

"E chi erano questi che avevano creduto senza vedere? Altri discepoli, altri uomini e donne di Gerusalemme che, pur non avendo incontrato Gesù risorto, credettero sulla testimonianza degli Apostoli e delle donne. Questa è una parola molto importante sulla fede, possiamo chiamarla la beatitudine della fede. (...) In ogni tempo e in ogni luogo sono beati coloro che, attraverso la Parola di Dio, proclamata nella Chiesa e testimoniata dai cristiani, credono che Gesù Cristo è l’amore di Dio incarnato, la Misericordia incarnata. E questo vale per ciascuno di noi!".

"Agli Apostoli Gesù donò, insieme con la sua pace, lo Spirito Santo, perché potessero diffondere nel mondo il perdono dei peccati, quel perdono che solo Dio può dare, e che è costato il Sangue del Figlio. La Chiesa è mandata da Cristo risorto a trasmettere agli uomini la remissione dei peccati, e così far crescere il Regno dell’amore, seminare la pace nei cuori, perché si affermi anche nelle relazioni, nelle società, nelle istituzioni. E lo Spirito di Cristo Risorto scaccia la paura dal cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire dal Cenacolo per portare il Vangelo. Abbiamo anche noi più coraggio di testimoniare la fede nel Cristo Risorto! Non dobbiamo avere paura di essere cristiani e di vivere da cristiani!"



UDIENZE

Città del Vaticano, 8 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero.

- L'Arcivescovo Charles Daniel Balvo, Nunzio Apostolico in Kenya.

- L'Arcivescovo Héctor Rubén Aguer, di La Plata (Argentina).

- Il Dottor Nikolaus Schneider, Presidente della Chiesa Evangelica in Germania, con la Consorte, e Seguito.

Sabato 6 aprile il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Antonio Cañizares Llorera, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti.

DALLE CHIESE ORIENTALI

Città del Vaticano, 8 aprile 2013 (VIS). Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sidrak, Patriarca di Alessandria dei Copti, con il consenso del Sinodo in conformità al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali Canone 85, paragrafo 2,2, ha trasferito, dandone notizia alla Sede Apostolica, il Vescovo della Curia Patriarcale, S.E. Monsignor Botros Fahim Awad Hanna, titolare di Mareotes, alla Sede Eparchiale di Minya dei Copti (Egitto).

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 8 aprile 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato l'Arcivescovo Brian Udaigwe, Nunzio Apostolico in Benin.

- Ha nominato il Vescovo Michael O. Jackels, Arcivescovo Metropolita di Dubuque (superficie: 45.074; popolazione: 979.560; cattolici: 206.843; sacerdoti: 216; religiosi: 861; diaconi permanenti: 91), Stati Uniti d'America. L'Arcivescovo eletto è nato a Rapid City (Stati Uniti d'America), nel 1954 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. Dal 1981 al 1982 è stato Vicario parrocchiale della Cattedrale Risen Christ; dal 1982 al 1985 è stato Vicario parrocchiale della Saint Thomas Aquinas Parish-Newman Center, Direttore Assistente dell’Ufficio Vocazionale, Insegnante di Religione alla Saint Pius X High School a Lincoln e Direttore diocesano della pastorale per gli ispanici; dal 1989 al 1997 è stato Direttore dell’Educazione cattolica e Maestro delle Cerimonie; dal 1992 al 1997 è stato Cappellano della "School Sisters of Christ the King" e dal 1994 al 1997 Co-Vicario per la vita religiosa; dal 1997 al 2005 è stato Officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 2005 è stato nominato Vescovo di Wichita (Stati Uniti d'America) ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nell'aprile dello stesso anno. Succede all'Arcivescovo Jerome G. Hanus, O.S.B., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Monsignor John T. Folda, Vescovo di Fargo (superficie: 92.650; popolazione: 396.000; cattolici: 89.400; sacerdoti: 120; religiosi: 126; diaconi permanenti: 43), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1961 ad Omaha (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Dal 1989 al 1991 è stato Vicario parrocchiale della Cattedrale "Risen Christ"; dal 1989 al 1991 è stato Insegnante della "Saint Pius X High School" a Lincoln; dal 1993 al 1995 è stato Parroco delle parrocchie "Saint Paulinus" a Syracuse e "Holy Trinity" ad Avoca ed Insegnante presso la "Lourdes High School" a Nebraska City; dal 1994 al 1999 è stato Consultore diocesano; dal 1995 al 1997 è stato Parroco delle parrocchie "Saint Leo" a Palmyra e "Saint Martin" a Douglas; dal 1997 al 1999 è stato Direttore diocesano dell’educazione religiosa, Cerimoniere episcopale, Co-Vicario per la vita consacrata, "Censor Librorum"; dal 1998 al 1999 è stato Padre Spirituale del Seminario minore "Saint Gregory the Great" a Seward. Dal 1999 è Rettore del medesimo Seminario minore. Dal 1993 è Membro della Nebraska Catholic Conference; dal 2002 Membro del Consiglio finanziario diocesano e dal 2003 Membro del Comitato etico del "St. Elizabeth Hospital".

- Ha nominato il Vescovo Reynaldo Gonda Evangelista, Vescovo di Imus (superficie: 1.287; popolazione: 2.843.000; cattolici: 2.433.000; sacerdoti: 261; religiosi: 701), Filippine. È stato finora Vescovo di Boac (Filippine).

- Ha accolto la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi di Sicilia presentata dal Vescovo Sotir Ferrara, a norma del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, canone 210, paragrafo 1, e ha nominato l'Arcivescovo Metropolita di Palermo, Cardinale Paolo Romeo, all'ufficio di Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" della medesima Eparchia.

Sabato 6 aprile il Santo Padre ha nominato il Padre José Rodríguez Carballo, Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori (O.F.M.), Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto è nato a Lodoselo (Spagna), nel 1953, ha emesso i voti temporanei nel 1971, la Professione solenne nel 1976 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Destinato alla Fraternità di Ponteareas (Spagna), dove è stato Maestro dei Postulanti ed economo, nel Capitolo Provinciale del 1983 è stato eletto Definitore ed è stato poi nominato Segretario Provinciale per la Formazione e gli Studi, Commissario di Terra Santa e Maestro dei Novizi; nel 1989 è divenuto Guardiano e Rettore del Convento di San Francesco in Santiago de Compostela e Maestro dei Frati di Professione Temporanea. Dal 1982 al 1992 è stato docente di Sacra Scrittura nel Seminario Diocesano di Vigo e dal 1985 al 1992 è stato docente presso il Centro di Studi Teologici di Santiago de Compostela. Eletto Ministro Provinciale di Santiago de Compostela nel 1992, dal 1993 al 1997 è stato anche Presidente dell'Unione dei Ministri Provinciali Francescani d’Europa. Eletto Definitore Generale dell'Ordine nel 1997, è stato nominato Segretario generale per la Formazione e gli Studi e Delegato del Gran Cancelliere per il Pontificio Ateneo "Antonianum" in Roma. Nel 2003 è stato eletto Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori; nel 2009 è stato rieletto per altri sei anni; nel 2012 è stato eletto anche Presidente dell'Unione dei Superiori Generali. Membro delle Congregazioni per l'Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha partecipato ai Sinodi dei Vescovi del 2005, del 2008 e del 2012, e a quello per il Medio Oriente nel 2010; ha partecipato anche alla V Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano di Aparecida nel 2007.





venerdì 5 aprile 2013

PAPA FRANCESCO: AGIRE CON DECISIONE NEI CASI DI ABUSI SESSUALI

Città del Vaticano, 5 aprile 2013 (VIS). Un Comunicato della Congregazione per la Dottrina della Fede rende noto che: "Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Vescovo Gerhard Ludwig Mueller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. In occasione dell’Udienza, in cui sono stati trattati vari argomenti di competenza del Dicastero, il Santo Padre ha raccomandato in particolar modo che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità. Il Santo Padre ha assicurato che nella sua attenzione e nella sua preghiera per i sofferenti le vittime di abusi sono presenti in modo particolare".

LA CIVILTÀ CATTOLICA: NUOVO FORMATO, NUOVE SEZIONI ED APERTURA A INTERNET E ALLE RETI SOCIALI

Città del Vaticano, 5 aprile 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo una conferenza stampa di presentazione del primo numero della nuova versione cartacea e digitale della rivista "La Civiltà Cattolica". Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; il Monsignor Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato ed il Padre Antonio Spadaro, S.I., Direttore della rivista.

"La Civiltà Cattolica - ha spiegato Padre Spadaro - è la rivista più antica d’Italia tra quelle che non hanno mai interrotto le pubblicazioni. Esce da 163 anni ogni quindici giorni con fascicoli di oltre 100 pagine. È una rivista di cultura che ospita articoli scritti solamente da gesuiti. I suoi redattori sono specialisti ma usano un linguaggio per non 'addetti ai lavori'. (...) Nata nel 1850, La Civiltà Cattolica intende condividere un’esperienza intellettuale illuminata dalla fede e profondamente innestata nella vita culturale, sociale, economica, politica, artistica e scientifica dei nostri giorni. Non vuole condividere le proprie riflessioni solamente all’interno del mondo cattolico, ma con chiunque intenda avere fonti di formazione affidabili, capaci di far pensare e di far maturare il giudizio personale. (...) La Civiltà Cattolica per tradizione e natura esprime una forma 'alta' di giornalismo culturale collocandosi in un difficile territorio di confine. (...) Non intendiamo semplicemente 'seguire' e commentare eventi culturali o riflessioni già formulate. Per quanto ci è possibile vogliamo intuire ciò che sarà, anticipare le tendenze e i fenomeni, prevederne l’impatto, tenere desta l’attenzione dei nostri lettori".

"Dal 1850 al 1933 - ha proseguito Padre Spadaro - la rivista non firmava gli articoli per significare che essi sono espressione non di un singolo ma di una comunità, il cosiddetto 'collegio degli scrittori', composto attualmente da 7 gesuiti. Oggi più che mai però la cultura è diversificata. Aumenterà dunque, rispetto al passato, la presenza di firme internazionali di padri gesuiti e la varietà degli argomenti trattati, anche se la rivista sarà sempre 'cucinata' in casa all’interno di una redazione stabile".

"La Civiltà Cattolica non cambiava veste grafica dal 1970. Adesso è la prima volta, in 163 anni di vita della rivista, che questa veste viene sottoposta a un vera e propria progettazione coordinata, che va dal restyling della testata, alla creazione di un marchio, dall’impaginazione della copertina, alle gabbie interne, fino alla declinazione per tablet. Il vero filo conduttore grafico della rivista dalla fondazione a oggi è il font Bodoni, che è stato preservato e valorizzato, passando dal Bodoni Poster al Bodoni Normal (...) È cambiato, invece, il carattere interno, mutando dal Simoncini Garamond al Cardo, font più 'tondo' e chiaro, che facilita una lettura più riposante. Le gabbie interne sono state riprogettate secondo tre varianti, a secondo della sezione della rivista, a uno o due colonne".

"A livello di struttura scompaiono le 'cronache' in un mondo in cui la cronaca è affidata ai quotidiani, e oggi anche ai blog e ai tweets in tempo reale. Insisteremo invece sui 'ponti', cioè sulle riflessioni, le valutazioni critiche, i ragionamenti, anche sulla contemporaneità più attuale, grazie alla rubrica 'Focus' con articoli legati all’attualità di carattere politico, economico, internazionale, di società, di diritto. La riflessione sulla Chiesa avrà un posto fisso al cuore, cioè al centro, della rivista. Appariranno nuove rubriche mobili quali il 'Profilo' e l’'Intervista'. (...) La rivista così oggi diventa disponibile su tutti i tablet con applicazioni su iPad, iPhone, Android, Kindle Fire e Windows 8. È possibile sin da questo momento scaricare gli ultimi due numeri della rivista: l’ultimo della vecchia versione e il primo della nuova".

"Oggi - ha concluso Padre Spadaro - comunicare significa sempre meno 'trasmettere' notizie e sempre più essere testimoni e 'condividere' con altri visioni e idee. Per questo il contenuto della rivista nella forma essenziale dell’abstract è reso 'aperto' alle reti sociali per la fruizione, la condivisione, il commento, il dibattito, nelle forme che saranno possibili nell’ambito proprio: non il nostro sito ma i networks sociali come Facebook e Twitter. Inoltre, grazie alla collaborazione di Google, è stato avviato un progetto per cui saranno resi fruibili su web tutti i fascicoli pubblicati dal 1850 al 2008. Google aveva infatti digitalizzato i volumi nel contesto del suo progetto Google Libri, attraverso accordi con diverse biblioteche in Europa e negli Stati Uniti. I volumi ancora tutelati da copyright verranno ora resi disponibili su nostra autorizzazione".

UDIENZE

Città del Vaticano, 5 aprile 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 5 aprile 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Gintaras Grusas, Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Vilnius (superficie: 9.644; popolazione: 830.000; cattolici: 547.000; sacerdoti: 169; religiosi: 249), Lituania. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1961 a Washington D.C. (Stati Uniti), ed è stato ordinato sacerdote nel 1994. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti uffici e ministeri: dal 1994 al 1997 è stato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Lituana; dal 2001 al 2003 è stato Rettore del Seminario Maggiore di Vilnius; dal 2004 ha ricoperto di nuovo la carica di Segretario Generale della CEL, essendo contestualmente Consigliere Ecclesiastico della Federazione Cattolica Lituana di "Ateitis"; Preside della Commissione di traduzione in lingua Lituana del Codice di Diritto Canonico; membro della Commissione bilaterale per l'adempimento degli Accordi tra Santa Sede e Lituania, del Comitato direttivo dell'editrice "Kataliku pasaulis", della Commissione lituana "Justitia et Pax", e del Comitato governativo per il Millennio della Lituania e di "Vilnius Capitale Europea". Il 19 giugno 2010 è stato nominato Ordinario Militare per la Lituania, ricevendo l'ordinazione episcopale il 4 settembre successivo. Succede al Cardinale Audrys Backis, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d'età.





giovedì 4 aprile 2013

IL PAPA MANIFESTA LA SUA VICINANZA AL POPOLO ARGENTINO E CHIEDE SOLIDARIETÀ PER LE PERSONE COLPITE DALLE INONDAZIONI

Città del Vaticano, 4 aprile 2013 (VIS). Il Santo Padre, tramite il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma all'Arcivescovo Mario Aurelio Poli, di Buenos Aires (Argentina), nell'apprendere la notizia delle forti piogge che hanno colpito le città di Buenos Aires e di La Plata, causando finora la morte di 56 persone ed ingenti danni.

"Il Papa Francesco, profondamente addolorato nell'apprendere la notizia dei gravi danni causati dalle piogge torrenziali degli ultimi giorni, offre preghiere di suffragio al Signore per l'eterno riposo dei defunti, e nel contempo esprime la sua paterna vicinanza spirituale a tutte le persone colpite e ai loro familiari.

Il Santo Padre esorta le istituzioni civili ed ecclesiastiche, come pure le persone di buona volontà, a prestare con carità e spirito di solidarietà cristiana i necessari aiuti a quanti hanno perso la casa e i propri beni. Con tali sentimenti, il Sommo Pontefice imparte a tutte le persone colpite e ai soccorritori la confortatrice Benedizione Apostolica, in segno di vicinanza al diletto popolo argentino".


ETRUSCANNING: TOMBA REGOLINI-GALASSI NEI MUSEI VATICANI

Città del Vaticano, 4 aprile 2013 (VIS). Oggi presso i Musei Vaticani si è svolta la presentazione e l'inaugurazione dell'installazione di realtà virtuale dedicata alla ricostruzione virtuale della famosa tomba Regolini-Galassi della necropoli di Cerveteri (Italia), i cui oggetti del corredo funerario sono conservati presso il Museo Gregoriano Etrusco dei Musei Vaticani.

L'installazione è parte dell'"Etruscanning" 3D, un progetto europeo (Framework Culture 2007) per la sperimentazione di tecnologie digitali innovative per documentare e raccontare la cultura etrusca. Il progetto si avvale della collaborazione dell' "Allard Pierson Museum (il Museo archeologico dell'Università di Amsterdam); del "National Museum for Antiquities" di Leiden (Paesi Bassi); del "Gallo-Roman Museum" di Tongeren (Belgio); del CNR-ITABC di Roma (Italia) e della società Visual Dimension di Ename (Belgio), con i partner associati: i Musei Vaticani e la Soprintendenza Archeologica dell'Etruria Meridionale.

La tomba, scoperta intatta nel 1836, può essere visitata solo su richiesta. L'installazione dei Musei Vaticani è stata ricostruita in 3D, come doveva probabilmente essere in età etrusca (metà del VII sec. a.C.), subito dopo la sua chiusura. Al suo interno sono stati ricollocati virtualmente gli oggetti dello straordinario corredo funerario che fanno di questa tomba una delle più famose del periodo orientalizzante etrusco. La ricontestualizzazione virtuale degli oggetti non è stata un'operazione semplice, esistono infatti, ancora oggi, molti dubbi sulla loro collocazione nello spazio originario. Al momento della sua scoperta il contesto archeologico non fu metodicamente documentato, disegni e rappresentazioni vennero realizzati a posteriori, dopo che gli oggetti furono rimossi. Per questo è stato necessario recuperare ed interpretare tutte le fonti iconografiche e documentarie disponibili al fine di proporre una ricostruzione il più possibile plausibile. Il 3D è stato usato in questo caso non solo come veicolo di comunicazione e divulgazione finale ma anche come strumento di verifica ed interpretazione.

Come la tomba, anche gli oggetti conservati ai Musei Vaticani sono stati ricostruiti in 3D attraverso tecniche di fotogrammetria e computer grafica. Per quanto in massima parte molto ben conservati, essi sono stati oggetto di un'attenta operazione di restauro digitale attraverso processi interpretativi basati sull'osservazione, sullo studio delle fonti e sull'analisi di casi comparativi. Alcune decorazioni lacunose sono state reintegrate, ove possibile con un buon grado di attendibilità, i materiali sono stati virtualmente riportati a quello che poteva essere il loro aspetto originario.

L'elemento più innovativo dell'applicazione è il paradigma di interazione: il pubblico ha la possibilità di esplorare lo spazio virtualmente ricostruito, di avvicinarsi agli oggetti, di toccarli ed ascoltare la narrazione dei defunti. Tutto questo senza usare joystick, mouse, tastiere o console ma con il solo movimento del corpo, muovendosi nello spazio antistante la proiezione. L'applicazione è visualizzata ad alta definizione su un grande schermo olografico di circa 3 metri di larghezza. Si compone di due viewport o finestre principali. La più grande, centrale, dedicata all'esplorazione immersiva della tomba ricostruita in 3D con gli oggetti riposizionati al suo interno. La seconda, sulla destra, è un menu dinamico degli oggetti che si vengono a trovare nelle immediate vicinanze dell'utente man mano che questi si sposta nello spazio virtuale.

Il paesaggio sonoro è stato composto appositamente per questa applicazione e combina sonorità antiche al linguaggio musicale contemporaneo, senza intenzioni filologiche ma solo evocative. I timbri musicali sono in parte reali (ad esempio i flauti sono stati registrati dal vivo), in parte sintetici (campanelli, tamburi) frammisti a rumori che riecheggiano la vita reale: il carro, il galoppo del cavallo, il fuoco, e così via.

L'applicazione ha vinto il primo premio in occasione della mostra di archeologia virtuale internazionale "Archevirtual" organizzata a Paestum (Italia), nel 2012. Tale riconoscimento le è stato conferito sia da un comitato scientifico internazionale che dal pubblico.

UDIENZE

Città del Vaticano, 4 aprile 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

- Il Cardinale James Michael Harvey, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura

- L'Arcivescovo Piero Marini, Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

mercoledì 3 aprile 2013

PAPA FRANCESCO: SONO LE DONNE LE PRIME A TRASMETTERE L'ANNUNCIO DELLA RISURREZIONE

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). La Risurrezione, centro del messaggio cristiano, nella forma della professione di fede e nella forma di racconto dell'evento, sono stati i temi con i quali Papa Francesco ha ripreso le catechesi sull'Anno della Fede per le udienze generali del mercoledì.

Come di consueto il Santo Padre ha fatto il giro di Piazza San Pietro in papamobile per salutare le decine di migliaia di persone che volevano salutarlo, molte delle quali gli hanno presentato i propri figli perché li prendesse in braccio. Dopo aver salutato calorosamente i fedeli, il Papa ha pregato con i presenti e dopo aver augurato "Buongiorno" ha cominciato la catechesi citando il celebre passo della lettera di San Paolo ai Corinzi: "Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati".

"Purtroppo - ha detto il Papa - spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po' quella fede 'all'acqua di rose', come diciamo noi; non è la fede forte. E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, ad affrontarle con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!".

Passando a spiegare i due tipi di testimonianze della Risurrezione nel Nuovo Testamento, Papa Francesco ha indicato prima di tutto la professione di fede, cioè le formule sintetiche che indicano il centro della fede. Ad esse appartengono, ad esempio, i contenuti nella Lettera ai Corinzi e nella Lettera di Romani nella quale San Paolo scrive: "Fin dai primi passi della Chiesa è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione di Gesù".

Il Papa si è soffermato sulle testimonianze nella forma di racconto che si trovano nei Vangeli, ricordando che le prime testimoni della Risurrezione furono le donne. "All'alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, e trovano il primo segno: la tomba vuota. Segue poi l'incontro con un Messaggero di Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto".

"Le donne - ha affermato il Papa - sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé, lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di 'uscire' per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza? Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. È proprio la nostra testimonianza".

"Un altro elemento. - ha proseguito il Papa - Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello. E questo è un po' la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza!. Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano".

"Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere. Le donne no. Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù. Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore".

"Dopo le apparizioni alle donne - ha ricordato il Papa - ne seguono altre: Gesù si rende presente in modo nuovo: è il Crocifisso, ma il suo corpo è glorioso; non è tornato alla vita terrena, bensì in una condizione nuova. All’inizio non lo riconoscono, e solo attraverso le sue parole e i suoi gesti gli occhi si aprono: l’incontro con il Risorto trasforma, dà una nuova forza alla fede, un fondamento incrollabile. Anche per noi ci sono tanti segni in cui il Risorto si fa riconoscere: la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, gli altri Sacramenti, la carità, quei gesti di amore che portano un raggio del Risorto. Lasciamoci illuminare dalla Risurrezione di Cristo, lasciamoci trasformare dalla sua forza, perché anche attraverso di noi nel mondo i segni di morte lascino il posto ai segni di vita".

Al termine il Papa ha detto: "Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza. Eccoli! A voi dico: portate avanti questa certezza: il Signore è vivo e cammina a fianco a noi nella vita. Questa è la vostra missione! Portate avanti questa speranza. Siate ancorati a questa speranza: questa ancora che è nel cielo; tenete forte la corda, siate ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo ci darà speranza, darà speranza a questo mondo un po' invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!".


CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DA PAPA FRANCESCO IN APRILE-MAGGIO

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre nei mesi di aprile e maggio 2013:

APRILE

- Domenica 7 aprile: II Domenica di Pasqua e della Divina Misericordia. Alle 17:30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, insediamento del Vescovo di Roma sulla Cathedra Romana. Santa Messa.

- Domenica 14: III Domenica di Pasqua. Alle 17:30, Basilica di San Paolo fuori le Mura, Santa Messa.

- Domenica 21: IV Domenica di Pasqua. Alle 9:30 nella Basilica Vaticana, Ordinazione presbiterale. Santa Messa

- Domenica 28: V Domenica di Pasqua. Alle ore 10:00, in Piazza San Pietro, Santa Messa e Cresima.

MAGGIO

- Sabato 4: alle ore 18:00, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, Santo Rosario.

- Domenica 5: VI Domenica di Pasqua. Alle ore 10:00, in Piazza San Pietro, Santa Messa per le Confraternite.

- Domenica 12: VII Domenica di Pasqua. Alle ore 9:30, in Piazza San Pietro, Santa Messa e Canonizzazione dei Beati: Antonio Primaldo e Compagni; Laura di Santa Caterina da Siena; Maria Guadalupe García Zavala.

- Sabato 18: Alle ore 18:00 in Piazza San Pietro, Vigilia di Pentecoste. Veglia di Pentecoste con i Movimenti Ecclesiali.

- Domenica 19: Domenica di Pentecoste. Alle ore 10:00, in Piazza San Pietro, Santa Messa con i Movimenti Ecclesiali.


PAPA FRANCESCO IN PREGHIERA DAVANTI ALLA TOMBA DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). Nell'ottavo anniversario della morte del Beato Giovanni Paolo II (2 aprile 2005), Papa Francesco ha compiuto, nella serata di ieri, una visita alla sua tomba nella Basilica di San Pietro. Il Santo Padre, accompagnato dal Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica e dal suo Segretario personale Monsignor Alfred Xuereb, ha sostato a lungo inginocchiato in preghiera davanti alla tomba del Beato, nella Cappella di San Sebastiano, ed ha pure sostato davanti alle tombe del Beato Giovanni XXIII e di San Pio X.

"Come la visita di ieri alla tomba di San Pietro e alle Grotte Vaticane, anche la visita di questa sera nella Basilica esprime la profonda continuità spirituale del ministero petrino dei Papi, che il Papa Francesco vive e sente intensamente, come ha dimostrato anche nell'incontro e con i ripetuti colloqui telefonici con il suo Predecessore Benedetto XVI".

VISITA DI PAPA FRANCESCO ALLA NECROPOLI VATICANA

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). Nel pomeriggio di lunedì 1° aprile, Papa Francesco ha compiuto una visita in forma privata alla tomba di San Pietro nella Necropoli vaticana che si trova sotto la Basilica Vaticana. Il Papa ha sostato in preghiera nella Cappella Clementina, il luogo più vicino alla tomba del Principe degli Apostoli, esattamente sotto l'altare centrale e la cupola della Basilica.

Il Santo Padre ha percorso tutta la via centrale della Necropoli accompagnato dal Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, dal Vescovo Vittorio Lanzani, Delegato della Fabbrica di San Pietro e dai responsabili della Necropoli vaticana Dottor Pietro Zander e Dottor Mario Bosco. Successivamente si è recato alle Grotte Vaticane dove ha reso omaggio alle tombe dai Papi del secolo scorso che vi si trovano: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo I.



SOLIDARIETÀ DEI CRISTIANI PER PERSONE AUTISTICHE E LORO FAMIGLIE

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). In occasione della VI Giornata Mondiale sull'Autismo, (2 aprile), l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha reso pubblico il seguente Messaggio:

"Fratelli e Sorelle carissimi, in occasione della VI Giornata Mondiale sull’Autismo, che quest’anno ricorre nel tempo liturgico delle festività Pasquali, il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari intende manifestare la sollecitudine della Chiesa per le persone autistiche e per le loro famiglie, invitando le comunità cristiane e le persone di buona volontà ad esprimere autentica solidarietà verso di esse.

Desidero prendere lo spunto della mia riflessione dall’atteggiamento di Gesù che si accosta e cammina con i due discepoli verso Emmaus. Lo sguardo segnato dallo smarrimento e, ancor più, dallo stupore che cadenza il passo di Clèopa e Simone potrebbe essere tratto analogo, ed altrettanto analogamente ritrovarsi, in quello che segna il volto ed i cuori dei genitori che hanno un figlio od una figlia affetta da autismo.

Autismo: una parola che fa paura ancora oggi nonostante in moltissime culture che, tradizionalmente escludevano le minorazioni, si sia iniziato ad accettare socialmente i “diversamente abili”, a smantellare molti dei pregiudizi che circondano le persone con disabilità e persino i loro genitori. Definire qualcuno un autistico sembra comportare automaticamente un giudizio negativo su chi ne è colpito e, implicitamente, una sentenza di allontanamento definitivo dalla società. D’altro lato la persona appare incapace di comunicare in modo proficuo con gli altri, talvolta come recluso in una “campana di vetro”, il suo imperscrutabile, ma per noi meraviglioso, universo interiore.

È questa un’immagine 'tipica e stereotipata' del bambino autistico che necessita di una profonda rivisitazione. Come un filo conduttore, sin dalla sua nascita, la Chiesa ha sempre manifestato la sua attenzione a questo aspetto della Medicina con testimonianze concrete a livello universale. Soprattutto, è testimonianza l’Amore oltre lo stigma, quello stigma sociale che isola l’ammalato e lo fa sentire un corpo estraneo: faccio riferimento a quel senso di solitudine che spesso viene raccontato nella moderna società ma che diventa ancora più presente nella moderna sanità, perfetta nella sua “tecnicità” ma sempre più priva e disattenta per quella dimensione affettiva che dovrebbe, invece, essere l’aspetto qualificante di ogni atto o percorso terapeutico.

Di fronte ai problemi ed alle difficoltà che incontrano questi bambini ed i loro genitori, la Chiesa propone con umiltà la via del servizio al fratello sofferente, accompagnandolo con compassione e tenerezza nel suo tortuoso percorso umano e psico-relazionale, avvalendosi dell’aiuto delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti ecclesiali e delle persone di buona volontà.

Cari fratelli e sorelle, al porsi dell’ascolto deve accompagnarsi necessariamente una autentica solidarietà fraterna. Non deve mai mancare l’attenzione globale alla persona “fragile” come può essere un malato di autismo: questa si concretizza con il senso di vicinanza che ogni operatore, ognuno nel suo ruolo, deve saper trasmettere al suo malato ed alla sua famiglia, non facendolo sentire un numero ma rendendo concreta la situazione di un cammino condiviso, fatto di gesti, atteggiamenti, parole - magari non eclatanti - ma suggestivi di una quotidianità il più vicina alla normalità. Ciò significa ascoltare l’esortazione, imperiosa, a non perdere di vista la persona nella sua integralità: nessuna procedura, per quanto perfetta, potrà risultare “efficace” se privata del “sale” dell’Amore, di quell’Amore che ognuno di questi Malati, se lo guardate negli occhi, vi chiede. Il loro sorriso, la serenità di una famiglia che vede il suo caro al centro della complessa articolazione che ognuno di noi, per il suo specifico compito, è chiamato a gestire per la sua vita, la condivisione percepita e realizzata: sarà questo il miglior “bilancio” che ci arricchirà.

In pratica, si tratta di accogliere i bambini autistici nei diversi settori delle attività sociali, educative, catechistiche, liturgiche in un modo corrispondente e proporzionato alla loro capacità relazionale. Tale solidarietà, per chi ha ricevuto il dono della Fede, diventa presenza amorosa e vicinanza compassionevole a chi soffre, sull’esempio e ad imitazione di Gesù Cristo, il Buon Samaritano che con la sua passione, morte e risurrezione ha redento l’umanità.

Il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, nell’ Anno della Fede, desidera condividere con le persone che soffrono per l’autismo, la speranza e la certezza che l’adesione all’Amore ci permette di riconoscere Cristo Risorto ogni volta che si fa nostro prossimo nel cammino della vita. Sia di riferimento quanto affermato da Giovanni Paolo II, nella cui intercessione confidiamo e di cui ricordiamo, proprio oggi, l’ottavo anniversario del Suo ritorno alla casa del Padre: 'La qualità di vita all'interno di una comunità si misura in buona parte dall'impegno nell'assistenza ai più deboli e ai più bisognosi e nel rispetto della loro dignità di uomini e di donne. Il mondo dei diritti non può essere appannaggio solo dei sani. Anche la persona portatrice di handicap dovrà essere facilitata a partecipare, per quanto le è possibile, alla vita della società ed essere aiutata ad attuare tutte le sue potenzialità di ordine fisico, psichico e spirituale. Soltanto se vengono riconosciuti i diritti dei più deboli una società può dire di essere fondata sul diritto e sulla giustizia”. (Giovanni Paolo II, Messaggio ai partecipanti al Simposio Internazionale su 'Dignità e diritti della persona con handicap mentale'".

Sia luce costante quanto affermato, manifestando la propria vicinanza ai poveri e ai sofferenti, dal Santo Padre Francesco nei primi giorni del Suo Pontificato: “dobbiamo tenere viva nel mondo la sete dell’assoluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo.

Mentre auspico la collaborazione di tutti per una risposta corale e compassionevole alle numerose istanze che ci pervengono dai nostri fratelli e sorelle affetti da autismo e dalle loro famiglie, affido le sofferenze, le gioie e le speranze di questi ultimi alla Madre di Cristo e “Salute degli Infermi” che, stando sotto la Croce, ci ha insegnato a fermarci accanto a tutte le croci dell’Uomo di oggi.

Alle persone autistiche, alle loro famiglie ed a tutti coloro che sono impegnati al loro servizio, confermando la mia vicinanza e preghiera, invio il mio personale ed affettuoso augurio per una serena e gioiosa Pasqua con il Signore Risorto".


REGINA CAELI: SENZA LA GRAZIA NON POSSIAMO NULLA!

Città del Vaticano, 1 aprile 2013 (VIS). Alle dodici di questa mattina, Papa Francesco si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare il Regina Caeli con i numerosissimi fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

"Buon giorno e buona Pasqua a tutti voi! - ha detto Papa Francesco - Vi ringrazio di essere venuti anche oggi numerosi, per condividere la gioia della Pasqua, mistero centrale della nostra fede. Che la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre – e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e di speranza".

"Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società. (...) È vero, il Battesimo che ci fa figli di Dio, l’Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioè in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte. La grazia contenuta nei Sacramenti pasquali è un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali. Ma tutto passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. Questo è il potere della grazia! Senza la grazia non possiamo nulla. Senza la grazia non possiamo nulla! E con la grazia del Battesimo e della Comunione eucaristica posso diventare strumento della misericordia di Dio, di quella bella misericordia di Dio!".

"Esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano, ma direi anche la nostra gioia quotidiana! La gioia di sentirsi strumenti della grazia di Cristo, come tralci della vite che è Lui stesso, animati dalla linfa del suo Spirito! Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia".

Dopo il Regina Caeli il Papa ha salutato in italiano i pellegrini provenienti dai vari continenti con queste parole: "Saluto con grande affetto tutti voi, cari pellegrini provenienti da vari Continenti per partecipare a questo incontro di preghiera. A ciascuno auguro di trascorrere serenamente questo Lunedì dell’Angelo, nel quale risuona con forza l’annuncio gioioso della Pasqua: Cristo è risorto! Buona Pasqua a tutti! Buona Pasqua a tutti e buon pranzo!".

SESSIONE PLENARIA ANNUALE PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). La Pontificia Commissione Biblica terrà la sua Sessione plenaria annuale dall'8 al 12 aprile presso la "Domus Sanctae Marthae" della Città del Vaticano, sotto la presidenza dell'Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller. Dirigerà i lavori dell'Assemblea il Padre Klemens Stock, S.I., Segretario generale.

Nel corso della riunione i Membri concluderanno lo studio sul tema: "Ispirazione e verità nella Bibbia". "Da alcuni anni - rende noto un Comunicato della Pontificia Commissione Biblica - la Commissione ha deciso di concentrare i propri sforzi nel verificare in che modo il tema dell'ispirazione e quello della verità si manifestino nei diversi libri della Sacra Scrittura. Scopo della riflessione è quello di offrire un contributo positivo perché, in una approfondita comprensione dei concetti di ispirazione e verità, la Parola di Dio venga accolta da tutti i fedeli, in un modo sempre più adeguato a questo singolare dono, in cui Dio comunica se stesso e invita gli uomini alla comunione con Lui".

PRESA DI POSSESSO DEL CARDINALE OLORUNFEMI

Città del Vaticano, 3 aprile 2013 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha reso noto oggi che domenica 7 aprile, alle ore 12:00, il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria), prenderà possesso del Titolo di San Saturnino, Via Avigliana, 3, Roma.
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