Città
del Vaticano, 21 settembre 2014 (VIS). L'ultima tappa del Viaggio
Apostolico di Papa Francesco in Albania è stata la Visita al Centro
Betania, a 30 chilometri da Tirana. Istituito nel 1999 da Antonietta
Vitale, accoglie numerosi minori disabili, disagiati ed emarginati,
assistiti da un gruppo di volontari laici.
"In
luoghi come questo siamo tutti confermati nella fede, tutti aiutati a
credere, perché vediamo la fede farsi carità concreta. La vediamo
portare luce e speranza in situazioni di grave disagio - ha detto
Papa Francesco nel discorso pronunciato nella Chiesa del Centro
dedicata a Sant'Antonio di Padova - Questa fede che opera nella
carità smuove le montagne dell’indifferenza, dell’incredulità e
dell’apatia (...). Attraverso gesti umili e semplici di servizio ai
piccoli passa la Buona Notizia che Gesù è risorto e vive in mezzo a
noi".
"Questo
Centro, inoltre, testimonia che è possibile una convivenza pacifica
e fraterna tra persone appartenenti a differenti etnie e a diverse
confessioni religiose. Qui le differenze non impediscono l’armonia,
la gioia e la pace, anzi diventano occasione per una più profonda
conoscenza e comprensione reciproca. (...) Ogni comunità religiosa
si esprime con l’amore e non con la violenza, non ci si vergogna
della bontà! A chi la fa crescere dentro di sé, la bontà dona una
coscienza tranquilla, una gioia profonda anche in mezzo a difficoltà
e incomprensioni. Persino di fronte alle offese subite, la bontà non
è debolezza, ma vera forza, capace di rinunciare alla vendetta. Il
bene è premio a sé stesso e ci avvicina a Dio, Sommo Bene. (...) Il
bene paga infinitamente di più del denaro, che invece delude, perché
siamo stati creati per accogliere l’amore di Dio e donarlo a nostra
volta, e non per misurare ogni cosa sulla base del denaro o del
potere, che è il pericolo che ci uccide tutti".
Citando
la frase pronunciata da uno dei bambini del Centro di Betania a
proposito dei volontari: "Da 15 anni si sacrificano con gioia
per amore di Gesù e amore nostro", il Papa ha detto: "È
una frase che rivela come il donarsi per amore di Gesù susciti gioia
e speranza, e come il servire i fratelli si trasformi nel regnare
insieme a Dio. Queste parole (...) possono sembrare paradossali a
tanta parte del nostro mondo, che ha difficoltà a comprenderle e
cerca affannosamente nelle ricchezze terrene, nel possesso e nel
divertimento fine a sé stesso la chiave della propria esistenza,
trovando invece alienazione e stordimento".
"Il
segreto di un’esistenza riuscita è invece - ha ribadito il
Pontefice - amare e donarsi per amore. Allora si trova la forza di
'sacrificarsi con gioia' e l’impegno più coinvolgente diventa
fonte di una gioia più grande. Allora non fanno più paura scelte
definitive di vita, ma appaiono nella loro vera luce, come un modo
per realizzare pienamente la propria libertà".
"Il
vostro Patrono sant’Antonio di Padova - ha detto infine il Santo
Padre - vi accompagni nel cammino. Continuate con fiducia a servire
nei poveri e negli abbandonati il Signore Gesù e a pregarlo perché
i cuori e le menti di tutti si aprano al bene, alla carità operosa,
fonte di gioia vera e autentica".
All'uscita
dalla Chiesa Papa Francesco si è fermato a conversare con i bambini
e i disabili del Centro.
Infine
si è diretto all'aeroporto Madre Teresa per ripartire alla volta di
Roma dove è giunto poco dopo le 21:30.
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