Città
del Vaticano, 8 settembre 2014
(VIS). Nel pomeriggio di ieri, domenica 7 settembre, è stato letto
il Messaggio che il Santo Padre ha fatto pervenire al Vescovo Jozef
Bonny, di Antwerpen (Belgio), e ai rappresentanti delle Chiese
Cristiane e delle Comunità ecclesiali e ai numerosi capi delle
religioni mondiali, riuniti ad Anversa (Belgio, 7-9 settembre), in
occasione della XXVIII edizione dell'Incontro Internazionale Uomini e
Religioni, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Il tema
dell'incontro di quest'anno: "La Pace è il futuro: religioni e
culture in dialogo cento anni dopo la prima guerra mondiale",
"richiama il drammatico scoppio della Prima Guerra Mondiale
cento anni fa, ed evoca un futuro in cui il rispetto reciproco, il
dialogo e la cooperazione aiuteranno a bandire il sinistro fantasma
del conflitto armato".
"In
questi giorni in cui non pochi popoli nel mondo hanno bisogno di
essere aiutati a trovare la via della pace - afferma il Pontefice -
questo anniversario ci insegna che la guerra non è mai un mezzo
soddisfacente a riparare le ingiustizie e a raggiungere soluzioni
bilanciate alle discordie politiche e sociali. In definitiva ogni
guerra, come affermò Papa Benedetto XV nel 1917, è una 'inutile
strage'. La guerra trascina i popoli in una spirale di violenza che
poi si dimostra difficile da controllare; demolisce ciò che le
generazioni hanno costruito e prepara la strada a ingiustizie e
conflitti ancora peggiori".
"Se
pensiamo agli innumerevoli conflitti e guerre, dichiarate e non
dichiarate, che oggi affliggono la famiglia umana e rovinano la vita
ai più giovani e agli anziani, avvelenando rapporti durevoli di
convivenza tra gruppi etnici e religiosi diversi e costringendo
famiglie e intere comunità all’esilio, è evidente - sottolinea il
Pontefice - che, insieme a tutti gli uomini e le donne di buona
volontà, non possiamo rimanere passivi di fronte a tanta sofferenza,
a tante 'inutili stragi'. È in questo senso che le nostre varie
tradizioni religiose possono, nello 'spirito di Assisi' dare un
contributo alla pace. Lo possiamo fare con la forza della preghiera.
(...) Spero che questi giorni di preghiera e di dialogo servano a
ricordare che la ricerca della pace e della comprensione attraverso
la preghiera possono creare legami durevoli di unità e prevalere
sulle passioni di guerra. La guerra non è mai necessaria, né
inevitabile. Si può sempre trovare un’alternativa: è la via del
dialogo, dell’incontro e della sincera ricerca della verità".
"È
giunto il tempo che i capi delle religioni cooperino con efficacia
all’opera di guarire le ferite, di risolvere i conflitti e di
cercare la pace". Nel ribadire che: "La pace è il segno
sicuro dell’impegno per la causa di Dio", Papa Francesco
conclude il Messaggio con queste parole di esortazione: "Dobbiamo
essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole
di rispetto e di dialogo con quelle di altri gruppi etnici o
religiosi, luoghi in cui si impara a superare le tensioni, a
promuovere rapporti equi e pacifici tra i popoli e i gruppi sociali e
a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire".
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