Città
del Vaticano, 30 settembre 2014
(VIS). Ieri, a New York, il Cardinale Segretario di Stato, è
intervenuto alla LXIX Sessione dell'Assemblea Generale
dell'Organizzazione delle Nazione Unite, che esamina il Programma di
Trasformazione e Sviluppo a partire dal 2015.
Il
Cardinale Parolin ha sottolineato che la Santa Sede apprezza
l'impegno delle Nazioni Unite nel garantire la pace mondiale, il
rispetto della dignità umana, la protezione delle persone,
specialmente i più poveri e i più vulnerabili, ed un armonico
sviluppo economico e sociale. Citando le parole di Papa Francesco, il
Segretario di Stato ha ricordato che nella nostra epoca esiste il
rischio di una indifferenza generalizzata non soltanto in politica,
ma anche nel settore economico e sociale, "'visto che una parte
importante dell'umanità continua ad essere esclusa dai benefici del
progresso e, di fatto, relegata a esseri umani di seconda categoria'.
In alcuni casi, tale indifferenza è sinonimo di irresponsabilità.
Come nel caso dell'attuale unione di Stati, creata con l'obiettivo
fondamentale di salvare le generazioni dagli orrori della guerra -
che provoca indicibili sofferenze all'umanità - la quale rimane
passiva di fronte alle violenze subite da popolazioni indifese".
Ripetendo l'appello del Santo Padre alla comunità internazionale,
lanciato nell'agosto scorso, perché si ponga fine alla tragedia
umanitaria nel nord dell'Iraq, il Cardinale ha affermato che in Iraq
e in Siria si riscontra un fenomeno completamente nuovo: l'esistenza
di una organizzazione terroristica che minaccia tutti gli Stati,
prefiggendosi la loro dissoluzione per sostituirli con un governo
mondiale pseudo-religioso.
"Anche
oggi, vi sono individui che ritengono di esercitare il potere con la
coercizione delle coscienze, perseguitando e uccidendo in nome di
Dio. Tali violenze feriscono interi gruppi etnici, popolazioni e
antiche culture e sono originate dal disprezzo di Dio e dalla
falsificazione 'della religione stessa, la quale, invece, mira (...)
a rendere chiaro che ogni uomo è immagine del Creatore'. Nel mondo
della comunicazione globale, questo nuovo fenomeno ha trovato
proseliti in molti luoghi, ed è riuscito ad attrarre giovani di
tutto il mondo, spesso disillusi da una indifferenza diffusa e dalla
morte dei valori nelle società più opulente. Tale sfida, in tutti i
suoi tragici aspetti, deve impegnare la comunità internazionale
nella promozione di un'azione comune, fondata su criteri giuridici
chiari e sulla volontà collettiva di cooperare al bene comune".
"A
tale scopo la Santa Sede ritiene utile concentrare l'attenzione su
due aree principali. La prima: affrontare le origini culturali e
politiche delle sfide attuali, riconoscendo la necessità di
strategie innovative per affrontare i problemi internazionali nei
quali i fattori culturali hanno un ruolo fondamentale. La seconda:
approfondire l'efficacia del diritto internazionale, la sua
attuazione attraverso le procedure usate dalle Nazioni Unite per
impedire la guerra, fermare le aggressioni, proteggere le popolazioni
ed assistere le vittime".
"L'attuale
situazione - ha ribadito il Cardinale Parolin - richiede una più
incisiva comprensione del diritto internazionale, con particolare
attenzione alla 'responsabilità della protezione'. Infatti, una
delle caratteristiche del recente fenomeno terroristico è che esso
ignora l'esistenza dello Stato e di conseguenza tutto l'ordine
internazionale. (...) Il terrorismo mina e respinge tutti i sistemi
giuridici esistenti, tentando di imporre il proprio dominio sulle
coscienze e il controllo completo delle persone. (...) La natura
globale di tale fenomeno, che non conosce confini, comporta che
l'unico modo possibile di affrontare il terrorismo sia offerto dalla
struttura del diritto internazionale. Questa realtà rende necessario
il rinnovamento delle Nazioni Unite per promuovere e mantenere la
pace. (...) La gravità dell'attuale situazione è perciò
un'occasione per gli Stati membri dell'O.N.U., di onorare lo spirito
della Carta delle Nazioni Unite denunciando i tragici conflitti che
dilaniano popoli e nazioni intere. Purtroppo, finora, dalla comunità
internazionale si sono levate voci contraddittorie se non addirittura
silenzi riguardo ai conflitti in Siria, Medio Oriente ed Ucraina. È
importantissima una unità di azione a favore del bene comune,
evitando il fuoco incrociato dei veti. (...) La promozione di una
cultura della pace richiede un impegno rinnovato a favore del
dialogo, dell'apprezzamento delle culture e della cooperazione
culturale, nel rispetto della diversità delle sensibilità. (...)
Infine, è necessaria un'autentica volontà di applicare
scrupolosamente le attuali procedure giuridiche, non trascurando le
implicazioni degli attuali problemi. Tale volontà assicura un
approccio multilaterale per meglio servire la dignità umana,
salvaguardare e far progredire lo sviluppo umano integrale nel
mondo".
Riferendosi
all'approvazione del Programma di Trasformazione e Sviluppo, il
Segretario di Stato ha confermato che "la Santa Sede guarda con
favore ai '17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile', destinati ad
affrontare le cause strutturali della povertà promuovendo un lavoro
degno per ognuno. Tuttavia, nonostante l'impegno delle Nazioni Unite
e di molte persone di buona volontà, il numero dei poveri e degli
emarginati aumenta non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche
nei paesi sviluppati. La 'Responsabilità di proteggere', (...) si
riferisce alle aggressioni estreme che ledono i diritti dell'uomo, ai
casi di grave disprezzo del diritto umanitario e alle gravi
catastrofi naturali. Similmente sono necessari strumenti giuridici
per la protezione delle persone contro altre forme di aggressione,
meno evidenti ma ugualmente gravi e reali. Per esempio, un sistema
finanziario governato soltanto dalla speculazione e dalla
massimizzazione dei profitti, o un sistema in cui i singoli sono
considerati articoli usa e getta, in una cultura dello scarto,
concezione che potrebbe equivalere, in certe circostanze, all'offesa
contro la dignità umana. Di conseguenza, le Nazioni Unite e gli
Stati membri hanno una grave ed urgente responsabilità nei riguardi
dei poveri e degli emarginati, sempre consapevoli che la giustizia
economica e sociale è condizione essenziale per la pace".
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