Città
del Vaticano, 24 maggio 2014 (VIS). Decollato alle 8:15 di questa
mattina dall'aeroporto romano di Fiumicino, l'aereo papale è
atterrato alle 13:00 (ora locale, 12:00 ora di Roma), all'aeroporto
"Queen Alia" di Amman (Giordania). Ha avuto inizio così il
Pellegrinaggio di Papa Francesco in Terra Santa in occasione del 50°
anniversario dell'Incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il
Patriarca Atenagora.
Al
suo arrivo il Papa è stato accolto dal Rappresentante di Re Abdallah
II, il Principe Ghazi bin Muhammad, dal Patriarca di Gerusalemme dei
Latini, Sua Beatitudine Fouad Twal e dal Custode di Terra Santa,
Padre Pierbattista Pizzaballa, O.F.M.Cap. Un bambino ha offerto al
Papa un'orchidea nera, simbolo del Regno Hashemita di Giordania. Dopo
una breve conversazione con il Rappresentante del Re, nel Royal
Pavillon, il Papa si è diretto in autovettura al Palazzo Reale
Al-Husseini di Amman dove erano ad attenderlo Sua Maestà il Re
Abdullah II e la Regina Rania.
Nel
1964, in occasione della visita di Papa Paolo VI in Terra Santa, fu
il padre dell'attuale monarca, Re Hussein di Giordania, a scortare il
Papa fino alle porte di Gerusalemme. Ed è stato il suo successore,
Re Abdullah II, ad accogliere in Terra Santa, San Giovanni Paolo II
nel 2000 e Papa Benedetto XVI nel 2009. L'attuale Sovrano Hashemita è
stato ricevuto due volte da Papa Francesco, nell'agosto 2013 e
nell'aprile. 2014.
Dopo
un breve incontro privato con il Re e la sua famiglia, Papa Francesco
si è recato nel Salone dei ricevimenti del Palazzo Reale, presenti
300 persone, tra cui le più alte Autorità del Regno, il Corpo
Diplomatico ed i maggiori Rappresentanti delle religioni. Qui ha
pronunciato il suo primo discorso nel quale ha ricordato che la
Giordania è "una terra ricca di storia e di grande significato
religioso per l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam".
"Questo
Paese - ha proseguito il Pontefice - presta generosa accoglienza a
una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti
da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta
da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza merita la
stima e il sostegno della comunità internazionale. La Chiesa
Cattolica, secondo le sue possibilità, vuole impegnarsi
nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto
tramite Caritas Giordania. Mentre con dolore constato la permanenza
di forti tensioni nell’area medio-orientale, ringrazio le Autorità
del Regno per quello che fanno e incoraggio a continuare ad
impegnarsi nella ricerca dell’auspicata durevole pace per tutta la
Regione; a tale scopo si rende quanto mai necessaria e urgente una
soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione
al conflitto israeliano-palestinese".
"Colgo
questa opportunità per rinnovare il mio profondo rispetto e la mia
stima per la comunità Musulmana, e manifestare apprezzamento per il
ruolo di guida svolto da Sua Maestà il Re nel promuovere una più
adeguata comprensione delle virtù proclamate dall’Islam e la
serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni. Lei - ha
detto il Papa - è noto come uomo di pace e artefice di pace. Esprimo
riconoscenza alla Giordania per aver incoraggiato diverse importanti
iniziative a favore del dialogo interreligioso per la promozione
della comprensione tra Ebrei, Cristiani e Musulmani, tra le quali
quella del 'Messaggio Interreligioso di Amman' e per aver promosso in
seno all’ONU la celebrazione annuale della 'Settimana di Armonia
tra le Religioni'”.
Successivamente
il Papa ha rivolto un saluto carico di affetto alle comunità
cristiane curate dalla Giordania, "presenti nel Paese fin
dall’età apostolica", che "offrono il loro contributo
per il bene comune della società nella quale sono pienamente
inserite. Pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo
di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e
sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con
tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa,
che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga
tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del
mondo intero. Esso 'comporta sia la libertà individuale e collettiva
di seguire la propria coscienza in materia religiosa, sia la libertà
di culto … la libertà di scegliere la religione che si crede
essere vera e di manifestare pubblicamente la propria credenza'. I
cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono
contribuire alla costruzione della società insieme ai loro
concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto".
"Rivolgo
infine - ha concluso il Papa - uno speciale augurio per la pace e la
prosperità del Regno di Giordania e del suo popolo, con l’auspicio
che questa visita contribuisca ad incrementare e promuovere buone e
cordiali relazioni tra Cristiani e Musulmani". Citando le parole
del Re, il Papa ha pregato affinché Dio conceda a tutti di essere
liberi dalla paura del cambiamento ed ha ringraziato il Re e la
Regina della loro accoglienza e cortesia. "Dio Onnipotente e
Misericordioso conceda alle Vostre Maestà felicità e lunga vita e
ricolmi la Giordania delle sue benedizioni. Salam!".
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